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Io sono sempre dello stesso parere: sino a quando non sarà rinnovata la nostra classe dirigente, sino a quando le elezioni si faranno sulla base di clientele, sino a quando i Calabresi non indicheranno con libertà e coscienza i loro rappresentanti, tutto andrà come prima, peggio di prima.
Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

venerdì 7 luglio 2017

Beppe Scutari, la difesa del Parco, il Frido

Parafrasando un celebre titolo di un noto film, non è vero che nulla si muove sul fronte del… Pollino.
Il Torrente Frido prima degli interventi di sbancamento.
Anzi. Ci si muove troppo, magari per cose che hanno poco a che fare con lo spirito istitutivo di un parco, ma la tecnica è sempre la stessa.
I pareri per realizzare una qualsiasi opera si danno in sede di Conferenza dei Servizi, spesso senza entrare nel dettaglio del progetto e delle sue conseguenze sul territorio e in forte contraddizione con i principi ispirativi dell’ente di appartenenza, salvo poi ravvedersi se qualcuno si lamenta, denuncia o apre una polemica discussione su qualche social.
È accaduto in passato, continuerà a succedere ancora: possiamo esserne pur certi.
Anche se i “Beppe Scutari” protempore non ci sono più, non importa, ci sarà sempre un gruppo, un cittadino, un’associazione che – complici i tanti social – metterà in piazza le poco lodevoli iniziative.
Ricordo sempre con nostalgia le lunghe e accalorate telefonate notturne di Beppe Scutari con le quali mi aggiornava sull’ennesimo scempio alla natura, quasi sempre perpetrato con tutte le autorizzazioni pubbliche ritirate nel momento in cui emergeva l’informazione sui giornali locali.
Dopo lo sbancamneto per l'apertura della strada di servizio per
avviare il cantiere.
Se fosse stato qui tra noi il povero Beppe ancora una volta avrebbe provato dispiacere e risentimento, per il grande fallimento dell’idea per la quale ha lottato per tutta la vita: l’idea di parco che ha come faro la conservazione della natura, dei suoi paesaggi, delle sue tradizioni e dei suoi costumi.
Oggi questa visione non c’è più, si va avanti alla giornata eppure…per fortuna nella storia che va avanti, le idee camminano con le gambe di altri uomini, e i mezzi di diffusione mai come oggi abbondano, rendendo sempre meno probabile la possibilità di tenere nascosto un nuovo scempio e il posto di Beppe Scutari è stato preso da un altro grande idealista.
All’apparenza mite, calmo, tranquillo, ma dotato di una grande forza di volontà, anche quando sembra che le sue denunce scivolino via come il vento sulla pelle delle genti del Pollino, è instancabile, sempre pronto a presentare l’ennesimo esposto alla Procura della Repubblica competente per territorio: Ferdinando Laghi.
Di professione medico presso l’ospedale di Castrovillari, appassionato cultore di problematiche ambientali legate alla salute, designato Consigliere all’interno dell’Ente Parco del Pollino è il degno erede di Beppe Scutari.
 
Mappa dei lavori
Laghi, anzi, oltre alla passione che lo accomuna a Beppe, vi aggiunge di suo anche una buona dose di incoscienza e di notevole preparazione sugli argomenti trattati, sui quali è difficile controbatterlo.
 Scrivo questo post sull’onda dell’ennesima denuncia, da lui presentata qualche giorno fa alla Procura della Repubblica di Castrovillari, riguardo l’apertura di una grande strada di servizio lungo il torrente Frido nei comuni di Viggianello e San Severino Lucano per realizzare una nuova centrale idroelettrica.
Questo esposto contiene la denuncia di un altro gravissimo attentato alla natura del nostro parco: sul fiume Frido, in località Magnacane, nel comune di Viggianello, la Regione Basilicata ha autorizzato la costruzione di una centrale idroelettrica con tutte le conseguenti opere ausiliarie.
Prima fra tutte la realizzazione di una ampia strada di accesso per l’allestimento del cantiere.
Sembra di essere all’interno di uno sceneggiato, sempre il solito, con le stesse modalità di regia.
Leggendo l’esposto si scopre che nella prima conferenza di servizi, propedeutica al rilascio della concessione regionale – siamo al 4 giugno 2010 – il Parco ha dato parere favorevole al progetto, in barba alle “raccomandazioni” della legge istitutiva dell’area protetta, in quanto i lavori che si dovevano realizzare ricadevano in “zona uno” del Parco in un sito ZPS (Zona a Protezione Speciale) dove è presente – tra l’altro – anche la lontra.
La Regione Basilicata, forte della prima autorizzazione, ha proceduto per la sua strada e autorizzato l’inizio dei lavori, e lo scorso 16 giugno ha concesso un’altra autorizzazione paesaggistica.
Ma sui social è partita la denuncia con foto e video, cosicché il Direttore del Parco è stato costretto a emanare un’ordinanza di sospensione dei lavori.
Sicuramente la ditta titolare dell’appalto farà ricorso al TAR, l’Ente Parco (forse) si costituirà parte civile e si darà inizio a una nuova telenovela.
un fotogramma del grande sbancamento sul Frido
Eppure sarebbe bastato negare quell’autorizzazione in seno alla prima conferenza dei servizi e il problema si sarebbe risolto subito, proprio perché un Parco ha il dovere di agire in difesa di luoghi, specie, animali presenti nel proprio territorio e per i quali è stata istituita l’area protetta.
L’Ente Parco ha da qualche mese firmato l’ennesimo SCHEMA DI INTENTI con la Regione Calabria, riguardante il bacino idrografico del fiume Lao, con lo scopo di creare “strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico.

Di fronte a questo “schema di intenti” il Frido è un fiumiciattolo, che attraversa ambienti di scarsa valenza paesaggistica, non merita di far parte di questo contratto nazionale in difesa dei fiumi?

Eppure l’Ente Parco era a conoscenza del fatto che il 21 ottobre 2010, in occasione del Quinto Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, facenti parte della Carta Nazionale omonima, era stato presentato uno schema di protezione dei bacini idrografici da far ratificare alle regioni.

Anche alla luce di questo nuovo strumento si poteva porre il diniego alla costruzione di una nuova diga in una regione che ne ha già troppe.

Ferdinando Laghi
Purtroppo molti funzionari non ottemperano alle proprie mansioni e non perseguono i propri obiettivi svolgendo il loro ruolo all’interno di un Ente che dovrebbe avere come punto centrale della sua realtà la difesa dell’ambiente.

Spesso poiché l’autorizzazione paesaggistica è stata data da un ente superiore (che, però, persegue altre finalità, NdR), non si prendono la responsabilità di andare “controcorrente” pur nel rispetto delle norme istitutive per le quali essi sono lautamente pagati.

Era già accaduto [2008] con il Teatro Vegetale, prontamente denunciato da Beppe Scutari e immediatamente fatto sequestrare dal CFS, scoprendo poi che i lavori erano iniziati con la promessa che le autorizzazioni sarebbero arrivate da lì a qualche giorno.

Non conoscevano Beppe.

Ora che Beppe non c’è più il Pollino ha trovato un altro gladiatore con il quale bisogna incrociare la lama: auguri dottor Laghi!



Ferdinando Laghi, intervistato da Radio Radicale, fa il punto sulla captazione del Frido.
l'intervista la trovate qui



PS

Un particolare grazie a Giorgio Braschi e all'Associazione Lupi del Pollino di San Severino lucano per aver concesso l'autorizzazione a utilizzare le foto a corredo di questo post









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