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Io sono sempre dello stesso parere: sino a quando non sarà rinnovata la nostra classe dirigente, sino a quando le elezioni si faranno sulla base di clientele, sino a quando i Calabresi non indicheranno con libertà e coscienza i loro rappresentanti, tutto andrà come prima, peggio di prima.
Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

martedì 7 giugno 2016

Il Club Alpino Italiano fa scuola

Come è noto ai nostri lettori, il Club Alpino Italiano gestisce in tutta la penisola circa sessantamila chilometri di sentieri.

Uno dei panorami "normali" che si possono vedere salendo lungo al "tagliata"
(Photo di E. Pisarra)
Non sentieri qualsiasi, ma antichi cammini, vecchi tratturi, mulattiere che hanno collegato per secoli popoli e hanno contribuito al commercio e al progresso di intere popolazioni.

Stiamo parlando di RETE SENTIERISTICA ITALIANA, ricchissima di storia, di fatti, di notizie: una serie di percorsi che, inanellati uno dietro l’altro, dà vita a quella sorta di Filo di Arianna che collega Alpi, Appennini, isole e lo propone a tutti coloro che vogliano “andar per monti”.

Questa realtà, ormai consolidata nel tempo e nello spazio, sta conquistando terreno anche in Calabria e in particolare sui nostri monti.

All’escursionista è idealmente affidata la memoria storica di un patrimonio plasmato dalla fatica, dal sacrificio, dalla caparbia determinazione degli uomini della montagna.
All’escursionista, più che ad ogni altro frequentatore della montagna, è demandata la conservazione di questo ingente capitale culturale.”

 
Escursionisti in cima al Timpone della Neviera ad Alessandria del carretto
 (photo di E. Pisarra)
Con queste parole l’ex presidente generale Annibale Salsa, in occasione della inaugurazione del nostro rifugio intitolato al compianto Biagio Longo, affermava con forza l’impegno del CAI e di tutti i suoi iscritti nella cura del patrimonio dei sentieri.

 Nel nostro piccolo, anche se non abbiamo il ‘pedigree’ delle blasonate sezioni del Nord Italia, nel corso di questi ultimi anni siamo riusciti a far passare il principio che i sentieri vadano realizzati secondo un egida consolidata da anni di esperienza e di insegnamenti che nessun ente pubblico ha mai fatto nel corso della sua storia.
Infatti, il CAI, attraverso l’esperienza maturata con i suoi volontari, ha redatto diversi manuali su come si segnano i sentieri, prodotto svariati software per la gestione informatica della rete sentieristica, promosso molti incontri con le autorità locali e montane, stipulato protocolli d’Intesa con altrettanti Enti e con un unico obiettivo: mantenere in vita questa rete di antica viabilità. Ciò non perché auspichi un ritorno al passato, ma perché pensa che si possa ritornare a camminare su queste vie con altri scopi, quali il puro piacere di stare all’aria aperta, l’idealità di continuazione di ‘mettere i piedi’ là dove è passato il tal Principe, Re, Regina, Santo o, più semplicemente, il proprio padre, nonno o amico che per vari motivi ha frequentato questi luoghi: una sorta di continuità di memoria per non dimenticare chi siamo e da dove veniamo.

Volontari del CAI impegnati a preparare le tabelle del senti 949
 (Photo di E. Pisarra)
In questa ottica la nostra giovane sezione di Castrovillari ha contribuito con i suoi volontari e consulenti a realizzare sei nuovi sentieri nel nostro territorio.

Ecco: il CAI fa scuola.

Fa scuola quando anche il comune di Castrovillari, nel recuperare quattro sentieri di notevole importanza storica, si affida alla consulenza del nostro volontariato.

Fa scuola quando anche il GAL Alto Jonio bandisce una gara per la realizzazione (sarebbe meglio dire il recupero) di due antichi sentieri, ormai in disuso, che hanno rappresentato nel corso dei secoli due luoghi importantissimi per le comunità del suo territorio.

Il primo di questi sentieri collega il paese di Alessandria del Carretto con il Monte Sparviere, passando per il Timpone della Neviera. Come dice il nome stesso, questo percorso ricalca fedelmente l’antico tratturo che portava gli uomini del ghiaccio a recarsi in queste località per una sorta di coltivazione della neve per poi poterla vendere in pianura nei mesi estivi.


Escursionisti sulla "Tagliata"  (Photo di E. Pisarra)
Inoltre questo sentiero ‘contiene’ grandi paesaggi: Verso Nord, oltre alla vette del Pollino, si vede il Massiccio del Sirino, l’Alpi di Latronico e poi tutta la catena dell’Appennino lucano fino al Pierfaone e oltre. A meridione la vista non è da meno: oltre a tutte le quinte dei monti calabro-lucani c’è … il mare. Giustamente, questo percorso noto come IL SENTIERO DELLA GHIACCIAIA.

L’altro sentiero sostenuto dal GAL Alto Jonio ricalca l’antica via che da settentrione porta al Monte Sellaro e al Santuario di Madonna delle Armi. Questa percorso è stato utilizzato fino a tutto gli anni Sessanta dai popoli dell’alto Jonio cosentino che da Trebisacce, Plataci, Alessandria del Carretto, Oriolo si recavano in pellegrinaggio alla Madonna delle Armi.

Esso Impropriamente è stato dedicato alle peonie peregrine. Tuttavia per dare un riferimento storico e spirituale al sentiero noi abbiamo deciso di chiamarlo SENTIERO DEI FIORI DI PENTECOSTE, proprio pensando ai pellegrini che, per raggiungere il Santuario, hanno camminato in mezzo a questi prati di peonie rosso-porpora che fioriscono proprio in occasione della ricorrenza della festa.

 
Le prime nevi sullo Sparviere. (Photo di E. Pisarra)
Invece, sul nostro versante, oserei dire: finalmente, è stato recuperato – per volontà dell’amministrazione comunale di Castrovillari - un sentiero principe che collegava la Piana di Castrovillari con Madonna del Pollino, il versante lucano, i grandi boschi dell’alta quota, le cime più importanti e i tanti buoni pascoli dei Piani.

 
Conosciuto come “la mulattiera della Tagliata”, ha visto transitare, nel corso dei secoli, migliaia di persone sia per motivi di lavoro legati al bosco e ai suoi pascoli, sia per motivi religiosi in quanto questo tratturo porta al Santuario di Madonna del Pollino, il più frequentato luogo sacro dei nostri monti da gente calabra, nonostante esso sia ubicato nel territorio di San Severino Lucano.

Percorso difficile, lungo, con forte dislivello, ma decisamente affascinate: grandi boschi, pareti di roccia, ‘uscite’ panoramiche su tutta la Pianura di Sibari, fanno di questa mulattiera una ‘autostrada del Pollino’ per tutti: botanici, escursionisti, appassionati di alberi ricercatori di immagini…

Segnavia CAI sul sentiero dei fiori di Pentecoste 949 (Photo di E. Pisarra)
Altro percorso recuperato dal nostro Sodalizio che da anni lo propone, e con grande successo, per la Pasquetta dei Castrovillaresi (e non solo) è il sentiero che porta alla Cappelletta della Madonna del Riposo, poco sotto la cima del Monte Sant’Angelo (cima che dalla città si contraddistingue per i grandi ripetitori telefonici). Si tratta di una facile passeggiata da fare in un pomeriggio di noia, per sgranchirsi le gambe, ma anche per godere della fioritura di tantissimi piante, per il paesaggio, per guardare il mondo dall’alto o per piacere di una semplice e suggestiva passeggiata appena a pochi minuti dalla città.

 Ultimi due sentieri, recuperati dal comune di Castrovillari, che davvero pare abbia acquisito consapevolezza di come il proprio territorio abbia grandi spazi e per tutti i gusti, sono quello che, nel gergo dei camminatori più in forma, è chiamato la DIRETTISSIMA, e quello della SIRENA. La  Direttissima è una variante alla via che conduceva le genti di Castrovillari alle grandi tenute dei feudatari cittadini: poste a… nord della cittadina e che oggi porta alla Serra Dolcedorme e ai suoi imponenti bastioni meridionali.


La croce in ricordo degli aviatori caduti sul Pollino nel 1945 fortemente
voluta da Francesco Giorgio (Photo di E. Pisarra)
 Il recupero dell’antico sentiero che porta alla GROTTA DELLA SIRENA, presumibilmente percorso per anni dai nostri antenati protostorici per recarsi in questo luogo eletto a propria “abitazione”.

Un sentiero facile, adatto a tutti, a pochi minuti dal centro città, permette di raggiungere uno dei luoghi più importanti dell’antichità della nostra regione. 

Ora non resta che augurarsi davvero che degli insegnamenti del CAI si faccia buon uso.

Ultreya! (Buon Cammino)

 
 
Articolo pubblicato sul periodico PASSAMONTAGNA n: 2 anno 13 - maggio 2016









 

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