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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

venerdì 10 luglio 2015

Camminante, sono le tue orme il sentiero

Caminante sono le tue orme
il sentiero e null’altro;

caminante non c’è un sentiero
il sentiero si fa camminando.

Ormai siamo alle porte dell’estate e la stagione escursionistica è pronta per offrirsi ai tanti visitatori che quest’anno si muoveranno nelle aree protette italiane.
Alcuni studi realizzati per conto delle organizzazioni di categoria parlano di diversi milioni di persone che – anche grazie all’effetto expo – si spingeranno a camminare tra i sentieri di un area in un parco nazionale.
Questi dati promettono bene.
E noi sul Pollino siamo pronti ad accogliere chiunque arrivi in cerca di emozioni, di un turismo lento, alla velocità di tre km/ora; il giusto tempo di marcia per percepire, respirare, osservare, fotografare, ascoltare, guardare, sentire tutti i “suoni” della nostra natura e dei nostri paesaggi.
Il nostro Sodalizio ha manutenuto diversi sentieri (li potete trovare sul nostro sito caicastrovillari) e siamo pronti a partire.
Tantissimi i luoghi che si possono visitare attraverso i nostri sentieri. Ne abbiamo scelto, tra oltre centotrenta cammini che formano la rete sentieristica del nostro parco, trentacinque apparentemente sparsi, ma che in realtà forniscono singolarità uniche, come arterie collegate tra di loro, in modo da far    cogliere immagini, sensazioni, pensieri unici adatti a dare una immagine stupenda del nostro territorio.
Non è poco visto la scarsa attenzione che la questione sentieri ha nella nostra Regione.
Un’altra piccola rete di sentieri è stata di recente realizzata dall’ Ente Parco: si tratta di sette nuovi percorsi che sono stati indicati come Itinerari di Particolare Valenza (IPV) seguiti dai numeri da uno a sette. Confesso che è una strana denominazione, estranea ai dettami del nostro Sodalizio ma ormai ci sono, indicati da enormi pannelli esplicativi, di grandi dimensioni che campeggiano alla partenza di ogni singolo tratto.
Il Pollino ha di poco superato i trecento chilometri di sentieri sui mille censiti e accatastati.  Ed è
il luogo ideale per camminare. Su percorsi facili, difficili, impegnativi: tutti di notevole interesse e adatti per ogni esigenza.
E non lasciamoci prendere dai “tabellini” indicati per ogni singolo itinerario: queste sono cose per i trekker e non per i camminatori. Non succede nulla se si raggiunge la meta con qualche minuto di ritardo rispetto alla tabella di marcia!
La durata, la lunghezza, i dislivelli, la quota raggiunta, la flora e la fauna che si incontra sul sentiero sono tutti dati che non devono assolutamente influire sul nostro cammino. 
Bruce Chatwin amava ricordare che “Camminare non è semplicemente terapeutico per l’individuo, ma è una attività poetica che può guarire il mondo dei suoi mali”.
Ricordo alcuni versi letti su di un muro di recinzione durante il Cammino di Compostela, Uomo che cammini non c’è un sentiero segnato, sono le tue orme che fanno il cammino. Così Antonio Machado pensava il cammino dell’essere umano. Il fonema “camino” per la cultura spagnola possiede una forte connotazione semantica: è il fato a cui non ci si può ribellare, è il cammino per Santiago di Compostela che rappresenta il sentiero per giungere al dio cristiano, è il disegno divino che sta in mente Dei.  Machado si ribella a questa credenza, pensa che una strada già tracciata non esista.
A confronto Il filosofo Duccio Demetrio, nel suo Filosofia del camminare, Raffaello Cortina Editore, già a pagina dieci ripropone il dilemma Shakespeariano dell’essere on non essere. L’autore scrive che vi sono sostanzialmente due percorsi per gli esseri umani: c’è chi da millenni si è affidato al Salmo 31 che recita: Io ti darò intelligenza e t’insegnerò la via, per cui hai da camminare. Dovrebbe essere: e ciò che invece afferma il filosofo «…si è fatto carico del proprio cammino senza null’altro attendere che non fosse quel che la strada, resa più dignitosa, potesse offrirgli e insegnarli in quell’unica sua vita. Senza alcun baratto, che non fosse il farne intensamente esperienza».
Entrambi hanno ragione.
Sia un modo di camminare che l’altro o meglio le motivazioni che spingono ad andare per lochi alpestri e difficili   - per dirla con Leonardo da Vinci sono giuste adatte ai nostri tempi che fanno del camminare un piacere non solo fisico ma anche ricreativo.
E noi del Pollino siamo pronti all’accoglienza di tutti coloro che vogliano mettersi in cammino.

Emanuele Pisarra  


Articolo pubblicato sulla rivista della sezione di Castrovillari del Club Alpino Italiano PASSAMONTAGNA N. 2 - 2015

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