In occasione della giornata per il Clima, anche dal Pollino
è giunto un forte grido di attenzione verso questi fenomeni che a lungo sono
stati ignorati.
Monte Pollino. Gruppo di manifestanti mostrano lo striscione di adesione alle giornate dedicate ai cambiamenti climatici di Parigi (Ph. di Emanuele Pisarra) |
In questa splendida giornata di tardo autunno con la prima
neve in quota, un gruppo di “temerari” è salito in vetta al Pollino per portare
un messaggio ricco di speranza ai governati del mondo che da qui a qualche
giorno si troveranno a Parigi a discutere di cambiamenti climatici e di come
porvi rimedio.
Per la verità sono molto scettico su questo tipo di
manifestazioni che sono sostenute dall’entusiasmo momentaneo da uno sparuto
gruppo di persone che si prendono la briga di portare in cima ad una montagna
uno striscione, srotolarlo per poter dire al mondo che anche da una sparuta cima
del pianeta giunge un grido di attenzione al problema.
Emanuele Pisarra in cima al Pollino. |
La mia preoccupazione è dovuta, in primo luogo, alla
mancanza di adesioni delle cosiddette autorità locali. Penso in primo luogo
alle autorità del Parco alle quali – pare – non interessino le sorti del
Pianeta.
Come dire che: tanto il problema dei cambiamenti climatici e
le loro conseguenze se avverranno (se accadranno) noi non ci saremo e quindi
meglio preoccuparsi del “momento” piuttosto che stare a pensare a questi
fenomeni proposti dai soliti “catastrofisti”.
Forse hanno ragione!
Tuttavia chi non ha una visione del fenomeno non capisce a
cosa andiamo incontro.
I presupposti di questo incontro mondiale sul clima sono
buoni; già solo per il fatto che i potenti del
Monte Pollino. Escursionisti in cammino sulle prime nevi dell'anno |
In altre conferenze del passato molti stati hanno disertato
i lavori.
È altrettanto vero che l’incontro di Parigi ha come
motivazione ufficiale la riduzione delle emissioni di gas in atmosfera e quant’altro,
ciò nonostante, anche alla luce delle tragiche vicende di Parigi, sicuramente
le questioni climatiche passeranno in secondo piano rispetto alle questioni –
per esempio – siriane e turche.
Non credo che questa sia la volta buona.
Lo voglio pensare!
Nessun commento:
Posta un commento