Come
scrivevamo qualche tempo fa su queste pagine (Passamontagna, periodico della Sezione di Castrovillari del Club Alino Italiano. NdR), ecco pronte le modifiche alla
Legge quadro sui Parchi e le aree protette gestite sotto l’egida del ministero
dell’ambiente.
Infatti, dal
30 gennaio 2014 sono in vigore le nuove indicazioni volute dal governo Monti,
con un occhio al risparmio e poco importanza alla reale efficienza e necessità
ai fini del miglioramento gestionale degli enti di governo dei parchi, senza
costi aggiuntivi (per esempio, nessun gettone di presenza ai consigli) e
ridotti nel numero, oltre che l’eliminazione di alcune figure e l’introduzione
di altre.
Le norme
contenuto nel DPR 16 aprile 2013, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso
26 giugno, sono in buona sostanza una sorta di nuovo regolamento, formato da un
solo articolo omnibus dal titolo “riordino degli Enti Parco”.
In esso
spiccano alcune sostanziali modifiche come la riduzione dei componenti degli
Enti Parco (da 12 a otto), l’eliminazione di designati dalle Università,
l’introduzione di un membro proposto dall’ISPRA (Istituto superiore per
la protezione e la ricerca ambientale), la conseguente riduzione della giunta
esecutiva (da cinque a tre componenti), la riduzione ad una designazione da
parte delle associazioni ambientaliste presenti sul territorio di un area
protetta ed, infine, la modifica del comma della legge quadro che si riferiva
alla decadenza dei componenti degli enti di gestione designati dai comuni,
province e regioni: questi decadono immediatamente dopo la fine del loro
mandato politico e devono essere sostituiti entro quarantacinque giorni.
Per ultimo, si è verificato quello che temevamo:
maggiori poteri di gestione al presidente, il quale in questo periodo di vacatio esercita le funzioni del
consiglio direttivo per quarantacinque giorni fino all’insediamento del nuovo
organismo. Questo termine può essere prolungato fino a sei mesi.
È ovvio – come avevamo già sottolineato in precedenza
– che il legislatore ha preferito dare ancora nuovi poteri alla direzione
politica dell’Ente piuttosto che a quella tecnica.
Infatti, non si fa menzione in questo nuovo
regolamento delle funzioni e della figura de direttore.
Non si ribadiscono gli obiettivi del Consiglio
direttivo e, soprattutto, non si parla di finanziamenti che vengono decisi di
volta in volta dall’organo vigilante (ministero dell’ambiente) e non si fa
cenno ad una consulta dei Parchi nazionale che dia le direttive generali e
univoche per tutti gli enti.
Una prima conseguenza – in casa nostra – sarà la
“presa d’atto” che l’associazione ambientalista che è più attiva è il Club
Alpino Italiano. Legambiente e il glorioso Wwf sono quasi scomparsi e quindi è
gioco forza trovare un delegato tra di noi.
Il CAI ha già provveduto a segnalare alcuni nominativi.
Spero vivamente che nessuno voglia impelagarsi in un
simile ginepraio.
Emanuele Pisarra
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