Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

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Art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana

Io sono sempre dello stesso parere: sino a quando non sarà rinnovata la nostra classe dirigente, sino a quando le elezioni si faranno sulla base di clientele, sino a quando i Calabresi non indicheranno con libertà e coscienza i loro rappresentanti, tutto andrà come prima, peggio di prima.
Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

mercoledì 23 luglio 2025

VENTO, COSTANZA, PERSEVERANZA…

 Tre costanti di oggi.


Appena scesi dal “mitico” Land rosso Il vento ci accoglie e avvolge in spirali e in armonia con gli alberi che danzano seguendo un ritmo dettato dalla direzione della corrente dell’aria proveniente da Nord-Ovest.
Abbastanza fresco per il periodo.
Ci aspettano quattro ore di cammino per raggiungere la nostra meta di oggi. Il Dolcedorme.
Il Piano di Fossa, il Piano di Acquafredda, il Varco del Pollino e, infine, la salita vera e propria lungo la dorsale settentrionale del Dolcedorme. Percorriamo anche un tratto della “Via Tommaselli” , una figura chiave delle battaglie per l’istituzione del Parco nazionale del Pollino.
Un momento di pausa e di riflessione al Piano di Acquafredda.
Pausa perché la fatica e l’età si sentono tutte.
Osservare il vento che “pettina” i faggi lungo direttive misteriose è uno spettacolo unico.
Il silenzio è ancora più … rumoroso. Il pensiero va ai tanti pastori che hanno soggiornato, su questo pianoro, in accampamenti piuttosto spartani, per una intera stagione.
Inutile dire che oggi non c’è nessuno. Anche perché a causa delle scarse piogge invernali, da anni, la sorgente omonima è scomparsa.
La salita continua, ancora qualche minuto di cammino nella faggeta, in direzione del Varco e poi arriviamo sulla cresta prima della grande ascesa al Monte.

Sembra percorrere un grande corridoio tra pini loricati antichi, tra resti bruciati dai fulmini, con ampi scorci sia verso Sud e la Piana di Sibari, sia verso settentrione, i Piani del Pollino e l’intero appennino lucano.
Lo scopo di oggi è sostituire per l’ottava volta il LIBRO DI VETTA che la nostra sezione del Club Alpino Italiano cura da anni. Da quel lontano 2002 dichiarato anno internazionale della montagna.
Una costanza, premiata dai tanti pensieri di scalatori provetti, semplici escursionisti o appassionati di montagna che per un giorno sfidano il caldo, la sete, la fatica pur di giungere in cima alla montagna più alta del meridione d’Italia.
“Le mie gambe tremano, il mio cuore bestemmia ma i miei occhi ringraziano” leggo sul libro di vetta.

Oppure chi si chiede: “ma chini m’ha fatta fa”.
Perseveranza per noi che continuiamo una tradizione, per chi ancora sale su questa cime nonostante il caldo, in estate, il freddo, la neve, in inverno e, dopo la fatica e lo sforzo ha voglia di scrivere un pensierino al volo, senza filtri e remore.
Il vento forte, con raffiche notevoli da spostarmi, nonostante la mia “struttura”, di qualche centimetro dice che la montagna è fatta per tutti: per coloro che cercano nella fatica un riposo più forte.

lunedì 21 luglio 2025

Uccelli nidificanti

 “Quando tutto va male la mente non deve soffrire”.

Infatti, il nostro parco, ogni tanto sorprende con iniziative utili e interessanti, secondo i fini istitutivi di un’area protetta.
Questa mattina mi hanno consegnato uno splendido volume stampato a cura dell’Ente Parco, dal titolo eloquente: GLI UCCELLI NIDIFICANTI nel Parco nazionale del Pollino 2012-2021, realizzato da Egidio Fulco, Cristiano Liuzzi e Fabio Mastropasqua.

Con il coordinamento editoriale di Vittoria Marchianò, Francesco Rotondaro, Alberto Sangiuliano e Pietro Serroni.
La pubblicazione, sotto forma di Atlante, è il risultato di lunghi anni d'investigazione sul campo di moltissimi ricercatori e appassionati che hanno messo a disposizione tempo, competenze e materiale fotografico per realizzare un primo studio organico e completo della avifauna nel/del nostro Parco.
320 pagine di schede pratiche, utili ed esaurienti per diramare ogni dubbio sulla singola specie e dove si trova abitualmente.
Viene studiato l’habitat, la distribuzione nel parco, la conservazione e la distribuzione in Italia di ogni singola specie.
Una prima appendice elenca le specie non nidificanti o dubbie; una seconda aggiunta riporta l’elenco delle specie presenti all’interno del Parco.
Infine, una ricca bibliografia completa il tomo.
Complimenti!

venerdì 18 luglio 2025

SENTIERI…

Il grande viaggiatore inglese Bruce Chatwin sosteneva che “Camminare non è semplicemente terapeutico per l’individuo, ma è un’attività che può guarire il mondo dei suoi mali “.

In questi giorni di manutenzione della REI (Rete Sentieristica Italiana) Calabria, noi del CAICastrovillari stiamo percorrendo alcuni dei sentieri più importanti del nostro Parco.
Tra un segnavia, una bandierina, una tabella divelta da una vacca o da vandali, riflettevo sulla figura del viaggiatore inglese e mi chiedevo cosa avrebbe detto (o scritto) se fosse capitato per caso a camminare sulle nostre montagne.

Silenzio, luci radenti di primo mattino, la natura che si sveglia, il suono di un campanaccio echeggia, rimbalzato dalle pareti di roccia, da chissà quale località, danno il benvenuto alla squadra di volontari, attrezzati di pennello, seghetto, mascherine, colori: pronti a un nuovo giorno di segnatura, in questo caso di una tappa del Sentiero Italia.

Dal Piano di Annibale, in comune di San Sosti, si scende lungo la spettacolare valle della Zoppatura, per raggiungere il Piano di Casiglia.
Camminiamo, ripercorrendo uno dei percorsi più antichi della nostra Regione, nello spirito di Chatwin, con il segreto (ma non tanto) auspicio che questa attività contribuisca a guarire il mondo dei suoi mali…
Che meraviglia!

giovedì 10 luglio 2025

IL POLLINO È BELLO ASSAI …

La tregua “climatica”, dopo la calura dei giorni scorsi, è un toccasana per il mio spirito fotografico.


Dove andare a camminare tra i nostri monti per uno “scatto” unico e irripetibile?
La scelta del luogo è sempre un grande dilemma!
Ormai sono salito dappertutto sul Pollino. A volte mi fermo in cima, guardo le vette circostanti, ripeto i nomi a memoria e la “triste” conclusione è: ci sono stato, almeno una volta su quel cocuzzolo sono salito!
Dopo un lungo e tormentato “dibattito interno”, visto anche la provenienza dei venti (per un fotografo di paesaggi e montagne è importantissimo), ho deciso: vado sul Cozzo Pellegrino. E dalla Calvia.
Una salita impegnativa, con un tratto su pietraia e qualche passaggio “aereo” sicuramente non adatto a chi ha vertigini.
Si parte molto presto perché il nostro Pollino è molto esteso, con una viabilità da terzo o quarto mondo, soprattutto quella di avvicinamento ai punti di partenza per le camminate.
Infatti, per arrivare al Piano di Lanzo, nel comune di San Donato di Ninea, si lascia l’autostrada all’altezza di
Altomonte e poi inizia un primo calvario: raggiungere San Donato. Curve strette (e su questo non si può fare niente), fondo stradale pessimo (e qui si potrebbe fare molto) e giunture di ponti, viaggiando in fuoristrada si sentono e bene. Ma non finisce qui. Una seconda puntata del Calvario stradale inizia a monte dell’abitato di San Donato. La strada di montagna che porta al Piano di Lanzo, dieci chilometri di vera e propria tortura, tra buche, rami, improvvisi restringimenti di carreggiata, canali da superare con attenzione e, finalmente si arriva al Rifugio.
Uno dei pochi rifugi aperti sul Pollino; accogliente, personale disponibile e cortese, gentile e sorridente, rallegra la giornata …
Lascio la macchina davanti al rifugio e si parte.

La giornata è fresca, l’aria è frizzante e quasi quasi bisogna indossare una felpa ...
Dopo un'ora di cammino in faggeta si inizia la vera e propria salita verso una prima cima. Appena usciti dal bosco, all’improvviso si apre uno scenario unico. Il crinale spoglio è circondato da montagne verdi, ricoperte da una vegetazione lussureggiante e in lontananza (verso Est) la pianura di Sibari.
Invece sul versante Ovest le montagne, improvvisamente, digradano quasi a picco sul mare.
Il vento è impetuoso. “Tira” proprio dal Tirreno verso di noi.
Fotografare in queste condizioni è proprio uno “spasso”.
IL POLLINO È ASSAI…