Sono passati ventitré anni da quel fatidico 20 ottobre
1993, giorno dell’attentato incendiario al Pino loricato “Zi Peppe”, il
simbolo del nostro parco.
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Emanuele Pisarra e personale del CFS davanti a "Zi Peppe" ancora fumante. (Foto di Salvatore Esposito, tratte dal suo sito) |
Me lo ha fatto ricordare Francesco Sallorenzo inviandomi
alcune foto trovate in internet su un sito di un signore di Acri.
A parte il fatto di riconoscermi in alcune immagini,
con qualche chilo in meno, molti capelli in più e una folta barba nera, mi
vengono in mente tutti i cattivi pensieri che in quel momento ho fatto, davanti
al povero “Zi Peppe” piegato su se stesso, ancora fumante, con gli agenti del
CFS alla ricerca di elementi probanti per capire chi potesse essere stato, cercando
di capire quali motivazioni fossero alla base di un così vile gesto.
Ricordo che guidavo una escursione con scolari della
scuola media di San Giorgio Albanese, allora diretta dall’ottimo e
intraprendente preside Carmelo Tucci, quando, giunti all’inizio del Piano di
Pollino, provavo a cercare, leggendo la carta topografica, la posizione
geografica della chioma di “Zio Peppe” che da quel punto si intravedeva appena.
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Ecco come si presentava ai nostri occhi il pino loricato simbolo del Pollino ( (Foto di Salvatore Esposito, tratte dal suo sito) |
Invece in quella mattina di fine ottobre la chioma
non si vedeva per niente.
Guardando poi con il binocolo si vedeva un leggero pinnacolo di fumo che si alzava verso l’alto dal punto in cui doveva esserci l’albero simbolo del Pollino.
Invitai i ragazzi a correre insieme con me verso il pino loricato perché sentivo che era successo qualcosa.
Infatti, appena arrivati vedemmo con sgomento che il
povero “Zi Peppe” era piegato su se stesso e il leggero filo di fumo partiva
dal suo interno, avvolgendosi in leggere spirali che salivano ordinate verso l’alto.
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Nella foto di Salvatore Esposito si riconosce (di spalle) il preside Carmelo Tucci della Scuola Media di San Giorgio Albanese. |
Sul posto c’erano già gli uomini del Corpo Forestale
di Rotonda con il maresciallo Madormo e altri funzionari intendi a fare i
rilievi scientifici del caso.
Queste foto mi hanno fatto venire in mente la rabbia del momento, la mia intervista a caldo al cineoperatore della scuola e la dura lezione che impartii a qui poveri scolari che avevano faticato a salire fino a lì pensando di essere al cospetto di uno splendido esemplare di albero gigantesco e maestoso e invece si ritrovarono davanti un pezzo di legno che finiva di ardere.
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Ecco come si è presentato "Zi Peppe" alla scolaresca di San Giorgio Albanese |
Ma questo non ha importanza perché spetta alle
autorità inquirenti trovare il responsabile e le motivazioni di un simile vile
gesto. In compenso percepii che eravamo solo all’inizio di una lunga battaglia di
posizione tra fronti opposti all’istituzione del Parco nazionale del Pollino.
Altri pini loricati maestosi furono le vittime
sacrificali conseguenti alla nascita del Parco del Pollino. Ricordo un altro
splendido esemplare gigantesco a Serra di Crispo, così come altre bellissime
piante di Timpa Castello: tutte incendiate con la medesima tecnica.
Ovviamente anche in questi altri casi non furono mai
individuati gli autori.
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La notizia dell'attentato incendio apparve perfino su Repubblica |
La notizia suscitò grande sgomento. Ne parlarono perfino i giornali nazionali (grazie a Francesco per l’articolo di Repubblica) e i tg del tempo.
Da questo vile gesto capii che la partita era appena incominciata e si preannunciava molto dura.
E ancora non è finita!
PS
Un grazie particolare a Salvatore Esposito che ha messo
sul suo sito le foto di quel giorno. A Francesco Sallorenzo per avermi fatto ricordare quel triste giorno della mia vita
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