Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana

Io sono sempre dello stesso parere: sino a quando non sarà rinnovata la nostra classe dirigente, sino a quando le elezioni si faranno sulla base di clientele, sino a quando i Calabresi non indicheranno con libertà e coscienza i loro rappresentanti, tutto andrà come prima, peggio di prima.
Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

lunedì 18 aprile 2016

Abbiamo perso. Hanno perso i referendari, ma hanno perso anche gli italiani.

Purtroppo non siamo stati bravi a convincere gli italiani ad andare a votare.
Quegli italiani che, credendo di non andare a votare perché il problema delle trivelle non li riguarda, si sono rifiutati di esprimere un proprio giudizio sulle questioni oggetto del quesito referendario, non hanno fatto altro che mettere la testa sotto il tappeto.

Tanto il problema è di quelli che hanno le trivelle nel mare antistante le proprie coste.


quadro riassuntivo dei risultati del referendum del 17 aprile 2016
A quelli del Trentino cosa importa? Anzi, egoisticamente, se il mare è inquinato, tutti coloro che lo frequentano cambieranno destinazione.

A questi dico che si sbagliano: il problema è di tutti. L’inquinamento delle coste, i mancati introiti nelle casse delle regioni e dello Stato è un problema di tutti che, inevitabilmente, si ripercuoterà sui cittadini.

Comunque un grazie profondo a qui quindici milioni di italiani che si sono presi la briga di andare a votare. Vuol dire che ancora qualcuno (che purtroppo non è maggioranza) sfrutta gli strumenti che la democrazia dà per esprimere il proprio voto e il proprio pensiero.
Personalmente non credo alla mancata informazione che non ha permesso di farsi un idea e poi andare a votare. Credo invece che gli italiani siano stanchi di questa politica e del modo di farla. Da tempo la politica non è più quella immaginata e insegnata da Aristotele.
Tuttavia è l’unico strumento che ci rimane per dire la nostra.
Sicuramente la rimpiangeremo quando non potremo più esercitare il voto.
Allora sarà troppo tardi!


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