Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana

Io sono sempre dello stesso parere: sino a quando non sarà rinnovata la nostra classe dirigente, sino a quando le elezioni si faranno sulla base di clientele, sino a quando i Calabresi non indicheranno con libertà e coscienza i loro rappresentanti, tutto andrà come prima, peggio di prima.
Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

martedì 30 agosto 2016

Il Casino Toscano sta crollando


Mi rendo conto di come, all’indomani del terremoto che ha colpito il centro Italia, parlare di recupero di un vecchio immobile nel cuore del Pollino possa sembrare una follia, viste le priorità che derivano dopo un sisma di così alta intensità, ma
Il Casino Toscano.
ritorno sull’argomento perché sono affezionato a questi luoghi e a questa struttura che mi ha visto ospite sin da piccolo, quando mi accingevo a muovere i primi passi nel camminare ed esplorare le nostre montagne.
Ho conosciuto l’ultimo vero “Massaro” che lo gestiva con perizia e grande onestà.
I suoi prodotti caseari - dalle mozzarelle ai caciocavalli - erano semplicemente squisiti: da allora non ho mai più mangiato qualcosa di così buono.
Alla morte del povero Peppino Russo, il Casino Toscano non ha avuto più pace. Vi hanno abitato albanesi, rumeni, indiani: ma nessuno di questi nuovi fattori amava il luogo e aveva un minimo interesse verso i beni loro affidati.
Cavalli al pascolo ai Piani del Pollino
Chiacchierando con queste persone, spesso dallo sguardo triste, mal pagate e mal nutrite, avevo chiara l’impressione di come un’epoca fosse finita: uomini come il signor Peppino non ci sarebbero più stati e un “uso” della montagna, peraltro antichissimo, era in via di smantellamento.
Oggi ci sono ancora le mandrie al pascolo ai Piani del Pollino. Per lo più sono di cavalli, ma non c’è più il mandriano di un tempo: quello che spesso incontravi seduto all’ombra di un pino loricato, circondato da un’orda di cani, a fumare le “Nazionali” senza filtro e che, immancabilmente, ti chiedeva chi fossi e i motivi che ti spingevano a inoltrarti su quelle montagne aspre “dimenticate da Gesù Cristo”. Con quelle domande rivelava tutto il suo desiderio di parlare con qualcuno che non fossero i suoi cani, il mulo e la mandria.
Quel pastore non c’è più.


mercoledì 3 agosto 2016

2016 ANNO NAZIONALE DEI CAMMINI. Mentre in Italia nascono nuovi Cammini noi stiamo a guardare

Mentre in Italia nascono nuovi Cammini noi stiamo a guardare.
Come si evince dalla Carta dei Cammini d’Italia la Calabria e la Basilicata hanno un “Grande Buco” .
Ma a ben vedere sul Pollino esiste già un Cammino detto dei Briganti organizzato a suo tempo dalla Comunità Montana Val Sarmento, solo che non lo percorre nessuno perché non è segnalato e nessuno sa della sua esistenza.

Carta dei Cammini in Italia. Da notare come non c'è nessun percorso
consigliato in Calabria e Basilicata.
A questo si aggiunge il “Cammino Mariano”, che collega tutti i santuari dedicati alla Madonna: esso è in fase avanzata di progettazione, ma… fermo perché l’Ente Parco non ha il coraggio di indire la procedura di gara affinché questa idea del prof. Mario Martino si trasformi nel tracciato completo percorribile anche da chi non ha grandi esperienze di Cammini.
Sul Pollino si preferisce spendere denari per realizzare il TRAMPOLLINO. Tanto più che questo secondo è già stato finanziato con fondi della Regione Basilicata giacenti nei “tiretti” dell’Ente Parco da quasi due anni e in attesa di essere spesi
Ci sono tanti spunti nella storia calabrese per realizzarne e di davvero interessanti nel nostro territorio: da San Francesco di Paola, a Norman Douglas gli altri Viaggiatori del Gran Tour…, sulla linea del “Cammino dell’Inglese” realizzato in Aspromonte, che fino ad ora è stato inteso come una tappa escursionistica…  

Ancor più proprio quest’anno che il Ministro dei Beni Culturali ha proclamato il 2016 ANNO NAZIONALE DEI CAMMINI.
Ecco un’altra occasione perduta e proprio nell’anno del giubileo della Misericordia che ha dato nuova linfa a quei luoghi di devozione da sempre meta di pellegrinaggio.
Noi no!
Continuiamo a costruire cattedrali nel deserto in nome di non si sa bene quale sviluppo sostenibile.
Nel frattempo si favorisce il riavvio della Centrale del Mercure, si costruisce una mega struttura sulle ceneri della “Tenuta delle Principessa”, chiusa ancora prima di essere aperta, nonostante l’affidamento, ma mai preso in carico, a una cooperativa di servizi.
Ripristinare il Sentiero dei Briganti, no!
Logo Camminomarianopollino.
Avviare la realizzazione, almeno per il versante lucano, del Cammino Mariano del Pollino, no!
La Via Francigena, che ha tutti i crismi per essere l’equivalente italiano di quel che è diventato in questi ultimi anni il Cammino di Santiago, proprio nell’anno giubilare sta registrando la presenza di grandissimo numero di camminatori.
Non è solo la fede la ragione dei camminatori che s’avviano per questi cammini: è desiderio di essere a contatto con la natura, di ritrovarsi nell’andare a passo lento… meditando…
L’andare a piedi è una nuova forma di turismo capace di mettere in rete e far conoscere borghi abbandonati, piccoli paesi di montagna, aree protette sconosciute alle grandi masse.
In Italia sono quasi settemila i chilometri percorribili da Nord a Sud, ripartiti in circuiti e itinerari di difficoltà e lunghezze diverse in cui si diluiscono storia, arte, sacro e profano. Nei siti sparsi in Rete si possono trovare i vari percorsi divisi in tappe, con mappe dettagliate, informazioni utili, elenchi di luoghi dove mangiare e dormire. 
Ne ho scelti undici che meritano di essere conosciuti e che un giorno vorrei percorrere tutti.

1.     Via Francigena: 1000 km dal San Bernardo a Roma


Il percorso è quello tracciato dall’Arcivescovo britannico Sigerico nel suo viaggio di ritorno dalla “città eterna” a Canterbury nel 990. Mille chilometri di strada che dal passo del Gran San Bernardo attraversano l’Italia dal nord al centro in 79 tappe, fino a Piazza San Pietro, tra natura, borghi che hanno mantenuto tutto il fascino delle loro architetture e scorci di storia. Al percorso principale si aggiunge la “Via Francigena del Sud”, che arriva fino a Brindisi l’imbarco per raggiungere la Terra Santa, e che si spinge fino a Santa Maria di Leuca. Chi incomincia il cammino, può ricevere la credenziale che testimonia lo status di pellegrino. La strada, nel 1994 è stata riconosciuta “itinerario culturale del Consiglio d’Europa”.

2.     Via degli Abati: 190 km sui monti tra Pavia e Pontremoli

Nell’Alto Medioevo i Longobardi, prima di conquistare il passo della Cisa, utilizzavano questa strada per spostarsi da Pavia, capitale del loro regno, ai domini della Tuscia e alla zona di Lucca.
Nota anche come “Via Francigena di Montagna”, la Via degli Abati costituisce una variante più antica e impegnativa rispetto a quella tracciata dall’Arcivescovo Sigerico che, per arrivare dalla Toscana all’Emilia, passò per la Cisa. Per ogni tappa si possono ottenere i “certificati di passaggio” che testimoniano l’avvenuto cammino: questa “via degli abati” si può percorrere in otto giorni.