Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

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Art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana

Io sono sempre dello stesso parere: sino a quando non sarà rinnovata la nostra classe dirigente, sino a quando le elezioni si faranno sulla base di clientele, sino a quando i Calabresi non indicheranno con libertà e coscienza i loro rappresentanti, tutto andrà come prima, peggio di prima.
Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

mercoledì 9 agosto 2017

La potenza di internet

La potenza di internet è intrinseca in sé: non puoi nascondere nulla.
Si trovano anche numerose balle immesse in rete da appositi organismi che devono controbattere le informazioni vere e disinteressate.
Un tempo erano i traduttori, gli uffici della controinformazione, le immagini televisive che, spesso, davano traduzioni, diciamo così, interessate, e si scopriva poi, dal labiale, che l’intervistato aveva detto esattamente il contrario di quello che era stato tradotto dallo speaker.
Oggi, con internet, questa possibilità è superata, ma molti governi non amano la libera circolazione di notizie e quindi, quando possono rallentarne la diffusione, non mancano di farlo.
Homepage del Sito dell'Agenzia per la Coesione Teritoriale 
Faccio questa riflessione, perché mi è capitato, in queste notti calde e insonni, di navigare “a zonzo” in internet e di capitare per caso nel sito dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, della Presidenza del Consiglio.
Curiosando tra le pagine di questo strano sito mi sono imbattuto nella relazione annuale sulla spesa pubblica delle regioni italiane.
Ovviamente, sfogliando il documento, sono andato a cercare dove iniziasse il rapporto su come e chi spende i denari in Calabria e lo ho trovato a p.114.
I dati riportati non mi hanno sorpreso: nulla di nuovo.
 Chi spende in Calabria sono gli enti locali, comuni e regione.
Come spendono? in mobilità, in trasferimenti. Gli enti che hanno un maggior capitolo di spesa sono tanti i consorzi e il primo è quello di Bonifica Integrale dei Bacini dello Jonio Cosentino, con un peso del 33,9 % rispetto al totale della spesa in conto capitale.
Invece, la spesa in forme associative si attesta su livelli molto bassi, addirittura inferiore a 1 euro per abitante.
Per esempio, cosa e come si spende in cultura in Calabria e nel Meridione d’Italia?
Spesso sentiamo dire in televisione o leggiamo sui giornali che la centralità della cultura, come motore per il rilancio socio-economico del Meridione, è una priorità del programma del governo di turno; tuttavia i numeri dicono esattamente il contrario.
Si legge nel rapporto che nel contesto europeo, “il confronto internazionale risulta impietoso: la spesa primaria per attività culturali e ricreative in rapporto al PIL risulta in Italia – nonostante lo straordinario patrimonio artistico e la ricchissima eredità culturale – decisamente inferiore a quella media dei Paesi Ue”.
I danni vengono da lontano. Già nel 2008, dopo la cura “Tremonti-Bondi”, sicuramente condizionata dalle politiche di restringimento della spesa, la nostra Nazione era il fanalino di coda (0.8% del PIL), rispetto a Danimarca, Finlandia e, perfino, Slovenia, Bulgaria e Lettonia che registravano una spesa superiore al 2% del PIL.
Dopo di noi solo l’Irlanda impegna un percentuale più bassa.
E il nostro Mezzogiorno?
I dati riportati in questo rapporto analizzano un arco di tempo che va dal 1951 al 2015.
Nel primo decennio (1951-60) gli investimenti in cultura ammontano allo 0,68% del PIL; si passa allo 0,85% negli anni Settanta, fino al crollo nel quinquennio 2011 – 2015, quando gli investimenti scendono allo 0,15%, anzi “negli ultimi anni raggiungono un peso inferiore allo 0,1 % rispetto al PIL”. 
Questo fa pensare a come i nostri governi - pare – abbiano rinunciato all’obiettivo di un riequilibrio fra le diverse aree del Paese.
Sarebbe bello che dati come questi venissero discussi per costruire una nuova piattaforma programmatica che mettesse al centro – per parlare solo di Mezzogiorno – i problemi, per esempio, legati alla disoccupazione giovanile che ha il record europeo in Calabria (58,7%).
Ci sarà mai un momento in cui il Governo si preoccuperà e occuperà seriamente di quello che accade in Italia e in special modo nel Meridione?

Perché una cosa è certa: i fenomeni o si governano o si subiscono; nella seconda ipotesi, le conseguenze potrebbero essere assai gravi sia in termini economici che in quelli di ordine pubblico.






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