Da tempo non percorrevo un sentiero nuovo. È capitato domenica scorsa a Cerchiara di Calabria, dove è stato inaugurato un antico sentiero che collegava il centro abitato con i poderi terrazzati alle pendici del Monte Sellaro.
La
mulattiera è conosciuta come il sentiero dell’Annanza che, nel dialetto locale, significa dell’ ”affaccio”. Basta
percorrerlo e si coglie subito la pregnanza del nome: infatti, una volta
superati i bastioni rocciosi del Caldanello, si giunge al Piano di Pedarredo e
già qui la vista sullo spazio si amplia, comincia a intravedersi tutto il Golfo
di Sibari, la pianura omonima e, soprattutto, i terreni terrazzati, che sono
una vera e autentica ricchezza per la qualità e la resa del suolo.
Cerchiara di Calabria. Tracciato del sentiero dell'Annanza. |
Il
lavoro di recupero, segnaletica e manutenzione di questo nuovo sentiero è stato
curato dalla sottosezione di Cerchiara di Calabria del Club Alpino Italiano.
Il
sentiero ha il numero 946A del Catasto del CAI perché si trova nel Gruppo
montuoso del Monte Sellaro e si sviluppa in parallelo al percorso “ufficiale”
che conduce al Santuario di Madonna delle Armi, contrassegnato come 946.
Questo
percorso, che secondo alcuni storici locali, era utilizzato anche dai
pellegrini della “Piana” che si recavano in pellegrinaggio a Madonna delle
Armi, si aggiunge alle altre sette tracce che rendono Cerchiara e il Monte
Sellaro il territorio del Parco dotato di una prima rete sentieristica ben segnalata
e percorribile quasi tutto l’anno.
Cerchiara di Calabria (Photo E. Pisarra) |
Domenica
non è stata una delle giornate più adatte per camminare: umida, afosa, con un
cielo grigiolino; se a questo si aggiunge che il cammino era in controluce, si
capisce che per noi appassionati di fotografia, la giornata e l’ora non si siano
rivelate come ottimali.
Mi
sono ripromesso di rifare il percorso scegliendo anche un’altra ora del giorno.
Domenica,
è stata una giornata speciale perché si inaugurava il nuovo sentiero: un
evento che dovrebbe caratterizzare un’area protetta e diventare una
consuetudine e che, invece, rimane una cosa episodica.
Arrivo
tardi alla cerimonia e già il comitato di benvenuto aveva dato la
parola al direttore del Parco, che sottolinea l’importanza della circostanza e
la necessità che queste giornate siano più frequenti.
Gli
organizzatori gongolano nell’informarmi del gran numero di presenti, oltre
cento, convenuti per percorrere il sentiero.
In
più noto subito come, per la maggioranza degli astanti, si tratta di ragazzi e
giovani che affrontano per la prima volta non solo questo sentiero, ma proprio
la montagna: lo si vede dall’abbigliamento non proprio da provetti montanari, caratterizzato
da scarpe da tennis e zainetti scolastici o di quelli dati in omaggio con le
raccolte dei punti dai supermercati o dai distributori di carburanti.
Ne
sorrido tra me e me… in effetti è tanto l’entusiasmo che l’abbigliamento passa
in secondo piano.
Il Direttore del Parco Milione, Paolo Franzese e Carla Primavera illustrano il percorso dell'Annanza (photo di E. Pisarra) |
Un
fiume umano colorato arranca a mezzacosta lungo la pietraia di Serra dei Bovi,
percorrendo la mulattiera di antico retaggio, sale scalini scolpiti nella
roccia, attraversa prati incolti, invasi da rosa canina, ginestre, cardi e rovi.
Nel
primo tratto la traccia aggira quasi a picco un ansa del torrente Caldanello,
poco sotto i ruderi dell’antico castello normanno di Cerchiara. Spiccano in
controluce i resti di un maniero che è stato per lungo tempo punto di
riferimento dell’intera comunità; e che ora fa da quinta alle
case colorate del centro abitato, quasi a dire come quell’epoca sia passata.
Il
percorso in forte salita fa avanzare con fatica il gruppo che presto si
sfilaccia e si omogenizza in velocità cosicché ci si può guardare intorno con
calma e notare il panorama da una prospettiva nuova.
In
molti non avevano visto il proprio paese da questa angolazione. Da qui spiccano
i palazzi nobiliari e il convento di Sant’Antonio; si evidenzia ancora una
volta la circolarità dell’abitato: la caratteristica esposizione a “gira sole”
per sfruttare al massimo le ore di luce e, nello stesso tempo, riparare le case
dai venti freddi del Pollino.
Un momento del gruppo in cammino sul sentiero dell'Annanza (Photo E. Pisarra) |
Alcuni,
infastiditi dal vocio di tanta gente che per un giorno è uscita dalla consuetudine, si allontanano facendo gruppo a sé.
Evidenti
segni di abbandono si incontrano sul percorso: case di campagna, aie, ricoveri
di animali, di tutti restano solo ruderi e silenzio che, comunque, testimoniano
un passato, non troppo lontano, di ridenti campi coltivati a grano, orzo e
avena.
Alcune
gocce di pioggia fanno preludere al peggioramento del tempo, ma non fanno
desistere il gruppo dall’andare avanti e, anzi, mostra come ci siano diverse
anime in questa giornata speciale: l’escursionista super attrezzato che tira
fuori il copri zaino, la mantella e la giacca a vento; qualcuno ha con sé l’ombrellino
ripiegato. Altri, invece, incuranti della mutante situazione atmosferica, proseguono
senza preoccuparsi.
Una ragazza, mi riferisce che, dopo aver visto
le previsioni meteo della giornata sia in televisione che sul proprio
smarthphone, ha chiesto, come sarebbe stata la giornata, anche al nonno che per
anni aveva frequentato questi luoghi. Fiduciosa
nella sua risposta, “puoi andare perché oggi non è giornata di pioggia” non
aveva preso nulla con sé per proteggersi.
... in vista del Santuario di Madonna delle Armi. (Photo di E. Pisarra) |
Spuntano
qua e là antiche e mastodontiche querce: una è stata di recente abbattuta da un
fulmine e spicca, ripiegata su se stessa, nel mezzo di un campo circondato da
ginestre. Il sentiero prosegue tra i poderi terrazzati ad arte delimitati con
muretti a secco ben congegnati, adatti a trattenere quel poco di terra fertile offerta
dalle pendici del Sellaro.
“Mia
nonna – racconta uno dei tanti accompagnatori – ha percorso questo sentiero
almeno due volte al giorno; spesso con una fascina di legna sulla testa, come
provvista per far fronte all’inverno. E questo fino a tutto il 1998”.
1998:
come dire ieri. È impressionante come gli ultimi venti anni di abbandono abbiano
radicalmente cambiato il paesaggio.
Oggi
ci sono piccoli spazi verdi coltivati assediati dalle tantissime piante
infestanti che avanzano: è il loro turno nella eterna lotta tra l’uomo e
natura: qualche volta vince il primo, spesso vince la seconda, soprattutto nel
lungo periodo.
Una
gioia profonda traspare anche dal sorriso del direttore del Parco che è in
cammino con noi: probabilmente, non gli pare vero di essere lontano, almeno per un giorno, dalle scartoffie e della burocrazia alle quali sono condannate anche le aree protette.
La segnaletica del Sentiero dell'Annanza (Photo di E. Pisarra) |
Una
gentile signora imbraccia la sua macchina fotografica nuova di zecca e cerca di
fotografare un fiore del quale ignora il nome, ma mi dice che appena torna a
casa consulterà una guida per saperne di più.
La
traccia prosegue, attraversa la località di Pedarredo, aggira il promontorio e
raggiunge la Valle della Vite: un altro importante incrocio che collegava con i
Balzi di Cristo e la Grotta della Ninfa. Per i pastori questo era un percorso
importante perché permetteva di portare a lavare le pecore alle Caldane prima
della tosatura.
Ormai
il sentiero è in vista del Santuario di Madonna delle Armi. Un cavallo curioso
nitrisce alla vista di tante persone e al galoppo viene incontro a questo
“nastro colorato” che avvolge la montagna e si dirige verso l’antico asceterio.
Ben
presto il sentiero confluisce, nella località Sant’Andrea, sulla stradina
sterrata che collega il vivaio forestale e il Santuario.
In
vista del Santuario il passo di tutti si fa più veloce…: ognuno di noi è
orgoglioso di essere stato a camminare su una via che quasi certamente è stata
percorsa da un nostro antenato, certamente non per fini ludici o
escursionistici come ha fatto una parte di noi oggi, il mio pensiero va alla
fatica del vivere quotidiano in questi campi che ha lasciato nelle rughe dei
volti i suoi segni visibili e io ho sentito con pochi altri di essere qui semplicemente per non dimenticare.
Questo
e tanto altro è il Sentiero dell’Annanza.
Ancora un grazie a tutti coloro che si sono
prodigati per l’ottima riuscita della giornata!
Bellissimo ed emozionante articolo su come eravamo un tempo quando l'essenza della vita era totalmente integrata nell'essenza della natura, in tutte le sue forme e in tutte le sue manifestazioni...Eccezionale e meravigliosa Cerchiara di Calabria,territorio benedetto da Dio e perla dell'Universo...Cerchiara,ti abbiamo sempre amato and will love you forever.
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