Da Morano a Saracena,
da Mormanno a Castrovillari, questa segnaletica su legno di castagno con
scritte nere a fuoco invade ogni via ed ogni incrocio.
Non ho capito la logica
(ma questo non ha importanza) di questa segnaletica in quanto molti cartelli
indicatori di località non specificano le distanze oppure i tempi di
percorrenza.
Una segnaletica "molto chiara". (Photo di E. Pisarra) |
Altre (come quella nella
foto) – a dir poco – confondono l’utenza.
Inoltre, questa logica
dell’usare il legno a tutti i costi, con la pretesa di mimetizzare tutto nell’ambiente
è – spesso – fuorviante.
Abbondanza di informazioni o mancanza di dati? |
Le insegne, le
indicazioni stradali o dei sentieri, devono essere visibili non solo nelle belle
giornate di sole agostane, ma anche nei giorni uggiosi di autunno, nelle
giornate di nebbia e di notte.
Invece queste tabelle
non sono per niente visibili appena cala la luce. E sono nuove di zecca. Figuriamoci
fra qualche anno quando il legno comincerà a inzupparsi di acqua ed a scurirsi
ulteriormente.
Se a questo aggiungiamo
le capannine vuote (a proposito: a chi tocca riempiere di contenuti queste
capannine?) questi incroci sembrano affollati più delle strade di una periferia
di una grande città italiana.
Capannina vuota |
Ne avevamo tanto
bisogno?
Infine, se queste
capannine cascano per terra di chi è il compito di rimetterle a posto?
La capannina di Colle Marcione è a terra da quasi un mese. Di chi è il compito di rimetterla in piedi? (Photo di E. Pisarra) |
Colle Marcione. Escursionisti incuranti del crollo della capannina si preparano per un escursione alla Manfriana. (Photo di E. Pisarra) |
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