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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

mercoledì 31 ottobre 2018

IL SENTIERO ITALIA - Il Pollino e la Catena costiera calabrese


Escursionisti in pausa ad Artemisia
Il Sentiero Italia, prima di oltrepassare il confine e procedere nella limitrofa regione Basilicata, attraversa la spettacolare e impegnativa dorsale calabrese dei Monti del Pellegrino (altrimenti detta dell’Orsomarso) e poi si inerpica tra i monti del Massiccio del Pollino. La sezione di Castrovillari ne prende il “testimone” già con il suo ingresso nella valle del fiume Esaro, nei pressi di Sant’Agata. Un primo assaggio di questo tratto, che si sviluppa in due percorsi più o meno paralleli prima di giungere all’abitato, si svolge sia in “acqua”, quando le condizioni meteo lo permettono, che lungo il tracciato della vecchia statale “105” dei Due Mari.

Infatti, appena superato il Passo dello Scalone, la prima possibilità che si offre all’escursionista è quella di proseguire seguendo i segnavia che piegano in direzione dell’alveo del fiume Esaro: si tratta di una piacevole e facile variante, senza grosse difficoltà, lungo il fondo del fiume tra un filo d’acqua e una vegetazione spettacolare a perpendicolo. Tra orti, ovili e piccoli ricoveri si giunge alla periferia di Sant’Agata d’Esaro. 

Carta del SENTIERO ITALIA sul Pollino
In alternativa, bisogna camminare sulla statale, tra i tornanti dove ad ogni curva si aprono suggestive finestre sulle pareti dell’Esaro, fino a chiudere la quinta dei crinali con una visione d’insieme sulla Grotta della Monaca, la più antica miniera di minerali di ferro e rame della Calabria.

Questo tratto del Sentiero Italia attraversa il Massiccio del Pollino proprio sul confine tra i due gruppi montuosi che fanno parte del Parco. Confini naturali, politici, sociali e religiosi si mischiano in un unicum di ambienti e arricchiscono l’intero territorio. A questi “punti di forza” bisogna aggiungere anche i grandi paesaggi naturali, d’alta quota, che rendono davvero unico questo percorso. Boschi di faggio dominano il cammino, inframmezzati da qualche gruppo di ontani, per poi lasciare il posto di nuovo alla faggeta intensa, forte e fitta. In mezzo a questo paesaggio superbo, improvvisamente si aprono ampie praterie d’alta quota, silenziose; non bisogna avere una grande immaginazione per pensare a come, fino a non molto tempo fa, questi spazi siano stati pieni di vita: animali al pascolo, boscaioli, pastori, semplici contadini che con i loro muli e asini, portavano nei centri abitati ogni ben di Dio. 


I numeri del tratto del Sentiero Italia che attraversa il Pollino
Se poi si vuole qualche piccola deviazione, basta seguire le indicazioni proposte sulla Nuova Carta escursionistica del Pollino e salire su una cima da dove si può spaziare con lo sguardo per centinaia di chilometri e godere di un grandioso spettacolo di colori e linee: ecco che a oriente appare il mar Jonio, mentre ad occidente la quinta dei monti termina tuffandosi nel mar Tirreno.

Nelle giornate terse, fredde e ventose, ai più fortunati, non è precluso il limite azzurro della costa pugliese che demarca il mare Adriatico. Per chi non cammina per il solo gusto di camminare, soprattutto nelle prime ore del mattino, è molto probabile l’incontro con il capriolo dell’Orsomarso o con qualche branco di lupi.
Salendo lungo il versante occidentale della Valle del F. Rosa
Tra i molti borghi ubicati lungo queste tappe del Sentiero Italia che attraversano il Pollino, mi piace qui indicare il caratteristico abitato di Morano Calabro con il suo castello che svetta nella Piana omonima e che apre le porte a nuovi scenari. Il Massiccio del Pollino con le sue serre sembra precludere il cammino, invece l’attraversamento della contrada Terra Rossa, molta cara ai moranesi, si rivela facile e interessante: orti, oliveti, e diverse aziende agricole fanno di questa parte del Pollino un vero e proprio scrigno di biodiversità che accompagna il tragitto fino alle pendici dei monti del Pollino.

Procedendo lungo il Sentiero, oltrepassato Morano, di nuovo torna il silenzio: quel silenzio cercato per tanto tempo da fra Bernardo da Rogliano, prima che egli trovasse nel Colloreto, proprio alle pendici del Monte Pollino, quella pace che tanto aveva desiderato. Passando vicino ai ruderi di questo antico monastero ancora si percepisce l’aura di santità di questo luogo.

Volontari del CAI Castrovillari impegnati nella segnaletica ...
 L’ultimo tratto, prima di raggiungere il confine regionale, coincide con una delle più antiche vie di commercio del sale e pensare che questi luoghi, così impregnati di storie di uomini e dalle loro fatiche, sono stati “camminati” da tantissime persone prima di noi e, con la certezza che continueranno a farlo altri dopo di noi, ci fa sentire parte di questa umanità passata e futura che è stata, viene e verrà “controllata” dall’alto dai giganti del Pollino, con il loro capostipite, da tutti conosciuto come il “Patriarca”. La discesa verso i Piani di Vacquarro, implica una fermata d’obbligo alla Sorgente di Spezzavummula: la fonte più fredda del Pollino.

L’arrivo ai pianori di Vacquarro è “segnalata” dallo scampanio delle campane delle mandrie al pascolo, dallo scorrere delle acque del fiume Frido, prima che esso entri nella gola sottostante. La Scaletta è l’ultimo ostacolo prima della salita al Santuario di Madonna del Pollino: il primo luogo sacro tra i monti in terra di Lucania.

Emanuele Pisarra

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