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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

giovedì 16 giugno 2016

Nuova segnaletica

Da qualche mese in gran parte del Pollino calabro appare una strana segnaletica in legno, carente di informazioni e invasiva.

Da Morano a Saracena, da Mormanno a Castrovillari, questa segnaletica su legno di castagno con scritte nere a fuoco invade ogni via ed ogni incrocio.


Una segnaletica "molto chiara". (Photo di E. Pisarra)
Non ho capito la logica (ma questo non ha importanza) di questa segnaletica in quanto molti cartelli indicatori di località non specificano le distanze oppure i tempi di percorrenza.

Altre (come quella nella foto) – a dir poco – confondono l’utenza.

Inoltre, questa logica dell’usare il legno a tutti i costi, con la pretesa di mimetizzare tutto nell’ambiente è – spesso – fuorviante.



Abbondanza di informazioni o mancanza di dati?
Le insegne, le indicazioni stradali o dei sentieri, devono essere visibili non solo nelle belle giornate di sole agostane, ma anche nei giorni uggiosi di autunno, nelle giornate di nebbia e di notte.

Invece queste tabelle non sono per niente visibili appena cala la luce. E sono nuove di zecca. Figuriamoci fra qualche anno quando il legno comincerà a inzupparsi di acqua ed a scurirsi ulteriormente.

Se a questo aggiungiamo le capannine vuote (a proposito: a chi tocca riempiere di contenuti queste capannine?) questi incroci sembrano affollati più delle strade di una periferia di una grande città italiana.


Capannina vuota
Ne avevamo tanto bisogno?

Infine, se queste capannine cascano per terra di chi è il compito di rimetterle a posto?






La capannina di Colle Marcione è a terra da quasi un mese.
Di chi è il compito di rimetterla in piedi? (Photo di E. Pisarra)

Colle Marcione. Escursionisti incuranti del crollo della capannina
si preparano per un escursione alla Manfriana. (Photo di E. Pisarra)

 


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