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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

martedì 30 agosto 2016

Il Casino Toscano sta crollando


Mi rendo conto di come, all’indomani del terremoto che ha colpito il centro Italia, parlare di recupero di un vecchio immobile nel cuore del Pollino possa sembrare una follia, viste le priorità che derivano dopo un sisma di così alta intensità, ma
Il Casino Toscano.
ritorno sull’argomento perché sono affezionato a questi luoghi e a questa struttura che mi ha visto ospite sin da piccolo, quando mi accingevo a muovere i primi passi nel camminare ed esplorare le nostre montagne.
Ho conosciuto l’ultimo vero “Massaro” che lo gestiva con perizia e grande onestà.
I suoi prodotti caseari - dalle mozzarelle ai caciocavalli - erano semplicemente squisiti: da allora non ho mai più mangiato qualcosa di così buono.
Alla morte del povero Peppino Russo, il Casino Toscano non ha avuto più pace. Vi hanno abitato albanesi, rumeni, indiani: ma nessuno di questi nuovi fattori amava il luogo e aveva un minimo interesse verso i beni loro affidati.
Cavalli al pascolo ai Piani del Pollino
Chiacchierando con queste persone, spesso dallo sguardo triste, mal pagate e mal nutrite, avevo chiara l’impressione di come un’epoca fosse finita: uomini come il signor Peppino non ci sarebbero più stati e un “uso” della montagna, peraltro antichissimo, era in via di smantellamento.
Oggi ci sono ancora le mandrie al pascolo ai Piani del Pollino. Per lo più sono di cavalli, ma non c’è più il mandriano di un tempo: quello che spesso incontravi seduto all’ombra di un pino loricato, circondato da un’orda di cani, a fumare le “Nazionali” senza filtro e che, immancabilmente, ti chiedeva chi fossi e i motivi che ti spingevano a inoltrarti su quelle montagne aspre “dimenticate da Gesù Cristo”. Con quelle domande rivelava tutto il suo desiderio di parlare con qualcuno che non fossero i suoi cani, il mulo e la mandria.
Quel pastore non c’è più.


Da diverso tempo, durante le mie tante escursioni – sia per lavoro che per diletto – non incontro più pastori.
Escursionisti sul sentiero che porta su Serra delle Ciavole.
Anche le più elementari regole del pascolo sono state travolte: non esiste più la turnazione dei prati e si vedono queste mandrie miste lasciate per i Piani del Pollino a vagare alla ricerca del filo d’erba fresco senza sapere e rendersi conto che, a causa di questi continui spostamenti e per l’effetto del calpestio, non ci sarà nessun erbaggio utile alla loro dieta.
Da anni vado dicendo e scrivendo che occorre una regolamentazione del pascolo non più procrastinabile, ma è proprio il caso di dire: “campa cavallo …”.
Qualche giorno fa, di ritorno da una splendida gita su Serra delle Ciavole, ho deciso di passare dal Casino Toscano.
Per chi non conosce la storia di questa particolare struttura di alta quota, posso dire in breve che, quando il reddito di un territorio proveniva in gran parte dalla agricoltura e dalla pastorizia, il sistema era organizzato in diversi livelli tesi a ottimizzare la produzione, la raccolta, la distribuzione e la commercializzazione dei prodotti.
Uno dei luoghi di raccolta era il “Casino” e tutti i grandi proprietari ne possedevano uno o più.
Il Casino Toscano, lato est
Sul Pollino ve ne erano diversi e fra i tanti, spicca, per importanza e posizione geografica il CASINO TOSCANO.
Esso è oggi di proprietà degli eredi della famiglia del marchese Toscano di Cassano Jonio, che possedeva migliaia di capi di bestiame, una notevole estensione di ettari di terreni a vario uso come il pascolo, ma anche per la coltivazione di grano, riso, patate e altri prodotti della terra.
Con l’arrivo dell’estate si portavano le mandrie di bovini, ma anche di cavalli, in alta quota per la più classica delle transumanze.
Una volta raggiunto il Casino, il Massaro prendeva possesso dell’immobile, sistemava le mercanzie, dava disposizioni per attrezzare i recinti per le mandrie a difesa dagli attacchi dei lupi e si apprestava a trascorrere in questi luoghi almeno cinque mesi, prima di tornare in pianura.

Il Casino di Toscano era anche luogo di sosta per tutti i civitesi che si recavano al Santuario di Madonna del Pollino nella prima domenica di luglio.

Il Casino Toscano immerso tra i faggi alle pendici
di Serra di Crispo
Il Casino Toscano è stato costruito nel 1912, si trova a quota 1659 nel comune di Terranova del Pollino. È un grande fabbricato disposto su due piani: a piano terra la cucina, le dispense e la stanza per la lavorazione del latte.

Al piano di sopra le abitazioni per il Massaro e, spesso, vi alloggiavano anche il Marchese e i suoi sodali, che amavano trascorrere in alta montagna le giornate più calde della stagione. Mentre gli stagionali, i “furisi”, dormivano in alloggi di fortuna, circondati dagli animali.
Prima del completo abbandono ci fu un ultimo tentativo da parte dei proprietari di cambiare l’uso di questi suoli: far diventare questi posti una sorte di grande dormitorio costituito da tantissime piccole case di legno disseminate tra i faggi, ma il pronto intervento delle associazioni ambientaliste bloccò il tentativo di speculazione.
Il Casino Toscano con il lato mancante. 
Grazie al lungimirante Presidente del neonato Ente Parco che comprò questi terreni, si evitò lo scempio di vederlo trasformato in un villaggio turistico ma ciò ha comportato che il Casino Toscano - rimasto di proprietà del Marchese e dei suoi eredi – sia caduto in disgrazia.
Abbandonato a se stesso, senza manutenzione, con le porte sventrate dai soliti vandali, sta crollando a pezzi. Anzi ne è già venuta giù una prima ala, che in parte era stata tamponata alla meglio.
Basta un altro inverno rigido e possiamo dire addio al Casino Toscano.
E allora che fare?
Ecco la mia proposta:
  • ·       il Casino Toscano deve essere acquistato dall’Ente Parco, rimesso in sesto e reso disponibile a studiosi, per esempio, del pino loricato;
  • ·       diventi luogo di una piccola guarnigione di Guardie forestali a garanzia e sicurezza per tutti quelli che camminano questi luoghi;
  • ·       può essere la foresteria per coloro che vogliono fermarsi per qualche giorno in queste località, dando anche un piccolo reddito a una eventuale gestione;
  • ·       unica condizione: l’accesso sia consentito solo a piedi.

Soprattutto fare in modo tale che non si perda l’ennesimo pezzo di memoria storica del nostro Pollino.
Non credo che ciò accadrà mai … io ci spero.
Tanto non costa nulla!  




11 commenti:

  1. L'ho pensato sempre anch'io, e perchè no...ristrutturandolo identico com'è, aggiungendo pannelli fotovoltaici, wi.fi satellitare, e una stalla per i cavalli della forestale che oltre a tutelare le persone, anche il territorio....cinque-sette forestali a cavallo possono controllare ogni giorno partendo da casino toscano, da colle marcione a gaudolino, passando per pietra castello e jannace
    Ciao Quirino

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    1. Ciao Quirino.
      La tua proposta coincide esattamente con quello che penso sull'uso del Casino Toscano.
      Mi sto attivando per trovare i contatti giusti.
      un caro saluto

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    2. Ciao, si è poi saputo più niente sul Casino Toscano?

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  2. Conosco bene il posto e ho anche conosciuto a suo tempo Peppino Russo (morto - a quanto pare - per una faida locale). Ed è proprio questo il punto: anche se rimesso a posto il Casino Toscano sarebbe sempre preda della gentaglia che frequenta spesso quei posti (ho visto certe facce da "ingalerati" da fare paura). Come tante strutture presenti nel Parco, se non COSTANTEMENTE presidiate farebbe la solita fine: porte sfondate e struttura saccheggiata. Purtroppo se non cambiano le persone ....

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    1. Il "Massaro" di Casino Toscano, il sig. Peppino Russo, morì d'infarto e non vittima di faide.
      La nuova filosofia che caratterizza il Parco ( o almeno è alla base) sta nel fatto che prima e durante la costruzione di una struttura si cerca il gestore e i beneficiari dell'immobile.
      In questo caso sarebbe molto semplice in quanto il Casino Toscano dovrebbe essere un presidio del CFS sul Pollino.
      almeno fino a quando esisterà ..

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  3. Visto che sta per crollare perché non contattare gli eredi e vedere se sono disposti a donarlo all'Ente Parco?

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    1. Grazie Emilio.
      E' proprio quello di cui mi sto occupando in questo momento.

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  4. Mettiamo su una petizione e raccogliamo i soldi necessari all'acquisto

    Adriano Castelmezzano

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    1. Caro Adriano,
      non sono d'accordo con te per il semplice motivo che non basta raccogliere dei denari, ma come dicevo sopra, il problema delle nostre strutture è SEMPRE la gestione.
      E noi non siamo in grado di gestirle.

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  5. Bella idea, mi sono innamorata di questi posti facendo escursionismo. Recuperiamolo!!!!! La bellezza del tempo passato!!

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  6. Buongiorno, durante una ricerca sul Casino Toscano, mi sono imbattuta su questo blog. Innanzitutto mi presento, sono la nipote del signor Giuseppe Russo, vorrei chiarire che il mio povero nonno è deceduto di tumore al cervello in tre mesi e non di faide interne, cose ben lontane dalla nostra famiglia. Dopo pochi anni anche mio padre è venuto improvvissamente a mancare, purtroppo il cosiddetto massaro non poteva più esserci e ci siamo dovuti far aiutare da operai di fortuna, non a tutti può piacere perdersi in quelle montagne. Poi vorrei informarvi che la mia famiglia detiene il Casino Toscano da ormai 50 anni, siamo riusciuti , per quel poco, a metterlo in sicurezza in quanto impossibilitati a trasportare materiale vista la strada impercorribile, e più volte sollecitato il comune e l'ente parco di mettela a posto. Ora non voglio star qui a discutere di faccende di famiglia con persone che no ne hanno la minima idea. Vi prego di non aggiungere negli anni altri commenti a riguarda, lasciamo riposare i morti e con loro forse anche il Casino Toscano.

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