Qualche giorno fa sono ritornato a Castroregio per fare una foto da mettere sulla pagina posteriore della mia nuova Carta Escursionistica dell'Alto Jonio cosentino in corso di stampa.
A volte mi capita che sia più facile prendere la macchina e andare a rifare una foto piuttosto che cercarla nel mio archivio di oltre un milione di immagini.Anche perché la foto che cerco è
stata scattata diecine di anni fa e, nell'immutabile concetto del tempo nel
meridione, invece lo scenario è cambiato.
Poi in questi giorni primaverili
c'è una luce intensa, piena di colori di una primavera già arrivata, dopo un
inverno mai esistito.
Dicevo di Castroregio.
Come in tutti i nostri paesi
anche Castroregio ha avuto miglioramenti strutturali, peccato che le varie
amministrazioni che si sono succedute nel tempo non abbiano pensato anche
all'uomo oltre all'abitato. Con il risultato che queste comunità si sono
completamente svuotate. Ho Incontrato in chiesa il sacerdote che era venuto a
celebrare messa da Spezzano albanese. Dove sarebbe ritornato alla
fine della cerimonia.
Lo Zot mi ha accolto in chiesa, orgoglioso della eredità ricevuta dal suo predecessore (Papas Nicola Villotta) perché la ha arricchita di splendide e originali pitture.
Peccato che a Castroregio vi
abitino solo 60 persone e, girare per i vicoli del paese, accolti solo dal
vento ... non è bello!