Alla
fine di ogni inverno ci si augura che il prossimo sia con tanta neve e tanta
pioggia, però nei luoghi “giusti”: in montagna, per esempio.
Invece
anche quest’anno il “Generale inverno” – come si diceva una volta – non ha mancato
di sorprendere ancora. Poche piogge e nevicate nel Nord Italia, moltissima neve
nelle regioni centrali e tanta pioggia, con qualche sparuta nevicata, sulle
cime delle regioni meridionali.
Una foto del nostro pianeta ... sciolto nell'acqua! (foto dal web) |
Si
sono capovolte le situazioni: meno neve e freddo alle latitudini superiori e
più nevicate e piogge a carattere torrenziale man mano che ci avviciniamo
all’equatore.
È
un caso? Una pura coincidenza? Tutto ciò fa parte di un ciclo?
Su
questi argomenti le opinioni divergono e molto; infatti, i climatologi seri e
liberi (pochi, in verità) affermano che il clima stia cambiando, e in peggio,
con la conseguenza che le generazioni future avranno seri problemi in termini
di aumento di temperature e di stagioni sempre più calde.
Però
nessuno parla di questi fenomeni come conseguenza scellerata dell’uso enorme, e
talvolta ingiustificato, di fonti energetiche derivanti dal petrolio.
Tanto
più non è il caso di parlarne in questo momento, perché la priorità, da parte
dei mezzi di informazione, va data alle popolazioni abruzzesi e alla tragedia
dell’albergo di Rigopiano.
Senza
voler toglier valore a questa grande tragedia né ad altre notizie che meriteranno
priorità nell’aprire le prime pagine dei giornali e dei telegiornali, constato
qui come i problemi climatici non trovino mai lo spazio giusto per essere
portati alla conoscenza delle popolazioni.
Qualche
giorno fa, curiosando tra le pagine del WEB, mi sono imbattuto in un articolo
che racconta come un gruppo di ragazzi abbia portato in tribunale gli Stati
Uniti d’America sulla questione del Clima con la motivazione che “Non fanno
abbastanza per l’ambiente”.
foto dal web |
L’iniziativa
presa da un tredicenne di Seattle, Gabriel Mandell, ha dato inizio a una vasta campagna
di informazione sugli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici.
"Siamo noi quelli che dovranno vivere con gli
oceani acidi, la temperatura della terra sempre più calda e i ghiacci che si
sciolgono", scrive il ragazzo nella petizione che ha depositato presso
il tribunale federale della Pennsylvania contro il governo degli Stati Uniti.
Queste
cose succedono solo in America?
A
prima vista pare di sì.
Nel
resto del mondo, e in Italia in particolare, sulle questioni legate ai cambiamenti
climatici non se ne parla proprio.
Perché?
In
primo luogo perché si tratta di fenomeni a “lunga scadenza” e quindi non
interessano la quotidianità: come se non parlandone, o rimandando la
discussione, il problema si risolvesse da sé.
Un’altra
motivazione la troviamo nelle ragioni di chi investe miliardi di dollari per
affermare che i cambiamenti climatici sono fenomeni naturali che si sono sempre
stati nel corso della storia del nostro pianeta.
Però,
se questa affermazione proviene da studi sovvenzionati dalle grandi lobby dei
combustibili fossili, Exxon-Mobil, Total e ENI, sorge qualche dubbio.
Poi,
ogni dubbio scompare dopo aver letto l’articolo di Paolo Mieli[1] pubblicato sul Corriere
della Sera in novembre.
Il
pezzo si apre così: “Un nuovo uragano di irragionevolezza rischia di abbattersi
sul mondo in coincidenza con l’apertura — oggi a Marrakech — della Conferenza
sui cambiamenti climatici”.
L’«uragano
di irragionevolezza» sarebbe quello scatenato dai «sostenitori della tesi che
questo sia un campo delle certezze assolute». Tra questi Mieli annovera alcune
star del cinema che «spiccano per spirito militante», tra cui Arnold
Schwarzenegger e Leonardo Di Caprio – protagonista di Before The Flood,
un documentario sul global warming trasmesso in anteprima
il 30 ottobre sul canale del National Geographic.
carta del riscaldamento del pianeta (fonte: IPCC) |
Da
una parte, sostiene il giornalista, è «ragionevole che, sia pure a titolo
precauzionale, vengano prese misure anche drastiche» per combattere il
riscaldamento globale. Ma, d’altra parte, scrive, è irrazionale dar retta ai
sostenitori delle «certezze assolute».
Il
neo presidente Trump, ha nominato come Segretario di Stato Rex Tillerson, Amministratore
Delegato della Exxon Mobil, la società che aveva stipulato un contratto di 5
miliardi di dollari con la Rosneft, (la compagnia
petrolifera di proprietà del governo russo), contratto bloccato per l'embargo voluto da Obama
dopo l'invasione della Crimea.
Se
questa nomina è un caso…
Il
problema del cambiamento climatico non è un “uragano di irragionevolezza” come sostiene lo storico Paolo Mieli.
Le
questioni dei cambiamenti climatici non sono né di destra né di sinistra: ci sono
semplicemente dati scientifici, fisici e matematici.
Emanuele
Pisarra
PS
Questo articolo esce in formato cartaceo su PASSAMONTAGNA - Periodico del Club Alpino Italiano - sezione di Castrovillari, numero 1/2017
[1] Paolo Mieli, I dati, i dubbi e
gli eccessi sul cambiamento climatico, Corriere della Sera, lunedì 7 novembre 2016.
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