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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

sabato 31 ottobre 2015

Ancora un lupo morto sul Pollino

Ancora uno splendido esemplare di lupo ucciso, questa volta,
a San Costantino Albanese (foto dal web)

Questa volta è accaduto alle porte di San Costantino albanese. Il povero lupo è stato impallinato ma è riuscito a scappare per poco fino a quando esangue è caduto ai bordi della strada che porta alla contrada di Acquafredda.
Dalle testimonianze raccolte sul posto non è affatto vero che il lupo è rimasto vittima di una colluttazione (con chi? Auto, tir, trattore), bensì sono evidenti le ferite da arma da fuoco in più parti del corpo.

Dallo scarno rapporto medico in puro burocratese si evince che “ferito e incapace di muoversi e grazie al pronto intervento di Carmine Suanno, veterinario del Parco Nazionale del Pollino, era stato possibile rilevare come l’animale fosse stato vittima di un episodio di colluttazione e come le sue condizioni generali fossero già critiche a seguito anche di complicazioni dovute a gravi lesioni, conseguenze dirette dell’aggressione subita”.

L’esemplare, un maschio di circa 3-4 anni e del peso approssimativo di 35 kg, non presentava alcun carattere fenotipico di ibridazione, quindi con ogni probabilità appartenente alle popolazioni ancora pure presenti nell’Appennino meridionale.

 
Il lupo trovato morto a San Costantino albanese (foto dal web)
L’animale è stato quindi assistito, medicato e portato presso la Clinica veterinaria della ASL Napoli 1 e affidato all'equipe del CRAS del Frullone dove, nonostante tutte le cure prestate, non è riuscito a sopravvivere a causa del quadro clinico fortemente compromesso dai traumi subiti, che hanno determinato la frattura delle vertebre cervicali c1 e c3 con versamento, conseguente tetraparesi e successiva morte sopraggiunta per arresto cardiocircolatorio. Gli esami istologici, alla luce di ulteriori alterazioni riscontrate a livello degli organi interni, completeranno il verbale della diagnosi post morte. L’episodio in ogni caso, dimostra come permangano ancora forti rischi per la specie a causa di bracconaggio e azioni illegali su cui occorre approfondire e indagare per assicurare alla giustizia chi si è reso responsabile di questa vile azione.

E meno male che esiste la rete Wolfnet!
 E se non ci fosse?
Sarebbe stata la stessa cosa. Perché una rete funziona se interviene in tempo reale, utile e capace di salvare l’animale in oggetto. Se si arriva subito dopo, tanto solo da certificarne la morte, non ha senso.
Infine, dissento molto dal metodo secondo il quale tutto deve passare sotto silenzio per favorire le indagini degli organi preposti alla vigilanza.
Che tanto per essere chiari non hanno mai scoperto nessun autore di questi efferati delitti contro la fauna selvatica in ordine alle ormai decine di episodi che si sono verificati negli ultimi anni.
Sono e rimango convinto della necessità di dare massimo risalto alla notizia con tutti i mezzi possibili ed immaginabili al fine di incutere quel “senso di colpa” che potrebbe indurre l’autore/i a tradirsi e a farlo riflettere sul gesto.
Non ho idea se la stampa locale abbia dato la notizia.
Invece i social hanno mostrato con immagini molto dettagliate dalle quali si evince la dinamica dei fatti:
il povero lupo presenta ferite da arma da fuoco in più parti del corpo.
Ovviamente questa notizia non è riportata nel comunicato stampa di Legambiente e sul sito di wolfnet.
Come dire che i panni sporchi si lavano in casa.
Forse questa strategia di comunicazione va rivista. Soprattutto alla luce dei tanti episodi del passato che non hanno mai trovato un colpevole!


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