Copertina della Cartoguida del Sentiero Italia in Calabria |
Si parte dall'Aspromonte, mirabilmente descritto da Alfonso Picone Chiodo, uno dei maggiori conoscitori di questa splendida terra; a seguire le Serre e il Monte Reventino, vergati dalla penna di Marco Garcea. L'Altopiano Silano invece è stato descritto da Luigi Zaccaro. La Catena Costiera calabrese è stata "trattata" con ampio respiro dal Pino Cosentino e il Pollino è toccato al sottoscritto.
Mi preme dire che la cura editoriale è di Alfonso Picone Chiodo e la Carta generale del Sentiero Italia è stata realizzata dalla ACALANDROS MAP DESIGN.
Un particolare ringraziamento va alla presidente del GR Calabria Mariarosaria D'Atri e a tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione della Cartoguida.
Grazie
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I Monti del Pellegrino e il Pollino.
Il
Sentiero Italia, provenendo dalla Catena Costiera e prima di entrare nella
limitrofa regione Basilicata, attraversa la spettacolare e impegnativa dorsale
calabrese dei Monti del Pellegrino (o dell’Orsomarso) e poi si inerpica nel
Massiccio del Pollino. La sezione di Castrovillari ne prende il “testimone” al
Passo dello Scalone, con il suo ingresso nella valle del fiume Esaro.
Il
primo tratto (sentiero 601) si sviluppa in due percorsi più o meno paralleli
prima di giungere all’abitato di Sant’Agata d’Esaro e si svolge, quando le
condizioni meteo lo permettono, nell’alveo del fiume Esaro tra un filo d’acqua
e una vegetazione spettacolare a perpendicolo. Tra orti, ovili e piccoli
ricoveri si giunge alla periferia del paese. In alternativa bisogna seguire la
vecchia statale 105 dei Due Mari, tra i tornanti dove ad ogni curva si aprono
suggestive finestre sulle pareti dell’Esaro, fino a chiudere la quinta dei
crinali con una visione d’insieme sulla Grotta della Monaca, la più antica
miniera di minerali di ferro e rame della Calabria.
Carta del Sentiero Italia in Calabria |
Questo
tratto del Sentiero Italia attraversa il Massiccio del Pollino proprio sul
confine tra i due gruppi montuosi che fanno parte del Parco Nazionale. Confini
naturali, politici, sociali e religiosi si mischiano in un unicum di ambienti e
arricchiscono l’intero territorio. A questi “punti di forza” bisogna aggiungere
anche i grandi paesaggi naturali, d’alta quota, che rendono davvero unico
questo percorso. Boschi di faggio dominano il cammino, inframmezzati da qualche
gruppo di ontani, per poi lasciare il posto di nuovo alla faggeta intensa,
forte e fitta. In mezzo a questo paesaggio superbo, improvvisamente si aprono
ampie praterie d’alta quota, silenziose ma, fino a non molto tempo fa, popolate
da animali al pascolo, boscaioli, pastori, semplici contadini. Dalle cime si
può spaziare con lo sguardo per centinaia di chilometri e godere di un
grandioso spettacolo di colori e linee: ecco che a oriente appare il mar Jonio,
mentre ad occidente la quinta dei monti termina tuffandosi nel mar Tirreno e
nelle giornate terse non è precluso il limite azzurro della costa pugliese che
demarca il Mare Adriatico. Per chi non cammina per il solo gusto di camminare,
soprattutto nelle prime ore del mattino, è probabile l’incontro con il capriolo
dell’Orsomarso.
Tra
i molti borghi ubicati lungo le tappe del Sentiero Italia che attraversano il
Pollino, svetta il caratteristico abitato di Morano Calabro con il suo castello
che domina la Piana omonima e prelude a nuovi scenari. Il Massiccio del Pollino
con le sue serre sembra precludere il cammino, invece l’attraversamento della
contrada Terra Rossa si rivela facile e interessante: orti, oliveti e diverse
aziende agricole fanno di questa parte del massiccio un vero e proprio scrigno
di biodiversità che accompagna il tragitto fino alle pendici dei monti.
Procedendo
lungo il Sentiero Italia (numero 901), oltrepassato Morano, di nuovo torna il
silenzio: quel silenzio cercato per tanto tempo da fra Bernardo da Rogliano,
prima che egli trovasse nel Colloreto, proprio alle pendici del Monte Pollino,
quella pace che tanto aveva desiderato. Passando vicino ai ruderi di questo
antico monastero ancora si percepisce l’aura di santità del luogo.
L’ultimo
tratto, prima di raggiungere il confine regionale, coincide con una delle più
antiche vie di commercio del sale. Luoghi impregnati di storie di uomini e
dalle loro fatiche tanto da far divenire l’escursionista parte di questa
umanità sulla quale vigilano dall’alto i pini loricati, i giganti del Pollino.
La discesa ai Piani di Vacquarro conduce alla sorgente di Spezzavummula: la più
fredda del Pollino ed alle origini del fiume Frido, prima che esso entri nella
gola sottostante. La Scaletta è l’ultima fatica per ascendere al santuario di
Madonna del Pollino, primo luogo sacro tra i monti in terra di Lucania.
Emanuele Pisarra
PS
Chi desidera avere una copia cartacea si rechi presso una delle nostre sezioni (Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Verbicaro e Castrovillari)
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