In questi giorni ho fatto una camminata alla scoperta del nuovo sentiero
che porta al Ponte d'Ilice, di recente restaurato a cura della Amministrazione
comunale di Civita.
La prima impressione è stata la solita: si tratta di un magnifico sentiero,
ben tracciato, a tratti con ampie vedute panoramiche, ardito, tra spettacolari
piante di leccio e grandi scorci di rocce a picco sul Raganello.
Con l'aiuto di un GPS ho misurato la lunghezza, il dislivello, il numero di
cestini (ce ne sono più su questo sentiero che in tutto il centro abitato di
Civita), la lunghezza delle staccionate, il numero di gradini e le bacheche
vuote con le panchine.
Che dire?
Peccato che tutte queste informazioni mancano sulla capannina
iniziale che, oltre a una misera segnaletica verticale e un cartello degli
sponsor (errori di ortografia compresi), non contiene i soliti
"ingredienti" del caso, quali una mappa, una tempistica, una
descrizione del percorso e le indicazioni sulla tipologia del sentiero.
Mancano, inoltre, il numero del sentiero già accatastato dall'Ente Parco e
le raccomandazioni di prudenza.
Sicuramente ancora il cantiere non è stato consegnato e quindi, prima o
poi, le capannine installate lungo il percorso verranno riempite di contenuti.
Qui intanto avanzo le considerazioni, strettamente personali, sui lavori
eseguiti.
Non darò nessun dato tecnico (non spetta a me fornirli), ma farò alcune "piccole"
considerazioni tecniche e dirò la mia sull'opportunità di alcuni lavori.
In primo luogo non c'era nessuna necessità di tutti quegli scalini (ne ho
contati 635) che spezzano le gambe anche agli escursionisti più allenati di me.
Sarebbe bastato qualche scalino in pietra nei punti di massima pendenza per
arrestare il dilavamento.
Invece, avrei fatto ripristinare gli spettacolari muretti in pietra a
secco a monte del sentiero.
Manca la segnaletica orizzontale (le classiche bandierine bianco-rosse) e
in molti punti c'è il rischio di perdersi.
L'inutilità della staccionata è palese. Solo in un punto è realmente
necessaria e si tratta di pochi metri (poco più di venti), per il resto è perfettamente
inutile e ridicola, in quanto a poca distanza dal sentiero vi è una fitta rete
fatta da giovani piante di leccio che costituiscono una barriera naturale.
Inoltre, a mia memoria (ma anche dai racconti degli anziani), in questi
tratti non sono mai accaduti incidenti.
Ancora: un sentiero di montagna non ha bisogno di panchine e,
soprattutto, al sole.
L'unico punto dove il sentiero presenta alcuni problemi di pericolosità è
nei pressi del Ponte d'Ilice.
Il primo, consiste nel superare le rocce lisce del Canale della Ciuca:
indovinate come è stato risolto?
Con un misero ponticello di legno realizzato a meno di un metro dal
canale: questa soluzione dà anche la certezza matematica che al primo
grande temporale verrà spazzato via.
L'altra difficoltà (non risolta) è nel punto in cui in passato ci sono
stati diversi incidenti, qualcuno anche mortale, e si trova subito dopo il
ponticello di legno: in questo tratto di pochi metri il sentiero, scavato
nella roccia, è molto stretto e necessita che sia allargato il piano di
calpestio e, lì sì, anche di una staccionata di protezione oppure di una posa
in opera di una corda di sicurezza (soluzione che io preferisco alla
ringhiera).
Invece la soluzione realizzata è stata quella dell'ennesima
staccionata a valle legata con un cordino e tassellata nella roccia.
Roba da matti!
Infine, sarebbe stato necessario stendere qualche decina di metri cubi di
ghiaietto nei tratti iniziali dopo la voliera, perché, a come si presenta lo
stato del luogo, la vegetazione a breve ricoprirà il tracciato di rovi e spine
che in poco tempo renderanno vano l'investimento.
Infine vorrei far notare come questa logica di fare le cose nel
proprio orticello impedisce, come sempre, di avere una visione globale del
lavoro.
Poiché il Ponte d'Ilice segna il confine con il comune limitrofo di San
Lorenzo Bellizzi e bisognerà fare altri lavori - anche estremamente
urgenti - dall'altro lato, con quanto fatto si vanifica lo spirito del sentiero
che è sempre servito da collegamento fra le due comunità contigue. Perché
non si è pensato di coinvolgere anche il comune di San Lorenzo Bellizzi per
lavorare entrambi e insieme a un progetto unico di viabilità interna tanto
atteso dai camminatori che periodicamente effettuano escursioni tra i
due paesi?
Sentiero del Ponte d'Ilice. Inutile scalinata in legno. (Photo E. Pisarra) |
Sentiero del Ponte d'Ilice. Palese inutilità della staccionata (con cestino) a ridosso di una protezione naturale come un fitto bosco di lecci (Photo di E. Pisarra) |
Sentiero del Ponte d'Ilice. Bacheca vuota e cestino (Photo di E. Pisarra) |
Sentiero del Ponte d'Ilice. Segnaletica verticale scopiazzata da quella del CAI ma senza le indicazioni necessarie (Numero di sentiero, tempi di percorrenza, meta intermedia). (Photo E. Pisarra) |
Sentiero del Ponte d'Ilice. Un magnifico tratto liberato dalla vegetazione. (Photo di E. Pisarra) |
Ponte d'Ilice. Il piano di calpestio con le assi in avanzato stato di ... vecchiaia! (Photo di E. Pisarra) |
L'accozzaglia di tubi innocenti ormai arrugginiti che regge il Ponte d'Ilice. (Photo di E. Pisarra) |
Condivido le osservazioni e mi chiedo ma i cestini chi li svuota?
RispondiEliminaAntonio Iannibelli
Ma questo sentiero da dove si prendere? Dal belvedere prima di colle Marcione? Grazie
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