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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

domenica 10 febbraio 2019

La montagna partorisce un topolino



Si conclude tristemente la vicenda del CAMMINO MARIANO POLLINO.
Per chi non conoscesse il fatto, ne propongo un piccolo e sintetico riepilogo.
Da diversi anni esiste sul nostro territorio l’Associazione Cammino Mariano, presieduta e diretta dall’instancabile prof. Mario Martino.
Camminomarianopollino. In partenza dal Santuario
di Madonna delle Armi
Il sogno di questa Associazione e per il quale si è tanto prodigata era quello di realizzare, con l’ideazione del Cammino, un collegamento fra i tantissimi santuari mariani ubicati nel territorio del Pollino sia nel suo settore della Calabria settentrionale, che in quello della Basilicata
Si trattava di una sorta di grande anello di circa cinquecento chilometri da fare a piedi, in bici da montagna o a cavallo.
A questo anello se ne aggiungeva un altro, concentrico, ancora più largo, sempre collegato ai santuari mariani, da fare in bici da strada. Questo secondo circuito superava di gran lunga i settecento chilometri.
Per questo progetto l’Associazione aveva promosso una serie di sopralluoghi, incontri con la stesura e la firma di Protocolli d’Intesa con tutti gli enti interessati (diocesi, comuni, regioni).
L’idea era venuta a combaciare qualche anno fa, con l’istituzione dell’Anno dei Cammini da parte del Ministro dei Beni culturali, quando la regione Basilicata aveva messo a disposizione una prima tranche di 750 mila euro.

Un primo problema si era posto quando l’Associazione Cammino Mariano – per la normativa vigente – non avrebbe potuto g gestire questa somma.
Per ovviare a ciò, fu proposta la realizzazione di un consorzio di comuni attorno a uno scelto come capofila.
La soluzione fu bocciata e si pensò a una Fondazione da creare ad hoc, ma anche questa ipotesi naufragò.
Infine, come ultima ratio, si arrivò a proporre che la gestione fosse dell’Ente Parco del Pollino.
In un primo momento non sembrò una idea malvagia, ma poi alla prova dei fatti, è stato chiaro come l’apparato tecnico dell’ente non sia stato capace, in oltre tre anni, di creare i presupposti per un lavoro di gruppo.
Si era pensato di poter risolvere con l’affidare all’Associazione. un incarico professionale di fiducia per la redazione di un progetto. Ma non se ne fece niente. e, infine, la Regione Basilicata incominciò a ritirare parte del finanziamento: così della somma iniziale furono lasciati, nelle casse dell’Ente Parco, solo un terzo di quanto vi era stato depositato. Quindi la cosa chiara è che, se non si è capaci di spendere i fondi, è meglio riprenderseli.

il Logo del Cammino marianopollino.
Per pura coincidenza di date, l’Ente Parco fece però in tempo a dare l’incarico a un progettista per impegnare la somma restante, poco prima che giungesse, anche per quell’ultima trance rimasta, la richiesta di revoca da parte della Regione Basilicata.
Da parte dell’Associazione si pensò che fosse un bene e che si sarebbe così riusciti forse a mettere almeno la “prima pietra”. Ecco…: forse!
Perché tutto andò in modo completamente diverso dalle loro aspettative.
L’Ente Parco decise di far passare il Cammino Mariano come un lavoro pubblico, alla stregua della costruzione di una palestra, acquedotto o fognatura.

Non fu accolta la nuova proposta, avanzata da parte dell’Associazione, che la redazione fosse curata dai propri tecnici sotto la direzione dei funzionari del Parco: si sarebbero risparmiati molti denari che avrebbero potuto essere investiti in opere funzionali al Cammino.
In tal modo l’Associazione Cammino Mariano Pollino fu esclusa da qualsiasi ruolo: sia nella progettazione che per una qualsiasi forma di collaborazione.
Anche questo fa parte dei giochi politici che ogni giorno ci ritroviamo a considerare: chi non ha nessun potere contrattuale non è in grado di esercitare alcun “peso” e resta estromesso.
Pur di vedere la realizzazione dell’idea - che è, e lo ribadisco, di proprietà dell’Associazione, essa ha provato di tutto.

L’Associazione aveva posto come unico “paletto” l’inizio del percorso dal Santuario della Pietà, nel comune di Terranova di Pollino che sorge al confine tra il territorio lucano e quello calabrese.
Neanche questo è stato possibile.
 “Progettiamo un solo tratto del Cammino – a partire dal Santuario di Madonna di Pollino, nel comune di San Severino Lucano - e poi si vedrà”, sentenziò il vicepresidente dell’Ente Parco all’incontro con i tecnici dell’Associazione.
L’Associazione così perse la sua battaglia.
Il progettista incaricato ha consegnato un progetto che verrà appaltato a breve e con l’inizio della bella stagione saranno avviati i lavori della prima tappa.
Per le altre si aspetteranno i prossimi finanziamenti, a Dio piacendo!
Emanuele Pisarra



PS
Questo articolo è stato pubblicato sul periodico PASSAMONTAGNA della sezione CAI di Castrovillari.


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