Una volta avevo le idee chiare. Oggi,
vista la piega degli eventi, non sono più sicuro delle mie utopie.
In primo luogo, la “questione ambientale”
è posta – secondo alcuni autorevoli sondaggisti - tra la quattordicesima e
diciottesima posizione dei desiderata degli italiani.
Come a dire che la variazione di posizione
è in funzione alle disgrazie del momento. Quando la televisione, a reti
unificate, annuncia il disastro provocato da una tromba d’aria, che abbatte
migliaia di alberi idonei a diventare legno per violini, allora la quotazione
sale. Dopo qualche ora, arrivano altre notizie, magari dell’ennesimo attentato
terroristico o dello sciopero contro l’aumento del prezzo della benzina ad
opera di gruppi di cittadini indignati per il caro vita, l’asticella
dell’interesse verso l’ambiente, i parchi e la natura in generale,
inesorabilmente scende, almeno fino alla prossima disgrazia. E avanti così.
Sul crinale ... verso la Manfriana. (foto da Internet) |
Nel frattempo, i parchi, spogliati da
qualsiasi prospettiva a medio e lungo tempo, vivono di espedienti di piccolo
cabotaggio, tanto per far vedere che esistono. In realtà la loro presenza non
interessa più. Purtroppo il loro ruolo di protezione della Natura, di conservazione
di luoghi, habitat, specie animali e vegetali è tristemente azzerato.
Qualche giorno fa, ho curiosato tra le
pagine del sito del nostro Ente Parco, così come tra quelle della Sila e del
vicino Parco della Val d’Agri, alla ricerca di delibere, atti amministrativi,
provvedimenti che mostrassero un qualche interesse verso la conservazione: poca
roba, quasi niente.
Nella relazione di bilancio dell’Ente
Parco del Pollino, si legge che le
azioni di conservazione tutela e promozione per il 2019 sono riferite a “interazione
tra cinghiale e biodiversità, monitoraggio del gatto selvatico e della
martora, conservazione della lontra, programma INNGREENPAF [??? Ndr], progetto Boschi Vetusti,
Indagini sul pino loricato, Rete Natura 2000”. Peccato che le stesse voci
si ripetano da … qualche anno.
Così come si ripete la litania sul Piano
del Parco, licenziato nel 2011, e ancora in attesa di approvazione da parte
delle Regioni, perché possa essere poi promulgato dal Ministero
dell’Ambiente. È ovvio come, in assenza
di uno strumento di governo del territorio, si navighi a vista e con tutti i
problemi che esso comporta.
Se a questo si aggiunge un “governo
politico” mediatore, poco decisionista, anzi opportunista, abbiamo, come logica
conseguenza, una serie di azioni che risultano ben poco “ambientali”. In Val
d’Agri, si ha come interlocutore le maggiori compagnie petrolifere del mondo,
le quali elargiscono contributi più o meno consistenti in cambio di favori
normativi per i propri interessi. Per il Pollino la situazione non è diversa.
Da noi il maggior “finanziatore” è l’Ente nazionale per l’Energia (leggasi
Enel) che, in nome di non ben definite “misure di compensazione”, “sborsa” ben
1.750.000,00 euro perché sia chiuso un
occhio sulla Centrale del Mercure.
Un tratto del fiume Lao (foto da Internet) |
Nella stessa relazione di bilancio
dell’Ente del nostro Parco, viste le scarse risorse ricevute dal Ministero
dell’Ambiente, si paventa la necessità di istituire biglietti di ingresso nei
luoghi del parco più visitati da turisti e scolaresche e di dismettere strutture che “comportano spese
senza alcun ritorno economico”.
Quali sono questi luoghi più affollati?
L’Ecomuseo del Pollino e le aree
faunistiche di Bosco Magnano e di Acquaformosa.
E le strutture da dismettere?
Nella relazione non si fa alcun cenno ai
tanti Centri visita chiusi, abbandonati da anni, in parte già restituiti ai
legittimi proprietari (i Comuni) che sono in difficoltà su come poterli
utilizzare.
A questo proposito ricordo la notizia di
qualche giorno fa, pubblicata da più quotidiani italiani, riguardante il blocco
delle attività dell’Amministrazione americana a guida Trump. L’ostruzionismo politico
– se ho capito bene – degli avversari del presidente degli USA ha come logica
conseguenza il mancato finanziamento della macchina amministrativa nel suo
complesso: niente stipendi, stop al riscaldamento negli uffici pubblici e nei centri
visita dei Parchi nazionali chiusi.
L’ufficio federale dei Parchi (National
Park Service), l’equivalente del “Servizio di Protezione della Natura” del
nostro Ministero dell’Ambiente, chiude tutte le aree protette e sospende
qualsiasi attività.
L’unica notizia positiva, che proviene dal
nostro parco, grazie alla “pressione martellante” del consigliere Ferdinando
Laghi, riguarda l’intenzione di acquistare la famosa proprietà Palombaro, in
cui si è registrato lo scempio di Serra del Prete. Intendiamoci: la proprietà
privata è sacra, tuttavia non si possono autorizzare tagli boschivi in piena “zona
uno” del Parco, a quote altimetriche significative.
A seguire, si legge nella relazione di
bilancio, che l’Ente Parco finanzierà una campagna di scavi archeologica a
Laino Borgo, condotta dall’Università di Messina.
Alpinisti sulla via ferrata "Peppino Sirangelo" . (Foto da Intenret) |
Quindi viene
indicata la “riqualificazione corposa” della rete sentieristica. “Scopo di tale iniziativa è quello di rendere
fruibili e sicuri un numero limitato di sentieri, all’interno dei quali il
visitatore dovrà essere obbligatoriamente accompagnato da una Guida Ufficiale
del Parco Nazionale del Pollino”.
E qui mi cascano i pochi capelli
rimasti.
Mi vengono i brividi quando sento parlare
di “sentieri sicuri”. Conosco troppo bene questa affermazione per dire che i
sentieri sono presi di mira per spendere tanto denaro in opere strutturali che
con la sentieristica e il modo di andare in montagna non hanno nessuna
attinenza. Mi riferisco a opere come le staccionate di legno, spesso usate come
scusa per far lievitare i costi; oppure cartellonistica, torri di avvistamento,
scalinate e cestini per l’immondizia da posizionare lungo i percorsi per poi
abbandonarli al loro destino … almeno fino alla prossima sovvenzione.
Infine, troviamo ancora finanziamenti tesi
al “rilancio turistico” riguardante le scolaresche in visita nel nostro parco.
Civita vista dalla Timpa del Demonio (foto da Internet) |
E per chiudere, la
partecipazione agli eventi di Matera
Capitale della Cultura 2019 ed il progetto Fiera Festival Autentica Sud
finalizzato a stabilire nuove partnership. Inoltre, quest’anno sarà rivolto uno
sguardo al panorama internazionale con due iniziative: una tesa alla
partecipazione del Parco, insieme alla Regione Calabria, al Peperoncino Jazz
festival New York Session, con l’Associazione Culturale Picanto, attraverso la
quale, nell’arco della settimana dal 20 al 26 maggio 2019, si potrà promuovere
il nostro territorio insieme alle eccellenze enogastronomiche; l’altra è quella
relativa al cosiddetto “turismo genealogico”: un programma di iniziative che
intendono favorire i contatti e gli scambi tra persone che pur essendo legate
affettivamente ai luoghi d’origine non vi fanno ritorno da molto tempo ed a
quelle persone che ritrovano interesse nel vivere quella montagna dove
“sentono” di avere le proprie radici.
In mezzo a queste
“lodevoli” iniziative, così, “an passant” non poteva mancare un “lavoro
pubblico” come il completamento con asfalto e annesse opere edili, della strada
Terranova del Pollino – San Lorenzo Bellizzi, il consolidamento del costone
roccioso sul Raganello dell’abitato di Civita, il completamento del parcheggio
della sede del Parco e il “completamento” del polifunzionale di Campotense
(meglio conosciuto come Trampollino) con annessa caserma forestale. Ovviamente,
si coglie l’occasione per annunciare la gara pubblica per l’affidamento della
gestione del Trampollino, ma questa per farci cosa? Non è dato a sapersi.
E il marchio del
Parco? Non abbiamo notizie. Nessuna informativa sul perché sempre più aziende
vi rinuncino.
Tutte le
iniziative ecologiche, ambientali, di conservazione della natura dove sono?????
Così come non
abbiamo notizie sulla tragedia accaduta quest’estate nel Raganello.
Potrei continuare
ad elencare le tante informazioni che si ricavano leggendo, soprattutto, le
delibere di fine anno, quelle che servono a spendere i residui di cassa: ci
sono perle di straordinaria unicità.
Ma non voglio
tediare ulteriormente quei “quattro lettori” che hanno avuto la pazienza di
leggere questo articolo fino a questo punto.
Invito, comunque,
ad andare a curiosare sui siti dei parchi, nei meandri delle delibere
dell’ultima ora: troverete cose che “voi umani” … non avreste mai pensato. Perché
non si restituiscono le chiavi dei Parchi al Ministro dell’Ambiente?
Emanuele Pisarra
PS
Questo articolo è stato pubblicato sul periodico PASSAMONTAGNA della sezione CAI di Castrovillari.
Bravo Pisarra! E brava la sezione CAI di Castrovillari. Carlo Alberto Pinelli, presidente onorario di Mountain Wilderness International
RispondiEliminaGrazie presidente. Un suo complimento è motivo di sprone che non sarà lasciato cadere.
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