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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

mercoledì 5 ottobre 2016

Non è vero che non c’è più nulla da scoprire: il Sentiero dell'Annanza

Da tempo non percorrevo un sentiero nuovo. È capitato domenica scorsa a Cerchiara di Calabria, dove è stato inaugurato un antico sentiero che collegava il centro abitato con i poderi terrazzati alle pendici del Monte Sellaro.
Cerchiara di Calabria. Tracciato del sentiero dell'Annanza. 
La mulattiera è conosciuta come il sentiero dell’Annanza che, nel dialetto locale, significa dell’ ”affaccio”. Basta percorrerlo e si coglie subito la pregnanza del nome: infatti, una volta superati i bastioni rocciosi del Caldanello, si giunge al Piano di Pedarredo e già qui la vista sullo spazio si amplia, comincia a intravedersi tutto il Golfo di Sibari, la pianura omonima e, soprattutto, i terreni terrazzati, che sono una vera e autentica ricchezza per la qualità e la resa del suolo.
Il lavoro di recupero, segnaletica e manutenzione di questo nuovo sentiero è stato curato dalla sottosezione di Cerchiara di Calabria del Club Alpino Italiano.
Il sentiero ha il numero 946A del Catasto del CAI perché si trova nel Gruppo montuoso del Monte Sellaro e si sviluppa in parallelo al percorso “ufficiale” che conduce al Santuario di Madonna delle Armi, contrassegnato come 946.
Questo percorso, che secondo alcuni storici locali, era utilizzato anche dai pellegrini della “Piana” che si recavano in pellegrinaggio a Madonna delle Armi, si aggiunge alle altre sette tracce che rendono Cerchiara e il Monte Sellaro il territorio del Parco dotato di una prima rete sentieristica ben segnalata e percorribile quasi tutto l’anno.
Cerchiara di Calabria (Photo E. Pisarra)
Domenica non è stata una delle giornate più adatte per camminare: umida, afosa, con un cielo grigiolino; se a questo si aggiunge che il cammino era in controluce, si capisce che per noi appassionati di fotografia, la giornata e l’ora non si siano rivelate come ottimali.
Mi sono ripromesso di rifare il percorso scegliendo anche un’altra ora del giorno.
Domenica, è stata una giornata speciale perché si inaugurava il nuovo sentiero: un evento che dovrebbe caratterizzare un’area protetta e diventare una consuetudine e che, invece, rimane una cosa episodica.
Arrivo tardi alla cerimonia e già il comitato di benvenuto aveva dato la parola al direttore del Parco, che sottolinea l’importanza della circostanza e la necessità che queste giornate siano più frequenti.
Gli organizzatori gongolano nell’informarmi del gran numero di presenti, oltre cento, convenuti per percorrere il sentiero.
In più noto subito come, per la maggioranza degli astanti, si tratta di ragazzi e giovani che affrontano per la prima volta non solo questo sentiero, ma proprio la montagna: lo si vede dall’abbigliamento non proprio da provetti montanari, caratterizzato da scarpe da tennis e zainetti scolastici o di quelli dati in omaggio con le raccolte dei punti dai supermercati o dai distributori di carburanti.
Ne sorrido tra me e me… in effetti è tanto l’entusiasmo che l’abbigliamento passa in secondo piano.
Il Direttore del Parco Milione, Paolo Franzese e Carla Primavera
illustrano il percorso dell'Annanza (photo di E. Pisarra)
Un fiume umano colorato arranca a mezzacosta lungo la pietraia di Serra dei Bovi, percorrendo la mulattiera di antico retaggio, sale scalini scolpiti nella roccia, attraversa prati incolti, invasi da rosa canina, ginestre, cardi e rovi.
Nel primo tratto la traccia aggira quasi a picco un ansa del torrente Caldanello, poco sotto i ruderi dell’antico castello normanno di Cerchiara. Spiccano in controluce i resti di un maniero che è stato per lungo tempo punto di riferimento dell’intera comunità; e che ora fa da quinta alle case colorate del centro abitato, quasi a dire come quell’epoca sia passata.



Il percorso in forte salita fa avanzare con fatica il gruppo che presto si sfilaccia e si omogenizza in velocità cosicché ci si può guardare intorno con calma e notare il panorama da una prospettiva nuova.
In molti non avevano visto il proprio paese da questa angolazione. Da qui spiccano i palazzi nobiliari e il convento di Sant’Antonio; si evidenzia ancora una volta la circolarità dell’abitato: la caratteristica esposizione a “gira sole” per sfruttare al massimo le ore di luce e, nello stesso tempo, riparare le case dai venti freddi del Pollino.
Un momento del gruppo in cammino sul sentiero dell'Annanza
(Photo E. Pisarra)
Alcuni, infastiditi dal vocio di tanta gente che per un giorno è uscita dalla consuetudine, si allontanano facendo gruppo a sé.  
Evidenti segni di abbandono si incontrano sul percorso: case di campagna, aie, ricoveri di animali, di tutti restano solo ruderi e silenzio che, comunque, testimoniano un passato, non troppo lontano, di ridenti campi coltivati a grano, orzo e avena.
Alcune gocce di pioggia fanno preludere al peggioramento del tempo, ma non fanno desistere il gruppo dall’andare avanti e, anzi, mostra come ci siano diverse anime in questa giornata speciale: l’escursionista super attrezzato che tira fuori il copri zaino, la mantella e la giacca a vento; qualcuno ha con sé l’ombrellino ripiegato. Altri, invece, incuranti della mutante situazione atmosferica, proseguono senza preoccuparsi.
 Una ragazza, mi riferisce che, dopo aver visto le previsioni meteo della giornata sia in televisione che sul proprio smarthphone, ha chiesto, come sarebbe stata la giornata, anche al nonno che per anni aveva frequentato questi luoghi. Fiduciosa  nella sua risposta, “puoi andare perché oggi non è giornata di pioggia” non aveva preso nulla con sé per proteggersi.
... in vista del Santuario di Madonna delle Armi.
 (Photo di E. Pisarra)
Spuntano qua e là antiche e mastodontiche querce: una è stata di recente abbattuta da un fulmine e spicca, ripiegata su se stessa, nel mezzo di un campo circondato da ginestre. Il sentiero prosegue tra i poderi terrazzati ad arte delimitati con muretti a secco ben congegnati, adatti a trattenere quel poco di terra fertile offerta dalle pendici del Sellaro.
“Mia nonna – racconta uno dei tanti accompagnatori – ha percorso questo sentiero almeno due volte al giorno; spesso con una fascina di legna sulla testa, come provvista per far fronte all’inverno. E questo fino a tutto il 1998”.
1998: come dire ieri. È impressionante come gli ultimi venti anni di abbandono abbiano radicalmente cambiato il paesaggio.
Oggi ci sono piccoli spazi verdi coltivati assediati dalle tantissime piante infestanti che avanzano: è il loro turno nella eterna lotta tra l’uomo e natura: qualche volta vince il primo, spesso vince la seconda, soprattutto nel lungo periodo.
Una gioia profonda traspare anche dal sorriso del direttore del Parco che è in cammino con noi: probabilmente, non gli pare vero di essere lontano, almeno per un giorno, dalle scartoffie e della burocrazia alle quali sono condannate anche le aree protette.
La segnaletica del Sentiero dell'Annanza (Photo di E. Pisarra)
Una gentile signora imbraccia la sua macchina fotografica nuova di zecca e cerca di fotografare un fiore del quale ignora il nome, ma mi dice che appena torna a casa consulterà una guida per saperne di più.
La traccia prosegue, attraversa la località di Pedarredo, aggira il promontorio e raggiunge la Valle della Vite: un altro importante incrocio che collegava con i Balzi di Cristo e la Grotta della Ninfa. Per i pastori questo era un percorso importante perché permetteva di portare a lavare le pecore alle Caldane prima della tosatura.
Ormai il sentiero è in vista del Santuario di Madonna delle Armi. Un cavallo curioso nitrisce alla vista di tante persone e al galoppo viene incontro a questo “nastro colorato” che avvolge la montagna e si dirige verso l’antico asceterio.
Ben presto il sentiero confluisce, nella località Sant’Andrea, sulla stradina sterrata che collega il vivaio forestale e il Santuario.
In vista del Santuario il passo di tutti si fa più veloce…: ognuno di noi è orgoglioso di essere stato a camminare su una via che quasi certamente è stata percorsa da un nostro antenato, certamente non per fini ludici o escursionistici come ha fatto una parte di noi oggi, il mio pensiero va alla fatica del vivere quotidiano in questi campi che ha lasciato nelle rughe dei volti i suoi segni visibili e io ho sentito con pochi altri di essere qui  semplicemente per non dimenticare.
Questo e tanto altro è il Sentiero dell’Annanza.          
 Ancora un grazie a tutti coloro che si sono prodigati per l’ottima riuscita della giornata!




1 commento:

  1. Bellissimo ed emozionante articolo su come eravamo un tempo quando l'essenza della vita era totalmente integrata nell'essenza della natura, in tutte le sue forme e in tutte le sue manifestazioni...Eccezionale e meravigliosa Cerchiara di Calabria,territorio benedetto da Dio e perla dell'Universo...Cerchiara,ti abbiamo sempre amato and will love you forever.

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