Collegato
ambientale
Il due febbraio è
entrata in vigore la LEGGE 28 dicembre 2015, n.
221 “Disposizioni
in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il
contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali”[1].
Settantanove articoli,
undici capitoli e numerosi rimandi a vecchie norme, modificate, cassate e
aggiornate da far perdere la testa anche ai giuristi più scafati.
Figuriamoci il
sottoscritto che ha una propria, intensa e vera idiosincrasia della
giurisprudenza.
Ho fatto uno sforzo immane
nello sfogliare le centinaia di pagine alla ricerca di un capitolo di spesa, un
articolo, un comma o una delega in materia di Parchi nazionali, aree protette o
riserve.
Ebbene non ho trovato
nulla.
Eccetto un riferimento
alle aree marine protette dove la norma stabilisce che per i prossimi tre anni
verranno stanziati un milione di euro/anno per il triennio 2017-2020.
Altro non c’è.
Discutendone con
l’amico Giorgio della situazione del nostro parco a seguito dell’insediamento
del nuovo Consiglio Direttivo, mi ha ricordato un mio vecchio articolo
pubblicato su Katundi Ynë dal titolo eloquente:
Parco nazionale del
Pollino: ODISSEA NELLO STRAZIO.
Come dire che sono
passati ventiquattro anni e non è cambiato nulla.
Nonostante il
presidente, il consiglio e tutto il personale del Parco si prodighino a lavorare
per il rilancio dell’area protetta.
I risultati stentano
ad arrivare.
I paesi si spopolano,
la gente emigra, la montagna è sempre più vuota, in balia di avventori e
speculatori senza scrupoli.
Riporto qui di seguito l'articolo che Giorgio ha ritrovato e provveduto a scansionare (che ringrazio); poi di seguito trovate la foto della pagina con l'articolo così come è apparso sulla rivista.
Buona Lettura!!
II Parco Nazionale del Pollino:
Odissea nello strazio[1]
"Io
a questo punto vi saluto,
torno
alla mia casa,
torno
ai miei sogni,
torno
in Patagonia là dove
il
vento scuote le stalle
e
spruzza gelo l'oceano...”
Questi versi presi "in prestito" da
una poesia di Pablo Neruda, esprimono più di altre parole, il disagio, il
pessimismo e la rassegnazione di quanti vedevano nella istituzione del Parco
Nazionale del Pollino, una occasione di riscatto sociale di due popolazioni tra
le più povere del Paese.
Una storia infinita che tra un progetto
speculativo e proposte alternative, tra leggi regionali e norme di
salvaguardia, tra vincoli paesaggistici e opere pubbliche devastanti, si
trascina dal lontano 1968. Con il dm 31.12.1990 il Parco Nazionale del Pollino
veniva perimetrato e venivano dettate le prime norme di salvaguardia. Un atto
storico ma che, come dimostra un dossier del WWF, "non ha bloccato i
tentativi di far passare opere pubbliche inutili e deturpanti, programmate o
approvate anteriormente per esigenze pretestuose o affatto inesistenti.
"Mi riferisco al progetto della "Superstrada Fridica", ma anche
agli "acquedotti rurali del Pollino", che già in passato avevano sventrato
intere "timpe" con sbancamenti e piste per captare sorgenti ad alta
quota (esemplare a tal proposito la vicenda di Pittacurc) di cui non c'era
alcun bisogno.
Ma nonostante tutto ciò e in barba a tutte le
denunce, e persino una diffida del ministro dell'ambiente, c'è ancora qualcuno (leggere
Consorzio di Bonifica) che insiste nella intenzione di captare la Fonte del
Vascello nel cuore del Parco.
Inutile riferire sulle conseguenze di tali
lavori. Ma non è finita qui. Anzi. Alla storia si aggiunge un altro capitolo,
come ci riferisce Sandro Fontana, in un articolo apparso qualche tempo fa su "Nuova
Ecologia". Ma di cosa si tratta? È presto detto. Di lottizzazione e spartizione di
potere e di quattrini tra partiti. Infatti il Pollino non dovrebbe sfuggire
alla Dc, forte sia in Calabria
che in Basilicata. Una lottizzazione, questa, decisa dall'alto, così la Fiat,
l'Eni e l'Iritecna si spartiscono i quattrini per la redazione del piano del parco
(per esempio quello del Pollino è stato affidato alla società Bonifica) in
barba alla legge-quadro che fissa questa fase dopo la costituzione dell’Ente
Parco. Non da meno sono le regioni.
La Calabria solo alcuni giorni fa ha nominato i
due rappresentanti degli enti locali della Commissione che costituirà l'Ente Parco. Per la comunità
del Pollino calabrese, essi sono: Mimmo Pappaterra, ex sindaco di Mormanno e Terenzio Calvosa, sindaco
di Laino Borgo.
Quest'ultimo è stato uno dei più tenaci oppositori
al parco; tant’è che fece una delibera di esclusione del proprio territorio
comunale dall'area protetta. Ma la storia prosegue. Nel periodo natalizio affisso sui muri di Castrovillari, c'era un
manifesto della associazione Alternativa Sud dove si denunciava il pericolo che
fosse stata barattata la sede del Parco con la regione Basilicata. La notizia
fu ripresa da stampa e televisione ma i politici locali minimizzarono il fatto.
Alcuni mesi dopo, invece, tra un convegno e la
presentazione dell'ennesimo libro sul Pollino, arriva la doccia fredda.
Viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica un decreto ministeriale dall'eloquente titolo: Ammissione al
finanziamento degli interventi previsti dall'intesa programmatica con la regione
Calabria relativamente al Parco Nazionale del Pollino. Questa intesa risale
al 16 dicembre 1991 e prevede il trasferimento alle casse regionali di 5687
milioni così suddivisi:
a) interventi di riqualificazione ambientale
nell'area del Pollino … 2 miliardi
b) creazione di un centro servizi nell'area del
PNP ...3.2 miliardi
e) corsi di informazione ed educazione
ambientale per la conservazione delle aree di rilevante interesse naturalistico
...487 milioni.
Due giorni dopo (18 dicembre 1991) nuova intesa
programmatica.
Questa volta con la regione Basilicata, "per
consentire l'istituzione e il primo funzionamento dell'ente di gestione del
Parco Nazionale del Pollino è opportuno effettuare il trasferimento della somma
di lire 2.300 milioni nei confronti della regione Basilicata ove è prevista la
sede legale del suddetto ente a valere sulla indicata somma complessiva di lire
14.000 milioni. A questo va aggiunto:
a) progetto di riqualificazione e tutela
ambientale del parco del Pollino (I lotto) ....1996 milioni
b) gli anni verdi del Pollino (??? ndr) ... 1000
MILIONI
e) Proposta di intervento per la produzione,
valorizzazione, commercializzazione di oggetti di artigianato artistico tipico
del Pollino ... 2500 milioni
d) centro di commercializzazione e
tipicizzazione dei prodotti agricoli e zootecnici del Parco del
Pollino ... 2500 milioni
II cerchio si chiude ed ogni commento è
superfluo, mentre il Pollino continua ad essere asfaltato e/o cementizzato.
Così vanno le vicende di casa nostra, ma a
differenza di Pablo Neruda, che aveva la sua Patagonia dove ritirarsi a meditare,
a sognare e ad ascoltare l'oceano, io sto qui a chiedermi se val la pena continuare a "combattere" per un Pollino
migliore se questo è il destino al quale è condannata questa splendida e
"maledetta" terra di Calabria.
Emanuele Pisarra
PS
Se qualcuno trova, nel "Collegato ambientale", notizie riguardo i parchi nazionali e le aree protette è pregato di segnalarmelo.Grazie
[1] Gazzetta Ufficiale n. 13 del 18/01/2016, la L. 28/12/2015, n. 221 (“Disposizioni in materia ambientale per
promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di
risorse naturali” (cosiddetto “Collegato
ambientale” alla Legge di stabilità 2016).
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