Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana
Io sono sempre dello stesso parere: sino a quando non sarà rinnovata la nostra classe dirigente, sino a quando le elezioni si faranno sulla base di clientele, sino a quando i Calabresi non indicheranno con libertà e coscienza i loro rappresentanti, tutto andrà come prima, peggio di prima.
Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)
lunedì 31 dicembre 2018
mercoledì 31 ottobre 2018
IL SENTIERO ITALIA - Il Pollino e la Catena costiera calabrese
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Escursionisti in pausa ad Artemisia |
Il Sentiero Italia, prima di
oltrepassare il confine e procedere nella limitrofa regione Basilicata,
attraversa la spettacolare e impegnativa dorsale calabrese dei Monti del
Pellegrino (altrimenti detta dell’Orsomarso) e poi si inerpica tra i monti del
Massiccio del Pollino. La sezione di Castrovillari ne prende il “testimone” già
con il suo ingresso nella valle del fiume Esaro, nei pressi di Sant’Agata. Un
primo assaggio di questo tratto, che si sviluppa in due percorsi più o meno
paralleli prima di giungere all’abitato, si svolge sia in “acqua”, quando le
condizioni meteo lo permettono, che lungo il tracciato della vecchia statale
“105” dei Due Mari.
Infatti, appena superato il Passo
dello Scalone, la prima possibilità che si offre all’escursionista è quella di
proseguire seguendo i segnavia che piegano in direzione dell’alveo del fiume
Esaro: si tratta di una piacevole e facile variante, senza grosse difficoltà,
lungo il fondo del fiume tra un filo d’acqua e una vegetazione spettacolare a
perpendicolo. Tra orti, ovili e piccoli ricoveri si giunge alla periferia di
Sant’Agata d’Esaro.
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Carta del SENTIERO ITALIA sul Pollino |
Questo tratto del
Sentiero Italia attraversa il Massiccio del Pollino proprio sul confine tra i
due gruppi montuosi che fanno parte del Parco. Confini naturali, politici,
sociali e religiosi si mischiano in un unicum di ambienti e arricchiscono
l’intero territorio. A questi “punti di forza” bisogna aggiungere anche i grandi
paesaggi naturali, d’alta quota, che rendono davvero unico questo percorso.
Boschi di faggio dominano il cammino, inframmezzati da qualche gruppo di ontani,
per poi lasciare il posto di nuovo alla faggeta intensa, forte e fitta. In
mezzo a questo paesaggio superbo, improvvisamente si aprono ampie praterie
d’alta quota, silenziose; non bisogna avere una grande immaginazione per
pensare a come, fino a non molto tempo fa, questi spazi siano stati pieni di
vita: animali al pascolo, boscaioli, pastori, semplici contadini che con i loro
muli e asini, portavano nei centri abitati ogni ben di Dio.
Se poi si vuole
qualche piccola deviazione, basta seguire le indicazioni proposte sulla Nuova
Carta escursionistica del Pollino e salire su una cima da dove si può spaziare
con lo sguardo per centinaia di chilometri e godere di un grandioso spettacolo
di colori e linee: ecco che a oriente appare il mar Jonio, mentre ad occidente
la quinta dei monti termina tuffandosi nel mar Tirreno.
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I numeri del tratto del Sentiero Italia che attraversa il Pollino |
Nelle giornate
terse, fredde e ventose, ai più fortunati, non è precluso il limite azzurro
della costa pugliese che demarca il mare Adriatico. Per chi non cammina per il
solo gusto di camminare, soprattutto nelle prime ore del mattino, è molto
probabile l’incontro con il capriolo dell’Orsomarso o con qualche branco di
lupi.
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Salendo lungo il versante occidentale della Valle del F. Rosa |
Procedendo lungo il
Sentiero, oltrepassato Morano, di nuovo torna il silenzio: quel silenzio
cercato per tanto tempo da fra Bernardo da Rogliano, prima che egli trovasse
nel Colloreto, proprio alle pendici del Monte Pollino, quella pace che tanto
aveva desiderato. Passando vicino ai ruderi di questo antico monastero ancora
si percepisce l’aura di santità di questo luogo.
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Volontari del CAI Castrovillari impegnati nella segnaletica ... |
L’arrivo ai pianori
di Vacquarro è “segnalata” dallo scampanio delle campane delle mandrie al
pascolo, dallo scorrere delle acque del fiume Frido, prima che esso entri nella
gola sottostante. La Scaletta è l’ultimo ostacolo prima della salita al
Santuario di Madonna del Pollino: il primo luogo sacro tra i monti in terra di
Lucania.
Emanuele Pisarra
sabato 6 ottobre 2018
A proposito di numero chiuso
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Il ponte del Diavolo (foto di E. Pisarra) |
La notizia è di questi
giorni: il sindaco di
Saint-Gervais, uno dei due comuni che sorgono sul versante francese del Monte Bianco, ha
deciso di istituire il numero chiuso per gli alpinisti che intendono scalare la
cima più alta d’Europa.
Ha
fissato in 214 persone al giorno il numero massimo per coloro che vogliano sfidare
i ghiacciai, il freddo e le insidie dell’alta quota pur di raggiungere quella
vetta.
Questa
notizia apre il dibattito su quanti possono essere gli “avventori” giornalieri
dell’alta quota: i ”conquistatori dell’Inutile”, come avrebbe detto Lionel
Terray.
Dal
2019 sarà necessario un “lasciapassare” per poter salire in vetta al Monte
Bianco dalla via normale francese che passa per il rifugio Gouter. I 214
permessi giornalieri sono pari alla capienza massima offerta dal rifugio
Gouter, dove la prenotazione rimarrà comunque obbligatoria.
Hervé Barmasse, su Twitter ha scritto: «Vietare l'accesso alle montagne significa
togliere la libertà. Il sindaco esulta, parla di "giornata storica".
Ma si tratta della più triste nella
storia dell'alpinismo».
Ovviamente
del risultato ottenuto è molto contento il sindaco di Saint Gervais, Jean Marc
Peillex, fautore da sempre per la regolamentazione degli accessi al Monte Bianco.
Due
posizioni, in apparenza, inconciliabili dato che da entrambe le parti si cerca
di rendere la montagna “sicura” per tutti coloro che provano a scalare una
vetta, in questo caso “la” cima per eccellenza di tutte le montagne europee.
Già
agli inizi degli anni Novanta, a causa delle alte temperature estive e delle
conseguenti problematiche annesse (scioglimento dei ghiacciai, affollamento,
formazione di crepacci e seracchi di notevoli dimensioni), si pensò a diverse
soluzioni per vigilare sulla sicurezza in alta quota. Qualcuno suggerì
l’applicazione dello stesso metodo di “SOS” allora in uso sulla rete
autostradale. Immaginate la via normale al Monte Bianco intermezzata da
colonnine rosse?
Per
fortuna l’idea fu subito scartata. Oggi l’uso sempre più massiccio della
telefonia mobile con le numerose applicazioni ad essa collegate ha ben
ottemperato alla necessità di controllare e poter intervenire in caso di
bisogno.
Tuttavia
non è stato risolto il “troppo pieno” nei rifugi, almeno quelli posti sulle vie
normali che conducono alle cime più famose, dove si ripete ciclicamente quello
che accadeva già agli inizi degli anni Settanta: gente che dorme per terra, sui
tavoli della sale da pranzo, negli androni.
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Il Monte Bianco (foto dal web) |
Così
accade oggi al Goutier, come pure al rifugio Vittorio Emanuele II sulla
“classica” del Gran Paradiso: logica conseguenza data dall’aumento del tempo
libero, dal miglioramento della tecnologia legata all’equipaggiamento, dalla maggior
disponibilità di denaro.
Questo
flusso di uomini e denaro porta una ventata di sollievo alle regioni alpine
che, difficilmente, vi rinunceranno, sostenendo che ognuno è libero di andare
dove vuole, a patto che sia ben equipaggiato e capace di affrontare le insidie
della montagna e, soprattutto, dell’alta quota.
Di
fatto risultano affollate solo le vie normali che conducono alle cime più
famose, mentre le altre languono per mancanza di “clienti”. Così la via
italiana al Monte Bianco, che parte dal Rifugio Gonnella, è quasi sempre
deserta: vale a dire che si vuole andare in cima ma per la via più facile.
Per
quella che è la mia esperienza di guida, direi che non si debba parlare di vero
e proprio regolamento di accesso alle montagne in generale.
Tuttavia,
per le località più rinomate - prese d’assalto da una sempre maggiore moltitudine
di persone che un giorno, non sapendo cosa fare, all’improvviso decide per una
gita su un fiume, a una cima o di percorrere una via nota - urge non una regolamentazione rigida, ma una
serie di limitazioni nei numeri, di indicazioni per l’equipaggiamento e
informative ben chiare sulle difficoltà che presenta il percorso.
Per essere più chiaro e portare una
testimonianza, seppure ormai lontana nel tempo, racconto di quella volta che
decisi di scalare il Monte Cervino nel lontano 1993. Per organizzare la mia
ascesa, mi rivolsi per chiedere informazioni all’ufficio turistico della città
di Cervinia: la signorina dell’accoglienza, senza dire una parola, prima mi
mostrò alcune foto di un grande volume, come a dirmi: “lei è sicuro di voler andare qui sopra?. Se la sente? È capace?”
Poi chiamò un giovanotto seduto alla scrivania accanto che si presentò dicendomi
di essere una guida alpina e che aveva più volte scalato quella montagna.
Quindi, discutemmo delle difficoltà, dei costi, dei pericoli.
Ecco
questo è ciò che manca nei nostri paesi a “vocazione turistica”. Non esiste un
ufficio che fornisca informazioni precise, fatto di personale capace, che
conosca le problematiche dei luoghi, in grado di consigliare (o sconsigliare) una
determinata meta. Spesso ci si affida alla rete ma, anche in questo campo, come
in tanti altri, essa non può essere perfettamente attendibile.
Una
figura “umana”, ben preparata e alla quale rivolgersi nei pressi dei luoghi
interessati da itinerari più o meno difficoltosi, è di gran lunga più efficace
delle “stellette” di difficoltà poste alla fine di una scheda pubblicata nei
siti internet.
Io
sono convinto che una tal figura possa costituire un buon filtro, senza per
questo essere limitanti o “escludenti” verso una persona o un gruppo.
Regolamentare
ha un doppio significato a seconda delle aree geografiche in cui si opera.
Sulle Alpi chi va in montagna si porta dietro un caschetto, ha già indossato
scarpe idonee e zaino. Sugli Appennini spesso si confonde la spiaggia del mare
con le rive di un fiume, pensando che entrambe si possano affrontare con semplici
“infradito”. L’andare in un canyon è considerato come una semplice passeggiata nel
verde con il complemento dell’acqua.
A
ciò dobbiamo aggiungere che la professionalità degli accompagnatori è, spesso,
aleatoria, come di sovente accade, per esempio, a Civita: d’estate qui appaiono
decine di guide, salvo sparire dopo le prime giornate di settembre.
Alla domanda bisogna creare l’offerta, senza
andare per il sottile, in numero di persone, in equipaggiamento, in tempo: è
necessario massimizzare la rendita.
Ma
ora più che mai è necessario porre qualche puntello per ridurre i rischi,
ottimizzare i costi e dare un servizio fatto di professionalità e qualità.
Resto
fermamente convinto che limitare l’accesso ad alcuni luoghi solo a chi ha una
certa età non lederà di sicuro la libertà dell’individuo. Indicare i periodi di
accesso, il numero di persone massimo che una guida può accompagnare, gli
orari, l’equipaggiamento necessario, non è limitare la libertà delle persone,
ma serve a scongiurare incidenti gravi, soprattutto sui nostri Appennini dove
la cultura della montagna stenta a decollare.
In
questo non concordo con Barmasse, Messner ed altri grandi nomi dell’alpinismo
italiano.
NB
Questo articolo è stato pubblicato sul periodico della sezione CAI di Castrovillari , n. 3 - settembre 2018
martedì 10 luglio 2018
Nuova Carta Escursionistica del Pollino - Punti vendita
Baronissi (SA) – DueGi Sport in via Ferreria 303
Castrovillari - Libreria San Francesco in Via Roma
Catanzaro - Libreria Pegaso (in via Mario Greco)
Catanzaro - Libreria Pegaso (in via Mario Greco)
Civita - Tabacchi Rugiano
Diamante - Libreria Basile
FIRENZE - Libreria Stella Alpina, in Via
Alderotti
Laino Borgo - Supermarket Cersosimo
Maratea - Edicola Schettino
Maratea - Edicola Schettino
Matera - Jazzo Gattini
Matera - Libreria dell'Arco
Matera - Libreria Giannatelli
Matera - Libreria dell'Arco
Matera - Libreria Giannatelli
Matera - Libreria Mondadori
Morano calabro - Il Nibbio
Morano calabro - Il Nibbio
Morano Calabro – Pierremporio
Policoro - Libreria "la Luna di
Carta"
Praia a Mare - Libreria Victoria
Rimini - L'Escursionista
ROMA - Edizioni il LUPO, in via Donna
Olimpia
Rotonda - Libreria "La Libreria di
Ivana" (accanto all'ufficio postale)
San Severino Lucano – Rifugio Pino Loricato
a Madonna del Pollino
San Severino Lucano –
Artigianto/Prodotti tipici da Carmelino
San Severino Lucano – Cartolibreria al
Centro
TERRANOVA DEL POLLINO - Agriturismo IL GIARDINO DEGLI DEI
Scalea - Libreria Scripta
Scalea - "La Moderna" - C.so Mediterraneo.
Scalea - Associazione Laoraft
Scalea
TORINO - Libreria della Montagna, in via
Sacchi
Trebisacce - Edicola Assi
giovedì 7 giugno 2018
Nuova Carta Escursionistica del Pollino
Comunicato stampa
Siamo
lieti di portare a conoscenza di tutti gli appassionati di montagna che è stato
dato alle stampe la nuova CARTA
ESCURSIONISTICA DEL POLLINO.
La
Carta riporta la Rete sentieristica che attraversa l’intera area protetta e, in
questa ristampa aggiornata a fine aprile 2018, si presenta con un nuovo
restyling molto più accattivante.
Vi
è compresa la rete dei sentieri realizzata dalle ex Comunità Montane – oggi
Accordi di Programma – soprattutto nel settore settentrionale, nei comuni di
Terranova del Pollino e nella Valle del Sarmento, e la Rete di Sentieri
indicata sui luoghi dai cartelli con la scritta “IPV” (Itinerari di particolare
Valenza), che, in parte, si sovrappone ad altre.
In
questa nuova edizione è inserita anche la nuova rete di sentieri del Comune di
Tortora, creata nel gruppo montuoso del Serramale e, per la prima volta, è registrato
il nuovo tracciato dell’autostrada A2 del Mediterraneo come “spina dorsale” da
percorrere per raggiungere, con comodità, le basi dei vari gruppi montuosi dai
quali partire per una determinata cima utilizzando i sentieri predisposti.
La
nuova CARTA ESCURSIONISTICA DEL POLLINO, registra, e questa è un’altra novità, il tracciato
aggiornato del SENTIERO ITALIA che attraversa
le nostre montagne, annotando che il tratto calabro è completamente segnato e
ben evidenziato dalla segnaletica, mentre il settore di competenza lucano è in
via di completamento.
Vi
troviamo aggiunta anche una didascalia di pronta informazione sullo stato dei
rifugi, distinguendo tra quelli che, al momento della andata in stampa, erano aperti
da quelli che risultavano chiusi.
Una particolare attenzione è rivolta alla viabilità minore – le cosiddette “strade bianche” – che costituiscono la rete di accesso alla montagna e ai punti di partenza per la rete dei Sentieri.
Infine,
la carta registra anche una serie di indicazioni utili - quali l’eliporto di San Severino Lucano, l’aviosuperficie
di Castrovillari, le aree di servizio presenti sull’autostrada – e annota le
varie tipologie vegetative presenti all’interno dell’area protetta.
La Carta è stampata su un foglio rettangolare di 70 x 100 cm. Su di un lato è presente una tavola in scala 1:90000 con lo scopo di inquadrare l’intero territorio del Parco e contestualizzarlo dal punto di vista geografico. Nel retro è riportato il settore di Sud-Est con le vette e le località più importanti del Pollino. Questo lato è in scala 1:35.000.
La
Carta presenta anche un box con i “Recapiti Utili” in cui sono indicati il
numero del Soccorso Alpino, del pronto intervento dei Carabinieri Forestali e
del referente dell’Associazione Guide Ufficiali del Parco.
Le
coordinate geografiche sono riferite all’ellissoide internazionale WGS84; il
reticolo di riferimento è UTM Fuso 33.
Un grazie particolare a Emanuele Pisarra,
geografo, Guida Ufficiale del Parco e componente della Commissione Nazionale di
Sentieristica e Cartografia (SOSEC), che ha elaborato i dati con la collaborazione
della Acalandros Map Design.
Un
particolare senso di gratitudine va alla AcalandrosTour, agenzia di Servizi
eco-turistici nel Parco nazionale del Pollino, per aver sponsorizzato
l’iniziativa.
E
un ringraziamento va soprattutto a tutti coloro che percorrono con amore e
curiosità le nostre montagne attraverso i suoi sentieri e che danno senso a
questo lavoro dandogli fiducia.
Buona
“navigazione” con la nuova Carta!
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