L’estate
appena trascorsa si ricorderà a lungo per il caldo e i grandi incendi che hanno
devastato l’Italia intera e, in particolare, il nostro Pollino.
In alcuni giorni sembrava che la terra fosse
inghiottita dal fuoco, lunghe colonne di fumo si levavano verso il cielo e
grandi ondate di vento caldo soffiavano in tutte le direzioni: la sensazione
era di stare in una fornace a cielo aperto, dall’aria irrespirabile.
momenti di gioia di escursionisti in visita al Canyon del Raganello |
Centinaia di
ettari di boschi sono andati perduti. Le cause di questo disastro sono tante e
la Magistratura indaga. Io mi sono fatto una mia idea ma non è questo lo scopo
di questo articolo, perché voglio scrivere di come il paesaggio è cambiato e
quale sarà la sua nuova percezione.
Fino a pochi anni
fa era impossibile immaginare che ci sarebbe mai stata una “stagione di fuoco”
così imponente, organizzata su grande scala, dalle conseguenze così nefaste.
Forse perché
le campagne erano abitate, i paesi non erano svuotati dalla gente in fuga verso
le grandi città.
Oggi, la
situazione geopolitica è completamente cambiata, i popoli vivono di risorse non
più provenienti dalla terra, esiste molta più mobilità e quindi il paesaggio al
quale eravamo abituati, non esiste più: è cambiato.
Bastava uscire
da un qualsiasi centro abitato, per trovarsi tra vigneti, campi agrari, orti,
uliveti.
Questo non
accade più.
Il Trampollino: un vero pugno nell'occhio al paesaggio |
Appena usciti
da un paese, oltre a qualche uliveto e vigna, tutto è incolto.
Le colline
sono completamente abbandonate in un paesaggio desolante, disordinato, privo di
quella armonia frutto di secoli di lavoro dell’uomo.
Ma come è
potuto accadere ciò?
La storia
parte da lontano. Quando la civiltà contadina faceva parte di un mondo chiuso,
quello che si produceva si consumava. Poi è arrivato il commercio, sono
cominciati gli scambi delle merci, si è dato valore ai prodotti, si è iniziato a
parlare di economia, di rendita, di interessi, di nuovi bisogni e tutto è
cambiato.
In questa
cultura la comunità degli uomini si è evoluta dotandosi di conseguenza di nuove
regole, spesso complicate e non comprese dai più.
Un tempo
quando scoppiava un incendio - per lo più colposo – accorreva tutta la comunità
a spegnerlo.
Le Guardie
Forestali, presenti in quasi tutti i comuni montani, avevano l’autorità di
arruolare volontari, precettarli, qualora non si rendessero disponibili, e
accorrere in massa sul luogo.
Sangineto: uno dei luoghi modificato dal fuoco |
Oggi tutto ciò
è cambiato.
Siamo tutti
spettatori di uno show come se non ci interessasse, come se i danni al
paesaggio, alle colture non avesse nessuna ripercussione sulla comunità.
Eppure l’aria
in agosto è stata irrespirabile, il frastuono dei canadair che hanno sorvolato
i paesi ha riempito le giornate, ma la sensazione che si ha è come se fosse una
cosa “normale” di una estate calda.
Eppure nulla
di tutto questo è normale.
Le conseguenze
sono sotto gli occhi di tutti. Sono il risultato di una politica dissennata, di
calcoli errati, di pura convenienza economica a breve tempo ma con pesanti
ripercussioni per il futuro.
Noi guide e
operatori del Parco che “vendiamo” il paesaggio, come una cosa sublime, dagli
effetti inebrianti per la vista, per le emozioni che esso suscita, abbiamo
perso un patrimonio.
Interi costoni
montuosi hanno cambiato aspetto. I colori non sono più gli stessi. Al verde
intenso della clorofilla dei boschi che in questi giorni di settembre avrebbe
assunto le varie colorazioni autunnali si è sostituito il marrone della morte,
è scomparsa qualsiasi copertura vegetale a favore di terreni spogli, monotoni
nelle tonalità.
Se a questo
aggiungiamo che a breve arriveranno le prime piogge che imbatteranno
direttamente sul terreno nudo è facile immaginarne le conseguenze: frane,
smottamenti, alluvioni, piogge torrenziali saranno il prossimo spettacolo
dell’autunno, altro che fall foliage!
Spettacolare immagine della Valle del Sarmento alle ultime luci del giorno |
Perché l’uomo
è giunto a questo?
Perché pare
interessato ad altro e non alla casa in cui abita? Sappiamo tutti che se la
propria casa ha una tegola rotta prima o poi l’edificio si allagherà e sarà pregiudicata
la tenuta delle mura e delle fondamenta.
Eppure, mentre
il canadair sorvolava il paese, la gente giocava a carte al bar, imprecando nei
confronti di questi “mostri volanti” che disturbavano il quieto vivere di un
pomeriggio afoso di una calda estate. Senza chiedersi come mai questi facessero
da giorni la spola tra il mare e l’entroterra dove qualcuno aveva innescato con
maestria decine di micce su vasta scala per dare fuoco alla montagna.
Questa apatia
nei confronti della propria terra, questa ineludibilità degli eventi, di fronte
ai quali sembra che non si possa fare niente, sta distruggendo il nostro
Pollino, la nostra Calabria e l’intera nazione.
Sì, perché il
fuoco, questa estate ha percorso l’intera Italia: dalla Liguria, alla Campania,
alla Sicilia, alla Basilicata, alla Calabria, ogni giorno si registravano dati
da bollettini di guerra su quanta superficie fosse andata perduta, di cosa avessimo
perso, di quanto tempo sarebbe occorso per ripristinare quel paesaggio caro a
tutti, e per il quale l’Italia è visitata da milioni di persone provenienti da
tutto il mondo.
Emanuele
Pisarra
PS
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