Intanto il governo nazionale e quello locale fanno a gara per ricordarci le
"magnifiche sorti progressive" che ci aspettano: inaugurazione di
nuove strade e grandi opere, con un mai sopito pensierino al Ponte.
Speriamo che la colpa di questi disastri (che per alcuni è una fortuna) non
venga data ai giornalisti che ce li ricordano o a quegli impenitenti
disfattisti e pessimisti che non sanno convincersi di vivere nel migliore dei
mondi possibile e che, magari, continuano a illudersi che il peggio possa
finire e sperano di essere smentiti dai professionisti del "fare"
(che ancora sono bravi solo nelle chiacchiere e nelle lamentele).
Vito Teti
antropologo
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