Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana

Io sono sempre dello stesso parere: sino a quando non sarà rinnovata la nostra classe dirigente, sino a quando le elezioni si faranno sulla base di clientele, sino a quando i Calabresi non indicheranno con libertà e coscienza i loro rappresentanti, tutto andrà come prima, peggio di prima.
Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

lunedì 4 agosto 2025

SONO STUFO, STANCO, AVVILITO

Mi sento come Corrado Alvaro quando afferma “La disperazione più grande che possa impadronirsi di un individuo è il dubbio che vivere rettamente sia inutile.”

Ecco: io mi sento completamente inutile. 

Anni di battaglie ambientali, convegni, conferenze, scritti 'ecosostenibili' e poi ti ritrovi ad essere amministrato da una banda di scappati da casa, che non hanno una visione *generale*, vivono alla giornata, in continua ricerca di prebende da un assessorato regionale o da altri, per realizzare cose che di fatto sono in contrasto tra di loro. 

Civita è un paese turistico (o presunto tale) per cui il territorio, la struttura urbanistica e il paesaggio che circonda l’abitato è il “nostro oro”. 

Eppure il fallimento, mio e di tanti altri che si sono battuti da almeno trent’anni a questa parte, sta proprio nel fatto che non siamo riusciti a veicolare il messaggio che se qualcuno viene a visitare il nostro paese, il Pollino orientale e le sue bellezze paesaggistiche vuole avere una visione unica, emozionante, ricca di storia, di giochi di luce, di luoghi che raccontano, di Case Kodra, di comignoli, di vicoli, di porte antiche, di fontane di pietra, di sentieri, di mulattiere percorse nei secoli dai nostri avi fino allo sfinimento per un tozzo di pane, di scorci vissuti, di gjitonie…

Ebbene, pare che di questo patrimonio, che gli antropologi chiamano 'immateriale', ai nostri amministratori non importi un “fico secco” (per usare un eufemismo). 

Eppure questo è il “nostro oro” e senza tutto ciò non vi sarebbe ragione per un turista passare o soggiornare a Civita.

Mi pare un pensiero talmente elementare che mi vergogno a scriverne perché 
 per “armonizzare” questo paesaggio, gli “scappati di casa” cosa fanno?


Piazzano un traliccio di servizio per le telecomunicazioni, alto 24 metri, a ridosso del centro abitato. Visibile da tutti i punti circostanti il paese e, in special modo chi sale dal mare, vede una serie di piccole case, incastonate tra le rocce, con un fallo argenteo che spunta in mezzo alla conformazione a ‘nido d’aquila’ che caratterizza la nostra Civita.

Quando ho visto questo obbrobrio luccicante, ho pensato, considerando la mia età, di avere le traveggole. 

Poi ho preso il binocolo che, inesorabilmente, mi ha confermato quello che avevo visto. 

La pressione arteriosa ha raggiunto picchi altissimi. 

Ho fatto un giro di telefonate per capire di che cosa si tratti e chi lo ha installato; la risposta è stata concorde: è un traliccio per la telefonia del 5G.

Va bene. Come sostiene un mio carissimo amico, "se vuoi fare la frittata devi rompere le uova". 

E mi rassegno!

Poi la curiosità, il mio passato di tecnico, il mio essere giornalista ambientale, mi “spingono” a prendere la macchina e andare a vedere da vicino. 

L’impianto è ancora in costruzione, non collegato a nessuna rete, eppure il mio telefono già da qualche settimana riceve e trasmette in 5G… uhm!?

 Quindi?

Che bisogno c’era allora di installare un nuovo traliccio impattante, tra gli antichi ulivi, a ridosso del paese?

Forse per fare cassa come comune?

Se è per questo, non mi adeguo!

L’installazione dell’impianto è in un terreno di proprietà di un privato. 

Allora la mia pressione ha avuto un altro sussulto. 

Altro giro di telefonate, scambio di informazioni con amici di altri paesi che hanno subito lo stesso tipo di installazioni e presto tutti i nodi vengono al pettine.

Una società finanziata con soldi del famigerato PNRR propone ai comuni in cambio di un consistente affitto, l’installazione di queste torri, solo le torri…senza altro. in attesa che qualche gestore telefonico si faccia avanti e compri un dipolo per montare e allacciare i propri ripetitori. 

Ma com’è possibile? 

Noi abbiamo già gli impianti ubicati a San Nicola che inondano il paese di segnali 4G e 5G da parte dei maggiori gestori della telefonia mobile in Italia (TIM e Vodafone), che bisogno c’è di questo nuovo impianto? 

E perché proprio lì? 

Non si poteva, al limite, aggiungere questa torre al “parco antenne” di San Nicola?

Io non ho letto l’accordo stipulato sia con il proprietario del terreno sia con il comune che ha rilasciato la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), Una mia fonte telefonica – ripeto: non conosco il progetto proposto agli amministratori civitesi – mi comunica che la società installatrice della torre chiedeva espressamente DI DARNE COMUNICAZIONE A TUTTI I CITTADINI con ogni mezzo, giornali locali, social e attraverso appositi incontri pubblici. 

I nostri “scappati di casa” hanno PENSATO BENE di mettere la comunità tutta di fronte al fatto compiuto. 

Tanto questo è un popolo bue che non si inxxxxa neanche se qualcuno lo picchia in testa con un martello da fabbro.

A questo punto penso che la costituzione di un “COMITATO NO TORRE” sia necessaria, e che debba avere come richiesta tassativa, la rimozione dell’impianto inutile e dannoso per la nostra economia turistica oltre che per la tutela del paesaggio.

mercoledì 23 luglio 2025

VENTO, COSTANZA, PERSEVERANZA…

 Tre costanti di oggi.


Appena scesi dal “mitico” Land rosso Il vento ci accoglie e avvolge in spirali e in armonia con gli alberi che danzano seguendo un ritmo dettato dalla direzione della corrente dell’aria proveniente da Nord-Ovest.
Abbastanza fresco per il periodo.
Ci aspettano quattro ore di cammino per raggiungere la nostra meta di oggi. Il Dolcedorme.
Il Piano di Fossa, il Piano di Acquafredda, il Varco del Pollino e, infine, la salita vera e propria lungo la dorsale settentrionale del Dolcedorme. Percorriamo anche un tratto della “Via Tommaselli” , una figura chiave delle battaglie per l’istituzione del Parco nazionale del Pollino.
Un momento di pausa e di riflessione al Piano di Acquafredda.
Pausa perché la fatica e l’età si sentono tutte.
Osservare il vento che “pettina” i faggi lungo direttive misteriose è uno spettacolo unico.
Il silenzio è ancora più … rumoroso. Il pensiero va ai tanti pastori che hanno soggiornato, su questo pianoro, in accampamenti piuttosto spartani, per una intera stagione.
Inutile dire che oggi non c’è nessuno. Anche perché a causa delle scarse piogge invernali, da anni, la sorgente omonima è scomparsa.
La salita continua, ancora qualche minuto di cammino nella faggeta, in direzione del Varco e poi arriviamo sulla cresta prima della grande ascesa al Monte.

Sembra percorrere un grande corridoio tra pini loricati antichi, tra resti bruciati dai fulmini, con ampi scorci sia verso Sud e la Piana di Sibari, sia verso settentrione, i Piani del Pollino e l’intero appennino lucano.
Lo scopo di oggi è sostituire per l’ottava volta il LIBRO DI VETTA che la nostra sezione del Club Alpino Italiano cura da anni. Da quel lontano 2002 dichiarato anno internazionale della montagna.
Una costanza, premiata dai tanti pensieri di scalatori provetti, semplici escursionisti o appassionati di montagna che per un giorno sfidano il caldo, la sete, la fatica pur di giungere in cima alla montagna più alta del meridione d’Italia.
“Le mie gambe tremano, il mio cuore bestemmia ma i miei occhi ringraziano” leggo sul libro di vetta.

Oppure chi si chiede: “ma chini m’ha fatta fa”.
Perseveranza per noi che continuiamo una tradizione, per chi ancora sale su questa cime nonostante il caldo, in estate, il freddo, la neve, in inverno e, dopo la fatica e lo sforzo ha voglia di scrivere un pensierino al volo, senza filtri e remore.
Il vento forte, con raffiche notevoli da spostarmi, nonostante la mia “struttura”, di qualche centimetro dice che la montagna è fatta per tutti: per coloro che cercano nella fatica un riposo più forte.

lunedì 21 luglio 2025

Uccelli nidificanti

 “Quando tutto va male la mente non deve soffrire”.

Infatti, il nostro parco, ogni tanto sorprende con iniziative utili e interessanti, secondo i fini istitutivi di un’area protetta.
Questa mattina mi hanno consegnato uno splendido volume stampato a cura dell’Ente Parco, dal titolo eloquente: GLI UCCELLI NIDIFICANTI nel Parco nazionale del Pollino 2012-2021, realizzato da Egidio Fulco, Cristiano Liuzzi e Fabio Mastropasqua.

Con il coordinamento editoriale di Vittoria Marchianò, Francesco Rotondaro, Alberto Sangiuliano e Pietro Serroni.
La pubblicazione, sotto forma di Atlante, è il risultato di lunghi anni d'investigazione sul campo di moltissimi ricercatori e appassionati che hanno messo a disposizione tempo, competenze e materiale fotografico per realizzare un primo studio organico e completo della avifauna nel/del nostro Parco.
320 pagine di schede pratiche, utili ed esaurienti per diramare ogni dubbio sulla singola specie e dove si trova abitualmente.
Viene studiato l’habitat, la distribuzione nel parco, la conservazione e la distribuzione in Italia di ogni singola specie.
Una prima appendice elenca le specie non nidificanti o dubbie; una seconda aggiunta riporta l’elenco delle specie presenti all’interno del Parco.
Infine, una ricca bibliografia completa il tomo.
Complimenti!

venerdì 18 luglio 2025

SENTIERI…

Il grande viaggiatore inglese Bruce Chatwin sosteneva che “Camminare non è semplicemente terapeutico per l’individuo, ma è un’attività che può guarire il mondo dei suoi mali “.

In questi giorni di manutenzione della REI (Rete Sentieristica Italiana) Calabria, noi del CAICastrovillari stiamo percorrendo alcuni dei sentieri più importanti del nostro Parco.
Tra un segnavia, una bandierina, una tabella divelta da una vacca o da vandali, riflettevo sulla figura del viaggiatore inglese e mi chiedevo cosa avrebbe detto (o scritto) se fosse capitato per caso a camminare sulle nostre montagne.

Silenzio, luci radenti di primo mattino, la natura che si sveglia, il suono di un campanaccio echeggia, rimbalzato dalle pareti di roccia, da chissà quale località, danno il benvenuto alla squadra di volontari, attrezzati di pennello, seghetto, mascherine, colori: pronti a un nuovo giorno di segnatura, in questo caso di una tappa del Sentiero Italia.

Dal Piano di Annibale, in comune di San Sosti, si scende lungo la spettacolare valle della Zoppatura, per raggiungere il Piano di Casiglia.
Camminiamo, ripercorrendo uno dei percorsi più antichi della nostra Regione, nello spirito di Chatwin, con il segreto (ma non tanto) auspicio che questa attività contribuisca a guarire il mondo dei suoi mali…
Che meraviglia!