Caro ed illustre
Anonimo (=Unknown18
maggio 2017 09:42), per principio non
rispondo a chi non si firma.
Ma, visto che sollevi
la questione atavica del ruolo degli ambientalisti come conservatori del tutto
contro qualsiasi modello di sviluppo e tanto altro che ben sappiamo, ho deciso questa
volta di fare un’eccezione e di rispondere a questo tuo (ma non solo) refrain.
Rifugio Italia visto dalla cima del Monte Papa (Foto Pisarra) |
In primo luogo
permettimi di dissentire sullo sviluppo turistico di Castelmezzano e
Pietrapertosa in quanto, sono tra i comuni lucani più conosciuti e da tempo; quantomeno
a partire dagli anni Ottanta. Frequentavo Pietrapertosa agli inizi degli anni Novanta
quando la sezione CAI di Potenza aveva attrezzato alcune vie di arrampicata che
già attiravano tanti aspiranti turisti.
Altro punto importante
è la questione di impatto ambientale: una ferrata, seppur ingombrante, non ha
lo stesso effetto devastante quale è quello degli enormi tubi di Trecchina; un
ponte tibetano non ha nulla a che fare con la nostra storia e le nostre
tradizioni.
La regione Basilicata
– mi permetterai di dissentire – non ha ben capito cosa vuol dire sviluppo
turistico, se prosegue con la politica dei macroattrattori.
Questi sono dei pozzi
senza fondo di spesa di denaro pubblico investito su strutture che hanno (al di
là dell’impatto ambientale) costi di gestione e manutenzione enormi. Penso a
quell’altro macroattrattore di Senise: una cosa orribile, che è costata al
contribuente diversi milioni di euro, e per la quale pare che la stagione
scorsa, in termini di pubblico e di affluenza, non sia stata delle migliori.
Monte Sirino. Splendida foresta di faggi. (Foto Pisarra) |
Speriamo che la
prossima stagione vada meglio, altrimenti di cosa ce ne facciamo di questo
“catafalco” in mezzo al Lago di Monte Cotugno?
Ricordo che – ad
occhio e croce – la Regione ha speso per questi macroattrattori qualcosa come
cento milioni di euro.
Ti pare poco? In
cambio di cosa?
E quando sarà
necessario fare la manutenzione – per esempio – al Ponte tibetano, chi la farà?
E con quali soldi? A carico di chi? Se in Trentino molte ferrate (così come
tanti impianti di risalita) sono in via di
smantellamento perché troppo costosi, penso che la Regione Basilicata abbia
già necessità di manutenzioni straordinarie in molti altri settori prima di
costruire altre cattedrali nel deserto (consentimi questa locuzione ormai
abusata) dai costi indefiniti e dai forti dubbi di reale concorso allo sviluppo
turistico di alcuni territori montani.
Non ti pare che questo
modo di fare “droghi” l’offerta turistica?
E poi perché un
turista tedesco dovrebbe venire in Basilicata se di ferrate, ponti tibetani, nepalesi
sono pieni il Trentino, la Valle d’Aosta e anche alcune zone della Lombardia?
Non pensi che questo
turista venga in Basilicata (ma anche in Calabria) proprio perché non vuole le
ferrate, i ponti ecc.?
Infine, riguardo al
Progetto di Trecchina, ti pare che questo territorio abbia una cultura di
arrampicatori, alpinisti o free climber
che giustifichi altre ferrate? Pensi che tutto il territorio regionale sia
“vocato” alle ferrate e solo ad esse(?)?
Tanto per fare un
esempio, a chiusura di questa piccola precisazione, mi chiedo e ti chiedo: cosa
si aspetta a intervenire per rimettere in sesto l’impianto di risalita di Monte
Sirino? È una vera e propria tristezza, coglie un senso di abbandono, lo scendere
dal Monte Papa in direzione del Rifugio Italia e vedere questi piloni
accartocciati su sé stessi, strutture abbandonate in balia delle intemperie, la
viabilità di accesso a dir poco da … terzo mondo.
Escursionisti francesi in visita a Castelmezzano. (foto Pisarra) |
Non parliamo poi dello
stato di salute dei Parchi e delle Riserve, ridotti a vivacchiare con “quattro
soldi” di trasferimento dallo Stato: con un macroattrattore in meno potremmo
avere un parco più efficiente, una manutenzione del territorio più efficace e –
probabilmente – qualche dissesto idrogeologico in meno.
Penso alla recente frana che ha bloccato anche
chi voglia percorrere a piedi la spettacolare antica strada di collegamento tra
Castelmezzano e Pietrapertosa che attraversa la gola del torrente Caperrino; o
alla “minaccia” incombente sul Pollino del taglio del bosco di Palombaro su
Serra del Prete; basterebbe poco (meno del costo del più “piccolo”
macroattrattore) per comprare questa fantastica faggeta e scongiurare il taglio
di migliaia di piante che cambierebbero il paesaggio (viviamo anche di questo)
di una delle cime più belle del Parco.
Sono molto preoccupato
della deriva della Regione Basilicata: con una politica più attenta al
territorio e alla spesa pubblica, potrebbe diventare davvero la “Svizzera” italiana,
o meglio, potrebbe concorrere a essere semplicemente una splendida regione
ricca di montagne, parchi, paesini ricchi di storia, tradizioni, cultura che
valorizzati e correttamente promossi avrebbero davvero una ricaduta economica
positiva sul territorio.
Basta poco, molto meno
di tanti macroattrattori inutili e ingombranti e che rischiano di essere anche
inquinanti.
Sì, non ho cambiato
idea a proposito della reale concorrenza di queste strutture allo sviluppo
socio-economico della regione.
Scusami.
Un cordiale saluto
Emanuele
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