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Io sono sempre dello stesso parere: sino a quando non sarà rinnovata la nostra classe dirigente, sino a quando le elezioni si faranno sulla base di clientele, sino a quando i Calabresi non indicheranno con libertà e coscienza i loro rappresentanti, tutto andrà come prima, peggio di prima.
Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

lunedì 29 aprile 2013

Chiudono i battenti due riviste storiche di montagna

Una delle ultime copertine di ALP
Qualche anno fa di passaggio a Torino chiesi di poter visitare la redazione di Alp. Dopo una serie di peripezie per raggiungere la sede in via Turati fui accolto con molta disponibilità da alcuni redattori che mi fecero fare il giro della redazione; si percepiva nell’aria e si respirava a pieni polmoni l’entusiasmo con il quale si lavorava ad ogni numero della Rivista. Andai via dalla redazione con rammarico e con un certo magone colto da grande invidia per come si operava in quella redazione. Ma anche con diecine di numeri in omaggio che ora conservo gelosamente nel mio archivio di montagna. Allora la redazione di Via Turati si occupava solo di Alp. Due riviste nate in quella Torino che è stata da sempre vicina alle sue Alpi dove il rapporto con le montagne circostanti la città era molto forte e intenso. Oggi pare che questo “amore” sia completamente scomparso e Torino – forse – non è mai stata così isolata dalle Alpi come oggi.
La Rivista della Montagna nasce nel 1970 come luogo di pubblicazione del materiale raccolto in un Centro di Documentazione Alpina .

La redazione è un vivacissimo laboratorio di idee, che, in un tempo in cui le Alpi non sono ancora “terra” completamente divulgata, partoriscono distinti articoli sulla cultura e l’economia alpina ed ammirevoli monografie escursionistiche, alpinistiche e sci-alpinistiche.

Il direttore è Piero Dematteis e la Rivista annovera firme prestigiose come Paolo Gobetti, Marziano Di Maio, Gian Piero Motti; successivamente entrano Alberto Rosso e Giorgio Daidola.
La copertine di uno degli ultmi
numeri della RdM
Già dal primo numero si vede che il periodico non si occupa di soli alpinisti che piantano chiodi e si arrampicano su pareti di roccia impossibili e difficili. Ci sono alcune donne che portano il fieno con sullo sfondo alcune montagne piemontesi. Come dire che la montagna non è fatta per soli alpinisti ma racconta anche di popoli che vivono giorno per giorno le stagioni.
Alp invece nasce nel 1985, fondata da Enrico Camanni con Furio Chiaretta, con la collaborazione fondamentale di Giorgio Vivalda e la sua giovane casa editrice, sulla scia dell’arrampicata sportiva e delle denuncie ambientaliste.

Una rivista che parla non solo di alpinismo ma dei fatti e dei problemi riguardanti la montagna con i più moderni strumenti della comunicazione: splendide immagini e grandi servizi legati ai problemi del territorio e dell’ambiente alpino, lo sfruttamento turistico, il degrado, la salvaguardia, le politiche dei parchi.
La rivista è sempre al pari coi tempi e si trasforma più volte sotto la guida di vari direttori come Marco Albino Ferrari e Linda Scottino e Walter Giuliano.
Infine, il Centro di Documentazione Alpina e l’editore Vivalda confluiscono in un’unica casa editrice, proprio per far fronte alla crisi che già si preannuncia nella editoria di montagna, come ultimo tentativo di rilancio ma non ci sono più le condizioni e l’entusiasmo di un tempo.
Alp chiude i battenti con il 288 numero in edicola proprio in questo mese di aprile.
Emanuele Pisarra