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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

martedì 23 maggio 2017

A proposito di sviluppo e ambientalismo

Caro ed illustre Anonimo (=Unknown18 maggio 2017 09:42), per principio non rispondo a chi non si firma.
Ma, visto che sollevi la questione atavica del ruolo degli ambientalisti come conservatori del tutto contro qualsiasi modello di sviluppo e tanto altro che ben sappiamo, ho deciso questa volta di fare un’eccezione e di rispondere a questo tuo (ma non solo) refrain.
Rifugio Italia visto dalla cima del Monte Papa (Foto Pisarra)
In primo luogo permettimi di dissentire sullo sviluppo turistico di Castelmezzano e Pietrapertosa in quanto, sono tra i comuni lucani più conosciuti e da tempo; quantomeno a partire dagli anni Ottanta. Frequentavo Pietrapertosa agli inizi degli anni Novanta quando la sezione CAI di Potenza aveva attrezzato alcune vie di arrampicata che già attiravano tanti aspiranti turisti.
Altro punto importante è la questione di impatto ambientale: una ferrata, seppur ingombrante, non ha lo stesso effetto devastante quale è quello degli enormi tubi di Trecchina; un ponte tibetano non ha nulla a che fare con la nostra storia e le nostre tradizioni.
La regione Basilicata – mi permetterai di dissentire – non ha ben capito cosa vuol dire sviluppo turistico, se prosegue con la politica dei macroattrattori.
Questi sono dei pozzi senza fondo di spesa di denaro pubblico investito su strutture che hanno (al di là dell’impatto ambientale) costi di gestione e manutenzione enormi. Penso a quell’altro macroattrattore di Senise: una cosa orribile, che è costata al contribuente diversi milioni di euro, e per la quale pare che la stagione scorsa, in termini di pubblico e di affluenza, non sia stata delle migliori.
Monte Sirino. Splendida foresta di faggi. (Foto Pisarra)
Speriamo che la prossima stagione vada meglio, altrimenti di cosa ce ne facciamo di questo “catafalco” in mezzo al Lago di Monte Cotugno?
Ricordo che – ad occhio e croce – la Regione ha speso per questi macroattrattori qualcosa come cento milioni di euro.
Ti pare poco? In cambio di cosa?
E quando sarà necessario fare la manutenzione – per esempio – al Ponte tibetano, chi la farà? E con quali soldi? A carico di chi? Se in Trentino molte ferrate (così come tanti impianti di risalita) sono in via di smantellamento perché troppo costosi, penso che la Regione Basilicata abbia già necessità di manutenzioni straordinarie in molti altri settori prima di costruire altre cattedrali nel deserto (consentimi questa locuzione ormai abusata) dai costi indefiniti e dai forti dubbi di reale concorso allo sviluppo turistico di alcuni territori montani.
Non ti pare che questo modo di fare “droghi” l’offerta turistica?
E poi perché un turista tedesco dovrebbe venire in Basilicata se di ferrate, ponti tibetani, nepalesi sono pieni il Trentino, la Valle d’Aosta e anche alcune zone della Lombardia?
Non pensi che questo turista venga in Basilicata (ma anche in Calabria) proprio perché non vuole le ferrate, i ponti ecc.?

Infine, riguardo al Progetto di Trecchina, ti pare che questo territorio abbia una cultura di arrampicatori, alpinisti o free climber che giustifichi altre ferrate? Pensi che tutto il territorio regionale sia “vocato” alle ferrate e solo ad esse(?)?
Tanto per fare un esempio, a chiusura di questa piccola precisazione, mi chiedo e ti chiedo: cosa si aspetta a intervenire per rimettere in sesto l’impianto di risalita di Monte Sirino? È una vera e propria tristezza, coglie un senso di abbandono, lo scendere dal Monte Papa in direzione del Rifugio Italia e vedere questi piloni accartocciati su sé stessi, strutture abbandonate in balia delle intemperie, la viabilità di accesso a dir poco da … terzo mondo.
Escursionisti francesi in visita a Castelmezzano. (foto Pisarra)
Non parliamo poi dello stato di salute dei Parchi e delle Riserve, ridotti a vivacchiare con “quattro soldi” di trasferimento dallo Stato: con un macroattrattore in meno potremmo avere un parco più efficiente, una manutenzione del territorio più efficace e – probabilmente – qualche dissesto idrogeologico in meno.  

Penso alla recente frana che ha bloccato anche chi voglia percorrere a piedi la spettacolare antica strada di collegamento tra Castelmezzano e Pietrapertosa che attraversa la gola del torrente Caperrino; o alla “minaccia” incombente sul Pollino del taglio del bosco di Palombaro su Serra del Prete; basterebbe poco (meno del costo del più “piccolo” macroattrattore) per comprare questa fantastica faggeta e scongiurare il taglio di migliaia di piante che cambierebbero il paesaggio (viviamo anche di questo) di una delle cime più belle del Parco.
Sono molto preoccupato della deriva della Regione Basilicata: con una politica più attenta al territorio e alla spesa pubblica, potrebbe diventare davvero la “Svizzera” italiana, o meglio, potrebbe concorrere a essere semplicemente una splendida regione ricca di montagne, parchi, paesini ricchi di storia, tradizioni, cultura che valorizzati e correttamente promossi avrebbero davvero una ricaduta economica positiva sul territorio.
Basta poco, molto meno di tanti macroattrattori inutili e ingombranti e che rischiano di essere anche inquinanti.
Sì, non ho cambiato idea a proposito della reale concorrenza di queste strutture allo sviluppo socio-economico della regione.
Scusami.
Un cordiale saluto

Emanuele     

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