Il carissimo
Francesco Giorgio, precursore e padre spirituale dei tanti camminatori
“primitivi” del Pollino, amava dire sempre che la “parco mania” che aveva
colpito me e tutti quelli come me, sarebbe stata foriera di grandi delusioni.
Fu lui a portarmi per la prima volta in una chiesetta di campagna alla
periferia di terranova del Pollino, dove lo avevo accompagnato per misurarsi il
vestito di velluto che aveva commissionato a un sarto del paese.
Nel corso degli anni in questi luoghi ci
sono tornato più volte; ultimamente in occasione dei sopralluoghi per lo studio
del percorso del “Cammino mariano” del Pollino.
La chiesetta della Madonna della Pietà a Terranova del Pollino (Photo di E. Pisarra) |
Ieri, un carissimo amico, mi ha
ricordato un episodio accaduto qualche mese fa che riguarda questo luogo e la
frase di Francesco Giorgio: in questa chiesetta di campagna è stata rubata la
campana del campanile e il sacerdote ha pensato di vendere la pianta di
roverella, una delle piante gigantesche che si trovano vicino al santuario, per
ricavarne i denari da utilizzare per l’acquisto di una nuova campana.
Il problema sta proprio nel fatto che
questa pianta faceva parte del censimento degli alberi monumentali che l’Ente
Parco ha appena pubblicato!
E dire che alla presentazione della
iniziativa a Terranova del Pollino, proprio il parroco si era mostrato così
entusiasta della notizia che il suo Santuario di campagna avesse una pianta
meritevole di essere inserita tra gli alberi monumentali del Parco.
Quesito: sarà chiamato il parroco a
risarcire il Parco dell’albero protetto che ha fatto tagliare?
E chi
controlla i controllori?
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