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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

giovedì 3 settembre 2020

Civita – Çifti Comunità arbreshe e Paese dei Comignoli


Civita (Çifti, per gli arbëresh) è un paesino di circa mille abitanti, incassato tra le ultime propaggini rocciose del Massiccio del Pollino, protetto verso oriente dalla imponente parete della Timpa del Demonio e, ad occidente, dalle rocce della Sentinella.

Civita. Comignolo casa Piccoli

Un borgo ben nascosto, mimetizzato, chiuso in questo fortilizio naturale, al punto che ha avuto sempre una sola strada di accesso.

Un tempo l’entrata era costituita dal superamento del torrente Raganello, attraverso il Ponte del Diavolo, ed era costituita da una stradina a gradinata, a tratti scolpita nella roccia, adatta al passaggio di un solo cavallo o asino per volta.

L’avvento dell’automobile ha fatto sì che questo varco fosse abbandonato per costruire, a monte dell’abitato, una strada larga e comoda che collegasse agevolmente alla strada nazionale.

Infine, agli inizi degli anni Settanta, è stata realizzata – secondo i desiderata della comunità – una ulteriore arteria stradale, che ricalca quella d’ accesso alla montagna secondo le vecchie mulattiere.

Oggi Civita è ben collegata sia con il litorale jonico sia con l’autostrada del Mediterraneo.

Un piccolo borgo fatto di tre rioni e da tanti slarghi che costituivano, e rappresentano ancora oggi, altrettanti spazi di raduno: le famose gijtonie.

La gijtonia, o vicinato, è il luogo di incontro delle famiglie che vi abitano intorno.

È in questo spazio che si discute, si chiacchiera sugli affari degli altri, si raccontano fatti antichi; è qui che si svolgono veri e propri momenti di socialità con una ben precisa e rigorosa disposizione dei partecipanti: ogni vicinato ha una scala di ingresso a qualche abitazione o un muretto più o meno a forma di sedile: su ogni gradino della scala ci si dispone in modo che le persone più giovani occupino il posto più in alto mentre le più anziane si siedono di fronte su una sedia. Il più anziano della gijtonia è il punto di riferimento di tutto il vicinato e ha anche il ruolo di moderatore nelle discussioni.    

Civita (Çifti), dopo un passato agro-silvo-pastorale, comune un po' a tutti i paesini della Calabria, da alcuni anni ha intrapreso una nuova Mission: vuole diventare – e in parte lo è già – un modello di sviluppo ecosostenibile, dove si vive nel rispetto della Natura, del suo paesaggio, del silenzio cullato dal vento, delle sue tradizioni linguistiche e religiose.

Civita. Timpa del Demonio

Da un lato l’ospitalità proverbiale di tutta la comunità ha fatto sì che nessuno si sia mai sentito qui straniero: l’accoglienza, la disponibilità e l’apertura verso il prossimo sono un’arma vincente per un nuovo futuro, fatto di servizi turistici, di una ottima ristorazione, di pace e tranquillità.

Civita da anni si è avviata lungo questo cammino, tant’è che fa parte dei “Borghi più belli d’Italia” ed è “Bandiera arancione” del Touring Club Italiano.   

Grazie alla antica tradizione greco-bizantina, Civita, è uno dei centri della spiritualità orientale in Italia e la chiesa di Santa Maria Assunta, la chiesa parrocchiale, è testimone di questa religiosità “speciale”, nella quale si identifica tutta la Comunità.

La disposizione a “nido d’aquila” dell’abitato, a ridosso della Timpa del Magazzeno, dà le ragioni della qualità del micro clima che caratterizza il paese.

Le diverse correnti – provenienti dalla montagna e dal Golfo di Sibari – si fondono in un turbinio di venti che non si sommano, ma anzi, fanno a gara a chi soffi più forte. Questo fenomeno naturale ha fatto sì che fosse necessario costruire un comignolo diverso per ogni abitazione proprio per fronteggiare la variegata irruenza del vento. Così, Civita, è diventato il “Paese dei Comignoli”.

Civita. Vista del borgo dal Belvedere "N. Douglas"

Nella nostra comunità sono stati censiti oltre cento comignoli, alcuni dalle “facce” strane, altri dalle forme singolari o dalle dimensioni enormi, proprio per far fronte al vento e … alla superstizione.    

Proprio così: le diverse forme di comignoli “a viso” deforme, con quattro occhi, sono vere e proprie maschere apotropaiche che hanno il compito di proteggere il nucleo familiare che abita quella casa dalle avversità della vita.

Civita ha soprattutto sempre avuto un occhio di riguardo verso la natura circostante.

In tempi non sospetti, agli inizi degli anni Ottanta, il Circolo di Cultura “G. Placco” organizzò una serie di incontri che gettarono le basi per un nuovo corso della storia di questo paese, decidendo di scommettere sul turismo come nuovo volàno economico. Più esattamente, si cominciò proprio a partire da quegli anni a parlare di eco-turismo sostenibile. Il piccolo paese aveva, ed ha saputo valorizzarne, tutte le caratteristiche: esso è una naturale “porta di accesso” alle alte quote del Parco nazionale del Pollino; la posizione collinare, la modesta distanza dalla costa ionica sono ottimali per un soggiorno di vacanza.

Civita. Piazza Municipio

Inoltre, Civita, condivide con i paesi limitrofi il corso del torrente Raganello. Il tratto centrale di questo corso d’acqua è universalmente conosciuto come “Canyon del Raganello”: uno spettacolare esempio di forra, di gola profonda, adatta al torrentismo, la pratica della discesa di un corso d’acqua, senza ausilio di mezzi di trasporto.

A tutto ciò si è affiancato un lavoro di collaborazione con il Club Alpino Italiano, che ha fatto da tramite con il suo omologo tedesco (il DAV - Deutscher Alpenverein -), per organizzare i primi trekking sul Pollino aventi come tappa finale proprio Civita.

Il Summit Club, l’Agenzia turistica del Club Alpino tedesco, ha inserito nel proprio catalogo questa proposta escursionistica già a partire dagli inizi degli anni Novanta e Civita, per la prima volta, è apparsa in un catalogo internazionale di proposte di gite escursionistiche e alpinistiche nel mondo, insieme con le proposte di viaggio in Patagonia, Himalaya, Ande, Monte Bianco.  

Da queste prime iniziative sono seguite altre che hanno reso il paese famoso nel mondo escursionistico nazionale e internazionale.

Così oggi molte guide escursionistiche in lingua tedesca propongono itinerari con base a Civita e tantissime riviste di settore pubblicano itinerari escursionistici che interessano questa parte della Calabria settentrionale.

Il risultato di questo lungo e silenzioso lavoro si respira nell’aria nel borgo. Decine di strutture ricettive di altissima qualità, diversi ristoranti e pizzerie, un agriturismo, un servizio Guida sono pronti ad accogliere un ospite curioso ed esigente regalando benessere e anche qualche pizzico di stupore.

Emanuele Pisarra

 


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Questo articolo è stato pubblicato sul CALABRONE numero 30 - ANNO XIII - MAGGIO / AGOSTO 2020 pp. 30-31 

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