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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

mercoledì 26 ottobre 2016

Ventitré anni fa qualcuno incendiò "Zi Peppe"

Sono passati ventitré anni da quel fatidico 20 ottobre 1993, giorno dell’attentato incendiario al Pino loricato “Zi Peppe”, il simbolo del nostro parco.
Emanuele Pisarra e personale del CFS davanti a "Zi Peppe"
ancora fumante. (Foto di Salvatore Esposito, tratte dal suo sito)

Me lo ha fatto ricordare Francesco Sallorenzo inviandomi alcune foto trovate in internet su un sito di un signore di Acri.

A parte il fatto di riconoscermi in alcune immagini, con qualche chilo in meno, molti capelli in più e una folta barba nera, mi vengono in mente tutti i cattivi pensieri che in quel momento ho fatto, davanti al povero “Zi Peppe” piegato su se stesso, ancora fumante, con gli agenti del CFS alla ricerca di elementi probanti per capire chi potesse essere stato, cercando di capire quali motivazioni fossero alla base di un così vile gesto.

Ricordo che guidavo una escursione con scolari della scuola media di San Giorgio Albanese, allora diretta dall’ottimo e intraprendente preside Carmelo Tucci, quando, giunti all’inizio del Piano di Pollino, provavo a cercare, leggendo la carta topografica, la posizione geografica della chioma di “Zio Peppe” che da quel punto si intravedeva appena.
Ecco come si presentava ai nostri occhi il pino loricato simbolo
del Pollino ( (Foto di Salvatore Esposito, tratte dal suo sito)
Invece in quella mattina di fine ottobre la chioma non si vedeva per niente.

Guardando poi con il binocolo si vedeva un leggero pinnacolo di fumo che si alzava verso l’alto dal punto in cui doveva esserci l’albero simbolo del Pollino.

Invitai i ragazzi a correre insieme con me verso il pino loricato perché sentivo che era successo qualcosa.

Infatti, appena arrivati vedemmo con sgomento che il povero “Zi Peppe” era piegato su se stesso e il leggero filo di fumo partiva dal suo interno, avvolgendosi in leggere spirali che salivano ordinate verso l’alto.
Nella foto di Salvatore Esposito si riconosce (di spalle) il preside
Carmelo Tucci della Scuola Media di San Giorgio Albanese.
Sul posto c’erano già gli uomini del Corpo Forestale di Rotonda con il maresciallo Madormo e altri funzionari intendi a fare i rilievi scientifici del caso.

Queste foto mi hanno fatto venire in mente la rabbia del momento, la mia intervista a caldo al cineoperatore della scuola e la dura lezione che impartii a qui poveri scolari che avevano faticato a salire fino a lì pensando di essere al cospetto di uno splendido esemplare di albero gigantesco e maestoso e invece si ritrovarono davanti un pezzo di legno che finiva di ardere.

Dalle prime considerazioni si capì subito che non era stato un fulmine, che pure a quelle quote e a fine stagione calda, sono la norma: bensì un fiasco di benzina che qualcuno sparse con sapienza dall’alto verso il basso all’interno del tronco cavo, per poi appiccicare il fuoco, creando una sorta di effetto “camino” che ha bruciato in pochi minuti la pianta.

Ecco come si è presentato "Zi Peppe" alla
scolaresca di San Giorgio Albanese
Non si seppe mai chi è stato materialmente ad innescare la miccia. Le ipotesi furono tante ma di concreto non si conobbe mai il colpevole.
Ma questo non ha importanza perché spetta alle autorità inquirenti trovare il responsabile e le motivazioni di un simile vile gesto. In compenso percepii che eravamo solo all’inizio di una lunga battaglia di posizione tra fronti opposti all’istituzione del Parco nazionale del Pollino.
Altri pini loricati maestosi furono le vittime sacrificali conseguenti alla nascita del Parco del Pollino. Ricordo un altro splendido esemplare gigantesco a Serra di Crispo, così come altre bellissime piante di Timpa Castello: tutte incendiate con la medesima tecnica.

Ovviamente anche in questi altri casi non furono mai individuati gli autori.
La notizia dell'attentato incendio apparve perfino su Repubblica

La notizia suscitò grande sgomento. Ne parlarono perfino i giornali nazionali (grazie a Francesco per l’articolo di Repubblica) e i tg del tempo.

Da questo vile gesto capii che la partita era appena incominciata e si preannunciava molto dura.
E ancora non è finita!









PS

Un grazie particolare a Salvatore Esposito che ha messo sul suo sito le foto di quel giorno. A Francesco Sallorenzo per avermi fatto ricordare quel triste giorno della mia vita


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