Nemo propheta in Patria
Per questo (e per tanto altro) non sono mai stato
interpellato quando nel mio comune uno dei tanti sindaci di turno pur di sfruttare
il finanziamento di un ente qualsiasi che dava il “contributino” per realizzare
il solito sentiero.
Eppure ho lavorato alla realizzazione del Catasto dei
Sentieri del Parco nazionale del Pollino.
Emanuele Pisarra ritratto di fronte al Ponte Romano a Pont San Martin (osta) |
Ma questo non basta.
Ho diretto i lavori di un primo blocco di sentieri, vincendo
una gara d’appalto in Associazione Temporanea di Professionisti, sempre per ‘Ente
parco nazionale del Pollino.
Ho coordinato i lavori di sentieristica per il Progetto
Calabria Parchi per conto del Ministero dell’Ambiente.
Ho diretto il primo lavoro di segnaletica dei Sentieri
Prioritari e Preliminari del Parco per conto della sezione CAI di
Castrovillari.
Ho collaborato alla rivisitazione della rete
sentieristica del versante calabro del Pollino insieme al Gruppo Sentieri della
sezione del CAI di Castrovillari.
Ho diretto i lavori di un sentiero per il comune di
Armento in Basilicata.
Come ultimo incarico ho individuato e segnato due sentieri
nei comuni di Alessandria del Carretto e di Cerchiara di Calabria per conto del
Gal Alto Jonio cosentino.
Ho frequentato corsi di e sulla sentieristica in tutta
Italia; in ultimo ho frequentato a luglio di quest’anno un seminario di
aggiornamento su le reti sentieristiche quale sviluppo di un territorio nelle
dolomiti Bellunesi.
Per questo (e tanto altro) – per dirla con Grazia Deledda
- si è formata la mia arte.
Ovviamente il Comune di Civita si è sempre ben guardato
di chiedermi almeno un parere su di un sentiero che intendeva recuperare.
Nemo Propheta in Patria!
Ovviamente ne ha il diritto. Il diritto di scegliersi i
tecnici e i consulenti che vuole per realizzare un opera utile alla comunità.
Per scelta di vita ho deciso di starmene fuori dall’agone
politico locale.
Con questo post faccio una eccezione alla regola che mi
sono dato.
Ho appreso solo ieri pomeriggio che il comune di Civita
si appresta a realizzare un sentiero – o meglio – a recuperare il vecchio
sentiero che porta al Ponte d’Ilice.
Il tutto spendendo circa 180.000 euro.
Ho pensato di non aver capito bene. E senza sapere a chi
chiedere sono andato a visitare l’albo pretorio del Comune.
Ho trovato la delibera dell’8 ottobre 2015 dove si nomina
la commissione giudicatrice per l’appalto dei lavori di “Ripristino della
sentieristica di collegamento San Martino Ponte d’Ilice”.
È la somma impegnata è veramente di oltre 180.000
(180.865,14 euro).
Ovviamente al deliberato non ci sono allegati. Per cui
non si sa chi è il tecnico progettista, non si conoscono i termini del progetto
e cosa si intende realizzare
Pont San Martin (AO). Ponte del Diavolo |
Questo per la trasparenza.
Ad ogni modo - con la mia modesta esperienza ultra
ventennale nel settore - pur non conoscendo gli elaborati tecnici mi permetto
di esprimere un parere sul progetto.
Premetto che Civita in questo momento è tutto un cantiere
e va dato merito al sindaco e a coloro che si sono prodigati a trovare i denari
necessari per avviare queste opere.
Che poi queste opere siano realmente utili alla comunità
e che concorrano al processo di sviluppo socio-economico e di sviluppo
sostenibile ho seri dubbi (non lo dico io: lo dicono le statistiche).
Veniamo a questo
sentiero in cantiere.
Recuperare il sentiero che porta al Ponte d’Ilice a chi
giova se poi il ponte è pericolante e quindi non può essere utilizzato per
attraversare le gole del Raganello o andare a San Lorenzo bellizzi in ossequio
e come percorrenza del vecchio cammino storico che collegava Civita con il
paese delle Timpe?
Ovviamente posso immaginare già la risposta …
Altro dubbio: lo si lastricherà di marmo di Carrara o –
molto più modestamente – di pietra di Cerchiara per spendere tutti questi
denari?
In media il recupero di un sentiero storico (e per
storico si intende che già esiste un tracciato con fondo battuto e percorso per
molti anni) costa 1500 euro a km, ad eccezione di opere di sicurezza, ponti,
cavalcavia, passaggi tibetani o altro.
A questi si aggiungono altri 1000 euro a km per la
segnaletica verticale e orizzontale.
E, infine, ci sono gli oneri fiscali e contributivi per
coloro che lavorano al cantiere.
In tutta Italia la sentieristica è ad appannaggio dei
volontari del Club Alpino Italiano.
Qui da noi ancora si va con la logica degli appalti con
gravi ed enormi danni all’erario.
Oltre alla qualità dei lavori.
La storia si ripete. Già l’Ente Parco del Pollino spese
oltre 637 mila euro per realizzare solo 67 km di sentieri.
Il CAI spese 20000 euro per realizzarne 230 km.
Ma sulla scelta politica di dare lavoro alle imprese
piuttosto che utilizzare le professionalità presenti sul territorio non ho
titoli per dire la mia.
Dico quello che penso invece sul Progetto – per quel poco
che si evince dalla delibera pubblicata sul sito del comune – che ancora una
volta si pensa a “meglio l’uovo oggi che
la gallina domani”.
Già in passato si realizzò un sentiero (anzi solo un tratto)
per scendere alle Gole del Raganello. Senza sapere che quel tratto di sentiero fa
parte di un altro percorso che collegava tutta il Canyon del Raganello con il
Piano d’Ilice, le località di Seppebono e l’abitato di Civita.
Un sentiero molto usato negli inverni freddi per evitare
la neve e le bufere di vento del Pollino.
Ovviamente – nonostante mi fu assicurato dal sindaco
protempore che era stato informato l’Ente Parco dei lavori e che era stato
richiesto il numero di catasto da dare alla traccia – nulla di tutto ciò fu mai
realizzato.
A parte una orribile e scadente cartellonistica.
Della necessità di realizzare una rete di sentieri che
parta dalla piazzetta del paese, colleghi il rifugio di Colle Marcione, San
Lorenzo Bellizzi, Cerchiara di Calabria, Francavilla Marittima, Frascineto e le
cime alte del Pollino pare non interessi nessuno.
Abbiamo la necessità di far fare qualcosa all’escursionista
che viene in vacanza a Civita.
Anche se aumentano i flussi di gente che viene a Civita,
diminuisce la permanenza.
Dopo aver visto i musei, la chiesa, il belvedere (e per i
più ardimentosi) essere andati al Ponte del Diavolo (e la maggior parte va giù
al Ponte con la navetta) il turista se ne va.
Non esiste una mappa dei sentieri locali (a parte la mia
carta) che possa essere acquistata dall’escursionista (come si fa in tutti i
parchi e le città turistiche del mondo) che suggerisca itinerari, percorsi,
luoghi da visitare in modo da rendere piacevole la permanenza nel nostro
territorio.
Senza grande sforzo. Basta chiedere agli anziani che
dimorano sotto gli alberi quali sono state le mulattiere che collegavano Civita
con i paesi limitrofi.
In molti raccontano della loro gioventù trascorsa su
questi tratturi. Addirittura un signore mi ha raccontato – al tempo in cui
facevo le indagini per ricostruire la rete dei sentieri storici del Parco – che
partì da Civita per andare a comprare un asino a Montegiordano e poi
ritornarsene in paese percorrendo questi vecchie mulattiere.
I nostri tecnici non hanno la cultura della montagna. Non
conoscono la storia locale. Non si informano prima di realizzare opere e
manufatti. Non pensano a cosa bisogna fare per rendere utili i denari spesi.
Purtroppo!
Siamo ancora alla puntata del progettino, del sentierino,
del cartellone, dell’incarico professionale, dell’appalto.
Con questi progetti non si va da nessuna parte.
Che ben vengano queste incombenze ma con un occhio all’utilità
dell’opera.
Infine, è poi tanto complicato andare a vedere (o
chiedere) cosa fanno (o hanno già fatto) gli altri?
E per altri non intendo il comune vicino (Acquaformosa
docet) ma penso ai paesi del Trentino, della Valle d’Aosta.
Per inciso – sono appena tornato da una “tre giorni” di
cammino sulla Via Francigena della Valle d’Aosta – e quando sono arrivato a
Pont San Martin, ultimo paese della Valle, ho pensato: ma perché Civita non si
gemella con questo paese, tanto più perché ci accomuna un Ponte del Diavolo.
Pensando poi che il sindaco questa estate ha annunciato
che intende gemellarsi con alcuni paese dell’Albania.
Allora non c’è nulla da fare!
Fermo restando che va bene anche il gemellaggio con l’Albania
dal punto di vista identitario ma per lo sviluppo socio-economico della
comunità in forte depressione servono esperienze con paesi più … avanzati.
Per chi vuole leggere la delibera del comune di Civita
- http://www.servizipubblicaamministrazione.it/Siti/cvt973/AlboPretorio/2015/2015-000392-1.PDF
- http://www.servizipubblicaamministrazione.it/Siti/cvt973/AlboPretorio/2015/2015-000403-1.PDF
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