Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana

Io sono sempre dello stesso parere: sino a quando non sarà rinnovata la nostra classe dirigente, sino a quando le elezioni si faranno sulla base di clientele, sino a quando i Calabresi non indicheranno con libertà e coscienza i loro rappresentanti, tutto andrà come prima, peggio di prima.
Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

mercoledì 26 luglio 2017

Non ho parole ...

Non ho parole!
Sono settimane - per non dire mesi - che il Pollino va a fuoco e solo oggi è stato adottato il Piano Antincendio Boschivo (AIB) e pubblicato in Gazzetta Ufficiale
Qualche giorno fa (il diciotto, per la precisione) l'Ente Parco deliberava  di voler assegnare in comodato gratuito dieci automezzi (nove pick-up e un'autobotte), restituiti all'Ente dal Comando Carabinieri Forestali "Basilicata", ai Vigili del Fuoco e alle associazioni di volontariato di protezione civile.
Questo passaggio avverrà dopo la stipula di una apposita convenzione con i Vigili del Fuoco e le associazioni di volontariato. 
Come dire che a buoi scappati si corre ai ripari. 
Non ho parole. Anzi , ogni commento è superfluo!
1. Gazzetta Ufficiale n.173 del 26-7-2017
Con decreto  del  Ministero  dell'ambiente  e  della  tutela  del
territorio e del mare, decreto ministeriale del  7  luglio  2017,  e'
stato adottato il Piano di previsione,  prevenzione  e  lotta  attiva
contro gli  incendi  boschivi  (o  Piano  AIB)  2015-2017  del  Parco
nazionale  del  Pollino,  ricadente  nei  territori   della   Regione
Basilicata e della Regione Calabria, in attuazione dell'art. 8, comma
2, della legge 21 novembre 2000, n. 353. Il decreto  e'  consultabile
sul sito ministeriale nella sezione dedicata  agli  incendi  boschivi
www.minambiente.it / natura /  aree  naturali  protette  /  attivita'
antincendi boschivi, all'interno di normativa, decreti e ordinanze. 


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2. Delibera : 


ENTE PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
Complesso Monumentale S. Maria della Consolazione
85048 Rotonda (PZ)
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO
N. 30 del 18-07-2017
OGGETTO: CAMPAGNA ANTINCENDI 2017 - RESTITUZIONE AUTOMEZZI A.I.B. DAL RAGGRUPAMENTO CARABINIERI PARCHI E CONVENZIONE VIGILI DEL FUOCO -
DETERMINAZIONI

L’anno duemila diciassette, il giorno diciotto del mese di luglio presso la sede Centro servizi dell’Ente Parco Nazionale del Pollino in Castrovillari c/o Palazzo Gallo, a seguito di regolare convocazione, si è riunito il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco.
Presiede la seduta l’On.le Dr. Domenico PAPPATERRA in qualità di Presidente dell’Ente. assistito dal dipendente Avv. Antonio Calli per la redazione del verbale.
Sono presenti alla seduta n. 5 componenti e assenti n. 1,

IL CONSIGLIO DIRETTIVO
Visto l’art. 8, comma 2, della legge 353/2000 “Legge quadro in materia di incendi boschivi” il quale recita:
“per i parchi naturali e le riserve naturali dello stato è predisposto un apposito piano dal Ministero
dell’Ambiente d’intesa con le Regioni interessate, su proposta degli enti gestori, sentito il Corpo Forestale dello Stato”;
Vista la deliberazione Presidenziale n. 4 del 16/02/2015, con la quale si approvava il Piano Antincendio Boschivo triennale 2015-2017;
Vista la deliberazione di Consiglio Direttivo n. 8 del 29/03/2017, con la quale si approvava la relazione di aggiornamento annuale 2017 del piano AIB 2015-2017;
Visto il Decreto Legislativo n. 177 del 19/08/2016, con il quale il Corpo Forestale dello Stato è stato assorbito dall’Arma dei Carabinieri e le relative competenze in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi e spegnimento con mezzi aerei degli stessi sono state attribuite ai Vigili del Fuoco;
Visto l’art.13 del D.Lgs n.177/2016 con il quale è stato disposto il trasferimento di risorse logistiche, strumentali e finanziarie del Corpo forestale dello Stato all’Arma dei Carabinieri, al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, alla Polizia di Stato e al Corpo della Guardia di Finanza;
Vista le note in atti con prot. n. 7771 del 27.06.2017 e con prot. n. 009452 del 12.07.2017, con le quali il Comando Regione Carabinieri Forestale “Basilicata” ha disposto la restituzione a questo Ente di n.1 autobotte con capacità lt.1200 e n. 9 pick up con modulo antincendi da 400 litri;
Udito il dibattito sul punto all’o.d.g. e in particolare l’intervento del Presidente il quale, dopo aver riferito al Consiglio sulle attività svolte in questi giorni nell’ambito del piano di A.I.B. per affrontare una vera e propria situazione di emergenza su tutto il territorio del parco, ritiene necessario mettere in atto ulteriori misure per fronteggiare nel modo più efficacie possibile gli incendi ed in particolare ritiene necessario procedere alla stipula di una apposita convenzione con il Corpo dei Vigili del Fuoco al fine di avere una squadra dedicata specificamente al territorio del Parco del Pollino con relativo DOS (Direttore Operazione Spegnimento). Tale convenzione, che viene stipulata anche dalle Regioni per potenziare la lotta attiva agli incendi boschivi, ha un
costo di circa € 10.000,00 a settimana per un periodo di tre settimane e precisamente nel periodo dal 28 luglio 2017 al 17 agosto 2017. Inoltre il Presidente riferisce al Consiglio che n. 10 automezzi di proprietà del Parco sono stati restituiti all’Ente dal Comando Carabinieri Forestali e saranno utilizzati nell’ambito del piano A.I.B. previa consegna in comodato ai Vigili del Fuoco e alle Associazioni di Protezione Civile impegnate nello stesso, secondo quanto indicato dai competenti uffici dell’ente;
Uditi gli interventi degli altri componenti del Consiglio i quali si dichiarano d’accordo con il Presidente sia per quanto riguarda la distribuzione degli automezzi riconsegnati dal Comando Carabinieri Forestali, sia in merito alla opportunità di stipulare la proposta convenzione con i Vigili del Fuoco per far fronte alla emergenza incendi che da giorni interessa il territorio del parco;
Ritenuto di utilizzare i 10 automezzi nell’ambito della campagna A.I.B. del Parco Nazionale del Pollino con l’assegnazione in comodato gratuito ai Vigili del Fuoco e alle associazioni di volontariato di protezione civile che stipulano convenzione con questo Ente nell’ambito della campagna antincendi che intervengono nelle aree a maggior rischio incendi;
Ritenuto altresì di approvare la proposta del Presidente e per conseguenza procedere alla convenzione con i Vigili del Fuoco per le finalità e con le modalità indicate dal Presidente nel corso del dibattito, demandando al Direttore dell’Ente gli atti di gestione connessi e conseguenti;
Con voti unanimi favorevoli resi per alzata di mano dagli aventi diritto,
DELIBERA
1. di approvare la premessa narrativa quale parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
2. di utilizzare i 10 automezzi nell’ambito della campagna A.I.B. del Parco Nazionale del Pollino con l’assegnazione in comodato gratuito ai Vigili del Fuoco e alle associazioni di volontariato di protezione civile che stipulano convenzione con questo Ente nell’ambito della campagna antincendi;
3. di assegnare n. 6 automezzi in comodato gratuito ai Vigili del Fuoco e più precisamente n. 4 pik up e n. 1 autobotte al comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Cosenza e n. 1 pik up al comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Potenza distaccamento di Terranova di Pollino;
4. di assegnare i restanti n. 4 automezzi in comodato gratuito alle associazioni di volontariato di protezione civile che stipulano convenzione con questo Ente nell’ambito della campagna antincendi con ubicazione degli automezzi nei comuni di Orsomarso, Papasidero, Valsinni e Castelluccio Inferiore;
5. di potenziare il numero delle squadre nel territorio del Parco dedicate all’antincendio boschivo comprensive del Direttore delle Operazioni di Spegnimento (DOS) con la stipula di apposita convenzione con la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco della Calabria con le modalità e per il periodo indicato in narrativa;
6. di demandare al Direttore dell’Ente la predisposizione di tutti gli atti connessi e conseguenti alla piena attuazione di quanto previsto e secondo gli indirizzi forniti nella presente deliberazione;
Il Consiglio Direttivo con separata ed identica votazione ai sensi dell’art. 11, comma 2, dello Statuto, dichiara il presente provvedimento immediatamente eseguibile per le ragioni espresse in narrativa inerenti l’emergenza incendi nel Parco Nazionale del Pollino
IL PRESENTE VERBALE VIENE LETTO, APPROVATO E SOTTOSCRITTO
Il Presidente: On.le Dott. Domenico Pappaterra

Il verbalizzante: Avv. Antonio Calli

martedì 18 luglio 2017

Una giornata di fuoco ...

Una giornata di fuoco è la norma in questo luglio assolato contrassegnato dalle alte temperature.
Canadair in azione nella Valle del Raganello
 (Immagine di repertorio)
Fino al 2016 la macchina antincendio partiva immediatamente con regolarità e precisione quasi cronometrica e, al suo interno, ognuno aveva un proprio ruolo che svolgeva con costanza e abnegazione: volontari, personale del Servizio antincendio regionale dell’AFOR (Azienda delle Foreste Regionale) con il coordinamento degli uomini del Corpo Forestale dello Stato, canadair, elicotteri regionali.
Una macchina, ben rodata nel tempo, un sistema territoriale conosciuto come i


DOS (Direttori Operativi degli Spegnimenti), uomini in grado di coordinare gli interventi in caso d’incendio: ma tutto è stato smantellato.
Tanto per intenderci, il nostro Pollino aveva 550 DOS; oggi ce ne sono solo 9, distribuiti in tutto l’ambito provinciale e affidati ai Vigili del Fuoco.
Spesso, alle radio di servizio, in presenza di un incendio, si sente chiedere da parte dei Vigili del Fuoco ai volontari dove si trovi la località di montagna interessata dalle fiamme. Mentre l’ex capo della Protezione Civile, Gabrielli, appare in televisione e annuncia che l’Italia ha la più grande flotta di canadair del mondo, omettendo però di dire che questi sono stati affidati alle regioni e i piloti scelti attraverso un bando pubblico, con la conseguenza che i ritardi, dovuti alle gare d’appalto, fanno sì che l’annuncio dei Piani Antincendio Boschivo (AIB) siano annunciati in piena stagione.
A questo triste quadro aggiungo una nota di colore: qualche giorno fa, passando vicino a una nota pasticceria di Morano Calabro, ho notato cinque ex agenti del CFS, ora passati in forza ai Carabinieri, tranquillamente seduti a gustare un gelato, mentre la città veniva sorvolata in continuo dai Canadair.
Tutto questo grazie alla sciagurata Riforma Madia (2016) che ha autorizzato lo smantellamento del Corpo Forestale dello Stato senza i relativi decreti attuativi con i quali si trasferivano ad altri le mansioni fino a quel momento a loro carico.
Gli uomini del CFS erano, alla data del 31 dicembre 2016, su tutto il territorio nazionale, ottomila: poi sono stati distribuiti tra il Corpo dei Vigili del Fuoco (360 appena), la Pubblica Amministrazione (circa 1240), mentre la maggior parte è confluita nel corpo dei Carabinieri, ben 6400.
Se a fronte di questa situazione aggiungiamo le difficoltà legate al passaggio di proprietà dei mezzi del CFS ai vari altri corpi, abbiamo la quadratura del cerchio.
Intervento elicottero della Regione Calabria nella valle
del Raganello (immagine archivio Pisarra )
Nel 2016 il CFS poteva mettere a disposizione dello Stato una flotta di 32 elicotteri, di cui 30 in grado di intervenire prontamente per spegnere gli incendi. Dal primo gennaio 2017 sono stati acquisiti in proprietà dai Carabinieri, che ne hanno trattenuti per sé solo 13, convertendoli però per altre finalità.
Una riforma fatta a tavolino senza avere una visione ampia d’insieme, senza tener conto delle complicanze burocratiche ha messo in ginocchio l’intero territorio nazionale.
Ma chi scrive le norme per i ministeri competenti è … competente?
Sembra proprio di no!
Perché, a guardarla con una certa distanza, questa riforma, pare abbia voluto solo favorire l’Arma dei Carabinieri che ha fatto incetta di uomini, mezzi e strutture a costo zero, mentre lo Stato, in concreto, non ha visto alcun risparmio e in molte circostanze i costi si sono anche raddoppiati. Infatti, in molti paesi, per rimanere nel nostro Pollino, dove per anni sono state presenti entrambe le caserme, il risultato è stato che tuttora continuano ad esistere le due strutture. Quindi se il principio sotteso a quella riforma doveva essere il risparmio, finora questo obiettivo non è stato certamente raggiunto.
Anzi, si sono aggravati i costi in quanto, se consideriamo per esempio anche i protocolli di volo, poiché essi erano differenti per il CFS e i Vigili del Fuoco, ciò ha comportato che molti piloti abbiano dovuto rivedere le procedure e questo ha creato seri ritardi.
La prima parte dell’anno in corso ha visto impegnato il legislatore ha riassegnare ruoli e competenze, un tempo svolte dal CFS, e così tutto quanto concerne la manutenzione dei velivoli è stata accantonata.
Conclusione? Gli elicotteri sono parcheggiati negli hangar in attesa di un certificato; le camionette, le autobotti e altri mezzi sono da ritargare, revisionare e in attesa che la tassa di circolazione sia in regola… mentre i boschi sono in fiamme.
Gli effetti nefasti della Riforma Madia sono ancora più devastanti per le Regioni alle quali compete il servizio di gestione dell’antincendio boschivo e che sono obbligate a mettere a punto ogni anno un piano.
E qui abbiamo la solita situazione a due o tre velocità.
Alcune regioni – come il Veneto e la Toscana – hanno deciso, nel tempo, di organizzarsi in maniera sempre più autonoma, facendo affidamento sui propri dipendenti o sui volontari della Protezione Civile.
La maggior parte di esse, però, continua a scegliere la soluzione più classica delle convenzioni.
La Calabria, come anche la Basilicata, ha approvato il Piano AIB solo lo scorso 11 luglio.
In questi giorni poi, sono apparsi in tutti gli spazi di affissione comunali, i soliti manifesti della regione Calabria che ordina ai cittadini di non bruciare stoppie tra il 15 giugno e il 15 ottobre.
Elicottero in azione (archivio Pisarra)
A ciò bisogna aggiungere il ruolo degli Enti Parco: questi hanno speso negli ultimi anni fior di quattrini acquistando mezzi, attrezzature e strumenti (perfino un drone) per spegnere gli incendi, affidando tutto in convenzione a gruppi di volontari i quali, dopo l’entusiasmo iniziale, si sono andati dileguando.
Risultato di tutto questo è che si fa fatica a coprire con il volontariato l’intero territorio. Infatti, dopo la manifestazione di interesse scaduta alla fine di febbraio, la stipula delle convenzioni è stata fatta solo lo scorso 11 luglio, in piena campagna di fuoco.
Vi pare possibile?
Il mio quesito è: il ruolo di questi enti intermedi qual è?  Se il fuoco “parte” fuori dal perimetro del Parco questi volontari possono intervenire? Quali sono le regole d’ingaggio?
Per fortuna la tenzone tra gli abitanti del Parco e l’Ente di gestione è da tempo scemata, nel senso che le comunità, da questo Parco (come anche da altri), non si aspetta più niente di utile e di nuovo per il miglioramento della propria qualità di vita e di reddito, e la popolazione continua a emigrare come e più di prima.
A ciò si aggiunge anche il fatto che, in molti, per quest’anno stanno decidendo di cambiare zona per le proprie vacanze perché il Pollino brucia.
A nulla valgono le mie precisazioni, come del resto quelle di tanti altri colleghi, che il Pollino, inteso come gruppo montuoso, non è interessato dal fuoco: sta bruciando la Calabria perimetrale ai centri abitati e i terreni abbandonati per i quali il fuoco rimane la soluzione più semplice per farvi pulizia.
Tutto perché è stata abolita l’AFOR con il proprio sistema di vedette territoriali in costante collegamento con una centrale operativa; sono andati in pensione generazioni di operai forestali addestrati a combattere il fuoco, sono andate perse conoscenze che ora è difficile recuperare.
Sarebbe bastato mantenere quello che viene indicato come “l’affiancamento”: un tempo quando una persona stava per raggiungere la data del pensionamento le veniva posta accanto un’altra persona a cui man mano venivano consegnati strumenti, conoscenze e metodo di lavoro.
Oggi, si cancella il passato, si riforma (mai parola è stata più abusata negli ultimi tempi!) a favore di un presente senza un futuro.  




venerdì 7 luglio 2017

Beppe Scutari, la difesa del Parco, il Frido

Parafrasando un celebre titolo di un noto film, non è vero che nulla si muove sul fronte del… Pollino.
Il Torrente Frido prima degli interventi di sbancamento.
Anzi. Ci si muove troppo, magari per cose che hanno poco a che fare con lo spirito istitutivo di un parco, ma la tecnica è sempre la stessa.
I pareri per realizzare una qualsiasi opera si danno in sede di Conferenza dei Servizi, spesso senza entrare nel dettaglio del progetto e delle sue conseguenze sul territorio e in forte contraddizione con i principi ispirativi dell’ente di appartenenza, salvo poi ravvedersi se qualcuno si lamenta, denuncia o apre una polemica discussione su qualche social.
È accaduto in passato, continuerà a succedere ancora: possiamo esserne pur certi.
Anche se i “Beppe Scutari” protempore non ci sono più, non importa, ci sarà sempre un gruppo, un cittadino, un’associazione che – complici i tanti social – metterà in piazza le poco lodevoli iniziative.
Ricordo sempre con nostalgia le lunghe e accalorate telefonate notturne di Beppe Scutari con le quali mi aggiornava sull’ennesimo scempio alla natura, quasi sempre perpetrato con tutte le autorizzazioni pubbliche ritirate nel momento in cui emergeva l’informazione sui giornali locali.
Dopo lo sbancamneto per l'apertura della strada di servizio per
avviare il cantiere.
Se fosse stato qui tra noi il povero Beppe ancora una volta avrebbe provato dispiacere e risentimento, per il grande fallimento dell’idea per la quale ha lottato per tutta la vita: l’idea di parco che ha come faro la conservazione della natura, dei suoi paesaggi, delle sue tradizioni e dei suoi costumi.
Oggi questa visione non c’è più, si va avanti alla giornata eppure…per fortuna nella storia che va avanti, le idee camminano con le gambe di altri uomini, e i mezzi di diffusione mai come oggi abbondano, rendendo sempre meno probabile la possibilità di tenere nascosto un nuovo scempio e il posto di Beppe Scutari è stato preso da un altro grande idealista.
All’apparenza mite, calmo, tranquillo, ma dotato di una grande forza di volontà, anche quando sembra che le sue denunce scivolino via come il vento sulla pelle delle genti del Pollino, è instancabile, sempre pronto a presentare l’ennesimo esposto alla Procura della Repubblica competente per territorio: Ferdinando Laghi.
Di professione medico presso l’ospedale di Castrovillari, appassionato cultore di problematiche ambientali legate alla salute, designato Consigliere all’interno dell’Ente Parco del Pollino è il degno erede di Beppe Scutari.
 
Mappa dei lavori
Laghi, anzi, oltre alla passione che lo accomuna a Beppe, vi aggiunge di suo anche una buona dose di incoscienza e di notevole preparazione sugli argomenti trattati, sui quali è difficile controbatterlo.
 Scrivo questo post sull’onda dell’ennesima denuncia, da lui presentata qualche giorno fa alla Procura della Repubblica di Castrovillari, riguardo l’apertura di una grande strada di servizio lungo il torrente Frido nei comuni di Viggianello e San Severino Lucano per realizzare una nuova centrale idroelettrica.
Questo esposto contiene la denuncia di un altro gravissimo attentato alla natura del nostro parco: sul fiume Frido, in località Magnacane, nel comune di Viggianello, la Regione Basilicata ha autorizzato la costruzione di una centrale idroelettrica con tutte le conseguenti opere ausiliarie.
Prima fra tutte la realizzazione di una ampia strada di accesso per l’allestimento del cantiere.
Sembra di essere all’interno di uno sceneggiato, sempre il solito, con le stesse modalità di regia.
Leggendo l’esposto si scopre che nella prima conferenza di servizi, propedeutica al rilascio della concessione regionale – siamo al 4 giugno 2010 – il Parco ha dato parere favorevole al progetto, in barba alle “raccomandazioni” della legge istitutiva dell’area protetta, in quanto i lavori che si dovevano realizzare ricadevano in “zona uno” del Parco in un sito ZPS (Zona a Protezione Speciale) dove è presente – tra l’altro – anche la lontra.
La Regione Basilicata, forte della prima autorizzazione, ha proceduto per la sua strada e autorizzato l’inizio dei lavori, e lo scorso 16 giugno ha concesso un’altra autorizzazione paesaggistica.
Ma sui social è partita la denuncia con foto e video, cosicché il Direttore del Parco è stato costretto a emanare un’ordinanza di sospensione dei lavori.
Sicuramente la ditta titolare dell’appalto farà ricorso al TAR, l’Ente Parco (forse) si costituirà parte civile e si darà inizio a una nuova telenovela.
un fotogramma del grande sbancamento sul Frido
Eppure sarebbe bastato negare quell’autorizzazione in seno alla prima conferenza dei servizi e il problema si sarebbe risolto subito, proprio perché un Parco ha il dovere di agire in difesa di luoghi, specie, animali presenti nel proprio territorio e per i quali è stata istituita l’area protetta.
L’Ente Parco ha da qualche mese firmato l’ennesimo SCHEMA DI INTENTI con la Regione Calabria, riguardante il bacino idrografico del fiume Lao, con lo scopo di creare “strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico.

Di fronte a questo “schema di intenti” il Frido è un fiumiciattolo, che attraversa ambienti di scarsa valenza paesaggistica, non merita di far parte di questo contratto nazionale in difesa dei fiumi?

Eppure l’Ente Parco era a conoscenza del fatto che il 21 ottobre 2010, in occasione del Quinto Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, facenti parte della Carta Nazionale omonima, era stato presentato uno schema di protezione dei bacini idrografici da far ratificare alle regioni.

Anche alla luce di questo nuovo strumento si poteva porre il diniego alla costruzione di una nuova diga in una regione che ne ha già troppe.

Ferdinando Laghi
Purtroppo molti funzionari non ottemperano alle proprie mansioni e non perseguono i propri obiettivi svolgendo il loro ruolo all’interno di un Ente che dovrebbe avere come punto centrale della sua realtà la difesa dell’ambiente.

Spesso poiché l’autorizzazione paesaggistica è stata data da un ente superiore (che, però, persegue altre finalità, NdR), non si prendono la responsabilità di andare “controcorrente” pur nel rispetto delle norme istitutive per le quali essi sono lautamente pagati.

Era già accaduto [2008] con il Teatro Vegetale, prontamente denunciato da Beppe Scutari e immediatamente fatto sequestrare dal CFS, scoprendo poi che i lavori erano iniziati con la promessa che le autorizzazioni sarebbero arrivate da lì a qualche giorno.

Non conoscevano Beppe.

Ora che Beppe non c’è più il Pollino ha trovato un altro gladiatore con il quale bisogna incrociare la lama: auguri dottor Laghi!



Ferdinando Laghi, intervistato da Radio Radicale, fa il punto sulla captazione del Frido.
l'intervista la trovate qui



PS

Un particolare grazie a Giorgio Braschi e all'Associazione Lupi del Pollino di San Severino lucano per aver concesso l'autorizzazione a utilizzare le foto a corredo di questo post