La Gioconda è una società fondata a Napoli agli inizi degli anni
sessanta con lo scopo di realizzare insediamenti turistici sul Pollino.
Il discorso viene da lontano. È partito con la creazione, da parte
dello Stato, di una società partecipata (EFIM – INSUD) con lo scopo di “valorizzare”
le montagne d’Italia.
Nasce Cervinia, Pila, Cortina, Campitello Matese, Pescasseroli,
Camigliatello silano, Gambarie d’Aspromonte e Pollinea, la città delle nevi.
Siamo agli inizi degli anni settanta e il progetto è ambizioso. Costruire
sul Pollino alle pendici di Serra di Crispo una serie di bungalow sparsi nel
bosco, una strada di accesso, un’altra di collegamento con i Piani del Pollino,
un mega albergo al Pollinello e una funivia con Morano Calabro.
Nello stesso tempo muoveva i primi passi il WWF Italia che ebbe il
battesimo del fuoco proprio con la vicenda di Pollinea. Infatti, propose in
alternativa a questo tipo di “valorizzazione” della Montagna l’istituzione di
un Parco nazionale del Pollino.
Per la verità di Parco se ne era già parlato alla inaugurazione del
Rifugio di Piano Ruggio intitolato al primo ministro Alcide De Gasperi.
Ma da quel lontano 1958 non se ne fece niente.
L’occasione per riprendere il discorso fu data proprio dalla vicenda
della costruzione della Città delle Nevi.
Furono messi al lavoro da parte del WWF i migliori specialisti del
tempo coinvolgendo il CNR.
Ben presto venne fuori un idea di Parco all'avanguardia ma che
cozzava con i tempi.
Per inciso, ogni tanto, sfoglio il vecchio progetto del WWF e lo
trovo ancora attuale.
Non ci fu niente da fare. La spuntò il WWF e non se ne fece nulla.
Una battaglia durata anni.
Fino a quando qualche anno fa la Gioconda fu liquidata.
Fogli di eternit che un tempo sono servite ad isolare le pareti della casa -prototipo. 8Ph. di E. Pisarra) |
L’istituzione del Parco fece il resto.
Oggi quel che resta di questo insediamento sono le rovine della
prima casa di legno realizzata come prototipo di questo villaggio turistico
immerso nel bosco.
Resti di un pavimento in ceramica rialzato, appoggiato su di una
base di cemento realizzata su una paleria di ferro profilato.
Pareti di legno, imbottite tra due fogli di eternit intermezzati da
fogli di polistirolo.
Per fortuna la vegetazione, inesorabile, sta ricoprendo tutto,
anche se qualche malgaro usa un lato del perimetro della casa come recinzione
per la mandria di bovini in custodia. Dopotutto si risparmia qualche metro di
filo spinato. Qualche fusto semisommerso e tante macerie sparse qua e là.
Poco più avanti una casetta di legno, piccolissima, con la porta
spalancata, abbandonata da qualche giorno, un altro recinto con una struttura
di ferro, alta almeno dieci metri, testimoniano i primi segni infrastrutturali
della futura Città delle Nevi.
Fin qui, in estrema sintesi, la vicenda della Gioconda e della
Città delle Nevi.
In conclusione, il WWF riuscì a bloccare il primo di una serie di
tantissimi tentativi di “valorizzare” la montagna ma non fu propositivo.
O meglio le proposte avanzate per i tempi erano troppo …
futuristiche.
Istituire un Parco nazionale agli inizi degli anni settanta era una
bestemmia. In pieno sviluppo economico non si poteva “imbalsamare” la natura. E
altre amenità simili.
Vent'anni dopo furono istituiti ben venti nuovi Parchi nazionali. Perdemmo
semplicemente vent'anni.
Per il Pollino si pescò a piene mani in quel progetto del WWF che
vent'anni prima era stato accusato di mummificare il territorio.
Così va la storia!!!
PS
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