Da
tanto tempo desideravo percorrere una tappa, quella in Lombardia, del Cammino
di Sant’Agostino, conosciuto anche come il “Cammino della Rosa”, un po’ per
ragioni storiche, un po’ per il puro piacere di camminare e, infine, per
scoprire una Milano che vada oltre la cronaca e il mito.
Emanuele Pisarra sul Cammino di Sant'Agostino (Foto di K. Tiziani) |
Alcune notizie tratte dal sito Ufficiale.
Il Cammino di Sant’Agostino è un pellegrinaggio mariano concepito
nel nome del Santo della Grazia,
per raggiungere e collegare nelle sue tappe cinquanta Santuari mariani della
Lombardia, toccando tre località
lombarde legate alla figura di Agostino da Ippona: Rus
Cassiciacum (oggi Cassago Brianza, luogo della sua conversione), Milano (la
città capitale imperiale, luogo del battesimo) e Pavia, dove si
trovano le reliquie del Santo al quale il Cammino è dedicato.
Il tragitto prevede una notevole estensione da percorrere a piedi - nei due
sensi - da Pavia a Genova (città dove le reliquie agostiniane giunsero
nel VII secolo, per essere traslate a Pavia lungo la Via del Sale). La
lunghezza attuale dei percorsi italiani è di 926 km. È possibile una
prosecuzione per ulteriori 605 km in terra nordafricana, da
Tunisi-Cartagine a Ippona e ritorno, passando per Tagaste.
Caratteristica peculiare del Cammino di Sant'Agostino è la
forma del percorso che disegna una figura stilizzata di rosa.
Il Cammino
della Rosa: fiore, foglie, gambo e radici
carta del Cammino di Sant'Agostino |
Questa rosa ha il suo fiore nella Brianza comasca,
lecchese e monzese, le foglie in direzione est e ovest lungo
le Province di Monza e Brianza, Milano, Varese e Bergamo,; il gambo a
unire le città di Monza, Milano, Pavia e Genova in un lungo asse in direzione
nord-sud, le radici a collegare le città
"agostiniane" di Tunisi-Cartagine, Tagaste e Ippona, su suolo
africano.
Il fiore
È un tracciato circolare chiuso di 352 km, da percorrere in 15 giornate di cammino: inizia e si conclude a Monza, toccando trenta Santuari mariani e transitando per la località di Rus Cassiciacum, dove Agostino soggiornò per alcuni mesi e si convertì alla fede cristiana, immediatamente prima del battesimo milanese;
Il fiore
È un tracciato circolare chiuso di 352 km, da percorrere in 15 giornate di cammino: inizia e si conclude a Monza, toccando trenta Santuari mariani e transitando per la località di Rus Cassiciacum, dove Agostino soggiornò per alcuni mesi e si convertì alla fede cristiana, immediatamente prima del battesimo milanese;
La foglia orientale
È un percorso da Milano a Monza in direzione est di 99 km lungo i canali Villoresi e Martesana, e tocca otto Santuari mariani garantendo il collegamento a piedi per i pellegrini che giungono dall'aeroporto di Orio al Serio;
È un percorso da Milano a Monza in direzione est di 99 km lungo i canali Villoresi e Martesana, e tocca otto Santuari mariani garantendo il collegamento a piedi per i pellegrini che giungono dall'aeroporto di Orio al Serio;
La foglia occidentale
Da Monza a Milano a in direzione ovest di 91 km corre lungo il canale Villoresi e le Vie d'Acqua dell'area Expo 2015, e collega otto Santuari mariani per i fedeli che giungono all'aeroporto di Malpensa;
Da Monza a Milano a in direzione ovest di 91 km corre lungo il canale Villoresi e le Vie d'Acqua dell'area Expo 2015, e collega otto Santuari mariani per i fedeli che giungono all'aeroporto di Malpensa;
Il gambo
Unisce le città di Monza, Milano, Pavia e Genova lungo il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese e successivamente lungo l'appenninica Via del Sale, per un totale complessivo (considerando l'andata e il ritorno su tragitti separati da Pavia a Genova) di 384 km, e tocca quattro Santuari mariani.
Unisce le città di Monza, Milano, Pavia e Genova lungo il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese e successivamente lungo l'appenninica Via del Sale, per un totale complessivo (considerando l'andata e il ritorno su tragitti separati da Pavia a Genova) di 384 km, e tocca quattro Santuari mariani.
Le radici
Sul suolo Nordafricano i percorsi tra i luoghi nativi di Agostino, collegano le città di Tunisi-Cartagine, Tagaste e Ippona per una lunghezza complessiva, dalla Tunisia a all’Algeria e ritorno, di 605 km e 30 giornate di percorso a piedi.
Sul suolo Nordafricano i percorsi tra i luoghi nativi di Agostino, collegano le città di Tunisi-Cartagine, Tagaste e Ippona per una lunghezza complessiva, dalla Tunisia a all’Algeria e ritorno, di 605 km e 30 giornate di percorso a piedi.
PRIMA TAPPA
La prima tappa dell’anno che ho
percorso va dalla Certosa
di Garegnano, al Santuario di Santa Maria alla Colombara quindi al Santuario
Beato Carlo Gnocchi (Chiesa giubilare), Santuario di Santa Maria delle Grazie
(Chiesa penitenziale) e Basilica di Sant’Ambrogio (Chiesa giubilare).
Emanuele Pisarra riceve il timbro del Cammino sulla credenziale (Foto di E. Pisarra) |
Una sorta di camminata cittadina, in una Milano
deserta, addormentata e, stranamente, silenziosa.
A parte un disguido alla partenza, causato da
affollamento dato il giorno delle Palme, per cui il nostro gruppo è partito dalla
Chiesa della Colombara invece che dalla Certosa di Garegnano, quindi, dopo le
formalità di rito (presentazione del percorso e timbro sulla credenziale), siamo
arrivati al Giardino dei GIUSTI: una
collina realizzata con le macerie della seconda guerra mondiale, in seguito
rinverdita e che oggi si presenta come un piccolo polmone verde in una città inquinata.
Una visita, seppur veloce, a questo luogo dedicato
alla memoria delle tante personalità che hanno resistito alla violenza nazista e
ai tanti altri regimi che hanno e, in molte parti del mondo ancora continuano,
a maltrattare, torturare e uccidere donne, uomini, bambini e interi popoli.
Dopo un momento di profonde riflessioni per quanti sono i nomi e per le date che mostrano come gli orrori non finiscono mai, con
un grosso groppo alla gola mi sono allontanato in fretta da questo posto molto
rattristato.
Forse perché oggi è una giornata di cammino nel
segno di un grande santo della nostra storia,mi sono ripromesso di
tornare qui con più calma.
La segnaletica del cammino di Sant'Agostino |
La prima tappa d’arrivo è al santuario del Beato don
Carlo Gnocchi.
Originale struttura, realizzata dopo la morte del grande
sacerdote, annessa all’ospedale omonimo, ha consentito una piccola sosta per un
panino e di partecipare alla messa, celebrata da padre Michele,
insieme con il Sacerdote rettore.
All’avvio, siamo passati di fronte alla clinica e mi
ha fatto una certa impressione leggere i numerosi striscioni che denunciano l’aspra
vertenza dei lavoratori nei confronti della Fondazione proprietaria. Slogan
molto forti, che danno il polso su come venga gestito il denaro pubblico e del
ruolo del malato ridotto a mero numero, oggetto da sfruttare per portare avanti interessi molto lontano dai
valori perseguiti da don Gnocchi.
Arrivo a Santa Maria delle Grazie (Foto di E. Pisarra) |
Percorrendo Viale Magenta, tra palazzi antichi,
sfarzosi, di buon gusto rispetto a tanti dell’edilizia moderna, si supera la
residenza dell’Ambasciata di Francia, oltrepassando il Cenacolo Vinciano,
all’improvviso appare la Piazza con la Cupola del Bramante: un incontro semplicemente
splendido se non fosse per la scontrosità dei responsabili che non … sono molto
tolleranti con i pellegrini.
Ma noi, inflessibili, abbiamo seguito un monaco
domenicano che ha – anche se a malincuore – timbrato le nostre credenziali.
Veramente una brutta accoglienza!
Se non fosse per la cupola del Bramante e per la
bellezza della Chiesa, che davvero riempiono il cuore, non avrei soprasseduto a
presentare le mie rimostranze alla mancanza di delicatezza del personale della
vigilanza.
Ottenuto il nostro timbro, abbiamo immediatamente
ripreso il Cammino in direzione della Basilica di sant’Ambrogio.
Basilica di sant'Ambrogio Milano (Foto di E. Pisarra) |
Quanta storia e storie in questo luogo!
Camminare a quest’ora del pomeriggio, mentre la città
ancora non è completamente sveglia, è una sensazione strana: tutti pensano che
Milano sia una città caotica (e a qualche semaforo lo abbiamo percepito), ma almeno
la domenica sembra sia più disponibile, una città che si offre tranquilla per
essere osservata e in alcuni punti molto ammirata.
Percorriamo via Zenale, per uscire su Via San Vittore.
Ormai sono le cinque del pomeriggio e la città riprende
la sua frenesia. È curioso notare come le persone muovendosi in gruppo si sentano
padrone del mondo: diversi semafori sono attraversati con il “rosso” con notevole
disappunto degli automobilisti e grande preoccupazione dell’organizzazione. Ma
tutto procede bene.
Il Rettore della Basilica di Sant'Ambrogio accoglie i pellegrini (Foto di E. Pisarra) |
Non sono uno storico dell’arte e tantomeno un agiografo,
ma la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di così “bello”, testimone
della venerazione per un grande Santo, in un luogo tanto ricco di storia, pieno
di gente, accolti dal Rettore con entusiasmo e gioia: è stata proprio una
sensazione straordinaria!.
E Con il saluto del Rettore, la lettura della
Preghiera del Santo Padre per l’anno giubilare, la visita alla chiesa e al
sepolcro del Santo, si conclude la mia prima tappa sul Cammino di Sant’Agostino.
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