Finalmente l’Ente Parco pubblica una ricerca.
E lo fa nel migliore dei modi: un bel volume
fotografico, con schede tecniche, posizione geografica e testo anche in
inglese.
La copertina del volume |
Si tratta del testo ALBERI MONUMENTALI DEL PARCO
NAZIONALE DEL POLLINO.
Centotrentasette esemplari che vanno dagli abeti
bianchi di San Francesco, agli aceri, carpini, faggi, lecci, querce e,
ovviamente, il pino loricato.
La pubblicazione è il risultato di una campagna di
ricerca avviata sotto forma di censimento delle piante monumentali presenti nel
territorio del parco a partire dal 2012 ed ha prodotto il rilevamento, le
misure e la posizione geografica di oltre centotrentasette degni e grandi
monumenti della natura.
L’iniziativa realizzata sulla scia dell’Operazione
Grande Albero promossa e realizzata dal WWF e dal Comitato Parchi agli inizi
degli anni Settanta, aveva come obiettivo quello di censire e catalogare i
Patriarchi Verdi della natura italiana.
In seguito la campagna di censimento è stata curata
dal Corpo Forestale dello Stato, il quale attraverso, i suoi numerosi e
capillari comandi-stazione presenti su quasi tutti i comuni italiani, è arrivato
a classificare oltre 22.000 alberi di notevole interesse, ben più di 2000 piante
di grande interesse e di 150 esemplari di eccezionale valore storico o
monumentale.
L’obiettivo del WWF in quegli anni fu quello di
sensibilizzare le Amministrazioni pubbliche sul fatto che una grande pianta è un monumento
della natura al pari di una grande opera d’arte dell’uomo.
Ricordo che se da un lato molti piccoli e mediocri proprietari
terrieri temendo di ritrovarsi con vincoli di divieto, iniziarono l’abbattimento
di numerosi esemplari di piante gigantesche, dall'altro canto ci furono anche casi eclatanti di salvaguardia di
piante davvero imponenti, grazie alla sensibilità di alcuni uomini più attenti e solleciti verso questi giganti della natura.
Uno per tutti, il caso della roverella di Maglie, appartenente ad una nobile famiglia del Salento, che fu sradicata per dare posto ad una nuova piantagione di ulivi e che,
Uno per tutti, il caso della roverella di Maglie, appartenente ad una nobile famiglia del Salento, che fu sradicata per dare posto ad una nuova piantagione di ulivi e che,
Corteccia di Pino loricato (photo di E. Pisarra) |
grazie all’intervento di un botanico dell’università
di Lecce, fu spostata e messa a dimora in un altro posto della
proprietà. Grande gioia per tutti quando, l’anno successivo, la pianta emise le
prime foglioline verdi di stagione.
Dalla campagna di sensibilizzazione scaturì la
legge nazionale che porta le Disposizioni per la tutela e salvaguardia
degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio
paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale.
Racconta il prof Orazio Ciancio, presidente della
Accademia Italiana di Scienze Forestali, che
gli alberi monumentali hanno una grande importanza sul piano ecologico,
culturale ed etico perché rappresentano elementi di collegamento fra le diverse
scale temporali in cui si svolgono i processi che sostengono le funzionalità
degli ecosistemi naturali, fungendo da proprie eredità biologiche.
Il lavoro di censimento e catalogazione raccolto in questo bel volume edito dal Parco è stato concretizzato
da Aldo Schettino, funzionario del Parco e Dottore forestale; le immagini, invece, sono state
realizzate dal “mitico” Carmelo Pizzuti, vero motore propulsore in fatto di problematiche
ambientali, sensibile al bello e indefesso lavoratore, sempre pronto a recarsi
negli angoli più remoti del Pollino per fotografare quella tal pianta.
Un altro merito va sicuramente al lavoro del
personale del CFS che ha saputo raccogliere le segnalazioni; infine, un particolare plauso va ai numerosi cittadini del Parco che hanno segnalato una
pianta più o meno importante, storica, importante per la memoria collettiva perché legata a “fatterelli” e aneddoti locali.
Splendidi esemplari di pino loricato fulminati su Serra di Crispo (Photo di E. Pisarra) |
Il volume mostra come questo Ente Parco, sia riuscito a realizzare una cosa “sostenibile” con i propri fini istituzionali per far conoscere l’immenso patrimonio forestale presente nel proprio perimetro.
Le schede, curate da Aldo Schettino, riportano il
comune e la località dove si trova la pianta, la quota, le coordinate geografiche,
i nomi dialettali e i vari dati biometrici quali la circonferenza, l’altezza e
la stima dell’età.
Ovviamente, un discorso particolare è stato fatto
sul Pino Loricato, pianta unica in Italia, simbolo del nostro parco: sono
stati raccolti nomi che evocano eventi, animali e storie di indubbio fascino.
Tra questi i GENDARMI, due splendidi esemplari che sono punto di
riferimento per gli escursionisti che attraversano i piani di Pollino.
Seguono l’ANACONDA, il BROCCOLO, APOLLINEO, l’esemplare
riportato anche sulla copertina del volume che, a detta degli Autori, richiama il nome
del Parco e nello stesso tempo rappresenta, più di tutti gli altri, l’ideale di perfezione e l'espressione armonica delle forme, della bellezza: una sorta di Bronzo di Riace
del Pollino.
Segue FORTEBRACCIO, il TITANO, i GRANDIRAMI,
i QUATTROFUSTI, la PIOVRA, il PATRIARCA e non poteva mancare un pino
loricato dedicato al grande botanico lainese Biagio Longo , scopritore della
presenza di questa pianta sulle nostre montagne, fino ad allora segnalata solo
sui Balcani. Si tratta dell’esemplare di maggiori dimensioni del parco con una
biomassa stimata di oltre trentacinque tonnellate di legno. A questa pianta è
stata asportata una “carotina” con 519 anelli.
Questo importante studio ha permesso di individuare la
distribuzione geografica nel territorio del parco del pino loricato e lo “stato
di salute” della popolazione; ne viene fuori una situazione abbastanza difficile: la popolazione è vecchia con
scarso rinnovamento, senza piante intermedie, con alta percentuale di piante
morte.
Inoltre le ricerche hanno evidenziato gli usi
più vari di questo legno: dai bauli per i nostri emigranti in terre lontane,
alle tede per le fiaccolate in occasioni di processioni e feste religiose ... e anche per farne una custodia di violino!
Complimenti agli autori, ideatori e a tutti coloro
che hanno partecipato alla realizzazione di questo censimento , davvero indispensabile per dare un ulteriore “valore aggiunto” al nostro patrimonio
forestale che non è secondo a nessuno!
Nessun commento:
Posta un commento