BIT Milano 2020. Stand della Regione Calabria (Foto Pisarra) |
Da oltre dieci anni partecipo, puntualmente, ad ogni
edizione della BIT (Borsa Internazionale del Turismo) che si svolge a Milano.
Devo dire che nel corso di questo tempo l’ho trovata
via via sempre più povera di idee, di nuovi orizzonti e di proposte turistiche
che abbiano al centro l’ambiente, la nostra natura e il paesaggio.
Anche in questa edizione, forse perché l’ho visitata
nel suo secondo giorno, di lunedì, non c’era quasi nessuno - intendo dire come
pubblico - mentre, a come mi hanno riferito altri, la giornata d’apertura (domenica
9 febbraio) era stata caratterizzata dalla presenza di tantissimi visitatori.
La Fiera è tornata nei vecchi padiglioni di Milano
City, brutti e tetri: preferivo lo spazio espositivo di Rho fiera.
L’arrivo per visitare i vari stand ha qualcosa di …
strano; si sale ai piani superiori del capannone per l’accredito e poi si
scende, con le scale mobili, al piano terra dove ci sono i vari espositori
delle regioni italiane; mentre per visitare gli stand degli stati esteri
bisogna risalire al piano superiore, sopra lo stesso in cui si trova l’area per l’accredito.
Sono interessato ai luoghi italiani e così prendo la
scala mobile che mi porta verso il basso. Nello scendere appare subito lo stand
della Regione Calabria, davvero ubicato in posizione strategica (perché lo si
incontra appena si lascia la scala mobile) e con la maxi immagine di un maestoso bosco
in veste autunnale che mostra l’essenza della nostra regione; essa è seguita,
in modo più defilato, da una bellissima immagine del castello di Isola Capo
Rizzuto. Due – tra i tanti – asset di cui la nostra regione va fiera.
La foto di apertura dello stand della Regione Calabria (Foto Pisarra) |
Ricordo bene come la prima volta che ho visitato la
BIT non ci fosse nessuna altra immagine della natura calabrese che non fosse il
mare: sicuramente abbiamo fatto un passo avanti.
Mi avvicino allo stand calabrese e la sorpresa è la
didascalia alla grafica, piuttosto pacchiana, della immagine di apertura: “Civita,
Raganello. Pollino”. La guardo bene e mi accorgo che è un luogo a me familiare,
ma non si trova a Civita! L’immagine è in realtà uno scorcio ripreso da Cozzo
Vardo (scattata dalla strada che dal colle del Dragone porta a Piano Ruggio, nel
comune di … Morano Calabro.
Mi chiedo chi sia stato quel ‘bischero’ che ha
realizzato questa foto e questa grafica; l’autore resta ignoto: l’opera non è
firmata… . Lo stesso vale per la foto del Castello di Isola Capo Rizzuto; così
come per le immagini che scorrono su un maxi schermo: non se ne dichiara la
paternità.
Fa niente. Per quanto sia un fotografo, non è questo
che in fondo ora mi interessa.
Stand Regione Calabria. Tavoli delle contrattazioni. (Foto Pisarra) |
Quello che mi interessa, sono i tavoli delle contrattazioni:
li vedo affollati da operatori e da clienti che lasciano ben sperare. Passando
tra questi, ascolto e osservo; leggo la loro provenienza; sento conversare in
ottimo inglese, ma anche in tedesco: questo mi fa constatare che la nuova
generazione di operatori turistici della nostra regione quanto meno conosce
l’inglese, sa quello che fa e cerca di ben vendere quello che ha.
Mi sento, per una volta, soddisfatto.
Poi mi incammino verso l’esterno dello stand e passo
davanti al bancone principale e qui … mi cadono le braccia.
Accanto all’ingresso, è stato collocato un piccolo
banchetto, dove una hostess abbastanza annoiata,
posta ‘a guardia’ di quattro dépliant,
un calendario e qualche pieghevole: tutto qui lo spazio riservato ai Parchi di
Calabria - Pollino, Sila e Aspromonte? Davvero non ho parole…
Mi fermo in un angolo e aspetto che qualcuno si
avvicini per chiedere informazioni: niente. Quando, sto per desistere e
allontanarmi, sento la risposta data a un visitatore dalla hostess, in perfetto
accento non calabrese: “Perché, in Calabria ci sono anche montagne?”
Il banchetto informativo sui parchi in Calabria. (Foto Pisarra) |
Ma è mai possibile che uno degli asset principali della nostra regione in
ambito turistico (i Parchi nazionali e le aree protette) meritino un simile
trattamento?
Non va meglio per la documentazione pubblicitaria.
Il tavolo grande è pieno di dépliant sì, ma son tutti di soggetti privati: non
ci sono brochure di luoghi, località, mete.
Penso che, forse per l’ondata di persone passata il
giorno prima (domenica), sia andato tutto esaurito e quindi siano rimasti gli ‘scarti’.
Alquanto sconsolato, mi allontano in cerca di altri stand
dove la mia curiosità possa trovare un minimo di soddisfazione.
Raggiungo lo stand della Regione Basilicata e, nei
pressi, incontro un albergatore che conosco da tempo e che mi presenta il
sindaco di una importante cittadina turistica della sua regione.
Bene: presentazioni, qualche chiacchiera e… un altro
colpo per me: il sindaco con enfasi mi
annuncia che nella sua cittadina sono
stati appena realizzate alcune palestre di arrampicata e che, prossimamente, ci
sarà anche un … ponte tibetano.
Mi trattengo dal rispondere … saluto e proseguo.
Ho raggiunto l’ingresso dello stand lucano per dare
uno sguardo al materiale illustrativo e ho trovato sempre i soliti opuscoletti vecchi di
oltre dieci anni, quelli ben stampati dall’APT (Azienda di Promozione
Turistica).
Così La Regione Basilicata vive di rendita.
Alla BIT di quest’anno anche le aree protette della Lucania
mostrano di non stare bene. Forse perché il cambio alla guida della Regione non
ha avuto il tempo per ben organizzarsi…
Solo per la Val d’Agri ci sono due giovani Guide
Ufficiale del Parco a dare informazioni su questa area protetta.
Stand della Regione Puglia: da notare il materiale in distribuzione ... (Foto Pisarra) |
Visito lo stand della Puglia e qui l’offerta cambia completamente:
il bancone è strapieno di materiale pubblicitario e di ottima qualità e la regione
è rappresentata tutta.
Una signora, entusiasta e motivata, distribuisce con
gioia opuscoli, libri, carte escursionistiche e tematiche e, quasi quasi, si
offende se qualcuno non accetta poi la sua offerta dell’opuscolo o del
pieghevole della zona verso la quale si è manifestato un certo interesse.
Come non confrontare questo con quanto osservato presso
il corrispondente bancone della Regione Calabria?
Che dire della Toscana o dell’Umbria? Le due regioni
per quest’anno puntano, rispettivamente, sulla Via Francigena e su i percorsi
in mountain bike: nei loro stand trovo guide, carte e libretti su questi temi a
iosa.
Sul Trentino, sorvolo: troppo ben organizzato.
Per la Lombardia, con tutte le qualità dei padroni
di casa, la scelta è molto vasta. Settori di ogni singola provincia sono
ampiamente accompagnati da diversi materiali e di ogni genere.
Ecco per noi calabresi ancora una occasione persa.
Ricordo le critiche mosse alla Regione Calabria quando partecipava con numerosi
libri, anche di ottima fattura, con dvd e tantissimo materiale pubblicitario
che magari riguardava solo la costa. Ai
tempi, per intenderci, dello slogan “Mediterraneo da scoprire”. Quell’anno
avevo visitato la BIT nel suo ultimo giorno e, a chiusura avvenuta, attardandomi
ad uscire dallo stand della Calabria, avevo visto come il materiale rimasto,
anche quello di qualità pregevole, veniva destinato al macero dagli operai addetti
allo smontaggio degli stand che lo raccoglievano per deporlo nei cassonetti della
raccolta differenziata.
Oggi, invece, ho visto materiale poco e vecchio, personale
ingaggiato, poco professionale e con altrettanta poca voglia….
Magari anche quest’anno chi smonterà gli stand dopo
l’ultimo giorno di fiera, butterà al macero il materiale non distribuito… se
prima qualcuno non lo metterà da parte per riproporlo l’anno prossimo…
Mi chiedo: ci vuole molto a guardarsi intorno e,
semplicemente, copiare quello che fanno gli altri?
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