Giovedì
scorso si è insediato a metà il nuovo consiglio direttivo dell’Ente Parco
nazionale del Pollino.
A
metà perché dopo più di due anni il ministero dell’ambiente ha partorito il
topolino.
In
quanto mancano ancora due componenti, a mio avviso, più importanti che sono
quelli designati dal ministero dell’agricoltura e dalle associazioni
ambientaliste.
Il
presidente Pappaterra ha informato che questi ultimi saranno nominati con un
altro apposito decreto da parte del ministro dell’ambiente.
Ufficialmente,
pare, che queste nomine non sono state effettuate in quanto non sono arrivate
in tempo le designazioni dei candidati da parte delle rispettive organizzazioni
interessate (ministero delle Politiche agricole e forestali e delle
associazioni ambientaliste).
Che
dire?
L’impressione
è che non si sono ancora messi d’accordo.
Nel
frattempo i designati sono: quattro sindaci, un rappresentante dell’ISPRA
(Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale) e un delegato del
ministero dell’Ambiente.
I
quattro sindaci sono:
·
Giuseppe Castronuovo, sindaco di Senise
·
Giovanni Cosenza, sindaco di Laino Castello
·
Roberto Giordano, sindaco di Castelluccio Inferiore
·
Giovanni Ceglie, sindaco di Aieta
o Il rappresentante
dell’ISPRA è il dott. Stefano Volponi, ornitologo, di Ravenna
o Il rappresentante
del ministero dell’ambiente è Carmelo Lo Fiego, già consigliere del Parco con l'amministrazione Fino, commercialista e consigliere comunale di Francavilla in Sinni
Nella
stessa seduta di insediamento, il sindaco di Senise è eletto vicepresidente
dell’Ente Parco.
Questo
consiglio, nominato lo scorso 16 dicembre, con decreto del ministro dell’ambiente,
resterà in carica per cinque anni.
Il Presidente Pappaterra intervistato da Roberto Fittipaldi. |
Nessun accenno
alle nomine mancanti.
E nessuna
comunicazione sulla tempistica per la nomina del nuovo direttore e sulla
mancata designazione dei due componenti del direttivo da parte del ministero delle
politiche agricole e delle associazioni ambientaliste.
Sembra che sia un
direttivo a “propria immagine e somiglianza”, fortemente voluto dal presidente
e che sbilancia molto la scelta politica di indirizzo verso una visione più
amministrativa che di conservazione dell’ambiente.
Ma di questo
Pappaterra non ne ha mai fatto mistero.
Nella “visione
Pappaterriana” il parco è equiparato a una comunità montana di antica memoria,
seppur più grande in termini di superficie, ma con gli stessi compiti.
Se poi rimane del
tempo (e delle risorse) allora si penserà anche alla conservazione.
In ultimo, speriamo
che questo nuovo direttivo si impegni a far approvare il Piano del Parco come
strumento e barra di navigazione per le politiche dell’area protetta, perché navigare
a vista così come si sta facendo da troppi anni non porta da nessuna parte e,
spesso, la nave, in queste condizioni … spiaggia.
A me non resta che
augurare al nuovo direttivo Buon lavoro perché il Parco ne ha molto bisogno.
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