Caro
Emanuele,
vedendo
i tuoi recenti articoli sui problemi della sentieristica nel nostro amato
Parco, mi sono un po' scosso dal torpore da rassegnazione che mi ha preso negli
ultimi mesi.
Un tratto del Sentiero che porta in cima al Monte Coppolo fatto con le traversine ferroviarie (Foto per gentile concessione di Giorgio Braschi) |
Ho
deciso quindi di inviarti queste foto della straordinaria nuova ferrovia del
Pollino, quella di Monte Coppolo. Le ho riprese a maggio dell'anno scorso in
occasione di una memorabile gita al profumo d'olio di creosoto con amici
friulani (non ti dico come sono rimasti…) e successivamente a settembre in
occasione di un'altra escursione.
Il
sentiero è il 990, nel tratto classico, percorso anche dagli appassionati di
archeologia, quello che sale alla vetta dal grande Serbatoio dell'Acquedotto
posto sul valico di fronte al Rifugio M. Coppolo.
Bene,…
qualche buontempone ha pensato di arricchire il patrimonio sentieristico del
nostro Parco di una nuova particolare tipologia di sentiero, il "Sentiero
alla traversina".!!.. Pensa, tutto il tracciato fino alla vetta, che
prima era un normale bel sentiero di montagna comodamente percorribile anche da
persone non particolarmente allenate, ora si presenta come una interminabile
scalinata fatta di vecchie traversine ferroviarie che spezza le gambe,
soprattutto in discesa, anche ai più allenati.
In
compenso possiamo ammirare la bellezza e l'unicità di questo nuovo
straordinario "sentiero ferrovia" (come le ciliege di Turi),
perfettamente integrato nell'ambiente boschivo ed emanante nelle calde giornate
di sole un fragrante olezzo di olio di creosoto, suggestivo ricordo delle
vecchie stazioni ferroviarie di quando eravamo piccoli…
Particolare delle traversine impregnate di creosoto (foto di Giorgio Braschi) |
Poi,
per risolvere il problema degli escursionisti sporcaccioni, si è pensato bene
di disporre lungo il sentiero decine e decine di costosi e raffinati cestini
per rifiuti in acciaio zincato ricoperto di legno, con cestoni più grandi
presso i tavoli da picnic nella parte iniziale e in quella più alta, quasi
sulla vetta, in zona archeologica, in previsione di più consistenti apporti da
abbuffate domenicali. Naturalmente chi gestisce il tutto avrà sicuramente in
servizio spazzini-sherpa muniti di capienti gerle per riportare a valle i
rifiuti raccolti.
Ma
non basta, preoccupati di dare la massima visibilità al panorama circostante,
si è anche pensato di agevolarne la visione con una splendida torretta
panoramica in legno che "innalza" gli osservatori di tre metri sul
già più che sufficiente terrazzo panoramico naturale… viene proprio spontaneo
chiedersi (come hanno fatto anche gli amici delle due gite) come sia mai stato
possibile spendere tanti soldi per snaturare in questo modo un percorso
splendido di per sè e ricco di fascino per la presenza del sito
archeologico.
Oltre alla traversine al creosoto (foto di Giorgio Braschi) |
Avessero
almeno speso in zona i soldi per tutto quel materiale (staccionate, panche,
tavoli, cestini, cestoni coperchiati, tabelle, tabelloni, leggii, gazebi, torre
panoramica…), si sarebbe data una boccata d'ossigeno all'economia locale; sul
territorio ci sono ottime aziende di falegnameria… invece vai a vedere le
targhette e che trovi?… che il tutto proviene dal ricco Alto Adige!
Un'ultima
considerazione: ma le traversine ferroviarie di legno in disuso, impregnate
d'olio di creosoto e olii vari persi dalle parti meccaniche dei convogli non
sono considerate rifiuti speciali pericolosi?
Leggo
in proposito su due siti specializzati:
"Risulta quindi
opportuno suggerire a chi le possiede che precauzionalmente quelle traversine
al creosoto devono essere eliminate e sostituite per il bene di chi le ha,
perché, ovviamente, rappresentano una seria minaccia alla loro salute. Va anche
ricordato che vi è un obbligo al loro smaltimento, peraltro, come rifiuti
speciali pericolosi. Guai ad eliminarle bruciandole! Oltre a commettere
gravissimo illecito, in tal modo si libererebbe tutta la tossicità che poi si
disperderebbe nell'aria! Va ancora ricordato che trattandosi di rifiuti
speciali pericolosi la normativa applicabile alla loro detenzione, trasportoe smaltimento è di carattere penale."
Torretta panoramica (foto di Giorgio Braschi) |
Ricordiamo, in ultimo, come la Corte
di Cassazione abbia in più occasioni affermato che "le traversine in legno
impregnate di olio di creosoto dimesse dall'ente ferroviario vanno qualificate
quale rifiuto pericoloso …" (ex multis Cassazione Penale, Sez. III,sentenza del 26 maggio 2004, n. 23988).
Non so proprio se essere perplesso, indignato, scoraggiato,
amareggiato, arrabbiato, deluso, disilluso, rassegnato… forse sono
semplicemente stanco.
Un caro saluto,
Giorgio
Che dire?
Come spesso amava ricordare Leonardo Sciascia (al fondo non
c’è mai fondo) anche quest’altro episodio sulla questione sentieri è emblematico.
area picnic (foto di Giorgio Braschi) |
La Rete sentieristica per un’area protetta dovrebbe essere
come le arterie del corpo umano, senza le quali tutto si ferma, nulla funziona.
Eppure ancora in molti non hanno capito questo principio
elementare.
In molti non hanno ancora capito che la tutela del
territorio è di per sé conservazione e sviluppo.
Se tutto viene abbandonato all’incuria del tempo, o peggio,
tutti i sentieri, come è accaduto in un parco vicino al nostro, sono stati
ripresi e recuperati a colpi di benna di ruspa vuol dire che non solo non
abbiamo rispetto per tutti coloro che hanno camminato per lavoro, per necessità
o anche per semplice piacere, ma che non conosciamo la storia. E chi non
conosce la propria storia è condannato a ripetere gli errori che generano a
loro volta altri errori in una spirale senza fine che, in ultimo, fa perdere lo
scopo del recupero dei vecchi cammini.
In molti diranno che questi pensieri sono “pura nostalgia”
di un passato che non tornerà mai più; proprio perché è stato un passato
difficile, causa di molte sofferenze e fuga di popoli verso le periferie di
grandi città in Italia e all’estero.
Gazebo e capannina (vuota). (foto di Giorgio Braschi) |
Invece, proprio ora che intorno ai grandi Cammini d’Europa
si muovono milioni di persone (il solo Cammino di Santiago di Compostela, nel
2015, è stato percorso da oltre 245.000 pellegrini) noi che abbiamo ancora una
natura più o meno intatta, in gran parte disabitata, abbandonata da anni, non possiamo farci sfuggire questa occasione.
Potrebbe essere (e in alcune zone lo è) l’ultimo treno prima
dell’abbandono.
E invece assistiamo a simili scempi senza che nessuno
intervenga, le autorità preposte addirittura si vantano per la “bellezza
dell’opera (in questo caso del sentiero che porta sul Monte Coppolo) che darà
occasione a centinaia, ma che dico, a migliaia di escursionisti di recarsi in
pochi minuti in vetta per ammirare i resti di una città fortificata, forse
fondata da Epeo, il costruttore del cavallo di Troia. Cosa vuoi che sia l’uso di “quattro traversine
ferroviarie” che non sono "in sintonia" se poi ti permettono di raggiungere facilmente un sito
archeologico risalente al quarto secolo avanti Cristo.
Capannina in allestimento (foto di Giorgio Braschi) |
La puzza di creosoto è il prezzo da pagare per raggiungere
la cima del Monte Coppolo.
Inoltre, che senso ha riempire il percorso di cestini,
bacheche vuote, gazebo inutili, torri di avvistamento, panche e tavoli da picnic
– rigorosamente forniti da una ditta del Trentino Alto Adige, come se in
Basilicata e nella Valle del Sinni mancassero falegnami e ditte specializzate – senza
preoccuparsi di chi farà manutenzione a questi beni?
Il CAI Castrovillari qualche anno fa ha recuperato
l’antico percorso che collegava Valsinni al Monte Coppolo, pare molto
usato dalla poetessa Isabella Morra, in un’ottica di riutilizzazione di
antichi tratturi al fine di non dimenticare la memoria storica locale e, nel
contempo, creare un piccolo reddito per la comunità.
Ovviamente questo sentiero è stato completamente abbandonato
a favore del facile e corto cammino che in pochi minuti porta dal serbatoio
comunale dell’acqua alla cima del Monte Coppolo: aggira
I "contenuti" della Capannina informativa. (foto di Giorgio Braschi) |
la comunità per cui non porta alcun reddito e produce
solo sfruttamento del bene senza ricaduta economica sul territorio.
Cartello che indica la fonte del finanziamento (foto di Giorgio Braschi) |
Marchio pubblicitario della ditta trentina costruttrice (Foto di Giorgio Braschi) |
Sulla scelta culturale di dare priorità all’area
archeologica rispetto alla storia medioevale, il mio quesito è: perché non
utilizzare entrambi i periodi?
Altra cosa è la capacità di vigilanza e intervento del
nostro Ente Parco:
anche in questo caso appare in tutta la sua inutilità e
incapacità di incidere sulle politiche di sviluppo del territorio o,
quantomeno, di indirizzarne gli obiettivi.
Area picnic con panche cestoni |
Infine, mi sconvolge anche l’assenza di qualsiasi “vagito”
della Soprintendenza archeologica della Basilicata, solitamente molto attenta a
concedere parere favorevole a simili lavori.
Una cosa è certa: in questo modo modo si aiuta ulteriormente la fuga da questi territori a favore di altri che
hanno meno ma che sanno valorizzarlo in modo efficace e proficuo per la memoria
e per il reddito della comunità.
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RispondiEliminaDato che non siamo capaci di valorizzare ciò che abbiamo senza trasformarlo e rovinarlo, posso dire che se non ci fossero i fondi europei FESR, tutto ciò non sarebbe accaduto. Perciò meno soldi si danno e meno danni si fanno.
RispondiEliminaPurtroppo anche nelle istituzioni calabresi manca la base di una cultura di montagna, loro pensano di aver fatto una cosa utile, hanno invece inventato un uso a dir poco "ridicolo" della montagna. Se viene gente da fuori, faremo la solita figura di m.....
RispondiEliminaCome ben sai in Italia non si abolisce niente. Piuttosto si cambia il nome ma le cose restano esattamente come prima.
RispondiEliminaE' il caso delle comunità montane ceh in Basilicata sono state abolite nel nome ma non di fato: esse ora si chiamano ACCORDO DI PROGRAMMA e fanno esattamente quello che facevano prima le vecchie Comunità montane.
Semplicemente fantastico se non fosse altrettanto triste!
CARO GIULIANO,speriamo con la proposta di legge sulla Sentieristica la nostra regione volti pagina...
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