Qualche giorno fa, in
occasione di una gita escursionistica in uno dei paesini che si affacciano sul
Lago di Como, mi sono imbattuto nell’Orrido di Bellano: luogo tanto decantato e famoso in Lombardia
come uno dei canyon più belli e suggestivi che bisogna assolutamente visitare.
Cartelli pubblicitari che indicano l'Orrido di Bellano (Ph Pisarra) |
Grandi cartelli
informano e guidano il visitatore verso l’ingresso posto alle spalle di un
edificio di stile antico che un tempo ha
ospitato un cotonificio.
L’ingresso è a
pagamento, 4 euro a persona, ed è gestito dalla Pro Loco.
La gola è attraversata
dal Torrente Pioverna e la peculiarità dell’Orrido sta nel fatto che lo si può percorrere
per un tratto utilizzando un camminamento di poche centinaia di metri
particolarmente suggestivo.
Al cancello d’ingresso
accoglie i visitatori un gabbiotto con l’ufficio informazioni e la cassa; subito dopo c’è un piccolo spazio con cinque pannelli che
spiegano, in sintesi, l’evoluzione geologica della Valle, la formazione
dell’Orrido e la rete dei geositi in Lombardia.
I
Orrido di Bellano, ingresso, biglietteria e pannelli illustrativi (Ph. Pisarra) |
Si prosegue su per un’altra scalinata, un
secondo piccolo camminamento su passerelle infisse nella roccia, quindi, si
arriva su un terrazzino con veduta panoramica e … si torna indietro!
Tutto qui!
Tempo impiegato: meno di quindici minuti andata e ritorno, alla modica cifra di “soli” quattro euro.
Mi sorge spontanea la riflessione: se dovessimo fare una cosa del genere sul Raganello quanto bisognerebbe esigere?
Orrido di Bellano. Camminamento all'interno del Canyon. (ph Pisarra) |
E qui vengo alla
provocazione, non prima di aver fatto una premessa: non sono mai stato
d’accordo sul far pagare un biglietto
d’ingresso per poter godere delle nostre bellezze naturali, storiche e
architettoniche.
Ho sempre pensato, e ne resto fortemente convinto, che l’uso del bene naturale può fare da MOTORE DI AVVIAMENTO per altre attività, queste sì, da pagare per poterne usufruire.
Per anni il Raganello
ha fatto conoscere Civita e il Pollino nel mondo.
Dallo spoglio di un
vecchio quaderno delle firme, conservato presso il Museo etnico di Civita, si
notano nomi di visitatori provenienti dal Giappone, dalla Russia, dagli Stati
Uniti, dal Canada; oltre che da tutti i paesi europei e, per la stragrande
maggioranza, dalle località italiane: il lavoro che abbiamo fatto in tanti anni
nella promozione del territorio ha dato i suoi frutti.
Perfino una agenzia di
Marketing ha certificato che le parole più conosciute sono: il Ponte del
Diavolo, il Canyon del Raganello e molto dopo, il Pino loricato. Possiamo dire
che il Parco nazionale del Pollino “campa” ancora su questi allori.
Oggi, dopo aver visto,
l’Orrido di Bellano, ho cambiato idea.
Per due ordini di
ragioni.
La prima.
Le migliaia di
visitatori che ogni anno giungono attratte dalle immagini della natura del
Raganello non portano nessun beneficio alla comunità. Anzi sono di disturbo e
nuocciono: inquinano, schiamazzano, si limitano a un semplice approccio alle
Gole, o a una escursione più o meno lunga, più o meno faticosa e... vanno via.
A parte un ritorno
economico per le guide, non rimane nulla nella comunità. Il rapporto
costo-benefici è in netto svantaggio per l’economia locale. Anche se le
strutture ricettive fanno il pieno, non tutti gli avventori visitano il
Raganello. Nessuno versa un obolo al comune, che, in compenso, ha l’onere della
pulizia, della manutenzione della viabilità, della sicurezza e della vigilanza.
A questo punto si può
iniziare a pensare di introdurre la tassa di soggiorno.
Orrido di Bellano. reti di protezione (Ph Pisarra) |
Ma il mio ragionamento è un altro. Finora il Raganello e le sue gole sono state a esclusivo appannaggio di un segmento ben preciso di visitatori. Anche se un piccolo passo avanti si è fatto con l’introduzione di un servizio navetta che consente di raggiungere il Ponte del Diavolo comodamente, seppure in modo chiassoso e inquinante. Anche in questo caso senza alcuna entrata per il Comune o l’Ente Parco. Il limitato spazio temporale che permette la percorrenza delle Gole è logicamente collegato con la stagione e le condizioni meteo. Di conseguenza abbiamo la presenza di molte persone in un arco di tempo molto ridotto: circa tre mesi all’anno, con la conseguenza che in alcuni giorni d’agosto orde di persone chiassose e schiamazzanti percorrono il tratto basso del torrente senza alcun riguardo per l’ambiente, la fauna e la flora del luogo.
Sembra di essere al
luna park o meglio in una delle tante strutture di acqua plan dove è ammesso
gridare, sbattere qualsiasi cosa in acqua e lanciare urli da stadio, perché non
esiste nessun servizio di vigilanza da parte delle autorità del Parco e del
Comune.
In sintesi: non si
rispetta il luogo proprio perché non si pagaun costo aggiunto per la bellezza
del luogo oltre al prezzo del servizio e si massificano i danni in un “mordi e fuggi” che
negli ultimi anni sono sempre più evidenti.
Penso che si debba
mettere mano a questa deriva prima che sia troppo tardi.
Urge, con grande
premura, porre mano a quel regolamento del quale si parla da anni, ma che
ancora non esiste.
E qui l’esperienza
dell’Orrido di Bellano viene in mio aiuto, per gestione e tempistica:
L’Orrido di Bellano è
gestito dalla Pro Loco, esiste un ufficio informazioni turistiche, c’è un
orario e un periodo di apertura.
Per il Raganello da
anni si rimpalla la decisione su chi e come debba essere stilato il Regolamento
di accesso, chi possano essere gli accompagnatori e quali le condizioni di
ingaggio.
Orrido di Bellano. Un'altra immagine della passerella. (Ph. Pisarra) |
Con la conseguenza che
ci tocca assistere a come questo bene si stia sempre più deteriorando: spesso
vediamo orde di gente che bivacca, prende il sole, cucina, mangia e … ascolta
la radio ad alto volume, non curandosi per niente del luogo.
Un giorno mi è capitato,
mentre risalivo la fiumara nei pressi dell’ex ponte provvisorio, di vedere
l’acqua colorata di rosso e trasalii pensando a chissà quale terribile delitto
fosse stato commesso a monte.
Risalendo la corrente
con molta celerità, ben presto mi si svelò l’arcano: qualcuno aveva abbandonato
decine di angurie che la corrente del Raganello aveva provveduto a rompere.
Una questione
importante è la sicurezza offerta dagli accompagnatori. Per carità, sono tutti
ottimi professionisti che hanno una solida formazione maturata tra le fila del
Soccorso Alpino e delle Guide del Parco. Tuttavia questi soggetti non sono
abilitati a guidare persone in ambiente di forra dove è previsto l’uso di
corde, imbraghi e discensori per affrontare i vari salti.
Questo compito spetta solo ed esclusivamente alle guide alpine abilitate per questo e che in Calabria… non esistono.
Questo compito spetta solo ed esclusivamente alle guide alpine abilitate per questo e che in Calabria… non esistono.
Più volte ho suggerito
ai vari sindaci succedutisi nel governo di Civita e di altri paesi del Parco,
di individuare almeno quattro giovani ai quali far seguire un corso specifico
là dove sono attivati, sulle Alpi o sul Gran Sasso.
Mille promesse e mai
nulla di concreto con il risultato che gli accompagnatori – oltre ai “fai da
te” – sono fuori legge. Se accadesse un incidente grave le autorità
chiuderebbero le Gole e sarebbe la fine per il turismo e l’economia civitese.
la comunità civitese è
stata sempre avanti nel pensare che la soluzione per arginare la fuga dal paese
fosse un uso corretto e sostenibile del proprio patrimonio.
Qualche volta ha
pensato davvero in grande, forse troppo: per esempio con il progetto della costruzione
di una funicolare che collegasse il Raganello con il centro abitato oppure di
una funivia che unisse il paese con la cima della timpa del Demonio, con tutti
i servizi annessi come un’area di svago sulla sponda sinistra dell’alveo
fluviale o un rifugio-belvedere sulla vetta.
Progetti che sono falliti miseramente per le varie congiunture politiche.
Progetti che sono falliti miseramente per le varie congiunture politiche.
Oggi, per tornare al
nostro ragionamento, il paese e la comunità hanno bisogno di guardare avanti
con occhi più attenti alla conservazione del proprio patrimonio naturale,
perché conservare, e conservare bene, significa aumentarne il valore.
Per questo è necessario
un Regolamento di fruizione del
Raganello, che preveda – tra l’altro – il numero chiuso giornaliero, l’accompagnamento
da parte di personale qualificato e preparato, orari precisi, condizioni e
attrezzature adeguate e il pagamento sì di un contributo all’Ente gestore, sia
esso il Comune o l’Ente Parco.
Orrido di Bellano. La condotta forzata "esce" dalla Gola. (Ph Pisarra) |
Accanto a questo
Regolamento, per estendere il periodo di fruizione che non si limiti solo al
periodo estivo e per ampliare la fascia di fruizione a più tipologie di
persone, si potrebbe pensare a un camminamento come quello dell’Orrido di
Bellano che potrebbe avere il suo ingresso dalla Filanda Filardi e, attraverso
vari step, raggiungere l’ex Ostello della Gioventù.
Avremmo così un flusso
controllato, altri escursionisti meno allenati che si unirebbero a quanti
vogliano cimentarsi nel torrentismo puro, la fruizione della filanda, del suo
museo e dei suoi servizi.
Otterremmo anche un
tempo di permanenza maggiore nel territorio con conseguenti maggiori introiti
per la comunità.
Complimenti , Emanuele, per aver introdotto queste interessanti riflessioni nel dibattito sul migliore utilizzo dei nostri beni culturali e paesaggistici! Sarebbe il caso di rilanciarle a livello locale, shumë të fala Franco Altimari
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