Qualche giorno fa presso il comune di Civita, Carla Primavera, la presidente
della sezione di Castrovillari del Club Alpino Italiano, ha firmato l’intesa con il comune di
Civita e il presidente del Parco del Pollino per la gestione del rifugio di
Colle Marcione.
Finalmente!
Vedere quel rifugio in condizioni a dir poco pietose per
chiunque arriva al Colle è un pugno nello stomaco.
Una struttura fatta dalla Comunità Montana del Pollino,
nasce come ricovero per pastori; poi viene convertito subito a rifugio di montagna.
Tanto per gradire, in Italia se uno vuole fare una cosa precisa di sana pianta
non può e quindi deve ricorrere a qualche sotterfugio e poi per il resto della
vita ne paga le conseguenze.
Difendo il rifugio, la sua posizione e la sua storia. Anche
se, strutturalmente, non è fatto bene, questa struttura serve alla nostra
comunità per ampliare l’offerta turistica.
Faccio un passo indietro. La struttura già doveva essere
presa in gestione dalla nostra sezione nel 1999 quando il ministero dell’ambiente
affidò dei fondi per la realizzazione di una rete sentieristica modello e la
costruzione o ristrutturazione di un edificio da adibire a punto di accoglienza
degli escursionisti che affrontavano itinerari lunghi e faticosi.
Non se ne fece nulla per “merito” di un assessore dell’epoca
della comunità montana che si oppose dicendo che “Civita aveva avuto già troppo”
dall’ente di montagna.
La struttura rimase al concessionario che la lasciò
deperire sempre più.
Ci vollero altri dieci anni e dopo la liquidazione delle
Comunità montane, l’immobile passò a Calabria verde, un’organizzazione che
gestisce tutti i beni delle ex comunità montane, per poi essere affidata al
comune di Civita.
Rimane il mistero del perché tutto ciò non è stato fatto
prima.
Meglio tardi che mai.
Ora ci vorrà ancora qualche altro mese per la
ristrutturazione e poi - finalmente – per il rifugio di Colle Marcione inizia un’altra
vita.
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