Riporto qui di seguito la cronaca precisa e fedele, scritta da Enea Fiorentini, della mia camminata sulla Via Francigena in Valle d'Aosta.
BUONA LETTURA
Le camminate nella valle centrale, da Aosta a Pont-Saint-Martin
(28-30/09/2015)
Una premessa
L’amico Emanuele
Pisarra è un alpinista, giornalista, scrittore e guida ufficiale del Parco
Nazionale del Pollino, la grande area verde e selvaggia situata tra Calabria
e Basilicata.
Emanuele ed Enea, alla partenza, in piazza Chanoux ad Aosta (PH. di Enea Fiorentini) |
La bellezza dei luoghi visitati fu tale, che frequentammo quei luoghi per tre
anni di seguito con escursioni suddivise nei 4-5 giorni della nostra
permanenza. Conoscemmo così anche le montagne della parte tirrenica
del Parco, conosciuta come Orsomarso.
Da allora, ci tenemmo sempre in contatto con Emanuele, sia per ricevere
le news delle sue zone e sia per avere informazioni precise e mirate per
successive nostre visite ed escursioni in altre zone della
Calabria. Delle sue comunicazioni ho tenuto nota, pubblicandole in
una sezione ad-hoc di questo sito, dedicata all’Appennino: ( News dagli Appennini).
Nel mese di settembre del 2015, Emanuele è stato inviato all’EXPO
di Milano come rappresentante dei Parchi nazionali calabresi (del Pollino e
dell’Aspromonte). Era da tempo che Emanuele aveva chiesto di
poter conoscere il tratto valdostano della Via Francigena e gli avevo
detto che ero ben disponibile ad accompagnarlo.
La sua venuta a Milano era un’ottima occasione.
Abbiamo concordato che, al termine del suo impegno a Milano, Emanuele
sarebbe venuto in Valle d’Aosta per qualche giorno: giusto il tempo per
poter effettuare il cammino sui sentieri storici valdostani, e avrebbe portato
con sé l’attrezzatura necessaria e l’equipaggiamento adeguato.
Verso la fine di settembre 2015, il tempo meteo non era dei migliori,
specialmente nella zona del Colle del Gran San Bernardo, come si può
notare dalle foto scattate a inizio settembre durante l’escursione sulle prime
tappe francigene effettuata con amici valdostani e piemontesi, e quindi fu
convenuto di camminare sulle tappe della valle centrale, riservando le due a
quote più alte per tempi migliori. Così, domenica 27 settembre, Emanuele
è arrivato ad Aosta in treno, accolto dal sottoscritto alla
stazione. Dopo aver sistemato i bagagli nell’alberghetto prenotato
ad Aosta, siamo andati a cena insieme, parlando delle ultime novità e,
soprattutto, del percorso da iniziare.
A fine cena, datoci l’appuntamento per l’indomani su Piazza E.Chanoux
per le ore 8,30, ci salutiamo davanti al suo albergo.
La camminata del 28/9/2015
da Aosta a Châtillon
La Guida di Enea sulla Via Francigena in Valle d'Aosta |
Facciamo un po’ di soste culturali lungo la strada: alle Porte Pretoriane,
alla Collegiata di Sant’Orso dove abbiamo visitato l’interno della Chiesa,
la Cripta, il Coro con il "Quadrato Magico" e il
bellissimo Chiostro.
Siamo tornati su Via Sant’Anselmo e ci siamo fermati davanti alla Targa
presente sul muro della casa natale ("presunta") di Sant’Anselmo.
Raggiungiamo poi il Ponte Romano dove ci fermiamo un attimo per ammirare
la possente struttura. Quindi transitiamo su Via Zerbion e
raggiungiamo la strada per l’Ospedale Beauregard. Pieghiamo a
destra e percorriamo questa strada fino al bivio con una nuova strada asfaltata
che prosegue più a destra con inclinazione minore. Si tratta di Via
Lino Vaccari che aggira lo sperone collinare dirigendosi
all’Ospedale. Seguiamo Via L. Vaccari e continuiamo il
cammino verso est a mezza costa sulla pedemontana della valle centrale.
Appena prima di raggiungere il complesso ospedaliero, che si erge a sinistra
della strada, sul lato destro, a valle, c’è una zona conosciuta come Viseran,
mentre più in basso, nella località di Borgnalle, oggi si stanno
costruendo nuove case e condomini. A Viseran, in una zona
dove esisteva un’antica cappella e un ricovero per viandanti malati con gravi
malattie contagiose, cade il primo miglio della Strada romana delle Gallie,
che si dirigeva anch’essa verso est. Superiamo il complesso
ospedaliero e raggiungiamo la località La Cretaz. Camminiamo
sul marciapiede e attraversiamo questa piccola frazione, formata da alcuni
gruppi di case. Poco dopo, la strada ci conduce nella località di Coutateppaz
sempre mantenendo un livello costante sulla pianura della valle
centrale. A poco meno di 3 km da Aosta, in fraz. Bret,
abbandoniamo Via L. Vaccari e prendiamo, a sinistra, una stradina
lastricata che ci conduce, con decisa salita, davanti alla Chiesa di
Saint-Cristophe, in località Cure (619 m), dove era posta la pietra
miliare del 2° miglio.
Questa seconda pietra miliare (alta 160 cm e con c. 50 cm di diametro) è stata
utilizzata, insieme con altre colonne romane di recupero, come colonna portante
nella Cripta della Collegiata di Sant’Orso ad Aosta. Avendo
trovata ancora chiusa la Chiesa, non abbiamo potuto ammirare, al suo
interno, i reperti storici e artistici di valore, tra cui la lastra tombale di San
Grato, patrono di Aosta e della Diocesi, e la grande statua di San
Cristoforo, recentemente restaurata. Dal piazzale della Chiesa,
pieghiamo a sinistra (nord) e saliamo lungo la gradinata che fiancheggia gli
edifici della Biblioteca a est e altre costruzioni a
ovest. Raggiungiamo, in breve, la fraz. di Chabloz (651 m),
con una bella fontana di acqua fresca.
Proseguiamo diritti in salita su una strada divenuta asfaltata che supera la
fraz. Pallein (682 m).
Più avanti, ad un bivio (697 m) tra una strada che piega a sinistra (con
cartello indicante la fraz. Lemeryaz) e un sentiero che si inoltra tra i
prati, seguiamo il sentiero che si dirige verso nord lungo una salita che
diventa ripida. Al termine della salita raggiungiamo una strada
asfaltata in piano appena sotto la fraz. Maillod (741 m).
Emanuele sul Ponte del castello di Quart (Ph. di E. Fiorentini) |
Emanuele alla Crotta di Vegneron Chambave per una meritata birra |
Si prosegue sul sentiero che compie un ampio arco in leggera discesa, da
sinistra a destra, avendo una bellissima visuale sul Castello di Quart
da est. Qui ci fermiamo per scattare molte foto al
castello. Seguiamo questo sentiero fino al suo termine, su una curva
stradale.
Entriamo sulla strada e la seguiamo sulla destra in leggera discesa proseguendo
verso la frazione di Epillod (m 710). Dalla fraz. di Epillod,
proseguiamo in falsopiano sempre in direzione est sulla strada che conduce
verso la frazione Imperiau che si raggiunge in breve. Si
prosegue lungo la stessa strada per raggiungere rapidamente l’abitato e le
fontane d’acqua fresca della frazione Seran (m 714) dove, nei pressi
della Cappella, era sistemata la pietra miliare del 6°
miglio. Continuiamo ancora sulla stessa strada che inizia a scendere
e a seguire i contorni della collina. Si tralasciano alcune
deviazioni e, in breve, raggiungiamo l’inizio delle case della frazione di Chetoz
(c. 10 km, m 635 slm), ad un bivio con una stradina che risale leggermente a
sinistra. Se si prosegue sulla strada principale, a circa 300 metri
oltre questo abitato, si raggiunge il luogo dove si trovava la pietra miliare
del 7° miglio, numero da cui si ritiene derivi il nome di questa frazione
("ad septimum lapidem"), poi modificato nei secoli fino a
quello attuale. Abbandoniamo la strada principale e saliamo sulla
strada di sinistra. In breve, la strada riprende un andamento in
falsopiano.
Su questa, continuiamo il cammino verso est superando coltivazioni e vigneti,
fino a raggiungere l’ingresso della discarica pubblica degli inerti.
Pochi metri più in basso la stradina confluisce sulla strada asfaltata più
grande che proviene da Quart e che, attraversando Chetoz, si
collega a Nus, nella frazione Mazod.
Nei pressi dell’ingresso della discarica e prima di raggiungere la strada
asfaltata più grande, sulla sinistra si nota il sentiero n.6A, evidenziato da
segnaletica e pitture sui sassi.
Seguiamo il sentiero che si inoltra in un boschetto e proseguiamo in
falsopiano, camminando a lato del Ru Mazod, un altro importante canale
irriguo che porta acqua ai terreni assolati della valle centrale, fino ad
incontrare un bivio di sentieri, con uno indicato col n.6 che scende
decisamente verso destra (sud). Qui abbandoniamo il sentiero n.6A e
seguiamo il sentiero n.6, in forte discesa, ormai in vista dell’imponente Castello
Superiore di Nus sul promontorio al di là della profonda forra del Torrente
Saint-Barthélemy che sfocia sopra il paese di Nus dirigendosi verso
la sua confluenza, più a valle, nella Dora Baltea.
Segnavia sulla Francigena |
Superato il ponte nuovo, si può scendere velocemente lungo la strada asfaltata
nel centro del paese di Nus (c. 13 km da Aosta), se si intende
terminare qui questa tappa.
Noi, invece, proseguiamo il cammino oltre il ponte nuovo, sulla strada
asfaltata che, a sinistra, sale con decisione in direzione della piccola
frazione La Coutaz: è la strada Rue des Seigneurs che conduce
anch’essa verso il Castello Superiore di Nus. Camminiamo
su questa strada seguendo alcune curve e raggiungiamo, in breve, le prime case
della frazione, il cui nome viene indicato dal cartello
segnaletico. Poco oltre, al primo tornante verso sinistra della
strada, la abbandoniamo per seguire un piccolo sentiero che, a destra, si apre
la strada tra un muro a secco e campi sottostanti. Esso ci conduce
verso la chiesa, ormai ben in vista. Dopo poche centinaia di metri
raggiungiamo la chiesa nella zona del cimitero, proprio dove si incontra una
fontanella d’acqua fresca. Davanti alla Chiesa parrocchiale di Sant’Ilario
di Nus (dove probabilmente esisteva una edicola pagana nel periodo
romano) era posizionata la pietra miliare del 9° miglio.
Lo stesso nome di Nus, che deriva dal termine latino: ad nonum
lapidem e la distanza da Aosta, chiariscono l’esattezza della sua
posizione sul territorio. Facciamo sosta sulle panchine e ai tavoli
di fronte alla casa parrocchiale per fare un ulteriore spuntino, dopo aver
tentato inutilmente di poter porre il timbro della parrocchia di Nus,
trovandola chiusa, sulle nostre credenziali.
Dopo questa sosta, abbandoniamo la zona della Chiesa e pieghiamo a
sinistra camminando, per poche decine di metri in salita, sulla strada
regionale che collega Nus alla Valle di Saint-Barthélemy. Sulla
destra della strada regionale, incontriamo una sterrata che prosegue in
falsopiano per un breve tratto.
Proseguiamo il cammino sulla sterrata per pochi metri fino a notare, poco più
in alto, ai bordi della strada regionale, un grande monumento ai vignaioli
locali: una struttura di acciaio e legno che presenta grappoli d’uva e botti
per il vino.
Poco metri più avanti, notiamo l’arrivo del sentiero (con segnale 103),
proveniente dalla zona del Castello Superiore: è il raccordo sul
tracciato della Via Francigena principale per chi ha effettuato il giro
dei vigneti o è salito al Castello.
Seguiamo la sterrata
per alcune centinaia di metri, poi scendiamo lungo una
gradinata creata con tronchi di legno e raggiungiamo i sottostanti prati della
fraz. Plantayes Dessous (m 535).
Resti del ponte romano a Chatillon |
Il sentiero diventa più largo e poi asfaltato mentre contorna a nord le case
della frazione.
Ad un bivio si piega a destra (sud) e in pochi passi ci si innesta sulla strada
asfaltata che collega le frazioni della bassa collina di Nus. Pieghiamo
a sinistra e seguiamo la strada asfaltata che inizia a salire. In
breve superiamo la piccola frazione di Perrinaz e raggiungiamo quella di
Roattes (o Roatte) (m 560) dove cade il 10° miglio da Aosta (a c.
14, 5 km).
Continuiamo il cammino sulla strada asfaltata principale che ha molte svolte,
trascurando deviazioni e bivii, fino a raggiungere la fraz. di Rovarey
(m 590). Ancora in salita, superiamo quest’ultima frazione e, dopo
alcune centinaia di metri, prendiamo una sterrata sulla destra (c. m 618) che
si dirige verso la fraz. Ronchettes.
Camminiamo sulla sterrata, pressochè in falsopiano, vicino a piccoli canali e
con scorci di belle visioni sui monti e sulla valle centrale.
Più avanti la sterrata ridiventa una piccola stradina asfaltata quando
arriviamo alla frazione di Chevence Dessous (m
570). Raggiungiamo quindi la strada asfaltata regionale, proprio
dove forma un tornante verso destra, la attraversiamo e ci dirigiamo verso la Chiesa
di Diemoz. Facciamo sosta al piazzale della Chiesa dedicata a San
Martino e a Santa Lucia (m 582), dove ci riposiamo un attimo su
alcune panchine.
Questa antica Chiesa è del XII sec., ma è stata anch’essa rifatta in molte
parti, incluso il campanile, nei primi anni del 1800.
Molto interessante è la raffigurazione dei Santi Martino e Maurizio
in un affresco della metà del XV sec. presente sulla facciata nord della casa
parrocchiale. Le figure dei santi sono poste ai lati del Trigramma
di San Bernardino di Siena, sotto il quale appare lo stemma dei Savoia
e il disegno del nodo "Savoia" (o nodo a "8").
Emanuele che guarda con ammirazione l'antico torchio di Pissin |
Alla seconda curva, sulla destra, imbocchiamo un piccolo sentiero che risale
tra prati e alberi e che transita davanti ad una vecchia edicola votiva, ormai
nascosta da fitta vegetazione.
In pochi passi raggiungiamo una strada più ampia che scende a destra (est)
verso la fraz. Oley-Dessus. Trascuriamo alcune segnaletiche
103 che, a sinistra, ci indicano di salire più in alto e prendiamo, a destra,
la strada asfaltata in discesa fino a raggiungere questa frazione.
La superiamo e arriviamo al ponte sul torrente Crétaz, che raccoglie le
acque anche del torrente che scende dalla vicina Comba Croux du Val.
Qui, giriamo a sinistra e saliamo qualche decina di metri sulla strada
asfaltata fino a raggiungere le prime case di Crétaz (m
581). Al posto di proseguire in salita lungo la strada, deviamo a
destra e attraversiamo questa frazione fino a raggiungere una zona prativa e in
parte cespugliosa. Raggiungiamo e seguiamo un sentiero su una
piccola variante, attraversando zone prative, alcuni vigneti e un boschetto, e
risbuchiamo sul sentiero indicato dalla segnaletica 103 che ci conduce
rapidamente alla frazione di Montcharey (m 570). Così
facendo, abbiamo risparmiato circa un’ora di cammino rispetto al percorso
"ufficiale". Da questa frazione ritorna ad essere presente
la segnaletica ufficiale 103.
La strada ridiventa asfaltata e la seguiamo mentre inizia una costante discesa
dalla collina verso la valle centrale. In breve, raggiungiamo la
fraz. Champlant-dessous (c. m 515), quindi quella di Ollieres e,
con un costante innesto di stradine su altre più importanti, raggiungiamo la
fraz. La Poya (c. m 505); transitiamo davanti la sua cappella dedicata a
Notre Dame de la Salette, solennemente benedetta nel 1870 dal vicario
generale J.A. Duc, futuro vescovo di Aosta, e restaurata in tempi successivi.
Camminiamo sul marciapiede di destra e scendiamo lungo la strada principale che
prende il nome di Via des Vignerons. Poco più in basso, dopo
alcune curve, la strada cambia ancora nome e diventa Rue de Cly. Infine
raggiungiamo la parte ovest del paese di Chambave (m 488), e ci fermiamo
in Piazza Roncas, proprio dove c’è la famosa enoteca della Crotta di
Vegneron di Chambave e il bar. Qui facciamo un’altra
sosta dove ci riposiamo e ci rinfreschiamo bevendo un bicchiere del famoso vino
bianco aromatico "Muscat de Chambave".
Inizialmente il borgo di Chambave era situato più a occidente
dell’attuale, nei pressi della località di Champagne (ora appartenente
al comune di Verrayes), ma un’alluvione lo distrusse verso la fine
dell’XI secolo. Il nuovo borgo venne costrutito nel luogo attuale e
divenne un importante centro commerciale, sede di mercati e fiere.
Conclusa la sosta al bar dopo una gradita bevuta, continuiamo il cammino verso
est, attraversando tutto il paese sulla via principale: Rue E. Chanoux.
Emanuele con don Giuseppe il parroco di Verrès per il timpro |
Facciamo sosta sulla piazza di fronte all’ingresso della chiesa, poi ci
dirigiamo a sinistra verso la casa parrocchiale, davanti alla quale troviamo la
pietra miliare della "Strada Consolare Romana delle Gallie",
oggi trasformata in un suggestivo portafiori, su cui è collocata anche una statuina
della Madonna. La pietra miliare venne ritrovata durante
alcuni scavi nel piazzale antistante la chiesa. Scambiamo qualche
parola con il parroco (don Luciano Perron) e veniamo a conoscenza che
quella di Chambave è una delle più antiche chiese della Valle d’Aosta,
di origine conventuale, fondata dai Frati Benedettini di Fruttuaria.
Salutiamo il parroco, scattiamo una foto alla pietra, che assomiglia molto a
quella della cripta di Sant’Orso in Aosta, anche se è leggermente
più bassa, poi riprendiamo il cammino.
Superiamo la piazza della Chiesa e continuiamo il cammino sulla strada che è in
leggera discesa.
In breve, transitiamo a fianco, sulla destra, di un’antica casa del ’500: Casa
Guidonis, con porte e finestre tipiche dell’epoca.
Sulla porta tardo-gotica, ora murata, si trova il trigramma (IHS) di San
Bernardino da Siena in lettere capitali con croce sopra la lettera H e
presente anche sulla modanatura della porta stessa, che ne indica la data
posteriore al 1550 circa. Questa data è anche indicata
sull’architrave di una alta finestra di questa casa.
La Rue E. Chanoux termina in un largo spiazzo al termine est di Chambave,
dove sulla sinistra c’è una grande segheria. Sulla destra una
strada: la Circonvallazione, si collega alla strada statale SS26, attraverso un
recente cavalcavia con rotonda stradale. Noi continuiamo diritto e
arriviamo davanti alla ex-stazione FFSS di Chambave (m 462), ora non più in uso
come stazione ferroviaria (qui non si ferma più il treno), ma che ospita le sedi
di varie associazioni locali.
Oltre la stazione, verso sinistra e sempre in direzione est, una strada
asfaltata di minori dimensioni inizia ad alzarsi a ridosso delle rocce
verticali che sovrastano questa zona.
Seguiamo questa strada in salita raggiungendo prima la fraz. Pilliolet
(a c. 1 km dal centro di Chambave, a c. m 490), e poi la più grande
frazione di Chandianaz (m 531), con una bella fontana d’acqua
fresca. La strada romana in questa zona doveva risalire
necessariamente di quota per distanziarsi dalla Dora Baltea che
transitava troppo vicino all’antico tracciato stradale. Vicino alla
piccola cappella di Chandianaz era situata la 15° pietra miliare.
Attraversiamo la frazione, al suo interno, seguendo stradine caratteristiche
vicino a case con affreschi e quadri (anche di benvenuto per i pellegrini in
transito). Transitiamo sotto piccoli archi in pietra fino a
ritrovare una sterrata, un po’ più ampia, che continua in salita.
Seguiamo il primo tratto fino al primo tornante verso sinistra. Se
continuassimo sulla sterrata, seguendo i tornanti in salita (in direzione nord)
e attraversando la fraz. Cret e quindi la fraz. Cellier, allora
raggiungeremmo la fraz. Farys (m 640), dove c’è la vite monumentale (di
300 anni) del Petit Rouge. Da Farys, lungo un altro
sentiero con segnaletica 103, potremmo ritornare a valle.
In questa occasione, tiriamo diritto e, al primo tornante a sinistra della
sterrata dopo Chandianaz (a c. m 545), pieghiamo a destra (est), oltre
una staccionata in legno, e proseguiamo diritti su un piccolo sentiero comunale
per circa 60 metri, dove incontriamo il sentiero che scende da Farys.
Emanuele ... in cammino |
Camminiamo su questo sentiero piuttosto rotto e sassoso che ci conduce, in
leggera salita, verso il caratteristico borgo abbandonato di Barmaz.
Dopo qualche centinaio di metri, raggiungiamo le sue prime case deserte, forse
abbandonate a causa di frane, ed ora quasi tutte in rovina.
Senza entrare nel borgo, pericoloso per possibili crolli, raggiungiamo lo
spigolo della prima casa e svoltiamo a sinistra (nord) risalendo un ripido sentiero,
per guadagnare la sommità di un piccolo poggio erboso (c. m 524) che domina
dall’alto le costruzioni. Questa zona permette di godere un vasto
panorama sui paesi nella valle centrale, in particolare su Pontey, e
sulle vette delle montagne di fronte. Dal dosso erboso iniziamo a
scendere lungo un evidente sentiero e lo seguiamo verso est. Dopo
alcune centinaia di metri il sentiero risale e ci permette di raggiungere, ad
una curva, una strada asfaltata che, da destra, va in salita verso
sinistra. Si tratta della strada che, dalla statale SS26, collega le
frazioni di Cret de Gilles e Pecca. Seguiamo la strada
asfaltata in salita per un breve tratto di circa 200 metri, fino a raggiungere
un nuovo bivio su un’altra curva a sinistra dove inizia una sterrata che
prosegue anch’essa in salita. Sul bivio, in località Cret de
Gilles, inizia una sterrata che sale sotto pareti rocciose in direzione
est.
Abbandoniamo la strada asfaltata e proseguiamo diritti in salita, fino a
raggiungere una piccola frazione semi-abbandonata. Si tratta della
fraz. Grand Frayan (m 560) che contiene orti, giardini e diverse case
ancora in buone condizioni.
Normalmente non si vedono molte persone in giro, ma soprattutto molti gatti.
Una processione periodica molto sentita un tempo, veniva effettuata da
Châtillon alla bianca Cappella di San Francesco presente al centro di
questa frazione. Facciamo una breve sosta qui per rinfrescarci
presso alcune fontanelle situate nelle viuzze tra le case.
Poi ripartiamo sul sentiero che scende, con un’ampia curva a sinistra,
contornando l’abitato, transitando sotto la Cappella e, poco più a valle (sud),
a fianco della piccola fraz. di Petit Frayant.
Emanuele davanti ad un fungo di pietra |
Poco più avanti, la sterrata diventa una piccola strada asfaltata che supera,
su un piccolo ponte, due tubazioni di una condotta forzata.
Superato il ponte e le tubazioni, arriviamo alla piccola fraz. di Setoret,
(m 534, a c. 500 metri dalla fraz. Frayan e a c. 24,5 km da Aosta), dove
c’è un’altra bella fontana d’acqua fresca.
Seguiamo questa strada che, quasi in piano, prosegue diritta verso est, e
raggiungiamo la fraz. Petit Breil, dove esisteva la 16° pietra miliare.
Al termine della stradina, giriamo a destra in una curva a gomito e, in pochi
passi, sbuchiamo su Rue L. F. Menabrea, una strada asfaltata più larga
che proviene da un bivio sulla strada statale SS26.
Raggiunta Rue L. F. Menabrea, pieghiamo a sinistra (est) e proseguiamo
diritti, in leggera salita, sfruttando il marciapiede di sinistra, e
attraversando la fraz. Cret de Breil.
Transitiamo davanti all’ingresso del Parco del Castello del Baron Gamba,
che è raggiungibile a destra, sulla Via Italo Mus nella fraz. G. de
Barme. Continuiamo lungamente su Rue L.F. Menabrea fino a
raggiungere la grande rotonda stradale del lato ovest di Châtillon, dove
c’è l’innesto, a sinistra, della strada statale 406 per Valtournenche e Cervinia,
l’imbocco della seconda galleria di Châtillon (Chameran) lungo la
strada statale SS26 e, più a destra, la prosecuzione di Rue L.F. Menabrea
in direzione del centro di Châtillon. La rotonda è ben
riconoscibile poiché, al suo centro, è stata collocata una grande sagoma del
Cervino. Prima di raggiungere la rotonda stradale, pieghiamo
leggermente a sinistra, per imboccare Via XXVI Febbraio che ci permette
di raggiungere il sottopasso stradale.
Dopo averlo superato riprendiamo il cammino sempre su Rue L. F. Menabrea
verso il centro di Châtillon. La strada sale leggermente fino
a raggiungere il bordo della forra del torrente Marmore, dove c’è
l’inizio, a sinistra, dell’antica strada (Via Martiri di Chezod) che
sale verso Valtournenche. Transitiamo davanti ad un arco in pietra
che, a sinistra, permette di scendere nella forra delle ex-ferriere
Gervasone, mentre compiamo un’ampia curva verso destra.
Continuiamo ancora per qualche decina di metri fino al termine di Rue L. F.
Menabrea che confluisce in un trivio: a destra (sud), inizia Via Martiri
della Libertà che conduce verso la sede della Comunità Montana Monte
Cervino e verso la parte sud-ovest del paese, nel quartiere di Chameran. A
sinistra (est), inizia Via E. Chanoux, la via principale di Chàtillon,
che attraversa il paese longitudinalmente, da ovest a est, in direzione di Saint-Vincent. All’inizio
di questa via, proprio sul nuovo ponte sul torrente Marmore, nella zona Tre
Ponti (m 549), possiamo ammirare il profondo alveo del torrente e l’unico
arco esistente del ponte romano che sorreggeva la Strada romana delle Gallie,
la quale transitava poco più in basso rispetto alla nostra posizione.
Accanto e appena al di sopra dell’arco romano,
ammiriamo il ponte medievale.
Attraversiamo tutto il paese, passando accanto all’ex-Hotel de Londres
(oggi sede della Agenzia delle Entrate), al Municipio, e a negozi, bar,
ristoranti e alcuni alberghi. A circa metà del paese, incontriamo il
Convento dei Cappuccini che offre ospitalità a piccoli gruppi di
pellegrini (max 3 per notte).
Davanti alla Chiesa del Convento era posta la 18° pietra miliare della
strada romana (c. 26,6 km da Aosta) e alcuni storici sostengono che
fosse ancora sul posto prima della costruzione del Convento nel 1635.
Nonostante la prenotazione effettuata già dalla mattina al Convento,
troviamo i posti già occupati e allora cerchiamo e troviamo ospitalità per Emanuele
al piccolo Hôtel Dufour nel centro del paese. Sistemati i bagagli
nella camera assegnata, accompagno Emanuele in fondo al paese in un
Bar-Ristorante, per una bevuta finale. Qui Emanuele si ferma
anche per la cena e allora lo saluto dandogli l’appuntamento per l’indomani nei
pressi del suo albergo, nella Piazzetta Duc. Io mi avvìo al vicino
posto di sosta dei pullman di linea per prendere un mezzo pubblico diretto ad Aosta. Domani
ritornerò a Châtillon in auto, per riprendere il cammino con Emanuele
verso Verrès.
Martedì 29 settembre, mi avvìo di buon mattino
con la mia auto da Aosta in direzione di Châtillon.
Dopo un po’ di giri viziosi per trovare un parcheggio, riesco a lasciare l’auto
in un luogo sicuro in paese e quindi risalgo a piedi Via E. Chanoux per
raggiungere la Piazzetta Duc dove trovo Emanuele tranquillamente
seduto su una panchina in mia attesa. Sono le ore 8,30 quando
entriamo nel vicino bar per bere un caffé e qui troviamo e salutiamo Gian
Luigi, socio CAI di Châtillon, che ha camminato con me nel 2013 in
occasione del Cammino sulla Via Francigena per commemorare i 150 anni di
fondazione del CAI.
Usciamo poi dal bar e ci avviamo verso la sovrastante Chiesa di San Pietro
per iniziare il nostro cammino. Sul piazzale antistante la chiesa
ammiriamo il paesaggio che si apre davanti a noi verso sud e scattiamo qualche
foto.
Terminate le foto, iniziamo la salita verso le località di Verdettaz e Conoz
sulla pedemontana sopra Châtillon, dopo aver superato l’ingresso del
Parco del Castello Passerin d’Entreves.
Raggiunte le condotte del Ru de la Plaine, camminiamo sul nuovo sentiero
sterrato che ha sostituito le belle passerelle in legno sopra il RU.
Il grandioso panorama che si ammira normalmente da questa balconata, oggi è
molto ristretto per nuvole sparse che formano ombre e che appiattiscono i
rilievi montuosi.
In compenso, stiamo camminando sulla nuova sterrata con un’alta staccionata che
nasconde sotto i nostri piedi le tubazioni del RU.
A tratti, sul bordo della sterrata, incontriamo le nuove strutture del "Percorso
Vita" che permettono di allenarsi e di diverstirsi ai fruitori di
questa zona.
Camminiamo in falsopiano superando le fraz. di Merlin, Cret Blanc, Chavod
e molte altre frazioni della media collina appena sopra l’abitato di Châtillon,
mentre ci dirigiamo verso il vicino paese di Saint-Vincent. Superiamo
la frazione di La Sounère Dessus e raggiungiamo quella di Pissin
Dessus dove facciamo sosta davanti alla struttura settecentesca del
torchio, restaurata nel 1977, simile ad altre sparse nella Valle d’Aosta.
Scattiamo qualche foto e proseguiamo.
In fondo a questa frazione, ad un incrocio di strade, seguiamo il sentiero che
nasconde le tubazioni del RU de Saint-Vincent e, proprio al suo inizio,
un cartello turistico indica la direzione per effettuare una bella passeggiata
verso Saint-Vincent. In breve, riprendiamo il tracciato lungo
la nuova sterrata che, dotata anch’essa di strutture del "Percorso Vita",
attraversa un boschetto e raggiunge il torrente Biegne che discende dal Monte
Zerbion, corso d’acqua oggi scavalcato da un nuovo ponte in ferro, cemento
e legno.
Superato il torrente Biegne con la caratteristica piccola cascata,
riprendiamo il cammino sulla sterrata tra boschetti e campi aperti che offrono
belle visuali sul versante opposto, su cui emerge la silhouette del Castello
di Ussel.
Dopo aver seguito tutto il tracciato francigeno lungo la pedemontana prima
lungo il Ru de la Plaine e poi lungo il Ru de Saint-Vincent,
raggiungiamo la periferia alta di Saint-Vincent e, lungo la strada
regionale che sale al Col di Joux, raggiungiamo le nuove Terme. Appena
prima dell’ingresso delle Terme, prendiamo una stradina che transita
davanti alla zona dei garages e che scende decisamente verso il centro di Saint-Vincent. Dopo
un centinaio di metri, imbocchiamo a sinistra un piccolo sentiero che ci
conduce alla zona della cremagliera che collega il centro cittadino alle Terme. Attraversiamo
il sottopasso della cremagliera, finalmente ingrandito e alzato per permettere
un transito agevole alle persone.
Scendendo dalla zona del Parco delle Terme, raggiungiamo Via del
Ponte Romano, sulla quale pieghiamo a sinistra, procedendo verso est, e
arriviamo rapidamente al ponte romano della Strada delle Gallie che
supera il torrente Cillian.
Emanuele al forte di Bard |
Dopo aver scattato la "classica" foto al ponte romano, risaliamo le
balze rocciose raggiungendo la base del geosito conosciuto col nome di: "Ponte
Romano - Tsailleun" appartenente al Mont des Fourches (m 680),
e che si trova a sud della fraz. di Cillian e a ovest di quella di Feilley.
Scendendo da questo interessante geosito, abbiamo raggiunto la vicina
fraz. di Feilley dove abbiamo fatto sosta alla piccola cappella per un
veloce spuntino. Dopo la sosta, mentre il cielo si fa più grigio e
minaccia pioggia, riprendiamo il cammino e scendiamo nella vicina valletta fino
a raggiungere Champ-de-Vigne e quindi la fraz. di Perral, dove ci
fermiamo in un verde prato, accanto ad una fontana con acqua fresca, per
un’altra piccola sosta ristoratrice.
La sosta ci ha consentito di riposare un po’ prima di affrontare la salita nel
bosco e di raggiungere il paese di Chenal e il suo Castello.
Raggiunta la chiesetta di Chenal, sotto le balze che sostengono
l’omonimo castello, a causa delle nuvole basse e grigie, non abbiamo potuto
ammirare l’imponente sagoma del Monte Bianco verso ovest che,
sorprendentemente, apparirebbe visibile da qui, grazie alla conformazione
particolare della valle centrale in questa zona. Dalla chiesetta,
risaliamo un piccolo e ripido sentiero che transita vicino alla palestra di
roccia di Chenal. Qui, notiamo due giovani impegnati nella
salita di vie difficili, attorno al 7° grado. Ci fermiamo un attimo
per ammirare le loro evoluzioni e poi riprendiamo il cammino sul piccolo
sentiero, raggiungendo i ruderi del Castello di Chenal. Ammiriamo
il vasto panorama in cima ad un roccione ricco di incisioni rupestri e diamo uno
sguardo ai resti di questo castello che fu di appoggio a quello più maestoso di
Saint-Germain, ben visibile da questa altura, appena al di là del
passaggio obbligato che, per centinaia di anni, ha visto transitare migliaia di
pellegrini e viandanti.
Al posto di tornare alla Cappella di Chenal e di seguire la larga
sterrata verso valle, riprendiamo il cammino scendendo direttamente lungo le
rossastre rocce levigate fino a raggiungere il largo prato sottostante,
presente tra i due castelli, adibito ai giochi popolari valdostani (Tsan,
ecc...).
Superiamo la piccola valle piegando verso destra in direzione della ex-cappella
di Sapé dove un sentiero panoramico, che coincide con l’antico tracciato
della strada romana, ci ha permesso di raggiungere la Chiesa e l’abitato di Saint-Germain
ai piedi del maestoso omonimo castello.
Ci fermiamo sul piazzale della piccola frazione e ci rinfreschiamo alla fontana
d’acqua fresca posta proprio vicino alla scalinata che porta all’ingresso del
castello. Dal piazzale antistante la Chiesa e dalle poche case di Saint-Germain,
iniziamo la discesa finale verso valle camminando su piccole strade asfaltate
che, facendoci perdere quota rapidamente, ci conducono ai piedi del roccione
che sostiene i ruderi di questo grande e imponente castello e poi verso il
versante est dello stesso.
Enea ... in sosta nella zona antistante la Chiesa di Sant'Ilario a Nus |
Seguendo la strada in discesa, che qui compie alcune curve, raggiungiamo un
piccolo piazzale sottostante l’antico abitato di Balmas con le case
addossate ai roccioni strapiombanti della montagna, proprio vicino ad un
sentiero che collega questa zona alla SS. 26 che transita più in
basso. Questa frazione è importante per due
ragioni. Innanzittutto perchè qui si è realizzato un microclima
particolare per cui riescono a vivere esemplari di piante tipiche della macchia
mediterranea, come ad esempio piccole palme e diversi alberi da
frutto. L’altra ragione della sua importanza è la presenza di tracce
evidenti della Strada romana delle Gallie con tratti di selciato e con
le incisioni, ben visibili, delle rotaie per il transito dei
carri. Un’ottima constatazione per stabilire l’esatto percorso della
Strada romana delle Gallie e, in epoca mediovale, della Via
Francigena. Dopo la frazione di Balmas, abbandonato
l’asfalto della piccola strada proveniente dall’abitato di Saint-Germain,
proseguiamo su una sterrata in falso piano che, evidentemente, è ciò che resta
del tracciato della strada romana. Dopo aver rapidamente raggiunto e
superato la frazione di Toffo, ricca di fontanili con buona acqua
fresca, arriviamo alla vicina frazione di Vignola. Nelle
vicinanze di Vignola, poco sopra l’abitato di Montjovet, secondo
alcuni storici esisteva un’antica chiesa di Publey, posta sulla
direttrice dell’antica Strada romana delle Gallie e della Via
Francigena, poi distrutta, secondo la tradizione da un cataclisma nel
secolo XIII, e sostituita successivamente da un’altra al borgo antico di Montjovet. Probabilmente,
quella antica chiesa e località di Publey, scomparsa molti secoli fa,
potrebbe corrispondere al 2° luogo di sosta in Valle d’Aosta di Sigerico
(Publei - mansio XLVI) durante il suo viaggio di ritorno da Roma
a Canterbury. All’uscita dalla piccola frazione di Vignola,
sbuchiamo su una grande curva al bivio con la strada regionale per il Colle
d’Arlaz e, piegando decisamente a destra, iniziamo una veloce discesa lungo
un sentiero, a gradinate di pietra, che ci conduce alla strada statale SS26,
proprio all’altezza della grande rotonda stradale con le due mucche, nel borgo
nuovo di Montjovet.
All’altezza della statale SS26, svoltiamo a sinistra percorrendo un centinaio
di metri sul marciapiede e transitando davanti ad alcuni caffé prima di
attraversare la statale e dirigerci verso la frazione Berriaz, superando
il ponte sulla Dora Baltea.
Cartello di buon cammino |
Attraversiamo il ponte sulla Dora, e costeggiamo il fiume sulla sua riva
destra, prima su una larga sterrata e poi, dopo aver sottopassato il viadotto
autostradale, su una strada asfaltata con poco traffico
veicolare. Camminiamo su questa strada per un bel tratto, quindi
passiamo sotto la ferrovia e raggiungiamo la frazione Viering dove si
apre un’ampia pianura verdissima.
Al centro della frazione, sul piccolo campanile a vela della Chiesa
Evangelica, vediamo la campana mitragliata dai Nazisti ancora in mostra.
Proseguiamo attraversando le varie frazioni di Champdepraz: La Sale,
Fabrique, Mure, Favà, fino a raggiungere la Cappella di Saint-Solutor
e poi la frazione di Fleuran. Camminando tra queste frazioni,
notiamo a destra (verso sud) l’apertura della valle del Parco Naturale del
Mont Avic (e notiamo la vetta del Mont Avic: il piccolo Cervino
dalla cima inclinata, che dà il nome alla valle del Parco), vasta area in
concessione esclusiva della famiglia Agnelli per molti anni, per lo
sfruttamento delle ricche miniere di magnetite della
zona. All’inizio della frazione Fleuran, svoltiamo a sinistra
e, su un nuovo ponte, riattraversiamo la Dora Baltea e ci dirigiamo
verso Verrès (m 391 slm), con il suo castello bene in
vista anche da lontano. In breve, raggiungiamo la zona de Le
Murasse, antica fattoria fortificata degli Challant, ora
completamente restaurata e adibita a biblioteca e a sede della Comunità
Montana dell’Evançon. Poco oltre raggiungiamo e attraversiamo la
statale SS26 proprio all’altezza della fermata dei pullman di
linea. Normalmente, la tappa finirebbe in questa zona, dopo circa 23
km e circa 7 ore di cammino.
Questa zona è importante, poichè essa è strategica per gli ampi posteggi
disponibili per le auto, per eventuali trasporti in pullman e perchè, proseguendo
a piedi verso nord per poche centinaia di metri, si raggiungerebbe velocemente
il centro cittadino con negozi, ristoranti e hôtel.
Ma oggi per me non è ancora finita, infatti accompagno Emanuele
all’Ostello "Il Casello", situato nelle adiacenze della stazione
FFSS di Verrès, e distante circa 1,5 km dalla zona delle Murasse. Lui
resterà qui per la cena e per il pernottamento, mentre io ritornerò ad Aosta,
dopo aver recuperato la mia auto a Châtillon.
Saluto i gestori dell’Ostello, che conosco da anni, e dò l’arrivederci a
Emanuele per l’indomani in centro a Verrès, per affrontare il
cammino lungo la tappa Verrès -> Pont-Saint-Martin.
Domani effettueremo l’ultima tappa della Via
Francigena in Valle d’Aosta e anche l’ultima di Emanuele in
queste zone per quest’anno. Riprendo la strada a ritroso e ritorno
al parcheggio dei pullman di linea nella zona delle Murasse, percorrendo
un altro km e mezzo, per un totale odierno di circa 26
km. Puntualmente, arriva il pullman che mi riporta velocemente a Châtillon;
qui riprendo l’auto e faccio ritorno a casa ad Aosta, dove mi attende
una doccia e il riposo. Domani tornerò in auto a Verrès e
lascerò la mia vettura al parcheggio de Le Murasse dove ho
l’appuntamento con Giancarlo (che proviene dal Verbano), il quale
si aggiungerà a noi per il cammino sull’ultima tappa valdostana.
La camminata del 30/9/2015 - da Verrès a Pont-Saint-Martin
|
Fermo l’auto nel parcheggio davanti al complesso de "Le Murasse",
dove ho l’appuntamento con Giancarlo Marchesi, col quale ho già
camminato su altre tappe francigene valdostane a inizio del mese di settembre
2015. Per il cammino già effettuato insieme con Giancarlo ai
primi di settembre 2015, è possibile dare un’occhiata al racconto pubblicato
sul mio sito, nella sez. "Aggiornamenti su attività francigena", (vedi
qui la Cronaca
relativa).
Giancarlo ha già percorso a piedi migliaia di chilometri su molti itinerari
storici e di fede, soprattutto in Spagna sui vari cammini di Santiago
di Compostella. Oggi, si aggrega a noi per conoscere meglio i
sentieri lungo questa tappa finale valdostana, poichè lui condurrà a breve,
entro il 2015, un gruppo di altri amici partendo da Verrès e arrivando a
Vercelli. Giancarlo oggi è venuto in Valle d’Aosta
in auto e l’ha lasciata
parcheggiata a Pont-Saint-Martin, raggiungendo Verrès
in pullman, proprio nel luogo in cui lo sto attendendo.
Carta del cammino fatto da Emanuele ed Enea (tratto in giallo) |
Iniziamo il cammino da questa zona e, in breve, arriviamo al centro del paese
dove ci riuniamo con Emanuele. Facciamo insieme una breve
sosta alla Collegiata di Saint-Gilles per ammirare tutto il complesso
ma, soprattutto, ciò che resta della Cappella di Ibleto di Challant,
all’interno della Chiesa. Riprendiamo il cammino attraversando tutto
il centro di Verrès e dirigendoci verso l’altra antica fattoria degli Challant,
posta nei pressi della rotonda stradale e al bivio per il paese di Issogne. Raggiungiamo
il ponte sulla Dora Baltea e, lo superiamo per raggiungere il vicino
paese di Issogne. Vogliamo verificare se è possibile visitare
il magnifico Castello, famoso per essere una delle più belle abitazioni
signorili degli Challant, ma lo troviamo chiuso così come non troviamo
il parroco nella vicina chiesa per poter avere un timbro di questa località
sulle nostre credenziali francigene.
Torniamo sui nostri passi e riattraversiamo il ponte sulla Dora Baltea
per raggiungere il suo bordo sinistro idrografico, dove troviamo la sterrata
indicata dal cartello segnaletico "ufficiale" 103.
Continuiamo il nostro cammino lungo una bella sterrata pianeggiante e
percorriamo ampi prati verdissimi, con vigneti e
coltivi. Raggiungiamo la zona ovest di Arnad e attraversiamo
tutta questa lunga parte del paese per raggiungere il suo centro e la
bellissima chiesa di San Martino (del VIII - XI secolo). Qui
facciamo una sosta per visitare questo monumento e per scattare la classica
foto. Poi ci dirigiamo verso la parte alta del borgo antico di Arnad,
alla frazione Villa, per ammirare antiche torri, caseforti e i due Castelli
dei Vallaise, in fase di ristrutturazione da parte della Amministrazione
Regionale valdostana.
tra le vie di Donnas |
Scendiamo verso la Dora Baltea, attraversando dei sottopassi (spesso
fangosi), fino al Ponte di Echallod, ricostruito nel ’700 e poi,
ultimamente, dopo i disastrosi allagamenti e rovine provocati dall’inondazione
della Dora nell’ottobre del 2000.
Lo attraversiamo e raggiungiamo il bordo destro idrografico della Dora,
nell’envers della valle centrale, dove continuiamo il cammino su una
strada asfaltata con poco traffico veicolare.
Dopo un breve percorso, abbandoniamo la strada asfaltata per seguire una bella
sterrata che si dirige senza curve verso l’abitato di Hône, avendo alla sua
sinistra, il percorso dell’autostrada. A Hône, breve sosta di
fronte alla facciata della Chiesa parrocchiale, dedicata a San Giorgio,
con origini antiche (risalenti al 1176) ma rifatta quasi completamente nel
1833. Ne abbiamo approfittato per fotografarci nella Tribuna del
banditore (Crieur).
Continuiamo il cammino e attraversiamo tutto il paese di Hône lungo la
sua strada principale, mentre in fondo e a chiusura della valle compare,
imponente, la Fortezza di Bard. Facciamo sosta per il pranzo
al sacco in una piccola area verde attrezzata e con fontanella d’acqua fresca,
a fianco del ponte medioevale sotto la Fortezza.
Ripartiamo, dopo una buona sosta, attraversando il borgo di Bard, con le
sue bellissime case affrescate del ’500. Rimangono ancora su alcuni
muri della Casa Nicole, i segni delle fucilate sparate dalle truppe
napoleoniche, e da quelle austriaco-piemontesi che tentavano di sbarrare il
passaggio alle esorbitanti forze francesi.
Segnaletica della Via Francigena in Valle d'Aosta |
Infatti, mentre il grosso del corpo armato francese superava la Fortezza per
altra via e proseguiva verso la pianura padana, anche la resistenza opposta
dalla guarnigione della Fortezza cessò dopo breve combattimento con la resa
della stessa. A est dell’abitato, non manchiamo di visitare l’archeoparco
con roccioni lisciati dall’antico ghiacciaio Balteo, ricchi di incisioni
rupestri, e l’imponente marmitta dei giganti.
Non abbiamo dimenticato di fare una sosta anche al divertente "Scivolo
delle donne", memoria di un antico rito propiziatore della fertilità.
Proseguiamo il cammino e superiamo la parte di strada che scende da Bard
verso Donnas, sulla quale è stato vietato il transito per paura di
frane, sfruttando la deviazione messa in atto più a valle.
Raggiungiamo, così, uno dei punti più interessanti di questa tappa: un lungo
tratto della "Strada Romana delle Gallie", intagliata
interamente nella roccia viva e con una colonna miliare che riporta la scritta
in numeri romani delle miglia: XXXVI, che indicano le miglia romane da Augusta
Praetoria = c. 53 km da Aosta. Questa colonna è stata
scolpita nella pietra ed è perfettamente conservata.
Ancora perfetto anche l’arco, all’uscita della strada romana verso il borgo
antico di Donnas, scavato anch’esso nella viva
roccia. Camminare su questa strada vecchia di 2000 anni ci dona
sempre un’emozione straordinaria! Attraversiamo il borgo antico di Donnas,
superando l’antica porta orientale, dalla quale proseguiamo verso est per
attraversare la zona occidentale dell’abitato nuovo di Donnas fino a
raggiungere Via Binel, dove c’è il bivio con la Strada dei Vigneti. Da
questo punto, deviando verso sinistra, inizia la strada asfaltata che riporta
sul percorso ufficiale segnalato con il numero 103, e che attraversa a
mezzacosta la collina dove vengono coltivati i vitigni delle uve Nebbiolo
Picotendro (vale a dire dall’acino piccolo e tenero) per il 90% e da Freisa
e Neyret per un 10%, con le quali si produce il famoso vino "Donnas",
primo vino D.O.C. della Valle d’Aosta (1971). In questa occasione,
per ragioni di tempo disponibile, decidiamo di proseguire diritti lungo il
marciapiede della statale SS.26 che ci conduce al centro di Pont-Saint-Martin
senza altre deviazioni.
Giancarlo, Enea e Emanuele sulla Via Francigena in Valle d'Aosta, ad Arnad
Finalmente, arriviamo a Piazza I° Maggio al centro di Pont-Saint-Martin (m 345 slm) e proseguiamo su Rue E. Chanoux fino alla Piazza IV Novembre dove ci fermiamo un attimo di fronte all’arditissimo ponte romano, con la sua elegante e ardita campata larga ben 35 metri, alta 23 metri, che dà il nome alla cittadina. Dobbiamo percorrere ancora un tratto di strada, poichè siamo attesi dalla signora Angela che gestisce l’Ostello Comunale Boulodrome, situato nel quartiere Prati Nuovi alla periferia est di Pont-Saint-Martin. L’Ostello è uno tra i più belli e grandi oggi presenti in Valle d’Aosta e proprio qui è stato prenotato il pernottamento di Emanuele. La zona dell’Ostello è vicina alla stazione FFSS e quindi non ci saranno problemi per Emanuele, domani, per raggiungere un treno per il suo ritorno a casa. Per quest’anno è finito il cammino in Valle d’Aosta di Emanuele.
Lo salutiamo dandogli l’appuntamento per altre camminate nel
2016. Salutiamo anche Angela e poi, io e Giancarlo
riprendiamo il cammino verso il centro di Pont-Saint-Martin per
riprendere l’auto di Giancarlo lasciata in un parcheggio vicino ad un
distributore di benzina sulla circonvallazione cittadina. Con l’auto
di Giancarlo, torniamo insieme a Verrès dove anch’io recupero la
mia vettura. Ci fermiamo un attimo in un bar, vicino all’ingresso
dell’autostrada di Verrès per bere qualcosa e poi ci salutiamo dandoci
appuntamento anche noi per le prossime camminate. Poi, lui entra in
autostrada tornando verso casa, mentre io seguo la strada statale SS.26 verso Aosta.
Emanuele a Pont-Saint-Martin |
Si chiude così questo ciclo di camminate in Valle d’Aosta del mese di
settembre 2015 che mi ha permesso di ripercorrere, seppur in due frazioni, i 90
km della Via Francigena valdostana in compagnia di molti amici, tra cui Emanuele
e Giancarlo. Fra breve, in ottobre 2015, dovrò affrontare il
lungo cammino nel Lazio, da Viterbo a Roma, insieme con
gli amici romani della "Giovane Montagna" e con i pellegrini
stranieri in cammino, ormai da mesi, dal nord della Norvegia, seguendo
il percorso del Pi.Cro.Bo. (Pilgrim Crossing Borders).
Ma questo è un altro cammino, che sarà descritto in un’altra "Cronaca"
su questo sito.
Per ora, chiudo qui questa "Cronaca".
Enea Fiorentini
Socio CAI (sezione di Roma) e SocioAssoc. "Giovane Montagna" (sezione di Roma)
Membro accademico del GISM
[Gruppo Italiano Scrittori di Montagna],
residente ad Aosta
NdR
Per chi volesse leggere ulteriori reportage sulla Via Francigena ed altro visiti il sito www.eneafiorentini.it
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