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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

lunedì 15 febbraio 2016

Fondazione Univerde e il "VI Rapporto Gli Italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”.


La mitica fondazione diretta, presieduta e animata dall’onorevole Alfonso Pecoraro Scanio, ha presentato – sempre in occasione della BIT – il VI Rapporto su "Gli Italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”.
Molto sorprendenti i risultati.
Immaginavate che il Parco nazionale della Sila risulta l’area protetta più conosciuta d’Italia?
Ebbene sì!
Sapevate che il Pollino non appare proprio in questa classifica?
Ebbene sì!
Mi sono venuti seri dubbi sulla qualità e accuratezza di questo sondaggio, eppure è stato realizzato da IPRMarketing per conto di Fondazione UniVerde, in collaborazione con la BIT e l’università Bicocca di Milano.

Il cuore dello studio, dedicato alle nostre aree protette, ha rilevato che il 62% degli italiani ha visitato un parco naturale nazionale o regionale. Tra quelli più conosciuti: il Parco Nazionale della Sila (65%); il Parco Nazionale del Gran Paradiso (60%); il Parco Nazionale dello Stelvio (57%); il Parco Nazionale del Gargano (57%); Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (53%) e il Parco Nazionale delle Cinque Terre (51%). Quest’ultimo è quello più visitato (50%), seguito dal Parco del Gargano (47%) e da quello dello Stelvio (46%). Nonostante i numeri però occorre più attenzione e promozione per l’ecoturismo nei parchi.
VI Rapporto sul Turismo_ indice di conoscenza dei
Parchi nazionali

La conoscenza e l’esplorazione (44%) sono tra i fattori che spingono a viaggiare di più preceduti soltanto dall’arricchimento culturale (46%). A prevalere nella scelta della meta sono le bellezze storiche e artistiche, gli eventi culturali (61%), la natura e i paesaggi (60%).
«Gli italiani cercano natura e paesaggi – dichiara Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde - in misura uguale alle mete di arte e di cultura. L'Italia deve prendere consapevolezza del primato della biodiversità in Europa, dobbiamo valorizzarlo anche creando una rete di servizi, dalla mobilità all’ospitalità, utile a diffondere e incrementare il turismo nei nostri parchi. Le nostre ricchezze naturali meritano una promozione virtuosa così come quelle storiche, artistiche e architettoniche. Le aree protette, valorizzate in modo davvero sostenibile, possono arricchire l'offerta turistica italiana, creare occupazione in aree preziose per la salvaguardia ambientale e la prevenzione dal dissesto idrogeologico».

Gli italiani e il turismo sostenibile
Il VI Rapporto conferma la grande percentuale di italiani (74%) che conosce il turismo sostenibile come quello che rispetta l’ambiente e cerca di ridurre il consumo di energia e di risorse del territorio. La maggioranza lo considera eticamente corretto. Il 60% si dichiara ottimista ed è convinta che la sensibilità per l’ecoturismo e il turismo sostenibile crescerà nei prossimi dieci anni.

Prevale anche in questa ricerca la consapevolezza (per il 48%) che esista un’emergenza in Italia sui danni che il turismo può provocare all’ambiente. Per il 58% del campione rappresentativo, i rischi sono legati soprattutto alla cementificazione e alla speculazione edilizia. Il vincolo della sostenibilità è considerato un’opportunità di crescita per lo sviluppo economico di un’area turistica (46%) e una vera e propria necessità (41%).
VI Rapporto sul Turismo. Sistemazione preferita 
Nel pianificare un soggiorno, valutando la meta, il mezzo di trasporto e la struttura da prenotare, il 53% sta attenta a fare scelte che non danneggino l’ambiente. Una sensibilità cresciuta negli ultimi anni che spingerebbe il 44% a pagare tra il 10% e il 20% in più per vacanze responsabili.

Tra gli alloggi preferiti: B&B (per il 36%); albergo (per il 34%) e agriturismo (per il 31%), prenotati esclusivamente via internet (74%). Il 53% li considera "eco" per i pannelli fotovoltaici; il 31% per i sistemi di risparmio elettrico e il 27% per quelli di risparmio idrico. I viaggiatori più attenti si preoccupano se tra i servizi offerti ci sia la possibilità di fare la raccolta differenziata (34%) o quella di mangiare biologico e a km zero (32%).
Per ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera, il 67% sarebbe disposto a rinunciare all’auto durante le vacanze, qualora la meta scelta fosse facilmente raggiungibile in treno. Il 40% ha già optato per questa soluzione nelle precedenti vacanze.
I turisti sostenibili sono esigenti anche sul cibo prediligendo ristoranti che prevedano nel menù prodotti provenienti da agricoltura biologica (il 46%) e a km zero (il 54%), ma solo a parità di prezzo con quelli tradizionali. O quelli che offrono un menù vegetariano (20%) o vegano (12%, questa opzione compare per la seconda volta tra le preferenze).
«I dati mostrano – afferma Pecoraro Scanio - come negli ultimi anni gli italiani siano più attenti a viaggiare in modo responsabile. Nel turismo tradizionale prevale sempre la sistemazione in hotel ma aumenta la richiesta di sostenibilità: dall'energia rinnovabile ai menù biologici e a km zero. La necessità di avere un minimo impatto durante i propri spostamenti è testimoniata anche dalla scelta di rinunciare alla proprio auto. Anche le strutture di pernottamento diventano sempre più ecologiche. Un trend positivo che mi auguro aumenti nei prossimi anni».
VI rapporto sul turismo. Grado di informazione
 sull'attenzione all'ambiente
Gli Italiani e l’ecoturismo
Rispetto all’ecoturismo, il 60% del campione rappresentativo dichiara di averne sentito parlare ed è in grado di definirlo come forma di turismo che rispetta l’ambiente e le popolazioni locali, valorizzando le risorse naturali, storiche e culturali di un territorio. Il 76% non ha dubbi nel dichiarare che la sostenibilità rappresenti un motore di sviluppo per l’economia del settore.

Anche in questo caso, come per il turismo sostenibile, ci si affida a internet per ottenere informazioni e pianificare il soggiorno (65%) utilizzando i motori di ricerca (61%). Ciò che spinge maggiormente a visitare un’area protetta o un parco naturale è: la presenza di percorsi gastronomici (per il 41%) o di percorsi in mare (per il 28%) e la possibilità di praticare attività sportive (per il 28%).
Il 52% sceglie di trascorrere le proprie vacanze in agriturismo; il 36% in un B&B; il 22% in albergo e il 21% in dimore storiche. Le attività preferite sono: visitare aree archeologiche e borghi storici; assaggiare prodotti enogastronomici tipici e fare escursioni con guide locali per conoscere le tradizioni del luogo. Per la prima volta, gli italiani (il 54%) dichiarano di essere attratti dalla possibilità di raggiungere il proprio itinerario servendosi di vecchie ferrovie utilizzabili a scopo turistico.
Due i momenti interessanti della presentazione del Rapporto: Franco Iseppi, presidente del Touring Club Italiano, ha sottolineato come il lavoro e la presenza dell’associazione, al suo 124° anno di vita, ha dato tanto per la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio artistico in Italia, secondo a nessuno nel mondo.
Ottavia Ricci, consulente acquisita dall’estero del ministro Franceschini, dopo la sua dichiarazione di muoversi con i mezzi pubblici e la bicicletta, ha informato sui numerosi progetti in cantiere presso il Ministero della Cultura: tra i tanti, citiamo le piste ciclabili sulle maggiori direttrici (Torino – Venezia, per esempio).

Il secondo momento è stato impegnato dagli interventi di Chema Basterrechea, Walter Comelli e Elena David amministratori delegati NH Hotel Group Italia, Atahotels e UNA Hotels & Resort: tutti e tre hanno, con alcune slide, portato la loro esperienza su come intendono lo sviluppo sostenibile e su cosa stanno facendo per attuarlo.
Infine, hanno chiuso i lavori gli interventi del presidente del Parco nazionale del
BIT Milano. Presentazione VI Rapporto sul Turismo
(Ph. di E. Pisarra)
Gran Paradiso e il commissario del Parco nazionale della Sila.
Il primo, molto professionale, da buon operatore concreto, con alcune slide ha illustrato le numerose attività dell’area protetta più antica d’Italia; la seconda ha informato sulle attività in corso e sulla “felice e piacevole” sorpresa di essere il Parco più conosciuto d’Italia. Oltre ad aver ripetuto che anche per la Sila è in corso aggiudicazione il riconoscimento di patrimonio dell’Unesco.

Nessuno di questi riconoscimenti è stato menzionato dal presidente del Gran Paradiso che, invece, ha riferito sull’importante ruolo dei centri visita, del rapporto di collaborazione tra guide del parco, direzione e pubblico come primo incontro determinante per la riuscita, la decisione o meno a visitare il parco e dell’importante ruolo svolto dai guardaparco: semplicemente insostituibili.



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