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Art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana

Io sono sempre dello stesso parere: sino a quando non sarà rinnovata la nostra classe dirigente, sino a quando le elezioni si faranno sulla base di clientele, sino a quando i Calabresi non indicheranno con libertà e coscienza i loro rappresentanti, tutto andrà come prima, peggio di prima.
Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

mercoledì 3 febbraio 2016

Sulla Via francigena in Valle d'Aosta

Riporto qui di seguito la cronaca precisa e fedele, scritta da Enea Fiorentini, della mia camminata sulla Via Francigena in Valle d'Aosta. 
BUONA LETTURA


Le camminate nella valle centrale, da Aosta a Pont-Saint-Martin

(28-30/09/2015)

Una premessa
L’amico Emanuele Pisarra è un alpinista, giornalista, scrittore e guida ufficiale del Parco Nazionale del Pollino, la grande area verde e selvaggia situata tra Calabria e Basilicata.


Emanuele ed Enea, alla partenza, in piazza
Chanoux ad Aosta (PH. di Enea Fiorentini)
Ho conosciuto Emanuele tanti anni fa, quando io abitavo ancora a Roma e quando la mia Associazione "Giovane Montagna" aveva organizzato un viaggio nella zona del Pollino, prevedendo escursioni guidate proprio da Emanuele.  Nella prima visita in quelle zone, effettuammo delle escursioni nel gruppo centrale del Pollino, sulle montagne del gruppo principale che accolgono i famosi pini loricati grossi come i baobab e con radi rami orizzontali.

La bellezza dei luoghi visitati fu tale, che frequentammo quei luoghi per tre anni di seguito con escursioni suddivise nei 4-5 giorni della nostra permanenza.  Conoscemmo così anche le montagne della parte tirrenica del Parco, conosciuta come Orsomarso.

Da allora, ci tenemmo sempre in contatto con Emanuele, sia per ricevere le news delle sue zone e sia per avere informazioni precise e mirate per successive nostre visite ed escursioni in altre zone della Calabria.  Delle sue comunicazioni ho tenuto nota, pubblicandole in una sezione ad-hoc di questo sito, dedicata all’Appennino: (http://www.eneafiorentini.it/imags/follow.gif News dagli Appennini).

Nel mese di settembre del 2015, Emanuele è stato inviato all’EXPO di Milano come rappresentante dei Parchi nazionali calabresi (del Pollino e dell’Aspromonte).  Era da tempo che Emanuele aveva chiesto di poter conoscere il tratto valdostano della Via Francigena e gli avevo detto che ero ben disponibile ad accompagnarlo.

La sua venuta a Milano era un’ottima occasione.

Abbiamo concordato che, al termine del suo impegno a Milano, Emanuele sarebbe venuto in Valle d’Aosta per qualche giorno: giusto il tempo per poter effettuare il cammino sui sentieri storici valdostani, e avrebbe portato con sé l’attrezzatura necessaria e l’equipaggiamento adeguato.

Verso la fine di settembre 2015, il tempo meteo non era dei migliori, specialmente nella zona del Colle del Gran San Bernardo, come si può notare dalle foto scattate a inizio settembre durante l’escursione sulle prime tappe francigene effettuata con amici valdostani e piemontesi, e quindi fu convenuto di camminare sulle tappe della valle centrale, riservando le due a quote più alte per tempi migliori.  Così, domenica 27 settembre, Emanuele è arrivato ad Aosta in treno, accolto dal sottoscritto alla stazione.  Dopo aver sistemato i bagagli nell’alberghetto prenotato ad Aosta, siamo andati a cena insieme, parlando delle ultime novità e, soprattutto, del percorso da iniziare.

A fine cena, datoci l’appuntamento per l’indomani su Piazza E.Chanoux per le ore 8,30, ci salutiamo davanti al suo albergo.



La camminata del 28/9/2015


da Aosta a Châtillon

La Guida di Enea sulla Via Francigena
 in Valle d'Aosta
Lunedì 28 settembre, in una giornata soleggiata, ci ritroviamo in Piazza E.Chanoux di Aosta, alle ore 8,30, pronti per il cammino sulla terza tappa francigena valdostana, da Aosta a Châtillon di circa 28 km, la prima tappa per questa occasione.  Lasciamo Piazza Chanoux, dopo aver scattato una foto davanti alla statua dell’alpino.


Facciamo un po’ di soste culturali lungo la strada: alle Porte Pretoriane, alla Collegiata di Sant’Orso dove abbiamo visitato l’interno della Chiesa, la Cripta, il Coro con il "Quadrato Magico" e il bellissimo Chiostro.

Siamo tornati su Via Sant’Anselmo e ci siamo fermati davanti alla Targa presente sul muro della casa natale ("presunta") di Sant’Anselmo.

Raggiungiamo poi il Ponte Romano dove ci fermiamo un attimo per ammirare la possente struttura.  Quindi transitiamo su Via Zerbion e raggiungiamo la strada per l’Ospedale Beauregard.  Pieghiamo a destra e percorriamo questa strada fino al bivio con una nuova strada asfaltata che prosegue più a destra con inclinazione minore.  Si tratta di Via Lino Vaccari che aggira lo sperone collinare dirigendosi all’Ospedale.  Seguiamo Via L. Vaccari e continuiamo il cammino verso est a mezza costa sulla pedemontana della valle centrale.




Appena prima di raggiungere il complesso ospedaliero, che si erge a sinistra della strada, sul lato destro, a valle, c’è una zona conosciuta come Viseran, mentre più in basso, nella località di Borgnalle, oggi si stanno costruendo nuove case e condomini.  A Viseran, in una zona dove esisteva un’antica cappella e un ricovero per viandanti malati con gravi malattie contagiose, cade il primo miglio della Strada romana delle Gallie, che si dirigeva anch’essa verso est.  Superiamo il complesso ospedaliero e raggiungiamo la località La Cretaz.  Camminiamo sul marciapiede e attraversiamo questa piccola frazione, formata da alcuni gruppi di case.  Poco dopo, la strada ci conduce nella località di Coutateppaz sempre mantenendo un livello costante sulla pianura della valle centrale.  A poco meno di 3 km da Aosta, in fraz. Bret, abbandoniamo Via L. Vaccari e prendiamo, a sinistra, una stradina lastricata che ci conduce, con decisa salita, davanti alla Chiesa di Saint-Cristophe, in località Cure (619 m), dove era posta la pietra miliare del 2° miglio.

Questa seconda pietra miliare (alta 160 cm e con c. 50 cm di diametro) è stata utilizzata, insieme con altre colonne romane di recupero, come colonna portante nella Cripta della Collegiata di Sant’Orso ad Aosta.  Avendo trovata ancora chiusa la Chiesa, non abbiamo potuto ammirare, al suo interno, i reperti storici e artistici di valore, tra cui la lastra tombale di San Grato, patrono di Aosta e della Diocesi, e la grande statua di San Cristoforo, recentemente restaurata.  Dal piazzale della Chiesa, pieghiamo a sinistra (nord) e saliamo lungo la gradinata che fiancheggia gli edifici della Biblioteca a est e altre costruzioni a ovest.  Raggiungiamo, in breve, la fraz. di Chabloz (651 m), con una bella fontana di acqua fresca.

Proseguiamo diritti in salita su una strada divenuta asfaltata che supera la fraz. Pallein (682 m).

Più avanti, ad un bivio (697 m) tra una strada che piega a sinistra (con cartello indicante la fraz. Lemeryaz) e un sentiero che si inoltra tra i prati, seguiamo il sentiero che si dirige verso nord lungo una salita che diventa ripida.  Al termine della salita raggiungiamo una strada asfaltata in piano appena sotto la fraz. Maillod (741 m).

Emanuele sul Ponte del castello
di Quart (Ph. di E. Fiorentini)
Da qui, giriamo a destra (est) e camminiamo più comodamente in falsopiano seguendo il tracciato del Ru Champapon (che non si vede poiché è intubato ed interrato), che prende il nome dalla vicina omonima frazione.  Superiamo una costa montana e arriviamo alla parte bassa della frazione Sorreley (743 m) ad un bivio di strade, alcune in discesa.  Questa zona è raggiungibile anche con la variante francigena 103A proveniente da Roppoz e Porossan.  Si sale a sinistra e si arriva ad un piccolo slargo.  Da qui si piega a destra su una strada asfaltata che subito diventa una sterrata.  Continuiamo su questa, superando il torrente Bagnère e transitiamo un po’ più in alto della omonima frazione e di quella di Olleyes, situata ancora più in basso, dove era posizionata la terza pietra miliare.  Poco più avanti si raggiunge una strada asfaltata che proviene dal Villair de Quart e che raggiunge il Monastero di Clausura Maria Mater Misericordiae, costruito tra il 1987 e il 1989 e situato a c. 750 m tra prati e coltivi nella località Ramoise, oggi gestito dalle Suore dell’Ordine delle Carmelitane Scalze come proposta per una vita contemplativa in Valle d’Aosta.  Più in basso, nel centro della frazione del Villair de Quart, con case diventate ormai molto numerose, si erge la Chiesa di Sant’Eusebio, nei cui pressi si trovava la quarta pietra miliare, che ha dato il nome al nucleo originario del paese: Quart (il cui toponimo deriva dal latino: ad quartum lapidem ab Augusta Prætoria).  Si attraversa la strada asfaltata e si riprende il sentiero che scende per un breve tratto costeggiando il recinto che racchiude il Monastero e i suoi terreni.  In falsopiano e bordeggiando un piccolo canale si raggiunge la frazione di Egachoz (774 m).  Ancora un piccolo tratto di sentiero e sbuchiamo sulla strada che scende leggermente e, su questa e attraversando il ponte ricostruito che scavalca il Torrent du Château, arriviamo al piazzale del Castello di Quart (765 m).

Emanuele alla Crotta di Vegneron
Chambave per una meritata birra
Qui facciamo sosta per fare un veloce spuntino e ammiriamo le possenti mura del Castello, gli alberi monumentali presenti nei pressi dell’antica piscina e i box in legno dove, periodicamente, vengono effettuate le vendite di prodotti alimentari valdostani.  Dopo la breve sosta, riprendiamo il cammino su un bel sentiero che aggira il Castello di Quart a nord e si transita vicino al bivio col sentiero che s’inerpica, verso monte, all’eremo del Beato Emeric de Quart nella Valsainte.

Si prosegue sul sentiero che compie un ampio arco in leggera discesa, da sinistra a destra, avendo una bellissima visuale sul Castello di Quart da est.  Qui ci fermiamo per scattare molte foto al castello.  Seguiamo questo sentiero fino al suo termine, su una curva stradale.
Entriamo sulla strada e la seguiamo sulla destra in leggera discesa proseguendo verso la frazione di Epillod (m 710).  Dalla fraz. di Epillod, proseguiamo in falsopiano sempre in direzione est sulla strada che conduce verso la frazione Imperiau che si raggiunge in breve.  Si prosegue lungo la stessa strada per raggiungere rapidamente l’abitato e le fontane d’acqua fresca della frazione Seran (m 714) dove, nei pressi della Cappella, era sistemata la pietra miliare del 6° miglio.  Continuiamo ancora sulla stessa strada che inizia a scendere e a seguire i contorni della collina.  Si tralasciano alcune deviazioni e, in breve, raggiungiamo l’inizio delle case della frazione di Chetoz (c. 10 km, m 635 slm), ad un bivio con una stradina che risale leggermente a sinistra.  Se si prosegue sulla strada principale, a circa 300 metri oltre questo abitato, si raggiunge il luogo dove si trovava la pietra miliare del 7° miglio, numero da cui si ritiene derivi il nome di questa frazione ("ad septimum lapidem"), poi modificato nei secoli fino a quello attuale.  Abbandoniamo la strada principale e saliamo sulla strada di sinistra.  In breve, la strada riprende un andamento in falsopiano.
Su questa, continuiamo il cammino verso est superando coltivazioni e vigneti, fino a raggiungere l’ingresso della discarica pubblica degli inerti.
Pochi metri più in basso la stradina confluisce sulla strada asfaltata più grande che proviene da Quart e che, attraversando Chetoz, si collega a Nus, nella frazione Mazod.
Nei pressi dell’ingresso della discarica e prima di raggiungere la strada asfaltata più grande, sulla sinistra si nota il sentiero n.6A, evidenziato da segnaletica e pitture sui sassi.
Seguiamo il sentiero che si inoltra in un boschetto e proseguiamo in falsopiano, camminando a lato del Ru Mazod, un altro importante canale irriguo che porta acqua ai terreni assolati della valle centrale, fino ad incontrare un bivio di sentieri, con uno indicato col n.6 che scende decisamente verso destra (sud).  Qui abbandoniamo il sentiero n.6A e seguiamo il sentiero n.6, in forte discesa, ormai in vista dell’imponente Castello Superiore di Nus sul promontorio al di là della profonda forra del Torrente Saint-Barthélemy che sfocia sopra il paese di Nus dirigendosi verso la sua confluenza, più a valle, nella Dora Baltea.
Segnavia sulla Francigena
Sul sentiero n.6 seguiamo diversi tornanti e raggiungiamo la strada asfaltata, in arrivo da Quart, proprio all’altezza della fraz. Mazod di Nus (m 577).  Ci troviamo proprio al di sopra dell’uscita del torrente dalla sua forra, vicino ai nuovi ponti sullo stesso corso d’acqua (il più vicino in cemento e quello pedonale, in legno, un po’ più distante), ricostruiti dopo la distruzione dei ponti vecchi e di una parte dell’abitato di Nus, durante la terribile alluvione dell’anno 2000 che qui causò ingenti danni e provocò morti e feriti.
Superato il ponte nuovo, si può scendere velocemente lungo la strada asfaltata nel centro del paese di Nus (c. 13 km da Aosta), se si intende terminare qui questa tappa.
Noi, invece, proseguiamo il cammino oltre il ponte nuovo, sulla strada asfaltata che, a sinistra, sale con decisione in direzione della piccola frazione La Coutaz: è la strada Rue des Seigneurs che conduce anch’essa verso il Castello Superiore di Nus.  Camminiamo su questa strada seguendo alcune curve e raggiungiamo, in breve, le prime case della frazione, il cui nome viene indicato dal cartello segnaletico.  Poco oltre, al primo tornante verso sinistra della strada, la abbandoniamo per seguire un piccolo sentiero che, a destra, si apre la strada tra un muro a secco e campi sottostanti.  Esso ci conduce verso la chiesa, ormai ben in vista.  Dopo poche centinaia di metri raggiungiamo la chiesa nella zona del cimitero, proprio dove si incontra una fontanella d’acqua fresca.  Davanti alla Chiesa parrocchiale di Sant’Ilario di Nus (dove probabilmente esisteva una edicola pagana nel periodo romano) era posizionata la pietra miliare del 9° miglio.
Lo stesso nome di Nus, che deriva dal termine latino: ad nonum lapidem e la distanza da Aosta, chiariscono l’esattezza della sua posizione sul territorio.  Facciamo sosta sulle panchine e ai tavoli di fronte alla casa parrocchiale per fare un ulteriore spuntino, dopo aver tentato inutilmente di poter porre il timbro della parrocchia di Nus, trovandola chiusa, sulle nostre credenziali.
Dopo questa sosta, abbandoniamo la zona della Chiesa e pieghiamo a sinistra camminando, per poche decine di metri in salita, sulla strada regionale che collega Nus alla Valle di Saint-Barthélemy.  Sulla destra della strada regionale, incontriamo una sterrata che prosegue in falsopiano per un breve tratto.
Proseguiamo il cammino sulla sterrata per pochi metri fino a notare, poco più in alto, ai bordi della strada regionale, un grande monumento ai vignaioli locali: una struttura di acciaio e legno che presenta grappoli d’uva e botti per il vino.
Poco metri più avanti, notiamo l’arrivo del sentiero (con segnale 103), proveniente dalla zona del Castello Superiore: è il raccordo sul tracciato della Via Francigena principale per chi ha effettuato il giro dei vigneti o è salito al Castello.
Seguiamo la sterrata 
Resti del ponte romano a Chatillon
per alcune centinaia di metri, poi scendiamo lungo una gradinata creata con tronchi di legno e raggiungiamo i sottostanti prati della fraz. Plantayes Dessous (m 535).
Il sentiero diventa più largo e poi asfaltato mentre contorna a nord le case della frazione.
Ad un bivio si piega a destra (sud) e in pochi passi ci si innesta sulla strada asfaltata che collega le frazioni della bassa collina di Nus.  Pieghiamo a sinistra e seguiamo la strada asfaltata che inizia a salire.  In breve superiamo la piccola frazione di Perrinaz e raggiungiamo quella di Roattes (o Roatte) (m 560) dove cade il 10° miglio da Aosta (a c. 14, 5 km).
Continuiamo il cammino sulla strada asfaltata principale che ha molte svolte, trascurando deviazioni e bivii, fino a raggiungere la fraz. di Rovarey (m 590).  Ancora in salita, superiamo quest’ultima frazione e, dopo alcune centinaia di metri, prendiamo una sterrata sulla destra (c. m 618) che si dirige verso la fraz. Ronchettes.
Camminiamo sulla sterrata, pressochè in falsopiano, vicino a piccoli canali e con scorci di belle visioni sui monti e sulla valle centrale.
Più avanti la sterrata ridiventa una piccola stradina asfaltata quando arriviamo alla frazione di Chevence Dessous (m 570).  Raggiungiamo quindi la strada asfaltata regionale, proprio dove forma un tornante verso destra, la attraversiamo e ci dirigiamo verso la Chiesa di Diemoz.  Facciamo sosta al piazzale della Chiesa dedicata a San Martino e a Santa Lucia (m 582), dove ci riposiamo un attimo su alcune panchine.
Questa antica Chiesa è del XII sec., ma è stata anch’essa rifatta in molte parti, incluso il campanile, nei primi anni del 1800.
Molto interessante è la raffigurazione dei Santi Martino e Maurizio in un affresco della metà del XV sec. presente sulla facciata nord della casa parrocchiale.  Le figure dei santi sono poste ai lati del Trigramma di San Bernardino di Siena, sotto il quale appare lo stemma dei Savoia e il disegno del nodo "Savoia" (o nodo a "8").
Emanuele che guarda con
ammirazione  l'antico torchio
di Pissin
Sulla piazza dell’attuale chiesa, in epoca romana, era sicuramente posizionata la 12° pietra miliare della Strada romana delle Gallie che corrisponde, metro più o metro meno, alla distanza in km da Aosta (c. 17,3 km).  Tale posizione geografica e la corrispondente distanza dall’antica Aosta, tendono a confermare la derivazione del toponimo del paese di Diemoz da "ad duodecimum lapidem ab Augusta Praetoria" e non al decimo miglio come indicato spesso su diverse carte e da diverse persone.  Dopo la sosta davanti alla chiesa, ripartiamo seguendo la strada asfaltata che sale a tornanti verso la fraz. Grossaix.
Alla seconda curva, sulla destra, imbocchiamo un piccolo sentiero che risale tra prati e alberi e che transita davanti ad una vecchia edicola votiva, ormai nascosta da fitta vegetazione.
In pochi passi raggiungiamo una strada più ampia che scende a destra (est) verso la fraz. Oley-Dessus.  Trascuriamo alcune segnaletiche 103 che, a sinistra, ci indicano di salire più in alto e prendiamo, a destra, la strada asfaltata in discesa fino a raggiungere questa frazione.
La superiamo e arriviamo al ponte sul torrente Crétaz, che raccoglie le acque anche del torrente che scende dalla vicina Comba Croux du Val.
Qui, giriamo a sinistra e saliamo qualche decina di metri sulla strada asfaltata fino a raggiungere le prime case di Crétaz (m 581).  Al posto di proseguire in salita lungo la strada, deviamo a destra e attraversiamo questa frazione fino a raggiungere una zona prativa e in parte cespugliosa.  Raggiungiamo e seguiamo un sentiero su una piccola variante, attraversando zone prative, alcuni vigneti e un boschetto, e risbuchiamo sul sentiero indicato dalla segnaletica 103 che ci conduce rapidamente alla frazione di Montcharey (m 570).  Così facendo, abbiamo risparmiato circa un’ora di cammino rispetto al percorso "ufficiale".  Da questa frazione ritorna ad essere presente la segnaletica ufficiale 103.
La strada ridiventa asfaltata e la seguiamo mentre inizia una costante discesa dalla collina verso la valle centrale.  In breve, raggiungiamo la fraz. Champlant-dessous (c. m 515), quindi quella di Ollieres e, con un costante innesto di stradine su altre più importanti, raggiungiamo la fraz. La Poya (c. m 505); transitiamo davanti la sua cappella dedicata a Notre Dame de la Salette, solennemente benedetta nel 1870 dal vicario generale J.A. Duc, futuro vescovo di Aosta, e restaurata in tempi successivi.
Camminiamo sul marciapiede di destra e scendiamo lungo la strada principale che prende il nome di Via des Vignerons.  Poco più in basso, dopo alcune curve, la strada cambia ancora nome e diventa Rue de Cly.  Infine raggiungiamo la parte ovest del paese di Chambave (m 488), e ci fermiamo in Piazza Roncas, proprio dove c’è la famosa enoteca della Crotta di Vegneron di Chambave e il bar.  Qui facciamo un’altra sosta dove ci riposiamo e ci rinfreschiamo bevendo un bicchiere del famoso vino bianco aromatico "Muscat de Chambave".
Inizialmente il borgo di Chambave era situato più a occidente dell’attuale, nei pressi della località di Champagne (ora appartenente al comune di Verrayes), ma un’alluvione lo distrusse verso la fine dell’XI secolo.  Il nuovo borgo venne costrutito nel luogo attuale e divenne un importante centro commerciale, sede di mercati e fiere.
Conclusa la sosta al bar dopo una gradita bevuta, continuiamo il cammino verso est, attraversando tutto il paese sulla via principale: Rue E. Chanoux.
Emanuele con don Giuseppe
il parroco di Verrès per il timpro 
Dopo poche decine di passi, sulla sinistra, sotto un arco che si affaccia sulla strada da cui parte una stradina: Passage du Barmet, c’era la segnaletica 103 (ora eliminata) che indicava di proseguire a sinistra (nord) nel vicoletto sotto l’arco, in direzione del monte, verso i vigneti pregiati del Muscat di Chambave, sul "Sentiero del Muscat".  Trascuriamo il passaggio sotto l’arco e proseguiamo diritti.  Transitiamo davanti alla Chiesa di Chambave (m. 486) eretta nel XII sec., dedicata a Saint-Laurent, in Piazza Felix Orsières, dove anticamente era collocata la 14° pietra miliare da Augusta Praetoria.
Facciamo sosta sulla piazza di fronte all’ingresso della chiesa, poi ci dirigiamo a sinistra verso la casa parrocchiale, davanti alla quale troviamo la pietra miliare della "Strada Consolare Romana delle Gallie", oggi trasformata in un suggestivo portafiori, su cui è collocata anche una statuina della Madonna.  La pietra miliare venne ritrovata durante alcuni scavi nel piazzale antistante la chiesa.  Scambiamo qualche parola con il parroco (don Luciano Perron) e veniamo a conoscenza che quella di Chambave è una delle più antiche chiese della Valle d’Aosta, di origine conventuale, fondata dai Frati Benedettini di Fruttuaria.
Salutiamo il parroco, scattiamo una foto alla pietra, che assomiglia molto a quella della cripta di Sant’Orso in Aosta, anche se è leggermente più bassa, poi riprendiamo il cammino.
Superiamo la piazza della Chiesa e continuiamo il cammino sulla strada che è in leggera discesa.
In breve, transitiamo a fianco, sulla destra, di un’antica casa del ’500: Casa Guidonis, con porte e finestre tipiche dell’epoca.
Sulla porta tardo-gotica, ora murata, si trova il trigramma (IHS) di San Bernardino da Siena in lettere capitali con croce sopra la lettera H e presente anche sulla modanatura della porta stessa, che ne indica la data posteriore al 1550 circa.  Questa data è anche indicata sull’architrave di una alta finestra di questa casa.
La Rue E. Chanoux termina in un largo spiazzo al termine est di Chambave, dove sulla sinistra c’è una grande segheria.  Sulla destra una strada: la Circonvallazione, si collega alla strada statale SS26, attraverso un recente cavalcavia con rotonda stradale.  Noi continuiamo diritto e arriviamo davanti alla ex-stazione FFSS di Chambave (m 462), ora non più in uso come stazione ferroviaria (qui non si ferma più il treno), ma che ospita le sedi di varie associazioni locali.
Oltre la stazione, verso sinistra e sempre in direzione est, una strada asfaltata di minori dimensioni inizia ad alzarsi a ridosso delle rocce verticali che sovrastano questa zona.
Seguiamo questa strada in salita raggiungendo prima la fraz. Pilliolet (a c. 1 km dal centro di Chambave, a c. m 490), e poi la più grande frazione di Chandianaz (m 531), con una bella fontana d’acqua fresca.  La strada romana in questa zona doveva risalire necessariamente di quota per distanziarsi dalla Dora Baltea che transitava troppo vicino all’antico tracciato stradale.  Vicino alla piccola cappella di Chandianaz era situata la 15° pietra miliare.
Attraversiamo la frazione, al suo interno, seguendo stradine caratteristiche vicino a case con affreschi e quadri (anche di benvenuto per i pellegrini in transito).  Transitiamo sotto piccoli archi in pietra fino a ritrovare una sterrata, un po’ più ampia, che continua in salita.
Seguiamo il primo tratto fino al primo tornante verso sinistra.  Se continuassimo sulla sterrata, seguendo i tornanti in salita (in direzione nord) e attraversando la fraz. Cret e quindi la fraz. Cellier, allora raggiungeremmo la fraz. Farys (m 640), dove c’è la vite monumentale (di 300 anni) del Petit Rouge.  Da Farys, lungo un altro sentiero con segnaletica 103, potremmo ritornare a valle.
In questa occasione, tiriamo diritto e, al primo tornante a sinistra della sterrata dopo Chandianaz (a c. m 545), pieghiamo a destra (est), oltre una staccionata in legno, e proseguiamo diritti su un piccolo sentiero comunale per circa 60 metri, dove incontriamo il sentiero che scende da Farys.
Emanuele ... in cammino
Continuiamo la discesa su questo sentiero raggiungendo rapidamente la parte alta della fraz. Bedeugaz che ha la curiosità di avere una galleria della ferrovia al centro dell’abitato sotto cui transitano i treni.  Un sentiero ci conduce alla parte alta di questa frazione e superiamo un ponticello (c. m 488) con indicazione di "Via Francigena Deviazione".  Attraversiamo alcuni campi, su tracce tra l’erba, e raggiungiamo un sentiero che supera la fraz. Bedeugaz da una quota leggermente più alta.
Camminiamo su questo sentiero piuttosto rotto e sassoso che ci conduce, in leggera salita, verso il caratteristico borgo abbandonato di Barmaz.
Dopo qualche centinaio di metri, raggiungiamo le sue prime case deserte, forse abbandonate a causa di frane, ed ora quasi tutte in rovina.
Senza entrare nel borgo, pericoloso per possibili crolli, raggiungiamo lo spigolo della prima casa e svoltiamo a sinistra (nord) risalendo un ripido sentiero, per guadagnare la sommità di un piccolo poggio erboso (c. m 524) che domina dall’alto le costruzioni.  Questa zona permette di godere un vasto panorama sui paesi nella valle centrale, in particolare su Pontey, e sulle vette delle montagne di fronte.  Dal dosso erboso iniziamo a scendere lungo un evidente sentiero e lo seguiamo verso est.  Dopo alcune centinaia di metri il sentiero risale e ci permette di raggiungere, ad una curva, una strada asfaltata che, da destra, va in salita verso sinistra.  Si tratta della strada che, dalla statale SS26, collega le frazioni di Cret de Gilles e Pecca.  Seguiamo la strada asfaltata in salita per un breve tratto di circa 200 metri, fino a raggiungere un nuovo bivio su un’altra curva a sinistra dove inizia una sterrata che prosegue anch’essa in salita.  Sul bivio, in località Cret de Gilles, inizia una sterrata che sale sotto pareti rocciose in direzione est.
Abbandoniamo la strada asfaltata e proseguiamo diritti in salita, fino a raggiungere una piccola frazione semi-abbandonata.  Si tratta della fraz. Grand Frayan (m 560) che contiene orti, giardini e diverse case ancora in buone condizioni.
Normalmente non si vedono molte persone in giro, ma soprattutto molti gatti.
Una processione periodica molto sentita un tempo, veniva effettuata da Châtillon alla bianca Cappella di San Francesco presente al centro di questa frazione.  Facciamo una breve sosta qui per rinfrescarci presso alcune fontanelle situate nelle viuzze tra le case.
Poi ripartiamo sul sentiero che scende, con un’ampia curva a sinistra, contornando l’abitato, transitando sotto la Cappella e, poco più a valle (sud), a fianco della piccola fraz. di Petit Frayant.
Emanuele davanti ad un fungo di pietra
Continuiamo il nostro cammino in discesa e raggiungiamo la parte alta della fraz. Gros Breil.
Poco più avanti, la sterrata diventa una piccola strada asfaltata che supera, su un piccolo ponte, due tubazioni di una condotta forzata.
Superato il ponte e le tubazioni, arriviamo alla piccola fraz. di Setoret, (m 534, a c. 500 metri dalla fraz. Frayan e a c. 24,5 km da Aosta), dove c’è un’altra bella fontana d’acqua fresca.
Seguiamo questa strada che, quasi in piano, prosegue diritta verso est, e raggiungiamo la fraz. Petit Breil, dove esisteva la 16° pietra miliare.
Al termine della stradina, giriamo a destra in una curva a gomito e, in pochi passi, sbuchiamo su Rue L. F. Menabrea, una strada asfaltata più larga che proviene da un bivio sulla strada statale SS26.
Raggiunta Rue L. F. Menabrea, pieghiamo a sinistra (est) e proseguiamo diritti, in leggera salita, sfruttando il marciapiede di sinistra, e attraversando la fraz. Cret de Breil.
Transitiamo davanti all’ingresso del Parco del Castello del Baron Gamba, che è raggiungibile a destra, sulla Via Italo Mus nella fraz. G. de Barme.  Continuiamo lungamente su Rue L.F. Menabrea fino a raggiungere la grande rotonda stradale del lato ovest di Châtillon, dove c’è l’innesto, a sinistra, della strada statale 406 per Valtournenche e Cervinia, l’imbocco della seconda galleria di Châtillon (Chameran) lungo la strada statale SS26 e, più a destra, la prosecuzione di Rue L.F. Menabrea in direzione del centro di Châtillon.  La rotonda è ben riconoscibile poiché, al suo centro, è stata collocata una grande sagoma del Cervino.  Prima di raggiungere la rotonda stradale, pieghiamo leggermente a sinistra, per imboccare Via XXVI Febbraio che ci permette di raggiungere il sottopasso stradale.
Dopo averlo superato riprendiamo il cammino sempre su Rue L. F. Menabrea verso il centro di Châtillon.  La strada sale leggermente fino a raggiungere il bordo della forra del torrente Marmore, dove c’è l’inizio, a sinistra, dell’antica strada (Via Martiri di Chezod) che sale verso Valtournenche.  Transitiamo davanti ad un arco in pietra che, a sinistra, permette di scendere nella forra delle ex-ferriere Gervasone, mentre compiamo un’ampia curva verso destra.
Continuiamo ancora per qualche decina di metri fino al termine di Rue L. F. Menabrea che confluisce in un trivio: a destra (sud), inizia Via Martiri della Libertà che conduce verso la sede della Comunità Montana Monte Cervino e verso la parte sud-ovest del paese, nel quartiere di Chameran.  A sinistra (est), inizia Via E. Chanoux, la via principale di Chàtillon, che attraversa il paese longitudinalmente, da ovest a est, in direzione di Saint-Vincent.  All’inizio di questa via, proprio sul nuovo ponte sul torrente Marmore, nella zona Tre Ponti (m 549), possiamo ammirare il profondo alveo del torrente e l’unico arco esistente del ponte romano che sorreggeva la Strada romana delle Gallie, la quale transitava poco più in basso rispetto alla nostra posizione.

Accanto e appena al di sopra dell’arco romano, ammiriamo il ponte medievale.


Attraversiamo tutto il paese, passando accanto all’ex-Hotel de Londres (oggi sede della Agenzia delle Entrate), al Municipio, e a negozi, bar, ristoranti e alcuni alberghi.  A circa metà del paese, incontriamo il Convento dei Cappuccini che offre ospitalità a piccoli gruppi di pellegrini (max 3 per notte).

Davanti alla Chiesa del Convento era posta la 18° pietra miliare della strada romana (c. 26,6 km da Aosta) e alcuni storici sostengono che fosse ancora sul posto prima della costruzione del Convento nel 1635.

Nonostante la prenotazione effettuata già dalla mattina al Convento, troviamo i posti già occupati e allora cerchiamo e troviamo ospitalità per Emanuele al piccolo Hôtel Dufour nel centro del paese.  Sistemati i bagagli nella camera assegnata, accompagno Emanuele in fondo al paese in un Bar-Ristorante, per una bevuta finale.  Qui Emanuele si ferma anche per la cena e allora lo saluto dandogli l’appuntamento per l’indomani nei pressi del suo albergo, nella Piazzetta Duc. Io mi avvìo al vicino posto di sosta dei pullman di linea per prendere un mezzo pubblico diretto ad Aosta. Domani ritornerò a Châtillon in auto, per riprendere il cammino con Emanuele verso Verrès.




Enea e Emanuele alla pietra miliare
 XXXVI nei pressi del borgo di Donnas
Martedì 29 settembre, mi avvìo di buon mattino con la mia auto da Aosta in direzione di Châtillon.


Dopo un po’ di giri viziosi per trovare un parcheggio, riesco a lasciare l’auto in un luogo sicuro in paese e quindi risalgo a piedi Via E. Chanoux per raggiungere la Piazzetta Duc dove trovo Emanuele tranquillamente seduto su una panchina in mia attesa.  Sono le ore 8,30 quando entriamo nel vicino bar per bere un caffé e qui troviamo e salutiamo Gian Luigi, socio CAI di Châtillon, che ha camminato con me nel 2013 in occasione del Cammino sulla Via Francigena per commemorare i 150 anni di fondazione del CAI.

Usciamo poi dal bar e ci avviamo verso la sovrastante Chiesa di San Pietro per iniziare il nostro cammino.  Sul piazzale antistante la chiesa ammiriamo il paesaggio che si apre davanti a noi verso sud e scattiamo qualche foto.

Terminate le foto, iniziamo la salita verso le località di Verdettaz e Conoz sulla pedemontana sopra Châtillon, dopo aver superato l’ingresso del Parco del Castello Passerin d’Entreves.

Raggiunte le condotte del Ru de la Plaine, camminiamo sul nuovo sentiero sterrato che ha sostituito le belle passerelle in legno sopra il RU.

Il grandioso panorama che si ammira normalmente da questa balconata, oggi è molto ristretto per nuvole sparse che formano ombre e che appiattiscono i rilievi montuosi.

In compenso, stiamo camminando sulla nuova sterrata con un’alta staccionata che nasconde sotto i nostri piedi le tubazioni del RU.

A tratti, sul bordo della sterrata, incontriamo le nuove strutture del "Percorso Vita" che permettono di allenarsi e di diverstirsi ai fruitori di questa zona.

Camminiamo in falsopiano superando le fraz. di Merlin, Cret Blanc, Chavod e molte altre frazioni della media collina appena sopra l’abitato di Châtillon, mentre ci dirigiamo verso il vicino paese di Saint-Vincent.  Superiamo la frazione di La Sounère Dessus e raggiungiamo quella di Pissin Dessus dove facciamo sosta davanti alla struttura settecentesca del torchio, restaurata nel 1977, simile ad altre sparse nella Valle d’Aosta.

Scattiamo qualche foto e proseguiamo.

In fondo a questa frazione, ad un incrocio di strade, seguiamo il sentiero che nasconde le tubazioni del RU de Saint-Vincent e, proprio al suo inizio, un cartello turistico indica la direzione per effettuare una bella passeggiata verso Saint-Vincent.  In breve, riprendiamo il tracciato lungo la nuova sterrata che, dotata anch’essa di strutture del "Percorso Vita", attraversa un boschetto e raggiunge il torrente Biegne che discende dal Monte Zerbion, corso d’acqua oggi scavalcato da un nuovo ponte in ferro, cemento e legno.
Superato il torrente Biegne con la caratteristica piccola cascata, riprendiamo il cammino sulla sterrata tra boschetti e campi aperti che offrono belle visuali sul versante opposto, su cui emerge la silhouette del Castello di Ussel.
Dopo aver seguito tutto il tracciato francigeno lungo la pedemontana prima lungo il Ru de la Plaine e poi lungo il Ru de Saint-Vincent, raggiungiamo la periferia alta di Saint-Vincent e, lungo la strada regionale che sale al Col di Joux, raggiungiamo le nuove Terme.  Appena prima dell’ingresso delle Terme, prendiamo una stradina che transita davanti alla zona dei garages e che scende decisamente verso il centro di Saint-Vincent.  Dopo un centinaio di metri, imbocchiamo a sinistra un piccolo sentiero che ci conduce alla zona della cremagliera che collega il centro cittadino alle Terme.  Attraversiamo il sottopasso della cremagliera, finalmente ingrandito e alzato per permettere un transito agevole alle persone.
Scendendo dalla zona del Parco delle Terme, raggiungiamo Via del Ponte Romano, sulla quale pieghiamo a sinistra, procedendo verso est, e arriviamo rapidamente al ponte romano della Strada delle Gallie che supera il torrente Cillian.
Emanuele al forte di Bard
Dopo aver scattato la "classica" foto al ponte romano, risaliamo le balze rocciose raggiungendo la base del geosito conosciuto col nome di: "Ponte Romano - Tsailleun" appartenente al Mont des Fourches (m 680), e che si trova a sud della fraz. di Cillian e a ovest di quella di Feilley.
Scendendo da questo interessante geosito, abbiamo raggiunto la vicina fraz. di Feilley dove abbiamo fatto sosta alla piccola cappella per un veloce spuntino.  Dopo la sosta, mentre il cielo si fa più grigio e minaccia pioggia, riprendiamo il cammino e scendiamo nella vicina valletta fino a raggiungere Champ-de-Vigne e quindi la fraz. di Perral, dove ci fermiamo in un verde prato, accanto ad una fontana con acqua fresca, per un’altra piccola sosta ristoratrice.
La sosta ci ha consentito di riposare un po’ prima di affrontare la salita nel bosco e di raggiungere il paese di Chenal e il suo Castello.
Raggiunta la chiesetta di Chenal, sotto le balze che sostengono l’omonimo castello, a causa delle nuvole basse e grigie, non abbiamo potuto ammirare l’imponente sagoma del Monte Bianco verso ovest che, sorprendentemente, apparirebbe visibile da qui, grazie alla conformazione particolare della valle centrale in questa zona.  Dalla chiesetta, risaliamo un piccolo e ripido sentiero che transita vicino alla palestra di roccia di Chenal.  Qui, notiamo due giovani impegnati nella salita di vie difficili, attorno al 7° grado.  Ci fermiamo un attimo per ammirare le loro evoluzioni e poi riprendiamo il cammino sul piccolo sentiero, raggiungendo i ruderi del Castello di Chenal.  Ammiriamo il vasto panorama in cima ad un roccione ricco di incisioni rupestri e diamo uno sguardo ai resti di questo castello che fu di appoggio a quello più maestoso di Saint-Germain, ben visibile da questa altura, appena al di là del passaggio obbligato che, per centinaia di anni, ha visto transitare migliaia di pellegrini e viandanti.
Al posto di tornare alla Cappella di Chenal e di seguire la larga sterrata verso valle, riprendiamo il cammino scendendo direttamente lungo le rossastre rocce levigate fino a raggiungere il largo prato sottostante, presente tra i due castelli, adibito ai giochi popolari valdostani (Tsan, ecc...).
Superiamo la piccola valle piegando verso destra in direzione della ex-cappella di Sapé dove un sentiero panoramico, che coincide con l’antico tracciato della strada romana, ci ha permesso di raggiungere la Chiesa e l’abitato di Saint-Germain ai piedi del maestoso omonimo castello.
Ci fermiamo sul piazzale della piccola frazione e ci rinfreschiamo alla fontana d’acqua fresca posta proprio vicino alla scalinata che porta all’ingresso del castello.  Dal piazzale antistante la Chiesa e dalle poche case di Saint-Germain, iniziamo la discesa finale verso valle camminando su piccole strade asfaltate che, facendoci perdere quota rapidamente, ci conducono ai piedi del roccione che sostiene i ruderi di questo grande e imponente castello e poi verso il versante est dello stesso.
Enea ... in sosta nella zona antistante la Chiesa 
di Sant'Ilario a Nus
Seguendo la strada in discesa, che qui compie alcune curve, raggiungiamo un piccolo piazzale sottostante l’antico abitato di Balmas con le case addossate ai roccioni strapiombanti della montagna, proprio vicino ad un sentiero che collega questa zona alla SS. 26 che transita più in basso.  Questa frazione è importante per due ragioni.  Innanzittutto perchè qui si è realizzato un microclima particolare per cui riescono a vivere esemplari di piante tipiche della macchia mediterranea, come ad esempio piccole palme e diversi alberi da frutto.  L’altra ragione della sua importanza è la presenza di tracce evidenti della Strada romana delle Gallie con tratti di selciato e con le incisioni, ben visibili, delle rotaie per il transito dei carri.  Un’ottima constatazione per stabilire l’esatto percorso della Strada romana delle Gallie e, in epoca mediovale, della Via Francigena.  Dopo la frazione di Balmas, abbandonato l’asfalto della piccola strada proveniente dall’abitato di Saint-Germain, proseguiamo su una sterrata in falso piano che, evidentemente, è ciò che resta del tracciato della strada romana.  Dopo aver rapidamente raggiunto e superato la frazione di Toffo, ricca di fontanili con buona acqua fresca, arriviamo alla vicina frazione di Vignola.  Nelle vicinanze di Vignola, poco sopra l’abitato di Montjovet, secondo alcuni storici esisteva un’antica chiesa di Publey, posta sulla direttrice dell’antica Strada romana delle Gallie e della Via Francigena, poi distrutta, secondo la tradizione da un cataclisma nel secolo XIII, e sostituita successivamente da un’altra al borgo antico di Montjovet.  Probabilmente, quella antica chiesa e località di Publey, scomparsa molti secoli fa, potrebbe corrispondere al 2° luogo di sosta in Valle d’Aosta di Sigerico (Publei - mansio XLVI) durante il suo viaggio di ritorno da Roma a Canterbury.  All’uscita dalla piccola frazione di Vignola, sbuchiamo su una grande curva al bivio con la strada regionale per il Colle d’Arlaz e, piegando decisamente a destra, iniziamo una veloce discesa lungo un sentiero, a gradinate di pietra, che ci conduce alla strada statale SS26, proprio all’altezza della grande rotonda stradale con le due mucche, nel borgo nuovo di Montjovet.
All’altezza della statale SS26, svoltiamo a sinistra percorrendo un centinaio di metri sul marciapiede e transitando davanti ad alcuni caffé prima di attraversare la statale e dirigerci verso la frazione Berriaz, superando il ponte sulla Dora Baltea.
Cartello di buon cammino 
Attraversiamo il ponte sulla Dora, e costeggiamo il fiume sulla sua riva destra, prima su una larga sterrata e poi, dopo aver sottopassato il viadotto autostradale, su una strada asfaltata con poco traffico veicolare.  Camminiamo su questa strada per un bel tratto, quindi passiamo sotto la ferrovia e raggiungiamo la frazione Viering dove si apre un’ampia pianura verdissima.
Al centro della frazione, sul piccolo campanile a vela della Chiesa Evangelica, vediamo la campana mitragliata dai Nazisti ancora in mostra.
Proseguiamo attraversando le varie frazioni di Champdepraz: La Sale, Fabrique, Mure, Favà, fino a raggiungere la Cappella di Saint-Solutor e poi la frazione di Fleuran.  Camminando tra queste frazioni, notiamo a destra (verso sud) l’apertura della valle del Parco Naturale del Mont Avic (e notiamo la vetta del Mont Avic: il piccolo Cervino dalla cima inclinata, che dà il nome alla valle del Parco), vasta area in concessione esclusiva della famiglia Agnelli per molti anni, per lo sfruttamento delle ricche miniere di magnetite della zona.  All’inizio della frazione Fleuran, svoltiamo a sinistra e, su un nuovo ponte, riattraversiamo la Dora Baltea e ci dirigiamo verso Verrès (m 391 slm), con il suo castello bene in vista anche da lontano.  In breve, raggiungiamo la zona de Le Murasse, antica fattoria fortificata degli Challant, ora completamente restaurata e adibita a biblioteca e a sede della Comunità Montana dell’Evançon.  Poco oltre raggiungiamo e attraversiamo la statale SS26 proprio all’altezza della fermata dei pullman di linea.  Normalmente, la tappa finirebbe in questa zona, dopo circa 23 km e circa 7 ore di cammino.
Questa zona è importante, poichè essa è strategica per gli ampi posteggi disponibili per le auto, per eventuali trasporti in pullman e perchè, proseguendo a piedi verso nord per poche centinaia di metri, si raggiungerebbe velocemente il centro cittadino con negozi, ristoranti e hôtel.
Ma oggi per me non è ancora finita, infatti accompagno Emanuele all’Ostello "Il Casello", situato nelle adiacenze della stazione FFSS di Verrès, e distante circa 1,5 km dalla zona delle Murasse.  Lui resterà qui per la cena e per il pernottamento, mentre io ritornerò ad Aosta, dopo aver recuperato la mia auto a Châtillon.
Saluto i gestori dell’Ostello, che conosco da anni, e dò l’arrivederci a Emanuele per l’indomani in centro a Verrès, per affrontare il cammino lungo la tappa Verrès -> Pont-Saint-Martin.


 
Tratto della "Francigena" nei pressi di Saint Vincent 
Domani effettueremo l’ultima tappa della Via Francigena in Valle d’Aosta e anche l’ultima di Emanuele in queste zone per quest’anno.  Riprendo la strada a ritroso e ritorno al parcheggio dei pullman di linea nella zona delle Murasse, percorrendo un altro km e mezzo, per un totale odierno di circa 26 km.  Puntualmente, arriva il pullman che mi riporta velocemente a Châtillon; qui riprendo l’auto e faccio ritorno a casa ad Aosta, dove mi attende una doccia e il riposo.  Domani tornerò in auto a Verrès e lascerò la mia vettura al parcheggio de Le Murasse dove ho l’appuntamento con Giancarlo (che proviene dal Verbano), il quale si aggiungerà a noi per il cammino sull’ultima tappa valdostana.

La camminata del 30/9/2015 - da Verrès a Pont-Saint-Martin







Giancarlo ha già percorso a piedi migliaia di chilometri su molti itinerari storici e di fede, soprattutto in Spagna sui vari cammini di Santiago di Compostella.  Oggi, si aggrega a noi per conoscere meglio i sentieri lungo questa tappa finale valdostana, poichè lui condurrà a breve, entro il 2015, un gruppo di altri amici partendo da Verrès e arrivando a Vercelli.  Giancarlo oggi è venuto in Valle d’Aosta in auto e l’ha lasciata
Carta del cammino fatto da Emanuele ed Enea
(tratto in giallo)
parcheggiata a
Pont-Saint-Martin, raggiungendo Verrès in pullman, proprio nel luogo in cui lo sto attendendo.

Iniziamo il cammino da questa zona e, in breve, arriviamo al centro del paese dove ci riuniamo con Emanuele.  Facciamo insieme una breve sosta alla Collegiata di Saint-Gilles per ammirare tutto il complesso ma, soprattutto, ciò che resta della Cappella di Ibleto di Challant, all’interno della Chiesa.  Riprendiamo il cammino attraversando tutto il centro di Verrès e dirigendoci verso l’altra antica fattoria degli Challant, posta nei pressi della rotonda stradale e al bivio per il paese di Issogne.  Raggiungiamo il ponte sulla Dora Baltea e, lo superiamo per raggiungere il vicino paese di Issogne.  Vogliamo verificare se è possibile visitare il magnifico Castello, famoso per essere una delle più belle abitazioni signorili degli Challant, ma lo troviamo chiuso così come non troviamo il parroco nella vicina chiesa per poter avere un timbro di questa località sulle nostre credenziali francigene.

Torniamo sui nostri passi e riattraversiamo il ponte sulla Dora Baltea per raggiungere il suo bordo sinistro idrografico, dove troviamo la sterrata indicata dal cartello segnaletico "ufficiale" 103.

Continuiamo il nostro cammino lungo una bella sterrata pianeggiante e percorriamo ampi prati verdissimi, con vigneti e coltivi.  Raggiungiamo la zona ovest di Arnad e attraversiamo tutta questa lunga parte del paese per raggiungere il suo centro e la bellissima chiesa di San Martino (del VIII - XI secolo).  Qui facciamo una sosta per visitare questo monumento e per scattare la classica foto.  Poi ci dirigiamo verso la parte alta del borgo antico di Arnad, alla frazione Villa, per ammirare antiche torri, caseforti e i due Castelli dei Vallaise, in fase di ristrutturazione da parte della Amministrazione Regionale valdostana.
tra le vie di Donnas

Scendiamo verso la Dora Baltea, attraversando dei sottopassi (spesso fangosi), fino al Ponte di Echallod, ricostruito nel ’700 e poi, ultimamente, dopo i disastrosi allagamenti e rovine provocati dall’inondazione della Dora nell’ottobre del 2000.

Lo attraversiamo e raggiungiamo il bordo destro idrografico della Dora, nell’envers della valle centrale, dove continuiamo il cammino su una strada asfaltata con poco traffico veicolare.

Dopo un breve percorso, abbandoniamo la strada asfaltata per seguire una bella sterrata che si dirige senza curve verso l’abitato di Hône, avendo alla sua sinistra, il percorso dell’autostrada.  A Hône, breve sosta di fronte alla facciata della Chiesa parrocchiale, dedicata a San Giorgio, con origini antiche (risalenti al 1176) ma rifatta quasi completamente nel 1833.  Ne abbiamo approfittato per fotografarci nella Tribuna del banditore (Crieur).

Continuiamo il cammino e attraversiamo tutto il paese di Hône lungo la sua strada principale, mentre in fondo e a chiusura della valle compare, imponente, la Fortezza di Bard.  Facciamo sosta per il pranzo al sacco in una piccola area verde attrezzata e con fontanella d’acqua fresca, a fianco del ponte medioevale sotto la Fortezza.

Ripartiamo, dopo una buona sosta, attraversando il borgo di Bard, con le sue bellissime case affrescate del ’500.  Rimangono ancora su alcuni muri della Casa Nicole, i segni delle fucilate sparate dalle truppe napoleoniche, e da quelle austriaco-piemontesi che tentavano di sbarrare il passaggio alle esorbitanti forze francesi.
Segnaletica della Via Francigena in Valle d'Aosta

Infatti, mentre il grosso del corpo armato francese superava la Fortezza per altra via e proseguiva verso la pianura padana, anche la resistenza opposta dalla guarnigione della Fortezza cessò dopo breve combattimento con la resa della stessa.  A est dell’abitato, non manchiamo di visitare l’archeoparco con roccioni lisciati dall’antico ghiacciaio Balteo, ricchi di incisioni rupestri, e l’imponente marmitta dei giganti.
Non abbiamo dimenticato di fare una sosta anche al divertente "Scivolo delle donne", memoria di un antico rito propiziatore della fertilità.
Proseguiamo il cammino e superiamo la parte di strada che scende da Bard verso Donnas, sulla quale è stato vietato il transito per paura di frane, sfruttando la deviazione messa in atto più a valle.
Raggiungiamo, così, uno dei punti più interessanti di questa tappa: un lungo tratto della "Strada Romana delle Gallie", intagliata interamente nella roccia viva e con una colonna miliare che riporta la scritta in numeri romani delle miglia: XXXVI, che indicano le miglia romane da Augusta Praetoria = c. 53 km da Aosta.  Questa colonna è stata scolpita nella pietra ed è perfettamente conservata.
Ancora perfetto anche l’arco, all’uscita della strada romana verso il borgo antico di Donnas, scavato anch’esso nella viva roccia.  Camminare su questa strada vecchia di 2000 anni ci dona sempre un’emozione straordinaria!  Attraversiamo il borgo antico di Donnas, superando l’antica porta orientale, dalla quale proseguiamo verso est per attraversare la zona occidentale dell’abitato nuovo di Donnas fino a raggiungere Via Binel, dove c’è il bivio con la Strada dei Vigneti.  Da questo punto, deviando verso sinistra, inizia la strada asfaltata che riporta sul percorso ufficiale segnalato con il numero 103, e che attraversa a mezzacosta la collina dove vengono coltivati i vitigni delle uve Nebbiolo Picotendro (vale a dire dall’acino piccolo e tenero) per il 90% e da Freisa e Neyret per un 10%, con le quali si produce il famoso vino "Donnas", primo vino D.O.C. della Valle d’Aosta (1971).  In questa occasione, per ragioni di tempo disponibile, decidiamo di proseguire diritti lungo il marciapiede della statale SS.26 che ci conduce al centro di Pont-Saint-Martin senza altre deviazioni.







Giancarlo, Enea e Emanuele sulla Via Francigena in Valle d'Aosta, ad Arnad


Finalmente, arriviamo a Piazza I° Maggio al centro di Pont-Saint-Martin (m 345 slm) e proseguiamo su Rue E. Chanoux fino alla Piazza IV Novembre dove ci fermiamo un attimo di fronte all’arditissimo ponte romano, con la sua elegante e ardita campata larga ben 35 metri, alta 23 metri, che dà il nome alla cittadina.  Dobbiamo percorrere ancora un tratto di strada, poichè siamo attesi dalla signora Angela che gestisce l’Ostello Comunale Boulodrome, situato nel quartiere Prati Nuovi alla periferia est di Pont-Saint-Martin.  L’Ostello è uno tra i più belli e grandi oggi presenti in Valle d’Aosta e proprio qui è stato prenotato il pernottamento di Emanuele.  La zona dell’Ostello è vicina alla stazione FFSS e quindi non ci saranno problemi per Emanuele, domani, per raggiungere un treno per il suo ritorno a casa.  Per quest’anno è finito il cammino in Valle d’Aosta di Emanuele.

Lo salutiamo dandogli l’appuntamento per altre camminate nel 2016.  Salutiamo anche Angela e poi, io e Giancarlo riprendiamo il cammino verso il centro di Pont-Saint-Martin per riprendere l’auto di Giancarlo lasciata in un parcheggio vicino ad un distributore di benzina sulla circonvallazione cittadina.  Con l’auto di Giancarlo, torniamo insieme a Verrès dove anch’io recupero la mia vettura.  Ci fermiamo un attimo in un bar, vicino all’ingresso dell’autostrada di Verrès per bere qualcosa e poi ci salutiamo dandoci appuntamento anche noi per le prossime camminate.  Poi, lui entra in autostrada tornando verso casa, mentre io seguo la strada statale SS.26 verso Aosta.
Emanuele a Pont-Saint-Martin

Si chiude così questo ciclo di camminate in Valle d’Aosta del mese di settembre 2015 che mi ha permesso di ripercorrere, seppur in due frazioni, i 90 km della Via Francigena valdostana in compagnia di molti amici, tra cui Emanuele e Giancarlo.  Fra breve, in ottobre 2015, dovrò affrontare il lungo cammino nel Lazio, da Viterbo a Roma, insieme con gli amici romani della "Giovane Montagna" e con i pellegrini stranieri in cammino, ormai da mesi, dal nord della Norvegia, seguendo il percorso del Pi.Cro.Bo. (Pilgrim Crossing Borders).

Ma questo è un altro cammino, che sarà descritto in un’altra "Cronaca" su questo sito.

Per ora, chiudo qui questa "Cronaca".


Enea Fiorentini

Socio CAI (sezione di Roma) e Socio
Assoc. "Giovane Montagna" (sezione di Roma)
Membro accademico del GISM
[Gruppo Italiano Scrittori di Montagna],
residente ad Aosta



Tutte le foto sono di Enea Fiorentini. Per chi volesse vedere l'intero servizio fotografico consulti le relative pagine sul sito www.eneafiorentini.it  

NdR
Per chi volesse leggere ulteriori reportage sulla Via Francigena ed altro visiti il sito www.eneafiorentini.it  



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