il sentiero e null’altro;
caminante non c’è un sentiero
il sentiero si fa camminando.
Ormai siamo alle porte
dell’estate e la stagione escursionistica è pronta per offrirsi ai tanti visitatori
che quest’anno si muoveranno nelle aree protette italiane.
Alcuni studi realizzati per conto
delle organizzazioni di categoria parlano di diversi milioni di persone che –
anche grazie all’effetto expo – si spingeranno a camminare tra i sentieri di un
area in un parco nazionale.
Questi dati promettono bene.
E noi sul Pollino siamo pronti ad
accogliere chiunque arrivi in cerca di emozioni, di un turismo lento, alla
velocità di tre km/ora; il giusto tempo di marcia per percepire, respirare,
osservare, fotografare, ascoltare, guardare, sentire tutti i “suoni” della
nostra natura e dei nostri paesaggi.
Il nostro Sodalizio ha manutenuto
diversi sentieri (li potete trovare sul nostro sito caicastrovillari) e siamo
pronti a partire.
Tantissimi i luoghi che si
possono visitare attraverso i nostri sentieri. Ne abbiamo scelto, tra oltre
centotrenta cammini che formano la rete sentieristica del nostro parco,
trentacinque apparentemente sparsi, ma che in realtà forniscono singolarità
uniche, come arterie collegate tra di loro, in modo da far cogliere immagini, sensazioni, pensieri
unici adatti a dare una immagine stupenda del nostro territorio.
Non è poco visto la scarsa
attenzione che la questione sentieri ha nella nostra Regione.
Un’altra piccola rete di sentieri
è stata di recente realizzata dall’ Ente Parco: si tratta di sette nuovi
percorsi che sono stati indicati come Itinerari di Particolare Valenza (IPV)
seguiti dai numeri da uno a sette. Confesso che è una strana denominazione,
estranea ai dettami del nostro Sodalizio ma ormai ci sono, indicati da
enormi pannelli esplicativi, di grandi dimensioni che campeggiano alla partenza
di ogni singolo tratto.
Il Pollino ha di poco superato i
trecento chilometri di sentieri sui mille censiti e accatastati. Ed è
il luogo ideale per camminare. Su
percorsi facili, difficili, impegnativi: tutti di notevole interesse e adatti
per ogni esigenza.
E non lasciamoci prendere dai
“tabellini” indicati per ogni singolo itinerario: queste sono cose per i
trekker e non per i camminatori. Non succede nulla se si raggiunge la meta con
qualche minuto di ritardo rispetto alla tabella di marcia!
La durata, la lunghezza, i
dislivelli, la quota raggiunta, la flora e la fauna che si incontra sul
sentiero sono tutti dati che non devono assolutamente influire sul nostro
cammino.
Bruce Chatwin amava ricordare che
“Camminare non è semplicemente terapeutico per l’individuo, ma è una attività
poetica che può guarire il mondo dei suoi mali”.
Ricordo alcuni versi
letti su di un muro di recinzione durante il Cammino di Compostela, Uomo che cammini non c’è un sentiero
segnato, sono le tue orme che fanno il cammino. Così Antonio Machado pensava il
cammino dell’essere umano. Il fonema “camino” per la cultura spagnola
possiede una forte connotazione semantica: è il fato a cui non ci si può
ribellare, è il cammino per Santiago di Compostela che rappresenta il sentiero
per giungere al dio cristiano, è il disegno divino che sta in mente
Dei. Machado si ribella a questa credenza, pensa che una strada già
tracciata non esista.
A confronto Il filosofo Duccio Demetrio, nel suo Filosofia del
camminare, Raffaello Cortina Editore, già a pagina dieci ripropone il
dilemma Shakespeariano dell’essere on non essere. L’autore scrive che vi sono
sostanzialmente due percorsi per gli esseri umani: c’è chi da millenni si è
affidato al Salmo 31 che recita: Io ti darò intelligenza e t’insegnerò la
via, per cui hai da camminare. Dovrebbe essere: e ciò che invece afferma il
filosofo «…si è fatto carico del proprio cammino senza null’altro attendere
che non fosse quel che la strada, resa più dignitosa, potesse offrirgli e
insegnarli in quell’unica sua vita. Senza alcun baratto, che non fosse il farne
intensamente esperienza».
Entrambi hanno ragione.
Sia un modo di camminare che l’altro o meglio le motivazioni che spingono
ad andare per lochi alpestri e difficili - per dirla con Leonardo da Vinci sono
giuste adatte ai nostri tempi che fanno del camminare un piacere non solo
fisico ma anche ricreativo.
E noi del Pollino siamo pronti all’accoglienza di tutti coloro che vogliano
mettersi in cammino.
Emanuele Pisarra
Articolo pubblicato sulla rivista della sezione
di Castrovillari del Club Alpino Italiano PASSAMONTAGNA N. 2 - 2015
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