Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

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Art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana

Io sono sempre dello stesso parere: sino a quando non sarà rinnovata la nostra classe dirigente, sino a quando le elezioni si faranno sulla base di clientele, sino a quando i Calabresi non indicheranno con libertà e coscienza i loro rappresentanti, tutto andrà come prima, peggio di prima.
Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

lunedì 22 febbraio 2016

Ricordo di Umberto Eco


Umberto Eco . Dieci frasi celebri[1]
Anch’io, nel mio piccolo, voglio ricordare Umberto Eco.
Ho letto quasi tutti i suoi libri, tuttavia non sono in grado di fare una critica letteraria e quantomeno una recensione dei suoi lavori.
Pubblico di seguito alcune delle sue tantissime frasi celebri che amava lanciare in occasione di incontri con giornalisti o in eventi accademici, per provocare e agitare le acque.
Ho ascoltato, anni fa a Bari, una sua Lectio Magistralis, in occasione della giornata del libro organizzata dalla Laterzaeditori, e, siccome, bisognava premiare la scuola che aveva meglio interpretato il concorso letterario proposto dalla casa editrice, Eco non esitò a mettersi in tasca gli appunti e andare a braccio.
Fu una lezione godibilissima e unica.
Si, è stato davvero un grande della letteratura italiana!


1.      I social e gli imbecilli
“I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione
Umberto Eco (foto dal web)
degli imbecilli”.

Durante un incontro con i giornalisti nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale a Torino in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Comunicazione e Cultura dei media


2.    Chi non legge
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… Perché la lettura è un’immortalità all’indietro”.

Dall’articolo “Perché i libri allungano la vita” pubblicato sulla rubrica La bustina di Minerva, L’Espresso, 2 giugno 1991

3.     Il Computer non è intelligente
“Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi, è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti”.

Dalla prefazione a Claudio Pozzoli “Come scrivere una tesi di laurea di laurea con il personal computer”

4.     Vent’anni di vantaggio
“Di qualsiasi cosa i mass media si stanno occupando oggi, l’università se ne è occupata venti anni fa e quello di cui si occupa oggi l’università sarà riportato dai mass media tra vent’anni. Frequentare bene l’università vuol dire avere vent’anni di vantaggio. È la stessa ragione per cui saper leggere allunga la vita. Chi non legge ha solo la sua vita, che, vi assicuro, è pochissimo. Invece noi quando moriremo ci ricorderemo di aver attraversato il Rubicone con Cesare, di aver combattuto a Waterloo con Napoleone, di aver viaggiato con Gulliver e incontrato nani e giganti. Un piccolo compenso per la mancanza di immortalità. Auguri”.

Da un discorso alle matricole del corso di laurea in Scienze della Comunicazione a Bologna nel 2009.


5.      I due tipi di libro
“Ci sono due tipi di libro, quelli da consultare e quelli da leggere. I primi (il prototipo è l’elenco telefonico, ma si arriva sino ai dizionari e alle enciclopedie) occupano molto posto in casa, sono difficili da manovrare, e sono costosi. Essi potranno essere sostituiti da dischi multimediali, così si libererà spazio […] I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in banca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell’intensità e regolarità delle nostre letture […] Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta”.

Dalla rubrica La bustina di Minerva, l’Espresso 1985

6.     Il terrorismo
“Quando il terrorismo perde, non solo non fa la rivoluzione ma agisce come elemento di conservazione, ovvero di rallentamento dei processi di cambiamento”.


       Dall’articolo “Sparare perché nulla cambi”, pubblicato su Repubblica il 22 marzo 2002

7.     Fidarsi di Wikipedia
“Quanto ci si deve fidare di Wikipedia? Dico subito che io mi fido perché la uso con la tecnica dello studioso di professione [… ] Ma io ho fatto l’esempio di uno studioso che ha imparato un poco come si lavora confrontando le fonti tra loro. E gli altri? Quelli che si fidano? I ragazzini che ricorrono a Wikipedia per i compiti scolastici? [… ] da gran tempo io avevo consigliato, anche a gruppi di giovani, di costituire un centro di monitoraggio di Internet, con un comitato formato da esperti sicuri, materia per materia, in modo che i vari siti fossero recensiti e giudicati quanto ad attendibilità e completezza“.
Dall’articolo “Ho sposato Wikipedia?”, pubblicato su L’Espresso il 4 settembre 2009.
8.     Mike Bongiorno
Mike Bongiorno non si vergogna di essere ignorante e non prova il bisogno di istruirsi. Entra a contatto con le più vertiginose zone dello scibile e ne esce vergine e intatto [… ] pone grande cura nel non impressionare lo spettatore, non solo mostrandosi all’oscuro dei fatti, ma altresì decisamente intenzionato a non apprendere nulla”.
Dalla raccolta di scritti “Diario minimo” del 1963

9.     Paranoia e cospirazione
“La paranoia della cospirazione universale non finirà mai e non puoi stanarla perché non sai mai cosa c’è dietro. È una tentazione psicologica della nostra specie. Berlusconi ha passato tutte le sue campagne elettorali a parlare di doppia cospirazione, dei giudici e dei comunisti. Non ci sono più 
comunisti in circolazione, nemmeno a cercarli col lanternino, eppure per Berlusconi stavano tentando di conquistare il potere”.
Da un’intervista al Guardian nel 2011

10.  L’uomo colto
“Per me l’uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone, ma colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti”.

Da “Se tutta la conoscenza è un viaggio giocoso”, Stefano Bartezzaghi a colloquio con Umberto Eco, pubblicato su Repubblica il 1 settembre 2003





[1] Queste frasi sono state trovate su: il fatto quotidiano.it 

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