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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

martedì 22 marzo 2016

Cammino di Sant’Agostino

Da tanto tempo desideravo percorrere una tappa, quella in Lombardia, del Cammino di Sant’Agostino, conosciuto anche come il “Cammino della Rosa”, un po’ per ragioni storiche, un po’ per il puro piacere di camminare e, infine, per scoprire una Milano che vada oltre la cronaca e il mito. 
Emanuele Pisarra sul Cammino
di Sant'Agostino
(Foto di K. Tiziani)
Alcune notizie tratte dal sito Ufficiale.
Il Cammino di Sant’Agostino è un pellegrinaggio mariano concepito  nel nome del Santo della Grazia, per raggiungere e collegare nelle sue tappe cinquanta Santuari mariani della Lombardia,  toccando tre località lombarde legate alla figura di Agostino da Ippona: Rus Cassiciacum (oggi Cassago Brianza, luogo della sua conversione), Milano (la città capitale imperiale, luogo del battesimo) e Pavia, dove si trovano le reliquie del Santo al quale il Cammino è dedicato.
Il tragitto prevede una notevole estensione da percorrere a piedi - nei due sensi - da Pavia a Genova (città dove le reliquie agostiniane giunsero nel VII secolo, per essere traslate a Pavia lungo la Via del Sale). La lunghezza attuale dei percorsi italiani è di 926 km. È possibile una prosecuzione per ulteriori 605 km in terra nordafricana, da Tunisi-Cartagine a Ippona e ritorno, passando per Tagaste.
Caratteristica peculiare del Cammino di Sant'Agostino è la forma del percorso che disegna una figura stilizzata di rosa.

Il Cammino della Rosa: fiore, foglie, gambo e radici

carta del Cammino di Sant'Agostino
Questa rosa ha il suo fiore nella Brianza comasca, lecchese e monzese, le foglie in direzione est e ovest lungo le Province di Monza e Brianza, Milano, Varese e Bergamo,; il gambo a unire le città di Monza, Milano, Pavia e Genova in un lungo asse in direzione nord-sud, le radici a collegare le città "agostiniane" di Tunisi-Cartagine, Tagaste e Ippona, su suolo africano.

Il 
fiore
È un tracciato circolare chiuso di 352 km, da percorrere in 15 giornate di cammino: inizia e si conclude a Monza, toccando trenta Santuari mariani e transitando per la località di Rus Cassiciacum, dove Agostino soggiornò per alcuni mesi e si convertì alla fede cristiana, immediatamente prima del battesimo milanese;
La foglia orientale
È un percorso da Milano a Monza in direzione est di 99 km lungo i canali Villoresi e Martesana, e tocca otto Santuari mariani garantendo il collegamento a piedi per i pellegrini che giungono dall'aeroporto di Orio al Serio;
La foglia occidentale
Da Monza a Milano a in direzione ovest di 91 km corre lungo il canale Villoresi e le Vie d'Acqua dell'area Expo 2015, e collega otto Santuari mariani per i fedeli che giungono all'aeroporto di Malpensa;
Il gambo
Unisce le città di Monza, Milano, Pavia e Genova lungo il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese e successivamente lungo l'appenninica Via del Sale, per un totale complessivo (considerando l'andata e il ritorno su tragitti separati da Pavia a Genova) di 384 km, e tocca quattro Santuari mariani.
Le radici
Sul suolo Nordafricano i percorsi tra i luoghi nativi di Agostino, collegano le città di Tunisi-Cartagine, Tagaste e Ippona per una lunghezza complessiva, dalla Tunisia a all’Algeria e ritorno, di 605 km e 30 giornate di percorso a piedi.

PRIMA TAPPA
La prima tappa dell’anno che ho percorso va dalla Certosa di Garegnano, al Santuario di Santa Maria alla Colombara quindi al Santuario Beato Carlo Gnocchi (Chiesa giubilare), Santuario di Santa Maria delle Grazie (Chiesa penitenziale) e Basilica di Sant’Ambrogio (Chiesa giubilare).
Emanuele Pisarra riceve il timbro del
Cammino sulla credenziale
(Foto di E. Pisarra)
Una sorta di camminata cittadina, in una Milano deserta, addormentata e, stranamente, silenziosa.
A parte un disguido alla partenza, causato da affollamento dato il giorno delle Palme, per cui il nostro gruppo è partito dalla Chiesa della Colombara invece che dalla Certosa di Garegnano, quindi, dopo le formalità di rito (presentazione del percorso e timbro sulla credenziale), siamo arrivati al Giardino dei GIUSTI: una collina realizzata con le macerie della seconda guerra mondiale, in seguito rinverdita e che oggi si presenta come un piccolo polmone verde in una città inquinata.
Una visita, seppur veloce, a questo luogo dedicato alla memoria delle tante personalità che hanno resistito alla violenza nazista e ai tanti altri regimi che hanno e, in molte parti del mondo ancora continuano, a maltrattare, torturare e uccidere donne, uomini, bambini e interi popoli.
Dopo un momento di profonde riflessioni per quanti sono i nomi e per le date che mostrano come gli orrori non finiscono mai, con un grosso groppo alla gola mi sono allontanato in fretta da questo posto molto rattristato.
Forse perché oggi è una giornata di cammino nel segno di un grande santo della nostra storia,mi sono ripromesso di tornare qui con più calma.
La segnaletica del cammino di Sant'Agostino
Il Cammino con i compagni di viaggio prosegue tra una chiacchiera e una considerazione sulla bellezza di questa città e dell’Italia - in concomitanza ci sono le giornate del FAI - che ha un patrimonio fantastico, secondo a nessuno, che tutto il mondo ci invidia. Peccato che molti nostri governanti non lo sappiano. Infatti, anche se è in atto un timido tentativo di rilancio dei nostri beni culturali da parte del ministro Franceschini, sono convinto che il Ministero dei Beni Culturali vada completamente rifondato, con nuovo personale; venga rivista la normativa e il ruolo delle Sovraintendenze, e, soprattutto, che occorrano investimenti, investimenti e ancora investimenti: solo così potremo trarre benefici da tutto questo patrimonio che, è condannato ad andare in rovina.
La prima tappa d’arrivo è al santuario del Beato don Carlo Gnocchi.
Originale struttura, realizzata dopo la morte del grande sacerdote, annessa all’ospedale omonimo, ha consentito una piccola sosta per un panino e di partecipare alla messa, celebrata da padre Michele, insieme con il Sacerdote rettore.
All’avvio, siamo passati di fronte alla clinica e mi ha fatto una certa impressione leggere i numerosi striscioni che denunciano l’aspra vertenza dei lavoratori nei confronti della Fondazione proprietaria. Slogan molto forti, che danno il polso su come venga gestito il denaro pubblico e del ruolo del malato ridotto a mero numero, oggetto da sfruttare  per portare avanti interessi molto lontano dai valori perseguiti da don Gnocchi.
Arrivo a Santa Maria delle Grazie
(Foto di E. Pisarra)
La camminata prosegue verso Santa Maria delle Grazie.
Percorrendo Viale Magenta, tra palazzi antichi, sfarzosi, di buon gusto rispetto a tanti dell’edilizia moderna, si supera la residenza dell’Ambasciata di Francia, oltrepassando il Cenacolo Vinciano, all’improvviso appare la Piazza con la Cupola del Bramante: un incontro semplicemente splendido se non fosse per la scontrosità dei responsabili che non … sono molto tolleranti con i pellegrini.
Ma noi, inflessibili, abbiamo seguito un monaco domenicano che ha – anche se a malincuore – timbrato le nostre credenziali.
Veramente una brutta accoglienza!
Se non fosse per la cupola del Bramante e per la bellezza della Chiesa, che davvero riempiono il cuore, non avrei soprasseduto a presentare le mie rimostranze alla mancanza di delicatezza del personale della vigilanza.
Ottenuto il nostro timbro, abbiamo immediatamente ripreso il Cammino in direzione della Basilica di sant’Ambrogio.  
Basilica di sant'Ambrogio Milano
(Foto di E. Pisarra)
Siamo usciti dalla chiesa, e oltrepassato il chiosco, ci siamo ritrovati davanti all’albergo delle “Stelline” (per le ragazze l’equivalente dell’orfanotrofio dei “Martinitt”, sempre qui a Milano).
Quanta storia e storie in questo luogo!
Camminare a quest’ora del pomeriggio, mentre la città ancora non è completamente sveglia, è una sensazione strana: tutti pensano che Milano sia una città caotica (e a qualche semaforo lo abbiamo percepito), ma almeno la domenica sembra sia più disponibile, una città che si offre tranquilla per essere osservata e in alcuni punti molto ammirata.
Percorriamo via Zenale, per uscire su Via San Vittore.
Ormai sono le cinque del pomeriggio e la città riprende la sua frenesia. È curioso notare come le persone muovendosi in gruppo si sentano padrone del mondo: diversi semafori sono attraversati con il “rosso” con notevole disappunto degli automobilisti e grande preoccupazione dell’organizzazione. Ma tutto procede bene.
Il Rettore della Basilica di Sant'Ambrogio
accoglie i pellegrini (Foto di E. Pisarra)
All’improvviso, in fondo al viale appare la Basilica di Sant’Ambrogio.
Non sono uno storico dell’arte e tantomeno un agiografo, ma la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di così “bello”, testimone della venerazione per un grande Santo, in un luogo tanto ricco di storia, pieno di gente, accolti dal Rettore con entusiasmo e gioia: è stata proprio una sensazione straordinaria!.
E Con il saluto del Rettore, la lettura della Preghiera del Santo Padre per l’anno giubilare, la visita alla chiesa e al sepolcro del Santo, si conclude la mia prima tappa sul Cammino di Sant’Agostino.

Ultreya! (Buon Cammino)



Cammino di Sant'Agostino 



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