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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

sabato 26 settembre 2015

Semplicemente geniale!

 Tre cose meritano un salto ad Expo 2015, prima della imminente chiusura.

Una sezione del padiglione Italia (foto di E. Pisarra)
Per prima cosa il Padiglione Italia. Anche se scontato per le informazioni semplici, di base e piene di luoghi comuni, merita la visita perché sintetizza in modo mirabile, scenico, pieno di effetti speciali la nostra nazione.

Spettacolari immagini (a noi italiani note, almeno lo spero) di montagne, monumenti, paesaggi.
Riflesse in un sistema di specchi per cui il visitatore si trova immerso nelle nuvole che sorvolano il Monte Bianco, le grandi praterie alpine; la luce splendida che mostra il Duomo di Milano, la chiesa di San Francesco ad Assisi e tantissime altre località famose in Italia. Manca quella che noi classifichiamo come Italia minore, ma tant’è, nell’immaginario collettivo l’Italia è i classici monumenti e quindi non c’è spazio per questi altri tesori.
Una scultura del Mantegna
 (foto di E. Pisarra)
Secondo luogo per eccellenza è il padiglione Eataly dove in un’ala del piano superiore è ospitata la mostra curata da Vittorio Sgarbi: i Tesori d’Italia. Semplicemente unica e magnifica, giusto per dare una testimonianza dell’immenso patrimonio artistico che possediamo.
Ovviamente in questo padiglione si possono assaggiare i migliori piatti della cucina regionale italiana curati da chef stellati di notevole spessore: unico problema, troppo cari.
Una visita merita il padiglione zero. Il primo per chi entra dall’ingresso Ovest di Triulza.
Una spettacolare genesi dell’uomo che dalle caverne, passando per l’era pre e post industriale, è arrivato ai nostri giorni. Vi invito in particolar modo a soffermarvi (se potete) a partire dalla clip presentata appena entrati e poi sull’ultima videata: tra i titoli di borsa che scorrono su una parete immensa guardate i monitor sulla sinistra dove appaiono scene in diretta delle maggiori televisioni degli stati cosiddetti ricchi.
L'albero della Vita
(foto di E. Pisarra)
Infine, l’immensa montagna di rifiuti prodotti ogni giorno ci ricordano che stiamo sprecando una smisurata quantità di cibo a discapito di quanti sul pianeta vivono con pochissimo: peccato che a questa montagna manchino gli odori: sarebbe stata un’altra cosa ricordare oltre alle macerie anche gli odori che producono queste montagne di cibo in decomposizione.
Infine, bisogna fermarsi ed attendere il buio per ammirare l’opera di Marco Balich che è l’ALBERO DELLA VITA.
Semplicemente geniale.
Un gioco di luci che si accende al ritmo di vari brani musicali è veramente uno spettacolo. Se poi a questo aggiungiamo anche l’acqua che scorre a getti verso l’alto, le foglie e i fiori che si aprono sul tronco dell’albero ci rendiamo conto che il genio umano (e italico) è in grado di pensare e realizzare cose che veramente stupiscono e mostrano le nostre capacità tecnologiche.
Sicuramente è l’opera più bella e interessante dell’intero evento.
Buona visita!




 



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