Mentre
in Italia nascono nuovi Cammini noi stiamo a guardare.
Come
si evince dalla Carta dei Cammini d’Italia la Calabria e la Basilicata hanno un
“Grande Buco” .
Ma a
ben vedere sul Pollino esiste già un Cammino detto dei Briganti organizzato a
suo tempo dalla Comunità Montana Val Sarmento, solo che non lo percorre nessuno
perché non è segnalato e nessuno sa della sua esistenza.
Carta dei Cammini in Italia. Da notare come non c'è nessun percorso consigliato in Calabria e Basilicata. |
A
questo si aggiunge il “Cammino Mariano”, che collega tutti i santuari
dedicati alla Madonna: esso è in fase avanzata di progettazione, ma… fermo
perché l’Ente Parco non ha il coraggio di indire la procedura di gara affinché
questa idea del prof. Mario Martino si trasformi nel tracciato completo percorribile
anche da chi non ha grandi esperienze di Cammini.
Sul
Pollino si preferisce spendere denari per realizzare il TRAMPOLLINO. Tanto più
che questo secondo è già stato finanziato con fondi della Regione Basilicata
giacenti nei “tiretti” dell’Ente Parco da quasi due anni e in attesa di essere
spesi
Ci
sono tanti spunti nella storia calabrese per realizzarne e di davvero
interessanti nel nostro territorio: da San Francesco di Paola, a Norman Douglas
gli altri Viaggiatori del Gran Tour…, sulla linea del “Cammino dell’Inglese” realizzato
in Aspromonte, che fino ad ora è stato inteso come una tappa
escursionistica…
Ancor
più proprio quest’anno che il Ministro dei Beni Culturali ha proclamato il 2016 ANNO NAZIONALE DEI CAMMINI.
Ecco un’altra
occasione perduta e proprio nell’anno del giubileo della Misericordia che ha
dato nuova linfa a quei luoghi di devozione da sempre meta di pellegrinaggio.
Noi
no!
Continuiamo
a costruire cattedrali nel deserto in nome di non si sa bene quale sviluppo
sostenibile.
Nel
frattempo si favorisce il riavvio della Centrale del Mercure, si costruisce una
mega struttura sulle ceneri della “Tenuta delle Principessa”, chiusa ancora
prima di essere aperta, nonostante l’affidamento, ma mai preso in carico, a una
cooperativa di servizi.
Ripristinare
il Sentiero dei Briganti, no!
Logo Camminomarianopollino. |
Avviare
la realizzazione, almeno per il versante lucano, del Cammino Mariano del
Pollino, no!
La Via
Francigena, che ha tutti i crismi per essere l’equivalente italiano di quel che
è diventato in questi ultimi anni il Cammino di Santiago, proprio nell’anno giubilare
sta registrando la presenza di grandissimo numero di camminatori.
Non è
solo la fede la ragione dei camminatori che s’avviano per questi cammini: è
desiderio di essere a contatto con la natura, di ritrovarsi nell’andare a passo
lento… meditando…
L’andare
a piedi è una nuova forma di turismo capace di mettere in rete e far conoscere
borghi abbandonati, piccoli paesi di montagna, aree protette sconosciute alle grandi
masse.
In Italia sono
quasi settemila i chilometri percorribili da Nord a
Sud, ripartiti in circuiti e itinerari di difficoltà e lunghezze diverse in cui
si diluiscono storia,
arte, sacro e profano.
Nei siti sparsi in Rete si possono trovare i vari percorsi divisi in tappe,
con mappe dettagliate,
informazioni utili, elenchi di luoghi dove mangiare e dormire.
Ne ho scelti undici
che meritano di essere conosciuti e che un giorno vorrei percorrere tutti.
1. Via Francigena: 1000 km dal San Bernardo a Roma
Il percorso è quello tracciato dall’Arcivescovo britannico Sigerico nel
suo viaggio di ritorno dalla “città eterna” a Canterbury nel 990. Mille chilometri di strada
che dal passo del Gran San Bernardo attraversano
l’Italia dal nord al centro in 79 tappe, fino a Piazza San Pietro,
tra natura, borghi che hanno mantenuto tutto il fascino delle loro architetture
e scorci di storia. Al percorso principale si aggiunge la “Via Francigena
del Sud”, che arriva
fino a Brindisi l’imbarco per raggiungere la Terra Santa, e che si spinge fino a Santa
Maria di Leuca. Chi incomincia il cammino, può ricevere la
credenziale che testimonia lo status
di pellegrino. La strada, nel 1994 è stata riconosciuta “itinerario
culturale del Consiglio d’Europa”.
2. Via degli Abati: 190 km sui monti tra Pavia e Pontremoli
Nell’Alto Medioevo i
Longobardi, prima di conquistare il passo della Cisa, utilizzavano questa strada per
spostarsi da Pavia, capitale del loro
regno, ai domini della Tuscia e alla zona di Lucca.
Nota anche come “Via Francigena di Montagna”, la Via degli Abati
costituisce una variante più antica e impegnativa rispetto a quella tracciata
dall’Arcivescovo Sigerico che, per
arrivare dalla Toscana all’Emilia, passò per la Cisa. Per ogni tappa si possono
ottenere i “certificati di passaggio” che
testimoniano l’avvenuto cammino: questa “via degli abati” si può percorrere in otto
giorni.
3. Cammino di
Sant’ Agostino
La Basilica del Pettoruto: uno dei Santuari più importanti toccato dal Camminomarianopollino. |
Il “Cammino
di Sant’Agostino” è un pellegrinaggio mariano ideato per raggiungere
e collegare nelle sue tappe cinquanta santuari mariani della Lombardia. Il percorso tocca tre
località lombarde legate alla figura di Agostino da Ippona: Rus Cassiciacum (oggi Cassago Brianza), luogo della sua conversione, Milano, la città capitale imperiale luogo del
battesimo, e Pavia,
ove si trovano le reliquie.
Il tragitto
prevede anche la possibilità di percorrere a piedi - nei due sensi - da Pavia a Genova, città in cui le reliquie agostiniane
furono sbarcate nel VII secolo per essere traslate a Pavia percorrendo la Via
del Sale. La lunghezza attuale dei percorsi italiani è di 926 km. È possibile
una prosecuzione del cammino per ulteriori 605 km in terra nordafricana, da Tunisi-Cartagine a Ippona e ritorno, passando per Tagaste: i luoghi in cui il Santo
della Grazie nacque si formò e operò.
4. Cammino dei briganti: 100 km tra Abruzzo e Lazio
Una tempo i confini tra Lazio e Abruzzo erano la terra dei briganti della banda di Cartore che, tra la Val de Varri la Valle del Salto e le pendici del Monte Velino, combattevano contro l’invasione dei Sabaudi, spostandosi sulla frontiera che allora separava lo Stato pontificio dal Regno borbonico. Attualmente un circuito ad anello di cento chilometri ricalca le loro orme passando tra borghi medievali sconosciuti, boschi e radure che attraversano la Marsica e il Cicolano.
5. Cammino di Assisi: da Dovadola ad Assisi in 300 km
Camminomarianopollino. In cammino verso Grisolia paese. |
6. Via degli Dei: da Bologna a Firenze in 130 km
Gli Etruschi la percorrevano
secoli fa per garantirsi un collegamento tra Fiesole e Felsina,
nella pianura Padana. I Romani, la trasformarono nella “Flaminia militare”, una strada
lastricata che consentiva di attraversare l’Appennino tosco-emiliano; fu utilizzata come semplice
mulattiera anche nel Medioevo.
7.
Cammino
di San Benedetto: 310 km da Norcia a Montecassino
Nato sulle tracce della vita e delle
opere di san Benedetto
da Norcia, il percorso si snoda nel cuore del centro Italia e
si estende per 310 chilometri suddivisi in 16 tappe che dall’Umbria portano sino al Basso
Lazio, al confine della Campania, seguendo le
antiche vie di collegamento tra i monasteri benedettini.
Si inizia da Norcia, paese natale del Santo, per arrivare, attraverso i monti Sibillini e
la valle
dell’Aniene, a Subiaco,
fino a terminare il percorso a Montecassino.
8. Cammino di Sant’Antonio: più di 400 km da Venezia/Padova fino a La Verna
L’itinerario è di oltre 400 chilometri (a seconda che si parta da Venezia, Padova o dai santuari antoniani di Camposampiero) e rievoca la vita itinerante del frate. Passando per sentieri immersi nella natura, tra rocche e badie, si arriva a Montepaolo in Romagna e infine al Santuario di La Verna, in provincia di Arezzo, attraverso venti tappe.
9.
Via
della Transumanza: 224 km da L’Aquila a Foggia
Un cammino, riscoperto relativamente di
recente, che affonda le sue radici in una delle più lontane tradizioni
d’Italia: la transumanza. Fino a
cinquant’anni fa i pastori lo utilizzavano ancora. Il “Tratturo Magno” è il più grande e
importante delle “vie d’erba” che si percorrevano per spostare le greggi di
pecore da Nord a Sud e viceversa. Uomini e bestiame impiegavano circa quindici giorni per
viaggiare dall’Abruzzo alla Puglia a piedi. In tutto, sono 224 chilometri
che, partendo da L’Aquila e lasciando alle spalle i massicci del
Gran Sasso, portano fino al Tavoliere
delle Puglie, lambendo le sponde del mare Adriatico.
10. 511 km verso Monte Sant’Angelo
Camminomarianopollino. Un momento durante i sopralluoghi lungo il tragitto dal Pettoruto ai Pantagnoli di Grisolia |
Forse ancor prima di Roma e di Santiago di Compostela, una delle storiche mete dei pellegrini era Monte Sant’Angelo, il luogo dove si dice che nel 490 d.C. in una grotta apparve l’Arcangelo Michele. Il cammino era noto fin dai tempi di san Francesco come via per la Terra Santa e abbiamo notizia che egli stesso si recò in questa grotta in pellegrinaggio. Per i viaggiatori moderni, che si mettono in marcia sulle orme del Santo di Assisi, il percorso è costituito da 25 tappe a piedi (10 in bicicletta) che dall’Abruzzo portano in Puglia, passando per il Molise e attraversando, così, quel pezzo d’Italia ancora poco conosciuto di dannunziana memoria che scende “all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti”.
11. Italia
Coast to Coast: 400 km dal Conero all’Argentario
Cammino di Santiago. Soluzione ingegneristica per far superare un guado ai pellegrini |
Italia Coast to Coast è un itinerario di 400 chilometri da
percorrere a piedi o in
bicicletta per riscoprire il cuore dell’Italia, fatto di borghi semisconosciuti, rovine, tradizioni popolari e paesaggi mozzafiato.
Una Route 66 nostrana
che si snoda attraverso sentieri, tratturi, sterrati e strade dove non passa
quasi mai nessuno, un’Italia dimenticata e dalla bellezza straordinaria e nascosta. Si parte da Portonovo,
un borgo di pescatori vicino ad Ancona, per poi seguire
la via verso le alture fino a Nocera Umbra, città
della acque, e giungere ad Assisi.
Le tappe toccano poi Todi, la “perla
dell’Umbria”, Orvieto con la sua
storia e i suoi monumenti, e il Lago di Bolsena, fino ad
arrivare a Manciano sulla Maremma e
approdare a Orbetello, meta finale
del percorso.
Rispetto a
questi undici Cammini che hanno già una loro “storia”, in conclusione, anche la
Calabria e la Basilicata, oltre ai pochi già esistenti e quasi sconosciuti, solo
se lo si volesse, potrebbero averne diversi altri che possono essere realizzati
in poco tempo.
Basterebbe
davvero poco e proprio perché non sono necessarie ingenti somme … non se ne fa
nulla!
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