Beppe
Scutari, la difesa del Parco, il Frido
Parafrasando un celebre titolo di un noto film, non
è vero che nulla si muove sul fronte del… Pollino.
Il Torrente Frido prima degli interventi di sbancamento. |
I pareri per realizzare una qualsiasi opera si danno
in sede di Conferenza dei Servizi, spesso senza entrare nel dettaglio del
progetto e delle sue conseguenze sul territorio e in forte contraddizione con i
principi ispirativi dell’ente di appartenenza, salvo poi ravvedersi se qualcuno
si lamenta, denuncia o apre una polemica discussione su qualche social.
È accaduto in passato, continuerà a succedere ancora:
possiamo esserne pur certi.
Anche se i “Beppe Scutari” protempore non ci sono
più, non importa, ci sarà sempre un gruppo, un cittadino, un’associazione che –
complici i tanti social – metterà in piazza le poco lodevoli iniziative.
Ricordo sempre con nostalgia le lunghe e accalorate telefonate
notturne di Beppe Scutari con le quali mi aggiornava sull’ennesimo scempio alla
natura, quasi sempre perpetrato con tutte le autorizzazioni pubbliche ritirate nel
momento in cui emergeva l’informazione sui giornali locali.
Dopo lo sbancamneto per l'apertura della strada di servizio per avviare il cantiere. |
Oggi questa visione non c’è più, si va avanti alla
giornata eppure…per fortuna nella storia che va avanti, le idee camminano con
le gambe di altri uomini, e i mezzi di diffusione mai come oggi abbondano,
rendendo sempre meno probabile la possibilità di tenere nascosto un nuovo
scempio e il posto di Beppe Scutari è stato preso da un altro grande idealista.
All’apparenza mite, calmo, tranquillo, ma dotato di
una grande forza di volontà, anche quando sembra che le sue denunce scivolino
via come il vento sulla pelle delle genti del Pollino, è instancabile, sempre
pronto a presentare l’ennesimo esposto alla Procura della Repubblica competente
per territorio: Ferdinando Laghi.
Di professione medico presso l’ospedale di Castrovillari,
appassionato cultore di problematiche ambientali legate alla salute, designato
Consigliere all’interno dell’Ente Parco del Pollino è il degno erede di Beppe
Scutari.
Mappa dei lavori |
Scrivo questo
post sull’onda dell’ennesima denuncia, da lui presentata qualche giorno fa alla
Procura della Repubblica di Castrovillari, riguardo l’apertura di una grande strada
di servizio lungo il torrente Frido nei comuni di Viggianello e San Severino Lucano
per realizzare una nuova centrale idroelettrica.
Questo esposto contiene la denuncia di un altro gravissimo
attentato alla natura del nostro parco: sul fiume Frido, in località Magnacane,
nel comune di Viggianello, la Regione Basilicata ha autorizzato la costruzione
di una centrale idroelettrica con tutte le conseguenti opere ausiliarie.
Prima fra tutte la realizzazione di una ampia strada
di accesso per l’allestimento del cantiere.
Sembra di essere all’interno di uno sceneggiato,
sempre il solito, con le stesse modalità di regia.
Leggendo l’esposto si scopre che nella prima
conferenza di servizi, propedeutica al rilascio della concessione regionale –
siamo al 4 giugno 2010 – il Parco ha dato parere favorevole al progetto, in
barba alle “raccomandazioni” della legge istitutiva dell’area protetta, in
quanto i lavori che si dovevano realizzare ricadevano in “zona uno” del Parco
in un sito ZPS (Zona a Protezione Speciale) dove è presente – tra l’altro –
anche la lontra.
La Regione Basilicata, forte della prima
autorizzazione, ha proceduto per la sua strada e autorizzato l’inizio dei
lavori, e lo scorso 16 giugno ha concesso un’altra autorizzazione
paesaggistica.
Ma sui social è partita la denuncia con foto e
video, cosicché il Direttore del Parco è stato costretto a emanare un’ordinanza
di sospensione dei lavori.
Sicuramente la ditta titolare dell’appalto farà
ricorso al TAR, l’Ente Parco (forse) si costituirà parte civile e si darà
inizio a una nuova telenovela.
un fotogramma del grande sbancamento sul Frido |
L’Ente Parco ha da qualche mese
firmato l’ennesimo SCHEMA DI INTENTI
con la Regione Calabria, riguardante il
bacino idrografico del fiume Lao, con lo scopo di creare “strumenti
volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la
corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori
fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico”.
Di fronte a questo “schema di
intenti” il Frido è un fiumiciattolo, che attraversa ambienti di scarsa valenza
paesaggistica, non merita di far parte di questo contratto nazionale in difesa
dei fiumi?
Eppure l’Ente Parco era a
conoscenza del fatto che il 21 ottobre 2010, in occasione del Quinto Tavolo
Nazionale dei Contratti di Fiume,
facenti parte della Carta Nazionale omonima, era stato presentato uno schema di
protezione dei bacini idrografici da far ratificare alle regioni.
Anche alla luce di questo nuovo
strumento si poteva porre il diniego alla costruzione di una nuova diga in una
regione che ne ha già troppe.
Ferdinando Laghi |
Spesso poiché l’autorizzazione paesaggistica
è stata data da un ente superiore (che, però, persegue altre finalità, NdR),
non si prendono la responsabilità di andare “controcorrente” pur nel rispetto
delle norme istitutive per le quali essi sono lautamente pagati.
Era già accaduto [2008] con il
Teatro Vegetale, prontamente denunciato da Beppe Scutari e immediatamente fatto
sequestrare dal CFS, scoprendo poi che i lavori erano iniziati con la promessa
che le autorizzazioni sarebbero arrivate da lì a qualche giorno.
Non conoscevano Beppe.
Ora che Beppe non c’è più il
Pollino ha trovato un altro gladiatore con il quale bisogna incrociare la lama:
auguri dottor Laghi!
Ferdinando Laghi, intervistato da Radio Radicale, fa il punto sulla captazione del Frido.
l'intervista la trovate qui
PS
Bene Emanuele, ottimo articolo..
RispondiEliminaQuirino