Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana

Io sono sempre dello stesso parere: sino a quando non sarà rinnovata la nostra classe dirigente, sino a quando le elezioni si faranno sulla base di clientele, sino a quando i Calabresi non indicheranno con libertà e coscienza i loro rappresentanti, tutto andrà come prima, peggio di prima.
Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

martedì 9 maggio 2023

VOX POPULI VOX DEI

 È consuetudine che il tardo pomeriggio lo trascorra in piazza tra i vari luoghi di incontro.

Torrente Raganello.
Torrente Raganello. Particolare della briglia rotta dalla piena del fiume.
In questo modo, oltre a fare e disfare il governo di turno oppure la formazione calcistica più idonea per conquistare lo scudetto o la coppa dei campioni (o Champions League, tanto per usare l’inglese), si apprendono tantissime notizie, appunto popolari, intendendo con questo termine la provenienza.

Ebbene in una di queste nostre discussioni, dato, forse, la mia sensibilità ambientale, apprendo con gran costernazione, che la nostra Regione ha deciso di spendere 40 milioni di euro per fare una nuova strada che colleghi Cassano con Castrovillari. 

Fin qui il mio primo sobbalzo.

Il mio interlocutore, molto contento ed entusiasta dell’iniziativa, si è premurato di dirmi che tutte le autorizzazioni e i permessi, compreso gli atti di esproprio, sono in fase avanzata di esecuzione. 

Chiedo lumi e conferme sul tracciato, giacché sappiamo che un percorso già esiste e coincide con il tracciato ferroviario che da Cassano giunge alla ex stazione di Civita, prosegue per quella di Frascineto e arriva in località Pieta di Castrovillari.

Troppo facile.

Ovviamente non è questo il tracciato “giusto” perché non passa da Frascineto che ne resterebbe tagliata fuori.

Chiedo al mio interlocutore di illustrarmi il nuovo percorso. Apprendo così, e sempre con maggior sconforto, che la nuova strada si svilupperà seguendo il tracciato ferroviario fino alle “murarotte” e poi sale verso la vecchia statale 105 che intersecherà all’altezza della Masseria Parapugna.

Fin qui la prima parte. Sempre il mio interlocutore, prosegue quindi illustrandomi la “seconda parte”, per me ancora più sconvolgente.

Infatti, il tracciato, subito dopo lo svincolo autostradale, proseguirà in direzione della ex stazione della Pietà di Castrovillari su un … viadotto!

Sono rimasto di sasso: per un attimo ho pensato ad uno scherzo ben congegnato per testare il mio sbigottimento.

Guardando ancora con meraviglia il mio interlocutore, mi sono convinto che non si trattava di una canzonatura.

Fin qui la cronaca popolare dalla quale passo a tre, brevi, considerazioni.

La prima: il metodo.

È mai possibile che tutte le autorità interessate diano per scontato che le comunità coinvolte siano d’accordo?

Non si preoccupino del continuo consumo di suolo, nonostante e più volte, sia il Parlamento che la Presidenza della Repubblica abbiano “consigliato” di non occupare nuovo suolo pubblico?

Seconda considerazione.

Un tracciato così “cervellotico” non l’avevo mai visto.

La mania di fare presto, tagliare curve, per poi giungere dove? Alla periferia di Castrovillari che non brilla certo per una perfetta progettazione urbanistica? Anzi, direi proprio il contrario. E allora che bisogno c’è di fare un altro scempio ambientale senza che il gioco vali la candela? Resta un mistero.

Terza considerazione: pratica.

Premesso che abbiamo una rete stradale antica, abbandonata da oltre un ventennio, anche grazie alla sciagurata riforma Del Rio, mi chiedo perché non spendere questi denari, pianificando la sistemazione completa di questa viabilità, magari anche tagliando qualche curva e raddrizzando i tratti più pericolosi?

E da qui la mia riflessione si allarga:

Non parliamo poi della viabilità montana.

Da quando è stata abolita l’AFOR (Agenzia per la Forestazione Regionale) non vi si è più messa mano. Eppure il Pollino tra strade asfaltate, bianche e carrarecce, ha il più alto tasso di chilometri di vie di comunicazione d’Italia e, forse, d’Europa.

Ovviamente è pura utopia pensare minimamente di poter arginare il dissesto idrogeologico! Fiumi e torrenti colmi di detriti, argini sfondati, alvei tortuosi, radenti a pareti di arenaria, che a ogni primavera danno adito a crolli immani e aperture di voragini gigantesche.

Evidentemente sarebbe troppo complicato e poco appariscente in termini elettorali!

E allora continuiamo a distruggere il territorio …  

Come cittadino del Parco e del mondo quale mi sento, esprimo tutto il mio sdegno per come si spenda il denaro pubblico, per come sono trattate le comunità locali, estromesse da qualsiasi decisione che riguardi la loro vita.

A questo aggiungo una considerazione di tipo più antropologico.

Le nostre comunità si stanno sempre di più svuotando: nei nostri paesi ogni cinque abitazioni, tre sono chiuse e le altre due sono formate da nuclei monofamiliari, e quando questi vengono meno alta è la percentuale che anche queste case siano e restino chiuse.

So che questo libero sfogo non servirà a nulla perché nelle alte sfere è stato già tutto deciso, ma la mia coscienza di uomo libero mi impone di esprimere il mio pensiero. Mi auguro che questa riflessione funga da sprone per aprire una pacata e libera discussione.

A futura memoria.

 

 

 

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