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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

mercoledì 2 dicembre 2015

Il Parco del Pollino e il fuoristrada

Che spesso un parco nazionale sia una specie di luna park dove tutto è ammesso, permesso, concesso e autorizzabile è un dato di fatto.
Sicuramente è un difetto di “comunicazione” su cosa si può fare o non fare in un area protetta e quali sono gli scopi per i quali è stata istituita.
Una scarpata a Piano Ruggio "solcata" dai fuoristrada (foto dal web)
Pare che sul Pollino questi assunti siano del tutto sconosciuto alla comunità.
Oppure si affrontano al momento del bisogno, come nel caso sollevato da un gruppo di arrampicatori della domenica.
Bastava, sabato mattina, essere passati per Piano Ruggio per capire come le principali ed elementari norme comportamentali siano state del tutto travisate.
Un gruppo di appassionati di fuoristrada estremo ha scorrazzato in lungo e in largo per il Piano, scendendo lungo scarpate ripide, per provare la tenuta dei nuovi pneumatici invernali, oppure delle ultime modifiche fatte all’assetto stradale della macchina, noncurante dei profondi solchi creati, dei fossi profondi realizzati nella neve e sui pendii e senza preoccuparsi dei danni creati alla fauna selvatica e ai tantissimi abitanti “minori” del parco.
Evviva!
Profondi solchi provocati dalle ruotate di potenti fuoristrada (foto dal web) 
Eppure si parla tanto di sviluppo sostenibile, ecocompatibile e tante altre fregnacce del genere, pronte ad essere disattese alla prima occasione.
Quad, fuoristrada super equipaggiati, moto da trial e da enduro vagano senza timori in tutto il territorio del Parco su sterrato e, spesso, in fuori pista, tra i prati e i pendii ripidi.
A quanto un regolamento serio, deciso, rispettoso dei principi di sostenibilità che deve perseguire un Parco nazionale?
Sembra che si procedi a “gambero”, ossia ogni qualvolta qualcuno solleva un problema si pensa poi a come regolamentarlo.
Prima non si può pensare a cosa si vuol fare “da grande” in questo territorio?
Chilometri di piste sterrate abbandonate a se stesse, piene di buche, avvallamenti, frane, crolli, adatte ad essere fruite da chi possiede mezzi fuoristrada super dimensionati, mentre la stragrande parte dei cittadini che per un giorno (o più) vuole stare in pace, farsi una passeggiata in piena tranquillità e in silenzio, si vede arrivare all’improvviso una carovana di jeep pronti a sfidare qualsiasi frana sfoggiando le più sofisticate attrezzature per superare l’ostacolo. Ed eccoli in azione con verricelli, piastre da fango, carrucole, corde e nastri da agganciare al primo albero robusto a tiro.
carosello di ruotate al Piano di Ruggio (foto dal web)
Negli ultimi tempi mai nessuna vigilanza ha osato sanzionare questi comportamenti a dir poco “ecocompatibili”. Anzi, spesso, autorizzati dagli uffici preposti del Parco, perché anche questo è un modo di fare turismo e “portare” gente sul Pollino.
Ovviamente, pur essendo proprietario di un fuoristrada di serie, senza elaborazioni varie, non condivido questo modo di fare turismo nel nostro Parco.
Infatti, una delle condizioni principali che pongo a tutti coloro che vengono in gita con me è il massimo rispetto per l’ambiente e i luoghi dove andiamo.
Sono di tutti e non di uno sparuto gruppo di fortunati in fuoristrada.


3 commenti:

  1. Ma qui non si tratta "di uno sparuto gruppo di fortunati in fuoristrada", bensì "di uno sparuto gruppo di IMBECILLI in fuoristrada".!!... anche io ho una piccola Suzuchina Jimny che può andare dappertutto, ma non mi sognerei mai di solcare prati e scarpate stradali innevate facendo scempio della cotica erbosa, sporcando e deturpando ambiente e paesaggio. Immaginate come sarà quella scarpata a primavera... e il guadagno d'immagine dei Piani Ruggio, Visitone e di Fossa che in questi giorni sono stati solcati da questi individui dall'intelligenza così acuta! Tra l'altro si sa benissimo chi sono, i loro mezzi superaccessoriati e superpotenziati circolano tranquillamente sulle strade di Castrovillari, Rotonda, Castelluccio sotto gli occhi di tutti, addirittura in passato il Parco ha autorizzato raid e traversate (ricordo quella di Bosco Magnano...) ma purtroppo si continua a guardare le pagliuzze ignorando o tollerando le travi, forti coi deboli e deboli coi forti (...poveri arrampicatori.!...). Ma dico, anche tra loro appassionati, nelle loro associazioni, possibile che non ci sia qualcuno sensato, con autorevolezza e buon senso, capace di far capire agli imbecilli che con quei comportamenti danneggiano profondamente anche l'immagine di TUTTI i fuoristradisti?

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  2. Mi associo pienamente a Giorgio ed Emanuele

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  3. Purtroppo questo è il risultato della dilagante cattiva educazione nella nostra moderna società

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