E’ tornato il tempo della
“caccia al lupo”, un’isterìa scatenata dalla valanga di menzogne tuffate nel
mare di ignoranza che ormai nutre la politica, la mediatica e l’incultura di
questo povero Paese, capace di autodistruggersi giorno dopo giorno. Sono
tornate in auge le vecchie favole del “lupo cattivo”, dei ripopolamenti di
belve lanciate dagli elicotteri, dell’invasione di torme di predatori
scatenati, sufficienti a giustificare le corse alle sparatorie senza limiti. L’ultima
“perla” è stata offerta alla Televisione da “Le Jene”, con un incredibile servizio
televisivo che conferma, per chi ancora ne dubiti, l’incessante dominio dell’analfabetismo
ecologico nazionale. Ma il Gruppo Lupo Italia si ribella, protesta a nome dei
lupi italiani e dei cittadini ancora in grado di ragionare con la propria
testa: e ha scritto lettera aperta, che qui riportiamo per intero.
Care Jene, Cara Jenner, carissimi mezzi
di (dis)informazione,
credete davvero che il tema del ritorno
del lupo vada affrontato con il metodo della “caccia alle streghe”? Nessuno vi
aveva mai parlato dell’Operazione San Francesco, che mezzo secolo fa aveva
salvato il
lupo appenninico dall’estinzione? Non pensate che i grandi predatori
svolgano un ruolo essenziale nell’ambiente naturale, contenendo l’eccessiva
espansione degli erbivori e tenendoli in continuo movimento?
Lupo italico. (foto dal web) |
Anziché affogare nel consueto
“analfabetismo ecologico” che ispira oggi la politica e la (in)cultura
prevalente, non sarebbe meglio approfondire un poco gli equilibri dinamici
dell’ecosistema, in cui le uniche storture sono i goffi e disordinati
interventi dell’uomo?
Certo, dobbiamo concedervi qualche
attenuante. Perché se a scuola nessuno insegna l’ecologia (e si bandiscono
anche musica, lingue antiche e storia dell’arte), il futuro di un popolo di
cementificatori, trivellatori, inquinatori, massacratori di alberi e foreste,
sarà bello che segnato. Del resto si sa bene che, come sancisce un manifesto
sottoscritto da 500 scienziati europei, ormai “la politica ha scelto
l’ignoranza”. E’ più comodo, o meglio consente di fare sempre e comunque i
propri comodi. E poi, diciamolo: la vostra bibbia sono alcuni splendidi piani
di azione per il lupo, dove si sposano le lungimiranti strategie del ministero
dell’ambiente (venatorio) e le tattiche accademiche da “lupomat” (vale a dire,
il lupo visto come bancomat per attingere sempre e comunque a nuovi fondi). Né
mancano a vostro conforto sproloqui di certe associazioni parambientaliste filo-venatorie…
Così il vostro credo insegna che la povera Italia sia invasa da migliaia di
lupi ferocissimi (che però non hanno ancora prodotto neanche la millesima parte
di morti e feriti del glorioso esercito di fucilieri). E prescrive rimedi da
squartatori, facendo tacere chiunque dissenta. Ma non vi avevano raccontato che
invece a Yellowstone, dopo il ritorno del lupo, la natura è rifiorita grazie
alla cosiddetta “cascata trofica”? Perché, dicono, quanto più l’ecosistema è in
movimento, tanto più la biodiversità se ne avvantaggia…
In Italia, invece, stiamo ripiombando precipitosamente
nel Medioevo. Si rispolvera la vecchia leggenda extra-metropolitana dei lupi
siberiani lanciati da aerei ed elicotteri (magari col paracadute?), si alimenta
con ogni mezzo la paura del diavolo-lupo. Grazie alla combutta tra ignoranza e
malafede, si mescola il sacro con il profano: ai branchi di autentici lupi, si
sommano incoscientemente le legioni di ibridi, e di cani ranndagi, vaganti e
inselvatichiti, che non vivono certo di aria e di erbe selvatiche, ma qualche
danno al bestiame domestico lo producono, o no? Per non parlare poi dei cani
lupi da compagnia, frutto di incroci con i lupi della Cecoslovacchia, venduti a
caro prezzo ma poi spesso abbandonati perché voraci e pericolosi. Tutto colpa davvero
del lupo cattivo, oppure di quell’uomo sapiente che oggi anela a distruggerlo?
Un dubbio ci arrovella, un quesito più
penetrante sorge spontaneo.
Dunque il futuro della società umana verrà
assicurato solo sterminando tutti gli animali e annientando le forze della
natura con cui non sappiamo convivere? Morte ai grandi predatori della terra,
come orso lupo lince, e poi leone tigre leopardo ghepardo giaguaro, e poi delle
acque, come squalo orca sula cormorano? Lasciamo perdere poi a piccola fauna,
perché lo sterminio degli insetti e delle api sembra deciso da un pezzo. Quanto
alle minoranze etniche, stiamo già facendo il possibile. In pratica, ci prepariamo
a un bel futuro da grande sparatoria, sempre e dovunque (al diavolo le
regole!), per migliorare la nostra qualità di vita. Sparare ai lupi perché sono
troppi. E poi anche ai caprioli e ai cinghiali, perché aumentano a dismisura.
Incrementare predatori ibridi, e ripopolare di porcastri, perché la giostra delle
doppiette e degli affari in nero non abbia a cessare, ma punti gloriosamente sempre
più a crescita e sviluppo, le due parole magiche.
Manifesto del Gruppo Lupo Italia |
E sia consentita un’ultima domanda.
Nelle dilaganti inchieste contro la natura matrigna, non punge il vago sospetto
che dietro alla fiera dei fucilieri giustizieri e al festival delle libere
sparatorie non covino magari anche gli interessi delle industrie armiere?
Quelle che facevano, e fanno ancora, lauti affari con il commercio degli
ordigni di morte, dalle mine anti-uomo ai giocattoli esplosivi, dai fucili di
precisione ai missili, dalle pistole alle mitragliette, fino a ogni varietà di
bombe e proiettili… Ma forse questi sono solo cattivi pensieri momentanei, da
scacciare lontano.
Una cosa però resta certa. Proprio la
stessa Italia, che mezzo secolo fa sbalordì l’Europa, salvando quel lupo appenninico,
che poi riconquistò la Francia (Bonne nouvelle, le loup revient! = Buone
notizie, il lupo ritorna!, titolava il settimanale L’Express), sta ora
cambiando rotta. E ha deciso di conquistare il primo posto internazionale non solo
in materia di corruzione, evasione, sfacelo del territorio e pagliacciate,
questo forse non era sufficiente. Vuole anche mettere a ferro e a fuoco tutto ciò
che resta, o che tentava di risorgere, della vera natura.
Segreteria Gruppo Lupo Italia
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